La democrazia del talk show. Storia di un genere che ha cambiato la televisione, la politica, l'italia

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L'Arena

rappresenta l'evoluzione del talk show politico dove cambia il punto di vista e l'attenzione delle televisioni nei confronti del dibattito col pubblico. La sua data di nascita non è facile da rintracciare perché prima nasce come rubrica di Domenica In, poi acquista il titolo di Domenica In-L'Arena con una durata di 20 minuti, poi gli si accresce il minutaggio a 105 e poi, nel 2013, si distacca da Domenica In e prende uno spazio tutto suo rispondente al nome de L'Arena. Il programma viene condotto da Giletti e rientra fin dal suo esordio nella tipologia dei talk show spettacolari senza nessun punto di contatto con la politica e i suoi protagonisti: i temi affrontati nel 2004 riguardano infatti il costume e la formula è quella del dibattito tra ospiti alimentato da sondaggi e dalla presa di parola di un pubblico presente in studio su tribune semicircolari opposte.

l'idea dell'ingresso in uno spazio inesplorato,

retto da nuove regole, una fase che modifica le basi classiche della democrazia rappresentativa ma che ne mantiene però le componenti formali: questa fase, viene chiamata postdemocrazia, che vede un connubio tra èlite e massmedia.

Ballarò

ha dunque confermato la centralità della piazza televisiva e della sua messa in scena senza innovare però troppo il genere del talk show, perché oltre all'inserimento della satira, è sempre rimasto fedele a una sua rappresentazione nelle forme privilegiando così la sua lettura istituzionale costruita attorno ai partiti. Nel 2004 introduce tuttavia a satira politica che apre il programma con una copertina: politica e satira entrano ora in contatto in uno stesso programma, a svantaggio della prima.

primarie

hanno anche una forte componente comunicativa e questa procedura democratica garantisce ai promotori un'ampia copertura mediatica perché la campagna viene così seguita quotidianamente dai giornali e dai telegiornali e i candidati vengono così invitati anche nei talk show e nei programmi di approfondimento giornalistici. Le elezioni primarie si scoprono infatti congeniali ai media perché sono inclini alla personalizzazione della politica e alla spettacolarizzazione delle sue trattative, e i partiti capiscono che così possono godere di una più grande sovraesposizione che non conducono più le primarie solo per far politica, ma anche per occupare la scena mediale e farsi pubblicità.

Santoro

il conduttore di Servizio Pubblico, inizia la sua carriera con Tempo Reale su RAI Due, ma poi passa a Mediaset con Moby Dick su Italia 1 e nel 99 torna nuovamente in RAI con Circus, Sciuscià e Il raggio verde, dalla quale però verrà nuovamente allontanato dalle dichiarazioni di Berlusconi e nella quale verrà reintegrato nel 2006 alla conduzione del programma Annozero.

Il ricorso al voting e all'applausometro

in un confronto politico, apre all'idea di una nuova forma di partecipazione diretta e a una rivoluzionaria funzione democratica della rete; la stessa Sky infatti utilizza sempre di più i social network creando e promuovendo l'uso di hashtag come #ilconfrontopd dedicati a raccogliere il dibattito e i commenti, in questo specifico caso, sui tre leader che viene riportato in sovrimpressione nel corso del programma. Gli utenti di Twitter vengono inoltre invitati a fare domande che poi il conduttore sceglierà e porrà ai candidati.

I politici godono di una platea rassicurante e popolare

mentre Vespa si garantisce così esclusive a discapito della concorrenza e in parte è dovuto al fatto che la trattazione di politica è più leggera e relativa quasi al gossip a causa del fatto che si trova in un canale RAI seguito da un pubblico che ama essere intrattenuto più che informato.

I telespettatori

possono vedere il programma su SkyTG24 HD, in streaming, su Cielo e su Tivùsat. Il Confronto ha dunque il merito di segnalare come in Italia stia emergendo questa circolarità nella comunicazione nell'uso dei diversi media che ridefiniscono l'arena pubblica e la discussione che ha luogo in essa.

2010-2011

quando al dibattito di affiancano le formule Due contro tutti e I protagonisti: l'Arena si apre così alla discussione e al dibattito politico. Il programma tende a diventare un vero momento di dibattito politico in cui vige sul serio l'informazione. Nel 2013 il programma si modifica ancora di più perché da una parte si distacca da Domenica In e acquista quindi uno spazio tutto suo, e dall'altra si apre al dibattito politico e alla campagna elettorale, configurandosi così come talk show puro. Il programma, affermatosi così come uno dei luoghi privilegiati della campagna elettorale, viene guardato con attenzione e interesse da parte dei principali leader politici e dai mass media.

Sul lato televisivo

questa esplosione della discussione di temi pubblici e politici in tv, si può individuare nel fatto che il talk show sia stato miniaturizzato e proposto come principale forma conversativa dell'offerta giornalistica, mentre sul lato della politica, si potrebbe dire che questa esplosione sia dovuta alla perdita dei normali luoghi destinati al dialogo politico come le piazze ecc.

ibrido

è il prosumer, ovvero il consumatore-produttore, ma anche la partecipazione promossa dai social network, e pure la natura stessa dei social che coniugano pratiche, linguaggi e strumenti finora separati in un nuovo contesto comunicativo come, per esempio, Twitter. Ibrido è, ancora, l'incontro e il prodotto della cultura popolare e delle tematiche politiche verificata negli spazi mediali, ma lo è pure l'incrocio tra media mainstream, fonti ufficiali, istituzioni dell'informazione, media dal basso e nuovi attori. Mentre i media tradizionali si stanno adattando, i nuovi media stanno guadagnando una sempre maggiore popolarità alla quale i politici e i giornalisti si stanno adattando.

Il principale risultato processo di ibridazione

è la nascita di una nuova social tv frutto dell'integrazione della tv con i social network. In America, a segnare questo incrocio ci hanno pensato le elezioni del 2008, in Italia il percorso è più lento e le elezioni del 2013 hanno confermato questo ritardo e questa persistenza del vecchio medium (la tv). In Italia dunque la rete non è ancora il luogo della decisione dell'esito di una campagna elettorale perché in Italia i social non sono ancora maturati per bene e perché l'avvento del digitale è preceduto dalla centralità della televisione dalla quale i social riprendono alcuni codici d'intrattenimento.

il quadro è

è quello in cui non sono più i partiti o la politica a saper rappresentare la società italiana, ma lo è anzi la televisione. In questa nuova arena politica gli ospiti politici siedono nel ruolo di imputati e responsabili, chiamati a rendere conto al paese delle proprie mosse.

il programma

è sottoposto dunque a una spettacolarizzazione e alla celebrazione della politica, ma anche a un rigido regolamento che ne fissa le modalità avvicinandolo al game televisivo. Ogni "concorrente", infatti, ha a disposizione tre risposte di 30 secondi, 1 minuto e 1 minuto e 30 secondi, ma ha anche la possibilità di usare 4 repliche e 4 controrepliche di 30 secondi e una extrareplica di 1 minuto se, nell'appello conclusivo, si ricevono attacchi diretti o denigratori; al conduttore giornalista Semprini spetta invece la possibilità di chiedere delucidazioni e chiarimenti.

Nel 2004-2005

si comincia a ricorrere anche a videointerviste per introdurre i vari temi e il pubblico siede su cubi e non più su tribune: qui Giletti è affiancato dalla showgirl Corna che arricchisce il programma con commenti musicali; tuttavia i temi riguardano ancora il costume e il mondo dello spettacolo.

La televisione

si consolida quale palcoscenico della politica e la scena politica non presenta novità sostanziali dal periodo precedente.

Nell'ambiente della rete

si formano gruppi chiusi e incapaci di relazionarsi con chi non la pensa come loro e si formano anche le figure dei "troll", ovvero un'attività che ha come scopo solo quello di attaccare e danneggiare. Nella scena politica italiana l'accusa di fare uso di troll è spesso stata scambiata tra i partiti e il M5S ne è rientrato particolarmente in discussione.

La comunicazione televisiva e la tv stessa

stanno assumendo un'importanza fondamentale tanto che Prodi a causa del suo basso profilo comunicativo ha dei forti limiti nella sua attività governativa e tanto che i nuovi giornalisti stanno intraprendendo la carriera politica. L'intreccio tra tv e politica, tra talk show e leader politici, tra conduttori e candidati si fa ancora più stretto e la telepolitica si afferma come genere televisivo di successo sia per le reti pubbliche che per le private.

Servizio Pubblico

su La7 ha uno studio dominato dai colori blu e rosso in cui si siedono 400 persone. La novità di questo programma è l'intervento di Berlusconi (11 gennaio 2013) in una puntata che per la prima volta dal 94 ha deciso, data la sua difficoltà politica, di tornare in televisione.

Alcune trasmissioni

tuttavia, sono ibridate a tal punto da proporre ai telespettatori delle app di voto o di applauso con le quali poter far vedere la propria approvazione o disapprovazione, che costituiscono una parte sostanziale del programma.

Porta a porta

va in onda due giorni alla settimana con due formule diverse, la prima prevede l'incontro con un esponente di partito, il cui primo fu quello con Prodi, con il quale commentare i dati di un sondaggio e parlare dell'attualità politica alla presenza anche di un ospite non annunciato, mentre la seconda proponeva il confronto tra due leader politici sollecitato da alcuni ospiti, il cui primo fu il faccia a faccia tra Berlusconi e D'Alema. Nelle settimane a seguire tutti i leader si siedono sulle poltrone di Porta a porta e alla politica si alternano però anche altri argomenti e altri protagonisti provenienti dal mondo dell'arte, dello sport e così via: al fianco dei politici siedono infatti attori, cantanti, celebrità e soubrette e ciò fa sì che la politica venga trattata con registri, linguaggi e punti di vista meno soletti e non appartenenti al mondo della politica stessa.

Tra le puntate più famose

vi è sicuramente quella del Contratto con gli Italiani dove Berlusconi viene ripreso già dalla prima inquadratura seduto in penombra sul lato opposto al quale sedeva nella puntata precedente il suo avversario politico. In questa prima inquadratura si vedevano anche gran parte del pubblico di spalle e le mdp, facendo capire ancor di più che ciò che lo spettatore stava per vedere, stava accadendo in tv.

La campagna elettorale del 94

viene preceduta da una lunga e intensa precampagna dove l'intervento dei mass media si è rivelato importante quanto quello sulla campagna vera e propria per la definizione dei toni, del clima e dei temi della precampagna e della campagna stesse. Le 7 tv principali nazionali hanno dedicato alle elezioni 234 ore di trasmissione. La politica ha dunque invaso la televisione portando al venir meno di ogni distinzione tra la normale programmazione televisiva e quella dedicata alla politica e ai partiti.

Tribuna elettorale

è dunque il riflesso della prevalenza della logica politica su quella dei media e di una televisione che non è interessata o in grado di imporre ai politici alcun adattamento o mediazione.

Ai telespettatori

è dunque offerta la possibilità di domandare, commentare e votare, ma anche di attaccare e ridicolizzare e proprio per questo gran parte dell'attività social si riduce a un ronzio di sottofondo: i commenti dei social non sono infatti mai finalizzati all'approfondimento di un qualcosa.

l'approccio non garantisca la corretta rappresentazione della realtà sociale del paese

è evidente già dalla prima puntata, nella quale dei giovani si presentano con una maglietta avversa al programma stesso: anni di tv e politica hanno infatti diffuso nel pubblico la consapevolezza che in tv si deve adottare sempre nuovi repertori visibili e clamorosi per far colpo, e dunque chi qui interviene deve adattarsi a questo sistema e "fare spettacolo egli stesso".

Da questo episodio di Andreotti

Da questo episodio, la politica sembrava uscire vittoriosa perché aveva fatto parlare di sé e soprattutto aveva fatto bella figura, tuttavia era stata la televisione ad aver vinto perché aveva affermato il suo linguaggio e il proprio registro discorsivo.

la fine del vecchio sistema politico

cessa anche la fase più movimentata del talk show politico che, tuttavia, persiste tutt'oggi in vesti diverse.

La composizione del pubblico

che può intervenire, non è infatti casuale e si trasforma in una sorta di parlamentino rappresentativo della società.

Braccio di ferro

condotto da Mentana, a quattro giorni dalle elezioni del 94, ospita in studio Occhetto e Berlusconi. Il programma, nato in occasione del referendum dell'anno precedente, si allarga ora anche alla campagna elettorale di elezioni politiche. Si tratta di una novità nello scenario politico e televisivo perché è la prima volta che si affrontano faccia a faccia due candidati alle elezioni.

presenza dell'esperto

conferisce autorevolezza alla discussione elevando il tono del confronto e aumentando il generale livello di competenza.

Le vecchie tribune elettorali

continuano a essere trasmesse senza però adeguarsi alla nuova realtà televisiva e l'elaborazione e lo sviluppo della nuova arena pubblica passano appunti ai nuovi programmi sopra menzionati, che alternano alle frivolezze le grandi discussioni sui problemi centrali.

Il conduttore Favelina

costituisce infatti il fulcro visivo della scenografia che da al tutto un assetto dinamico perché si sposta per fare domande e concedere la parola: da lui, in qualità di provocatore, giornalista e moderatore, dipendono il ritmo e il tono della conversazione.

Samarcanda ridefinisce

così l'arena pubblica sulle regole della televisione chiamando in campo cittadini e associazioni per i quali la legittimazione televisiva gioca un ruolo dominante.

Sarà la tv il luogo dove

d'ora in poi, si decideranno le campagne elettorali. Il lento scivolamento verso la democrazia del pubblico trova nella campagna elettorale del 94 un momento importante: il passaggio della comunicazione politica dal ragionamento a quello dell'emotività in cui un elettore viene trasformato in un telespettatore.

La messa in scena e l'allestimento

danno forma alla generale trasformazione in atto nel rapporto tra politica e televisione nella quale il talk show ha un ruolo di rilievo.

L'insieme di tutti questi elementi

funziona come un frame che da un lato incornicia il programma e dall'altro ne guida la fruizione: il messaggio che da questo talk di può vedere, è un messaggio che trasmette ai telespettatori un rafforzamento del ruolo della politica, della sua autorevolezza di parola e del prestigio dei suoi rappresentanti; la componente spettacolare di questa partecipazione politica alla televisione, è dunque un aspetto secondario, in qualche modo neanche voluto.

Con Samarcanda la tv

ha adesso una posizione centrale all'interno della scena pubblica e del suo racconto così come nel processo di costruzione di identità. Il programma non tende però alla composizione della scena pubblica e a una sua rappresentazione rassicurante e istituzionale ma, all'opposto, all'esaltazione dei contratti, a provocare nei telespettatori partecipazione emotiva e di parte.

il processo di personalizzazione della leadership

ha infatti l'inizio che aumenta la dimensione spettacolare della politica, lo sviluppo da parte della politica di nuove relazioni con i media e l'informazione: l'immagine e la seduzioni diventano infatti caratteristiche importanti per una politica che viene diffusa nella televisione. All'interno della nuova stagione televisiva, nel 76 comincia Bontà Loro, condotto da Costanzo, programma che rientra nel percorso d'innovazione e sperimentazione intrapreso dalla RAI nel post riforma 75.

occasione della campagna del 92

il programma cambia nome in Conto alla rovescia, si trasforma in un talk politico puro ma si concentra ancora però su tasse lavoro e istruzione e non direttamente su alleanze, candidature e strategie e elettorali, dove Funari cammina per lo studio, dà del tu all'ospite invadendolo nella sua sfera privata e parla col suo linguaggio e il suo dialetto.

Dieci anni dopo

il programma di Tortora, gli spettatori sono chiamati a votare contro la mafia e contro le connivenze politiche di cui gode, denunciate nel corso della trasmissione da numerosi ospiti.

delle elezioni del 94

il programma viene sospeso e sostituto da Funari leader dedicato proprio allo svolgimento della campagna elettorale: qui Funari incontra e intervista i rappresentanti di tutti i partiti candidati, il primo fu Manconi e l'ultimo Berlusconi.

A differenza degli USA

in Italia i partiti hanno a ungo avuto a disposizione anche altre forme di contatto e comunicazione con i loro elettori, ed è per questo che non si sono mai affidati a dibattiti televisivi, col risultato che nei Dibattiti politici a due le analisi e il ragionamento politico hanno sempre prevalso sulloscontro e sul confronto.

le quadro politiche

le alleanze e i partiti non potevano restare immuni e le elezioni del 68 videro la discesa del centrosinistra verso un governo di destra dove DC e PSI si accordarono e la DC riprese un po' dei voti già persi precedentemente. In questo clima, l'incarico di formare il governo passa dopo un po' a Leone, che avvia un governo ponte monocolore DC e in questa fase cominciano a manifestarsi maggiori difficoltà per i partiti, che devono cominciare a fronteggiare fenomeni di contestazione e critica.

overdose di telepolitica

non promuove tuttavia la mobilitazione al voto né una partecipazione politica più attiva, ma anzi alle elezioni del 94 la percentuale dell'astensionismo sale di un ulteriore punto percentuale rispetto al 92: l'audience non sostituisce quindi la cittadinanza. Ciò che però ci si chiede è quanti voi la televisione abbia spostato. Su questa linea c'è chi parla di colpo mediatico e chi invece evidenzia come alle elezioni abbia vinto Forza Italia perché più capace di usare la televisione in modo più professionale, comunicativo e personale (Berlusconi utilizzò anche gli spot in precampagna).

nella platea di questo programma

non siedono semplici spettatori, ma i rappresentanti delle diverse anime della società italiana.

tradizionali forme di discussione e dibattito

vengono infatti trasformate e il risultato è la nascita di una pluralità di programmi che sono accomunati da meccanismi linguistici, narrativi e di rapporto coi telespettatori molto simili.

21 aprile del 1980

viene trasmesso per la prima volta Mixer. In questo programma si ha una nuova concezione degli ambiti e dei linguaggi dell'informazione televisiva e una nuova attenzione all'opinione e ai gusti dei telespettatori. E' un programma di lunga durata che contribuisce al rinnovamento del rotocalco d'informazione. E' organizzato in rubriche e servizi e si propone dunque come un contenitore dove la rubrica relativa all'informazione viene contaminata da linguaggi nuovi come il talk show, il docu-drama, la fiction storica e il reality tv: l'idea del programma contenitore si estende dunque anche alla rubrica informativa.

Fanfani

voleva l'accesso a tutte le forze politiche alla televisione per lo svolgimento delle campagne elettorali, perché nei confronti del nuovo mezzo aveva una visione molto più aperta rispetto a quella di molti altri suoi colleghi, ma pure perché c'erano ragioni giuridiche e una sentenza della Corte Costituzionale che diceva che la RAI, in quanto servizio pubblico destinato alla diffusione del pensiero, doveva essere obbligata ad assicurare condizioni di imparzialità, obiettività nella diffusione di ogni tipo di pensiero. Nell'ottobre del 60 la nascita di Tribuna elettorale rimedia a questa situazione e rappresenta il primo incontro tra tv e politica, ma la politica stessa ha paura delle conseguenze che la propaganda di questo genere possa avere sul voto degli italiani e degli effetti che le forme della rappresentazione televisiva potrebbe comportare sul prestigio e sul primato dei partiti e delle istituzioni. Per questo, infatti, le tribune della RAI degli anni Sessanta diventano la celebrazione in modo educativo della centralità dei partiti nella società italiana e della loro democrazia.

A seguito del suo monologo di 10 minuti,

Berlusconi dice di aver scelto Porta a porta per firmare il suo contratto perché è, secondo lui, la vera agorà della politica italiana: ecco allora che nella celebrazione di questo evento spettacolare c'è il reciproco riconoscimento tra tv e politica all'insegna della spettacolarizzazione. L'entrata in scena dei due giornalisti non muta il proseguire della trasmissione che prosegue quasi come se questi non ci fossero, ma anzi servono solo a sottolineare l'eccezionalità di quell'evento, e lo stesso Vespa non si sofferma a sindacare sui punti del contratto ma pensa solo a far "notizia".

vieni via con me

E' la prima volta che un ministro della Repubblica anziché replicare con un'intervista o un comunicato stampa chiede di poter essere ospitato da una trasmissione per parlarvi in diretta: questo fa vedere come la politica abbia cominciato a vedere Vieni via con me come uno spazio molto importante e seguito dall'opinione pubblica.

face to face

Già il nome ci riporta infatti a questa vastità di contenuti "mixati", per l'appunto, tra di loro, e all'idea di eterogeneità che rappresenta proprio la base del programma di Minoli. Mixer è una pluralità di generi e contenuti messi insieme dalla sigla elettronica del programma e dalla grafica moderna e innovativa. Qui, la politica e i suoi rappresentanti, vengono intervallati e contaminati con contenuti d'altro genere, soprattutto intrattenitivi, perdendo così l'esclusività di spazi e linguaggio che avevano sempre avuto. Rispetto a Bontà Loro, Mixer procede ancor più verso la spettacolarizzazione dell'informazione giornalista e un contributo in questo senso lo danno l'intervista faccia a faccia e i sondaggi usati in diretta.

La postdemocrazia

Gli strumenti della comunicazione modificano i tratti della sfera pubblica, i rapporti tra cittadini e istituzioni e le modalità di formazione dell'opinione pubblica. Il loro irrompere nell'arena pubblica ha aiutato il superamento di molti tratti della società del Novecento, come per esempio i partiti di massa, la stratificazione in classi, le agenzie si socializzazione intermedie e così via.

Samarcanda

Il 4 aprile 1987 nasce il programma dal nome "opaco" che rimanda a una metropoli antica dell'Oriente tramandata in alcune storie: il nome, dunque, lascia intendere l'importanza che in questo programma si attribuisce alla piazza e alla storia. Questo programma abbandona infatti i punti di vista e gli schemi interpretativi predefiniti e si fonda sulla forza del racconto e sulla presa diretta con un relativo cambiamento del linguaggio.

La democrazia ibrida

Il termine "ibrido" definisce il contesto comunicativo e mediatico odierno, ma anche la nuova scena pubblica e politica. Ibrida è infatti una scena comunicativa caratterizzata dalla compresenza di televisione e rete caratterizzata quindi da nuove pratiche di visione multischermo che rafforzano la dimensione sociale dell'ascolto televisivo. Il predominio della tv sta oggi venendo meno, soccombendo alla rete.

faccia a faccia

Parrebbe dunque una libera assemblea: Faccia a faccia, però, non la è perché il programma è fortemente regolato e strutturato perché rimane anche nel programma pedagogico che la RAI si era prefissa, e il suo obiettivo è infatti quello di conciliare le forme della democrazia diretta e la richiesta di partecipazione dei cittadini. Quando infatti un partecipante intende controbattere alle affermazioni di chi parla, deve prendere parola premendo un bottone rosso al quale segue un segnale acustico e una sovrimpressione con scritto "ALT"; è anche grazie a questo che il dibattito pare spesso controllato e poco acceso. Ben il 95% degli intervistati dalla RAI dichiara di ver gradito questo programma perché è l'unico che, in quel momento, presenta anche un assetto polemico.

A metà degli anni 70

in Italia, prende così avvio uno spostamento delle piazze e delle istituzioni agli studi televisivi dove la messa in scena risponde a logiche e a obiettivi propri non dei partiti e dei leader, ma della televisione: la politica trovava dunque nuovi spazi ma perdeva se stessa. Il 19 settembre 1977, in seconda serata, viene trasmessa una puntata molto particolare di Bontà Loro: fra gli ospiti siede Giulio Andreotti. Costanzo comincia infatti la puntata proprio informando i telespettatori che quello che è nello studio è proprio Giulio Andreotti che si lascerà intervistare sulla sua vita privata.

Porta a porta risponde a una particolare idea di giornalismo

ma anche a una particolare idea editoriale e di palinsesto, ma anche un'idea particolare del confronto pubblico e della democrazia. La politica è totalmente personalizzata e la sua trattazione è estremamente semplificata e trattata coi toni tipici dell'infotainment: la politica non è il tema principale del programma e il racconto proposto al pubblico è rassicurante e composto e a loro non si chiede di partecipare ma solo di gradire lo spettacolo.

L'asse politico che aveva guidato il paese

negli anni 50 stava ora cambiando e al centrismo si succedeva il centrosinistra con Fanfani.

L'inizio di Mixer e L'Altra campana

nell'80, manifesta anche la tendenza della RAI di contaminare spettacolo e politica all'insegna di una nuova concezione del ruolo della televisione e delle forme del discoro pubblico. Mixer è il prototipo del fare informazioni, mentre L'Altra campana è il prototipo del fare intrattenimento.

una situazione in evouluzione

nella quale si inserisce con tutta la sua forza la televisione che diventa uno dei maggiori motori della trasformazione e dell'innovazione del paese. La Rai capisce che c'è bisogno di una rivoluzione e di un adeguamento ai nuovi tempi.

nuova piazza elettronica gerarchizzata

nella quale vince chi è più celebrità delle altre perché il consenso dei politici deriva non dalla loro personalità politica ma dalla loro personalità intima, caratteriale e comunicativa.

La televisione

ora è evidente, diventa il terreno privilegiato del confronto e della politica. La costruzione della piazza elettronica tocca l'apice nella puntata del 26 settembre 1991 andata in onda in collaborazione col Maurizio Costanzo Show di Canale 5. La staffetta tra i due programmi scardina la logica del duopolio e propone un'inedita collaborazione esplicitando la progressiva contaminazione fra le due anime del macrogenere del talk politico: quella informativa caratteristica dell'ente pubblico e quella spettacolare caratteristica invece dell'ente privato. Per questo episodio particolare, Samarcanda esce nuovamente dallo studio per andare al Teatro Biondo di Palermo e riusa il sistema dell'accensione e dello spegnimento delle luci di casa de L'Altra campana per sentire il parere della gente sulla questione in esame.

Satyricon

talk show ibrido sulla base di quelli notturni americani, che intervalla la politica a sketch e momenti di fiction.

Dove va il talk show politico: crisi o nuovo inizio

L'evoluzione del talk politico si sviluppa lungo un percorso lento ma progressivo. Sarebbe ingiusto attribuire alla sola televisione la trasformazione dello spazio del dibattito pubblico perché i profondi cambiamenti occorsi nella società e nel sistema politico italiano hanno avuto un ruolo altrettanto determinante. Da una società incentrata su forti appartenenze di classe e fedeltà ideologiche ed elettorali, si è passati a una società liquida e postmoderna in cui dai partiti di massa si arriva a leadership personali. In alcuni casi a televisione ha recepito i tempi e ne ha assecondato il clima sociale e politico, in altri li ha invece anticipati ridefinendo l'arena pubblica.

fenomeno della miniaturizzazione

(ovvero della sua presenza minima anche in programmi di altro genere), il talk show si estende ancora di più diventando un tratto costitutivo della tv contemporanea e influenzandola colle sue regole, che vengono riconosciute da ogni spettatore.

Dove va il talk show politico: crisi o nuovo inizio 2

Più la politica è andata indebolendosi, più la televisione ha acquisito un ruolo attivo nell'interpretazione e messa in scena del confronto, rivendicando anche un ruolo di rappresentazione dell'opinione pubblica. Oggi la politica e i partiti non sono più i titolari del proprio racconto, che viene ridefinito costantemente dai mass media e dai talk show. E', questo, un braccio di ferro che ha come fine la conquista della piazza elettronica.

29 novembre 2013

Sky Italia trasmette un episodio particolare de Il Confronto dove il dibattito tra i tre candidati del centrosinistra alle primarie (Renzi, Civati e Cuperlo) viene messo in scena nello studio di Xfactor Italia.

Quello che è importante sottolineare

acquisita dalla tv sia nel capire e determinare l'arena pubblica che va a definirsi tra la metà degli anni Ottanta e la metà dei Novanta, come nella legittimazione dei suoi protagonisti.

L'emersione di una nuova arena virtuale

affianco a quella tradizionale televisiva, introduce un nuovo elemento nell'analisi del ruolo e delle conseguenze dei talk politici social sulle caratteristiche e i toni del discorso pubblico e sul modello della rappresentazione della democrazia: la socialtv, infatti, costituisce un allargamento della soglia di partecipazione e di coinvolgimento e da a tutti i telespettatori la possibilità di commentare in diretta. Si tratta di un processo ancora però in fase di sviluppo.

Il decennio (60-69) si conclude

all'insegna della contestazione e della protesta e un nuovo clima politico si espande velocemente nei settori della società già nel gennaio del 68.

L'ibridazione social dei talk politici

avviene però secondo differenti gradi: alcuni usano la rete per promuovere attività accessorie, offrendo approfondimenti, informazioni e lo streaming in differita; altri la usano in contemporanea col programma tramite l'ascolto parallelo sui nuovi medium quali cellulare, tablet ecc.; altri la usano per integrarla direttamente nel programma attraverso la lettura in diretta dei sondaggi o la pubblicazione, sempre in diretta, di tweet inviati dai telespettatori. Quest'ultimo aspetto mette in luce l'apertura orizzontale della televisione che inserisce nelle trasmissioni la voce del pubblico che diventa una presenza molto influente sul contenuto e sulle dinamiche della trasmissione perché i tweet, per esempio, attirano molto l'attenzione del pubblico da casa.

Passati i casini dovuti a Mani pulite e Tangentopoli

c'è il bisogno di trovare un nuovo modo per raccontare la politica ed è proprio in questo momento che nasce Porta a porta, trasmesso per la prima volta nel 66 col il proposito di portare la politica direttamente dalla tv nei salotti degli italiani.

Con Bontà Loro

cambiano infatti le forme e le rappresentazioni del dibattito pubblico e l'attenzione si sposta dal partito al leader. La loro presenza in tv si scinde infatti dai contenuti politici e di interesse pubblico e la loro figura scende dal piedistallo istituzionale sul quale la rappresentazione televisiva li aveva inizialmente posti: il politico e la sua funzione politica appaiono più vicini e più umani. Con Bontà Loro, dunque, la partecipazione all'arene pubbliche era più semplice ma si abbandonava così l'approccio pedagogico e civico che la RAI si era da sempre prefissata; certo è però che le tribune ovviamente permanevano, ma gli anni 70 vengono ricordati come il decennio dell'incontro tra politica e talk show di intrattenimento.

L'Arena e Che tempo

che fa si inseriscono perfettamente in questa deriva e rappresentano la punta più avanzata del processo di personalizzazione e popolarizzazione della politica e della scena pubblica guidate dalla televisione.

Le invasioni barbariche e Ballarò

che ha ottenuto molto successo come uno tra i luoghi più autorevoli del dibattito e del confronto politico in Italia, cosa confermata pure da alcuni scontri in diretta telefonica avvenuti tra Floris e Berlusconi che hanno fatto la storia del programma.

Due trasmissioni

che hanno fatto uso di questa ibridazione sono state Announo e Il Confronto. Announo in particolare, favorito dal fatto di avere un pubblico giovane, ha fatto dell'uso dei social il proprio elemento portante, tanto da coinvolgere nella trasmissione i ragazzi anche attraverso l'uso di un hashtag di schieramento che, al fine della puntata, rivelavano il vincitore del dibattito.

Il linguaggio delle tv influenza quella politica

che infatti si adegua a esso e che assiste all'affermarsi della celebrity politics in cui popolarità e personalità diventano caratteristiche qualificanti per la persona politica. La personalizzazione dei rappresentati politici la si deve all'ingresso della contaminazione dell'infotainment ed è all'interno di questo scenario che infatti si va a ritenere importante anche l'intimità di un leader, tanto da diventare (alle volte) l'oggetto centrale della discussione televisiva.

In rete sono però presenti utenti iperattivi

che monopolizzano la comunicazione e questo contraddice l'idea che questo nuovo spazio pubblico virtuale sia aperto e accessibile a tutti: il tipo di coinvolgimento degli ascoltatori promossi dai nuovi talk show ha quindi poco a che fare con la partecipazione al dibattito e l'attivismo politico: la preoccupazione è proprio quella che quest'allargamento possa contribuire a un degradamento dei toni e delle modalità della comunicazione.

perciò il programma si afferma

come il luogo privilegiato per rilasciare dichiarazioni e scalare l'agenda dell'informazione: basta un annuncio durante a registrazione pomeridiana di Porta a porta perché sia anticipato dal TG1 delle 20 e riproposto dai telegiornali della notte.

prima partecipazione di un politico a un talk show della domenica pomerriggio

di RAI Uno, che è per antonomasia il momento dedicato all'intrattenimento e all'evasione nazionalpopolare: questo inaugura infatti una nuova fase del rapporto tra L'Arena e la politica. A partire dal 2006-2007 vengono invitati invece un esponente della maggioranza e uno dell'opposizione ma si tratta ancora di persone chiamate a esprimere il proprio punto di vista su questioni e vicende di cronaca e attualità, non di politica.

Vespa ha cercato in tutti i modi

di ottenere l'esclusiva della firma del "contratto" in diretta tanto che, al rientro dalla pubblicità, lo studio aveva al suo centro una scrivania di ciliegio con Berlusconi sedutoci dietro pronto a firmare con due telecamere su di lui puntate (una mobile e una in ripresa totale).

Il portato principale

di questa deriva postdemocratica è dunque il fatto che politica e televisione si incontrano sul terreno dell'intrattenimento.

Fin da subito invece Berlusconi

dimostra di essere consapevole dell'importanza delle campagne mediatiche e del potere che i fatti marginali, all'interno dell'informazione, hanno nella costruzione di un'immagine popolare e per questo è molto attento al panorama televisivo, che tenta anche di manipolare con strategie che presto si allargheranno a tutta la scena politica.

Porta a porta

diventa così la terza Camera del Parlamento tanto che tutti i successori di Berlusconi hanno inserito tra i primi impegni la partecipazione a questo programma (anche Grillo ha accettato di venire come ospite volendo però che la trasmissione fosse in diretta e senza altri ospiti, ma la logica televisiva ha comunque preso il sopravvento e vinto sulla "novità" che Grillo avrebbe voluto portare nel programma). La familiarità che Vespa ostenta con il mondo politico, ridisegna il giornalista e la funzione della trasmissione. L'allestimento e il racconto suggeriscono infatti un nuovo rapporto tra tv e politica: dopo anni di protagonismo, il pubblico torna a essere semplice fruitore e non è un caso che infatti nello studio di Porta a porta il pubblico non sia neanche previsto (le poche persone presenti in studio, tra l'altro, non possono intervenire mai se non applaudendo all'inizio e alla fine del programma o al rientro dalla pubblicità).

programma di informazione giornalistica

Con Milano, Italia, i politici sono sul palco diretto dalla televisione; il programma predilige infatti sempre degli scenari teatrali dove montare una scenografia fatta con quinte con sopra articoli di giornali, un fondale con proiettato il titolo della puntata e delle scomode casse su cui far sedere gli ospiti.

La teledemocrazia (part 1)

Con una rapidità inaspettata, il medium televisivo supera la politica nel ruolo di principale agenzia di aggregazione e rappresentanza delle istanze sociali; questo processo, innescato dalla tv commerciale, si riversa soprattutto nel servizio pubblico. Negli anni 80, al pari degli altri paesi del mondo, l'Italia è sconvolta da processi sovranazionali e ciò si riflette sulla società italiana che registra l'avanzata del terziario e un aumento delle classi medie. In questo periodo vi è anche la crisi della Repubblica parlamentare partitocratica, tipica della democrazia dei partiti, e ciò provoca la scomparsa dei principali di questi partiti segnando un cambio d'epoca. In questo decennio, molti dei fenomeni che marcheranno il passaggio alla fase postdemocratica, fonderanno qui infatti le basi.

Rispetto agli altri programmi

Faccia a faccia gode di una certa libertà, tanto che lo stile di Favelina è secco e solenne e pone agli ospiti domande chiare e precise, mantenendo distacco ma chiedendo spiegazioni e controbattendo: qui le gerarchie sociali non contano e tutti sono sottoposti allo stesso "quarto grado". E' ora la RAI, dunque, e non più la politica, a possedere la titolarità del programma grazie proprio alla figura del suo conduttore.

novità di Samarcanda

Fra le novità di questa nuova edizione ci sono anche l'introduzione di una copertina iniziale e l'introduzione di spazi nuovi come quello del moralista, della satira e del poeta; dunque il programma sta evolvendosi verso la forma del contenitore. L'idea della piazza televisiva è comunque già presente grazie agli schermi sui quali vengono proiettati in studio i collegamenti in diretta con l'esterno. Al centro della scena c'è la gente comune e non i politici. Nel corso degli anni questo talk prende vecchi elementi ma ne introduce anche di nuovi e la tv si sta sempre più trasformando da luogo dove si riportano e si commentano le notizie accadute altrove, a luogo in cui invece le cose avvengono.

Bettino Craxi

Il primo leader a sottoporsi a un faccia a faccia fu lui.

Vieni via con me

Per la seconda puntata si annuncia la presenza di Bersani e Fini che sono chiamati a illustrare proprio tramite degli elenchi, i valori della sinistra e della destra. La novità in tutto ciò è che due politici, per parlare, si siano dovuti adattare al format di un programma d'intrattenimento.Per arrivare a una platea di 9000000 di persone, infatti, Bersani e Fini hanno accettato di stravolgere il linguaggio della politica e di mimetizzarsi all'interno di un diverso ambiente comunicativo. Nel corso della stessa puntata, Saviano fa un monologo sulla 'ndrangheta e su dei presunti legami con la Lega e allora Maroni, membro della Lega e ministro dell'interno, chiede di poter essere intervistato per avere l'occasione di replicare: l'unica richiesta fatta dagli autori, è che Maroni si adeguasse al format della trasmissione intervenendo con un elenco.

La democrazia del pubblico

Sul piano della comunicazione il 1994 marca l'ingresso in un'epoca caratterizzata da un protagonismo e una centralità della televisione ancora maggiori. Nella seconda repubblica la televisione diventa anche a uno dei principali argomento e oggetto della discussione e del confronto politico.

Il coinvolgimento politico

condurrà Funari proprio a provare le elezioni comunali di Milano con la Lista Funari, ritirata all'ultimo momento.

porta a porta

è un talk show impuro che parla non solo di politica ma anche di cronaca, costume e spettacolo e nasce nella fase di caduta del governo Berlusconi riportando alla luce Bruno Vespa, giornalista costretto a dimettersi dalla conduzione di uno speciale RAI sulle elezioni del 92 a causa di una pesante critica di la Malfa.

Quell'episodio de Il Confronto

così, coniuga il talk politico con il talent show e la sua evoluzione social. Lo studio scelto per questa puntata è, come già detto, infatti, quello di XFactor Arena, un talent in cui vi è una progressiva eliminazione dei concorrenti, cosa che sempre di più si fa anche nella politica in occasione delle primarie. Questa puntata si segnala per le grandi contaminazione del talk con il talent e per la possibilità che viene data al pubblico di partecipare tramite gli strumenti di partecipazioni proprio della social tv. Per l'occasione lo studio subisce una parziale revisione cromatica che ne riduce i colori e ne attenua le luci privilegiando il rosso, ma rimangono i tre schermi sui quali appaiono i nomi dei tre candidati ogni volta che camminando entrano sotto la voce dello speaker che li annuncia, e pure il tavolo della giuria che diventa ora un tavolo giornalistico.

ciclo di incontri elettorali la scenografia e l'allestimento

de Confronto vengono rivisti e ispirati alla formula del faccia a faccia giornalistico: due poltrone, posizionate una di fronte a un'altra, su un cerchio rosso che si stacca da un blu cobalto usato per il fondale e dal quale spicca un maxischermo. Viene rivisto pure il ruolo del conduttore che non è più accucciato ai piedi dell'ospite ma che anzi lo fronteggia da pari a pari quasi come a ricordare Mixer. E' all'interno di questa fase che in I Protagonisti, Giletti intervista Berlusconi facendolo infuriare a tal punto da minacciare di lasciare la trasmissione.

vieni via con me

Che tempo che fa si definisce una trasmissione di approfondimento culturale con l'intenzione di raccontare l'Italia di oggi attraverso le testimonianze di personaggi celebri e gli interventi di esponenti della società civile e di persone comuni. Gli elementi caratterizzanti del programma sono gli elenchi, ovvero brevi componimenti a tema che spaziano dalla denuncia all'invettiva ecc., ma anche la musica, il teatro, la parola, gli ospiti e i monologhi di Saviano: la politica e i suoi leader dunque non sono assolutamente i protagonisti di Vieni via con me.

Subito dopo Raiperunanotte

Santoro avvia, con le stesse modalità produttive, la realizzazione di Serviio Pubblico che, dopo il primo anno di trasmissione, viene trasmesso su La7, mantenendo però la propria autonomia produttiva e la parallela trasmissione in streaming su Internet. La partecipazione di Berlusconi alla puntata del 11 gennaio 2013 è il risultato di due elementi, il primo, la debolezza del centrodestra, il secondo la strategia di occupazione di tutte le televisioni di ogni tipo che Berlusconi mette in atto in ogni campagna elettorale. Concluso il monologo di Santoro, la puntata inizia con la sigla e il titolo che rimarcano la funzione di "portavoce" del popolo di cui è investito Santoro. La puntata inizia con un vecchio spot elettorale nel quale Berlusconi faceva delle promesse riguardanti anche, tra le altre cose, un'invettiva contro l'elevata imposizione fiscale, al quale segue però un servizio di interviste che rivela che tali promesse in realtà non sono state mantenute. nel frattempo la presenza di Berlusconi ci è anticipata da una particolare inquadratura che lo vede seduto all'apice di un triangolo alla cui base, di fronte a lui, sono seduti due giornaliste, con Santoro in posizione laterale in piedi dietro la scrivania.

lasciare nuovamente la RAI

Santoro, durante la campagna del 2010, ha promosso e organizzato (per protesta contro la decisione della RAI di chiudere i talk show in occasione della campagna del 2010) Raiperunanotte, una puntata speciale di Annozero dedicata alla libertà di informazione in Rai andata in onda grazie alle sovvenzioni dei telespettatori stessi. Il programma è un atto di protesta contro il Consiglio di amministrazione della RAI e contro il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, oggetti di critiche e satira lungo tutta la puntata: è la prima volta che un programma televisivo diventa una manifestazione politica e la prima volta in cui un talk show non si presenza come luogo del dibattito ma come protagonista che interviene nel dibattito stesso.

Vieni con me

condotto da Fazio e Saviano, è un programma di 4 puntate che deriva dal talk Che tempo che fa. Nato nel 2003, Che tempo che fa è ancora attivo e si evolve mantenendo fissa però la sua formula e i suoi intenti iniziali e definendosi ancora programma di approfondimento culturale. Tuttavia, anche all'interno di questo programma si affaccia la politica: nel 2004 si verifica la prima partecipazione con Scalfaro. E' l'inizio di un duplice percorso in cui la trasmissione scopre che la politica si concilia bene con le sue forme spettacolari e in cui la politica scopre un posto dove poter parlare di stessa in tempi e modi più rilassati. Il programma acquisisce una rilevante funzione informativa diventando uno dei luoghi più importanti dell'arena pubblica dove si svolge il confronto e il dibattito tra leader e partiti, intervallato da musica, spettacolo, cronaca protagonisti, autori e testimoni. Il momento apicale del processo è l'intervista di Fazio a Napolitano in occasione della pubblicazione del suo libro che costringe gli studi RAI a spostarsi nelle stanze del potere: questo dimostra come, nella postdemocrazia, le logiche spettacolari e commerciali del mezzo abbiano ormai permeato anche le più alte cariche politiche.

contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra

continuerà a esserci anche nella seconda Repubblica con la formazione di FI come partito e la nascita del PD con prima segreteria in Veltroni.

A Trenta

contro uno partecipa Andreotti che dopo aver fatto pochi passi si siede su una sedia al centro dello studio attorno alla quale le trenta ragazze si accerchiano, prima applaudendo e poi facendo delle domande personali (in questo preciso istante la luce si abbassa e parte anche una musica) che seguono a un intervento iniziale di Giletti e di Miss Roma. A ribadire come ormai ci sia una trasformazione spettacolare della politica, durante l'intervista vengono proiettate le immagini della parte che Andreotti fa ne Il tassinaro di Sordi e di quella che fa nello spot Telecom con Valeria Marini. Data la disposizione circolare delle ragazze, da qualsiasi inquadratura venga inquadrato, Andreotti risulta incorniciato dalle gambe delle donne e la ripresa dall'alto, addirittura, assieme alle luci, compone su di lui la figura di un fiore; Giletti rimane invece accovacciato affianco ad Andreotti sottolineandone così l'importanza e la centralità.

sintonia tra i due protagonisti

e la loro capacità di gestire l'incontro su registi giornalistico-politico spettacolare-televisivo, fa si che la puntata sia molto eccitante e Berlusconi addirittura invade lo spazio di Santoro dicendo che l'acustica della sala fa schifo. Il registro giornalistico della puntata è fortemente contaminato da una marcata componente intrattenitiva nella quale intervengono anche il vignettista Vauro e Marco Travaglio: la puntata quindi prende la formula dell'uno contro tutti, ma Berlusconi, a un certo punto, cambierà le sorti della trasmissione.Un'altra novità introdotta da questa puntata è che affianco all'arena televisiva si è attivata quella dei social network da cui lo spettatore può interagire con dei tweet che però durante la trasmissione non vengono mandati in onda; la puntata tuttavia risulta quella più seguita anche sui social network, e sulla rete si diffonde il pensiero che la trasmissione abbia permesso a Berlusconi, ormai in crisi, di avere un'ottima occasione di rilancio quasi come se gli accordi presi col cavaliere fossero "altri" (e ciò costrinse gli autori della puntata a difendersi). Nei fatti, in effetti, hanno vinto entrambi, e non solo Berlusconi: e lui infatti ha dato visibilità alla sua politica, Santoro, d'altra parte, ha ottenuto un'incredibile successo di ascolti.

Già nel 2012

la trasmissione mise in scena negli studi di XFactor un confronto simile, e Il Confronto si segnala così come una perfetta testimonianza della continua ricerca dea parte della tv di formule narrative nuove e spettacolari, e la politica invece si palesa come nuova, cambiata a causo dei rivolgimenti avvenuti negli anni. E' proprio tramite queste primarie che il PD eleggerà Matteo Renzi e dunque da un punto di vista politico le innovazione delle primarie risponde alla volontà di contrastare un calo della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica.

Porta a porta

modifica profondamente il racconto della politica senza però intaccare il ruolo di centralità della televisione nel raccontarla: il programma ha, dunque, contribuito a definire i caratteri della moderna messa in scena televisiva della politica e dello "spazio pubblico".

In questo periodo l'impatto digitale

non si manifesta ancora e la tv mantiene tutta la sua importanza nella configurazione della scena pubblica.

il fenomeno delle riviste di gossip

perché il privato diventa oggetto di interesse pubblico. I leader politici sfruttano ovviamente il gossip per arrivare a raccontarsi e a conquistare quelle persone che di politica non vorrebbero mai guardare o sentire nulla.

Il giorno dopo la vittoria di FI nel 94

però, a Vespa viene affidata la conduzione di uno speciale elettorale sul voto nel quale intervista per la prima volta Silvio Berlusconi col quale comincerà un rapporto professionale utile a entrambi.

L'alta autoreferenzialità del programma

rispetto alla televisione e ai suoi protagonisti rimarrà una grande caratteristica di questo programma che però già nel 2005 cambierà venendo diviso in due parti: nella prima, chiamata Trenta contro uno, trenta ragazze intervistano un ospite, nella seconda, il programma riprende la sua tradizionale formula.

crescere degli ascolti il livello degli ospiti

si è innalzato e il boom è stato a partire dalla presenza in trasmissione di Bill Gates.

Le rumorose piazze televisive

sono sostituite da sondaggi più attendibili che introducono l'entrata di un nuovo ruolo televisivo, ovvero quello del sondaggista.

I social

sono stati rapidamente inglobati dalla tv diventando una compente della sua offerta e modificandone anche la sensazionalità e la spettacolarità in programmi come i reality. Lo sviluppo di gruppi fandom, l'uso della rete per la diffusione di materiali extra, per la promozione o per la discussione di certe tematiche, ci porta a una SocialTV, un ibrido. Quasi tutti i programmi hanno attivato infatti un sito oppure hanno aperto una propria sezione all'interno del sito del loro canale e non fanno eccezione i vari talk show politici come per esempio Ballarò o Servizio Pubblico.

record assoluto d'ascolti

spetta al faccia a faccia di Berlusconi con Prodi, che conta 16.129.000 telespettatori.

sottolineato che il PD

sta cercando di modernizzare le forme della comunicazione politica e sta dando una maggior attenzione al sistema dell'informazione e quello della televisione nel tentativo di colmare il ritardo culturale del centrosinistra nei confronti dello schieramento avversario.

l confronto

è anche arricchito da altri elementi come un gruppo di docenti e studenti di Tor Vergata che controllano la veridicità delle affermazioni in tempo reale e l'app ufficiale di XFactor che permette il voto (voting) e il gradimento (applausometro), i cui risultati, però, per scelta del conduttore, non vengono presentati in diretta ma riservati per un post-confronto.

il talk show

è un genere vivo che mostra negli ultimi anni ancore alcune linee di tendenza come l'estendersi anche in una concorrenza di programmazione che vede più di uno stesso show nella stessa fascia oraria o il suo allungamento a due ore e mezza o tre. L'allungamento della durata comporta la sua scomposizione in talk e sezioni distinte con servizi anche registrati che da una parte attirano il pubblico perché presentano sempre cose diverse e dall'altra riducono la pesantezza di tre ore di diretta. Il calo d'ascolto dei talk non deriva da una loro crisi interna ma anzi proprio dalla sovrapposizione dell'offerta che li sta caratterizzando ultimamente. Accusare i talk show di mostrare il lato peggiore della politica significa imputare al mezzo alcuni dei difetti della politica italiana perché il degrado dei toni della discussione pubblica sono attribuibili alla politica e non alla televisione. I talk show si accontentano del loro pubblico perché essendo targettizzato possono vendere spazi pubblicitari che consentono a chi li compra di arrivare proprio dove vuole arrivare, ma invece un buon talk show dovrebbe preoccuparsi di arrivare a più gente possibile diffondendo anche tra i non interessati l'informazione pubblica, sociale e politica.

Samarcanda

è una pacata discussione tra conduttore e ospiti su temi di cronaca e attualità, introdotti da servizi e reportage giornalistici, ambientata in un salotto televisivo arredato con poltrone, tavoli e soprammobili, ripartito in sezioni tematiche e ingentilito da una valletta che segna il succedersi degli argomenti, sbendando tre busti di donna e regolando in conclusione un orologio a cucù. Nella seconda edizione del programma la conduzione passa a Santoro che abbandona le poltrone e si muove liberamente nello studio: introdurre un elemento dinamico modifica la scena e il punto di vista dell'osservatore. Lo studio viene totalmente ridisegnato e si abbandona il salotto arrivando al colore nero che invade tutto lo spazio dal quale spiccano gli ospiti, il conduttore, gli arredi scenici e gli schermi che rappresentano una novità perché rompono le barriere tra interno e interno, tra televisione e realtà.

La puntata ospitante Berlusconi

è una perfetta messa in scena finalizzata a esaltare il conduttore ma anche Berlusconi, col quale ha condiviso dei trascorsi comuni dovuti alla televisione, e del quale vengono messe in luce le qualità e la capacità imprenditoriali.

Da Aboccaperta, Funari passerà a Mezzogiorno

è... dove si affrontano anche questioni politiche in presenza dei loro protagonisti che devono dimostrare di sapersi adattare e di trovarsi a proprio agio con un pubblico generalista per nulla politicizzato, un registro popolare e una prevalente dimensione intrattenitiva (Funari non spetterà mai di fare spettacolo, e ciò è evidente anche nel fatto che continuerà a fare gaffe e a parlare in romano). Dopo Mezzogiorno è..., Funari passa in Fininvest e realizza Mezzogiorno italiano che accentua ancora di più la conduzione spettacolare di Funari che addirittura canta e balla, ma che dà anche più rilievo agli spazi per la politica e l'informazione.

La composizione degli ospiti

segue criteri eterogenei e talvolta sorprendenti perché vediamo invitati personaggio famosi assieme a sconosciuti, storie di successo accostante a vite quotidiane, ma la cosa più importante è che qui cominciano ad accomodarsi anche politici e rappresentanti delle istituzioni, disposti a mostrare il loro lato privato e personale portando la politica nel processo di personalizzazione e distruzione della separatezza tra scena pubblica e scena privata. Nell'episodio con Andreotti, per esempio, anche quando la conversazione non tocca aspetti strettamente privati e biografici, ma temi o situazioni inerenti all'attività e ai ruoli politici ricoperti, il punto di vista richiesto è assolutamente personale.

Fra il telespettatore e l'attore politico

si instaura una sorta di sintonia emotiva basata sulla storia personale, sulla sua carica e sulle sue competenze televisive e non sulla sua relazione all'ambito politico di cui fa parte. Braccio di ferro, che nel 94 introduce per la prima volta in Italia il confronto diretto fra i principali candidati alla giuria del governo e Porta a porta che, nato nel 96, si afferma come salotto televisivo della Seconda Repubblica, sono i programmi che meglio sintetizzano il portato del talk show politico in questa fase della storia italiana. Braccio di ferro è infatti figlio del bipolarismo politico e del nuovo protagonismo della televisione nella rappresentazione e nella messa in scena della politica, mentre Porta a Porta è una macchina narrativa rassicurante che ha una visione di partecipazione e democrazia dove si tende alla creazione di una nuova identità e memoria condivisa della seconda Repubblica. E' in questa fase che raggiunge l'apice Gianfranco Funari con Funari leader, un talk show politico puro, appositamente dedicato alla campagna elettorale del 94 che gode di grande considerazione presso i partiti e vede sfilare sulle sue poltrone i principali leader italiani. All'origine di questo percorso non c'è solo una evoluzione della televisione ma anche la fase terminale dell'implosione del sistema politico e dei partiti.

La permanenza di Funari in Fininvest

si interrompe tuttavia nel luglio del 92 per un intervento diretto di Berlusconi, e allora Funari si dedica al programma Zona franca, trasmesso da 75 emittenti locali e avente giornalisti, pubblico, orchestra, lettura di giornali, telefonate da casa, discussioni di attualità e di politica. Nel 93 ritorna però nelle reti Berlusconi col programma Funari news, che già dal titolo comunica un richiamo al genere dell'informazione. Il programma è una striscia divisa in due, una prima e una dopo il telegiornale, la prima dedicata all'intervista di due politici e al commento delle notizie del giorno, e la seconda, chiamata Punto di svolta, è dedicata al commento deli telegiornali della sera, coll'obiettivo di commentare in diretta le notizie prima che escano sui giornali.

Negli anni 70

si manifestano i primi segni di un'evoluzione spettacolare della società e della vita pubblica e politica: tanto in ambito politico che televisivo, il periodo sembra distinto in due fasi.

pluralità di programmi

si è progressivamente imposta come la nuova arena pubblica discorsiva, ovvero una piazza elettronica dove spesso si hanno anche dei "soggetti pubblici".

In Funari leader

Funari ha eliminato moltissimi tratti spettacolari dei suoi precedenti show, ma ha lasciato il suo stile, il suo registro e il suo farsi portavoce della gente tanto da dominare la trasmissione trattando i politici da pari a pari senza timori o riguardi. Se dunque Funari è la gente, essere accettati da lui significa essere accettati dalla gente.

al caso di Funari

Funari non è un giornalista ma un cabarettista che non fa informazione ma spettacolo, tuttavia, alla fine del suo percorso arriva al talk politico puro. Comincia il suo percorso di politicizzazione dello spettacolo (anziché spettacolarizzazione della politica come facevano tutti i suoi "colleghi") con Aboccaperta in cui due gruppi di persone sconosciute divise tra favorevoli e contrari si confrontavano su temi sociali e di costume. La discussione veniva guidata e alimentata da Funari stesso e il programma si inserisce in pieno nella tendenza commerciale: il dibattito alla base di questo programma non diretto all'informazione ma solo all'intrattenimento. Il successo del programma è immediato e in redazione arrivano migliaia di lettere e nella trasmissione sono moltissime le telefonate: Funari si rivolge a tre tipi di pubblico, quello base che non è preparato e aspetta solo la lite, quello medio che aspetta il bisticcio per giudicare quello che dicono nella trasmissione e quello più sofisticato che commenta alla fine. Il giudizio della critica è piuttosto severo, ma il programma introduce una grande novità, ovvero rende la gente la vera protagonista dell'arena pubblica.

il 23 marzo 1994,

Questa puntata, andata in onda marca anche molto bene il passaggio a una fase di personalizzazione della politica che presta ora più attenzione anche al carattere e alla vita privata dei propri leader. Il vestito marrone di Occhetto e la sua pettinatura, o la spilla brillante di Berlusconi, diventeranno delle immagini simboliche destinate a essere ricordate e richiamate, tanto che furono usate proprio con quell'obiettivo, ma, a dirla tutta, la riuscita di Berlusconi fu dettata anche dal fatto che il programma fu manovrato persino sulla scelta delle inquadrature dal proprietario stesso della Fininvest che, per l'appunto, era il cavaliere stesso.

Televisione e politica (part 1)

L'apparizione e lo sviluppo di nuovi strumenti di comunicazione hanno sempre comportato dei mutamenti nelle forme di espressione del pensiero, di partecipazione alla vita pubblica di organizzazione dei soggetti politici, di selezione delle rappresentanze e di governo. L'evolversi e lo svilupparsi della società della comunicazione ha inciso non solo su aspetti strutturali della società e della vita, ma anche sul modello e sulla qualità della democrazia. La rappresentanza politica e la sfera pubblica, assieme ai caratteri fondativi della democrazia rappresentativa, si sono infatti trasformati al trasformarsi della condizione mediale. Quali sono state le modifiche apportate al sistema politico? Sicuramente i membri del governo e dei partiti si sono trovati a dover dialogare con le persone del pubblico, a confrontarsi in confronti politici inseriti in scenografie simili ad arene e a sferisteri. La sfera pubblica critica stessa viene disgregata dal sistema del media e ridotta a una sfera quasi pubblica, che diventa una "sfera pubblica mediatizzata" (infatti non a caso il luogo d'azione della comunicazione politica è all'interno dello spazio mediale). Le forme e i temi del confronto e dell'azione politica sono stati trasformati sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo tanto che la tv è diventata lo spazio deputato alla rappresentazione e discussione dei contenuti di interesse collettivo.

Samarcanda inizia poi

a uscire anche dallo studio televisivo, come nella puntata del 13 giugno 1991 in cui la diretta si fa a Piazza Farnese a Roma perché l'intero programma festeggia in piazza l'abolizione delle preferenze nell'elezione della Camera dei Deputati.

Televisione e politica (part 2)

Le trasmissioni di Tribuna elettorale, trasmesse nel 1960, dichiarano un altissimo grado d'ascolto e gradimento per la novità e diventano uno dei punti delle campagne elettorali che però, nel 1960, non puntavano ancora solo sulla televisione ma anche sulla militanza e sulla piazza: l'arena pubblica e l'arena fisica coincidono, ma già 53 anni dopo, nel 2013, l'arena pubblica sovrasta totalmente quella fisica e la assimila nell'arena televisiva. La televisione dunque diventa anche il luogo privilegiato dalla politica per il confronto tra i partiti e i propri leader in periodo d'elezione: nei 30 giorni precedenti alle elezioni del 2013, per esempio, la RAI ha dedicato almeno 5 ore giornaliere alla politica, mentre nel mese precedente ben 15 talk show hanno realizzato ben 177 puntate e ci sono riusciti anche se in quel periodo ci furono le dimissioni di Benedetto XVI e il Festival di Sanremo. Si vedrà comunque che la diffusione e la popolarità della telepolitica non è limitata solo al periodo elettorale: ben 25 talk show, in tutto il 2013, producevano circa 10 puntate complessive al giorno. Dunque è evidente che la mediatizzazione della scena pubblica ha nella televisione la sua principale protagonista e nel talk show il suo principale strumento operativo.

faccia a faccia caratteristiche

Lo studio e la scenografia spiccano come due novità importanti: si è palesemente in uno studio televisivo in cui l'ambiente è disadorno, il bianco prevale su tutti i colori, ci sono tre grandi monitor posti su un'impalcatura di tralicci (ciò rende ancora più evidente che si è in televisione, e infatti si inquadrano pure le mdp in campo) e le gradinate sono poste a semicerchio con un'apertura centrale che fa sì che lo spettatore possa sentirsi parte diretta del pubblico di sala; l'evocazione è chiaramente quella della piazza e la scenografia, seppur così rudimentale, è estremamente democratica. La seconda edizione del programma presenta anche una struttura in grado di ospitare 100 persone in più e di essere spostata come uno studio mobile. Quella della scenografia è, assieme a quella della nuova figura del conduttore, una delle caratteristiche che verranno riprese in continuazione anche dagli show televisivi futuri.

Faccia a Faccia

Nel 68 nasce pure questo programma che segna un'evoluzione nel genere del talk politico nel percorso di messa in scena del confronto in tv. Questo programma introduce infatti nell'arena pubblica alcuni elementi della società e della televisione di quegli anni, a partire dalla modalità d'assemblea, dal confronto col pubblico in studio, dal ricorso a un punto di vista meno ufficiale e autorevole della politica e dei suoi rappresentanti. La prima puntata di Tribuna elettorale, dell'11 ottobre 1960 su RAI TV, nasce ufficialmente per lo svolgimento della campagna elettorale in tv, ma in realtà questo programma nasce per altre ragioni, proprio perché è il primo talk politico italiano. L'obiettivo del programma è infatti informare sulle realtà che l'italiano si troverà davanti al momento del voto e la RAI si mette a disposizione dei partiti per consentire alla loro parola di raggiungere il maggior numero di telespettatori-elettori. L'edizione del 60 propone la stampa e l'appello, che risalgono alla propaganda e alla comunicazione politica, e che quindi non richiedono ai partecipanti grandi adattamenti al nuovo mezzo, e il programma riduce infatti al minimo ogni specificità del mezzo televisivo, ma tutti gli aspetti che in tv non vengono considerati dai politici, vengono analizzati il giorno dopo dai giornali.

La democrazia dei partiti (part 1)

Nel decennio in cui propaganda e televisione si incontrano ufficialmente per la prima volta, grazie alle tribune elettorali della RAI, c'è un certo ritardo per lo sviluppo dei talk show perché il sistema politico è caratterizzato da partiti di massa autarchici nella propaganda ed ecc., il sistema dei media è ancora poco sviluppato, la televisione è sottoposta a un rigido controllo di subordinazione da parte del governo e sul piano sociale ed elettorale, il dato prevalente è la scarsa mobilità elettorale stessa. L'insieme di questi elementi caratterizza la cosiddetta "democrazia dei partiti", dove siamo ancora in presenza di campagne elettorali postmoderne tipiche della prima fase della comunicazione politica. Qui i partiti sono centrali all'interno del sistema politico e istituzionale, c'è una prevalenza di forme di comunicazione diretta fra candidati ed elettori, un elevato grado di autosufficienza nella realizzazione, nella diffusione della comunicazione tramite la militanza e dell'ideologizzazione. Questo è lo scenario all'interno del quale nell'ottobre del 64, per volontà della politica, si manifesta l'incontro tra essa e la tv nell'attività di propaganda.

La teledemocrazia (part 2)

Nel settore della comunicazione e dell'informazione in questi anni esplodono infatti anche le tv libere e prende il via il fenomeno delle televisioni commerciali nazionali, mentre il servizio pubblico comincia una profonda trasformazione delle proprie logiche di programmazione: si passa dunque da un monopolio a un duopolio e da un intento pedagogico a un intento solamente spettacolare rivolto alla massificazione degli ascolti. Questo cambiamento nell'assetto televisivo promuove e accompagna il cambiamento generalista in atto nella società italiana, che associava all'audience un ruolo attivo nella definizione dei contenuti. All'interno di questa rivoluzione si colloca il cambiamento dei modelli, delle forme e dei linguaggi della comunicazione politica che si sta contaminando con la logica dei media. In questa fase televisiva, la politica esonda in quantità e qualità: il politico diventa un'ospite televisivo che frequenta diversi programmi e fra sistema politico e sistema televisivo si instaura un rapporto di reciproco interesse e scambio che porta però alla supremazia del secondo sul primo. Le origini della separazione fra sfera pubblica e sfera politica, andranno dunque ricercate in questo periodo, dove il pubblico è liberato da ogni forma di rispetto per gerarchi e poteri. I confini tra spettacolo e politica sono sempre più labili e sempre più evidenti appaiono le forme di questa contaminazione: è in questa fase che si sviluppa il talk show che noi oggi conosciamo.

face to face

Questo programma rappresenta il primo Talk Show italiano e i cambiamenti nell'introduzione di questo genere americano, sono molto particolari: nasce una tv delle parole dove non ci si concentra più sui fatti ma sulle storie delle persone e dove il giornalista-conduttore diventa l'intermediario per una partecipazione emotiva e passionale, tipica della fiction. Il cambiamento principale è tuttavia quello della scenografia, che adesso è strutturata come un salotto di una casa e dunque un luogo confortevole dove poter aprire sé stessi. Qui ci sono infatti tre poltrone e uno sgabello (destinato a Costanzo) e una finta finestra appoggiata su un'impalcatura che Costanzo chiude all'inizio di ogni puntata come per suggerire la privatezza del luogo dove avviene la discussione; inoltre, grazie alla disposizione delle poltrone lo spettatore è incluso in quel salotto e quindi anche nella conversazione. L'altra novità che il programma introduce è il registro discorsivo del conduttore che determina un cambio di genere: non più giornalismo ma intrattenimento, conversazione, chiacchiera.

faccia a faccia

Questo programma si mostra interessato a cronaca e attualità politico-sociale, mostrando invece poco interesse alla dimensione partitico-istituzionale e sceglie infatti i propri ospiti in relazione a ciò. L'abilità di Faccia a faccia fu quello di permettere la promozione di persone comuni a personaggi e caratteri dell'Italia in cui il telespettatore potesse associarsi; a lui erano inoltre dirette anche altre due innovazioni, come l'inserimento degli esperti, che avevano funzione pedagogica, e l'inserimento, a inizio puntata, di un filmato eccezionale su un caso reale che potesse far iniziare la conversazione e lo scontro faccia a faccia del programma, permettendo così allo spettatore e ai presenti di schierarsi, confrontarsi e pronunciarsi sull'argomento.

Talk Show

derivato dalla radio, si afferma negli anni Cinquanta negli Stati Uniti e si basa sul connubio tra spettacolo e parola e coinvolge nella discussione delle persone in rappresentanza del pubblico televisivo. Qui pubblico, conduttore ed esperti siedono sullo stesso piano e il conduttore, di personalità televisiva, conduce il dibattito che consiste nella discussione e nella contrapposizione delle differenti opinioni sul tema prescelto; gli interventi risultano più significativi se basati su episodi di vita personale; i programmi sono a basso costo e trasmessi in diretta o registrati in tempo reale durante il pomeriggio o la sera tardi. In Italia il talk show arriva nel postriforma Rai nel 1976 col programma d'esordio "Bontà loro", condotto da Maurizio Costanzo con ospite Giulio Andreotti, intervistato e presentato anche attraverso fatti della sua vita privata. Sebbene prima di Bontà loro ci fossero già altri programmi che parlassero di politica, come L'ospite delle due, è proprio con questo programma che si inizia a parlare di Talk Show e se ne inizia a vedere la propria diffusione. I talk show vengono divisi in puro (ovvero quello che parla solo di politica, come Ballarò), impuro (ovvero quello che spazia tra i generi e arriva anche alla cronaca nera o al gossip, come Porta a Porta) e ibrido (ovvero quello che ibrida programmi di intrattenimento e talk con i politici, come Che tempo che fa). Dalla ricerca fatta dall'Università di Roma Tre nell'arco degli anni dal 1980 al 2010, emerge che i talk show sono notevolmente esplosi in questi anni, evolvendosi e modificandosi anche nelle proprie caratteristiche: Bontà loro arriva a comprendere anche l'intervista, il faccia a faccia, il dibattito di attualità, il dibattito politico-elettorale, quello politico-sociale e l'invettiva.

Braccio di ferro

di Canale 5 è il programma che più si avvicina a ciò che egli chiede alla televisione che lo vuole come ospite: non deve esserci una piazza ma un orologio, a regolare la discussione. Il programma adotta la metafora del match mettendo di fronte i due candidati a discutere tra loro in una dimensione competitiva ed eccitante. Il titolo comunica molto anche a chi la politica non interessa perché informa il pubblico che stanno per vedere uno show in cui avviene una vera e propria lotta tra i contendenti, ovvero, uno spettacolo.

Il principale contributo al talk show

di L'Altra campana è proprio questo sondaggio casalingo che comporta l'invenzione di certa democrazia plebiscita dei telespettatori. Nelle puntate di L'Altra campana si mettevano in comunicazione diretta i diretti interessati della questione e della discussione stessa, tanto che questo programma il mezzo televisivo diventa un vero e proprio strumento di democrazia diretta ma anche un megafono attraverso il quale gli spettatori potevano diventare protagonisti e potevano dire la loro. L'Altra campana segna il passaggio quasi definitivo alla spettacolarizzazione, dove lo spettacolo diventava per l'appunto la cornice entro la quale si svolge tutto il mondo della televisione.

L'uditorio è la spiegazione

di una così massiccia presenza di questo genere televisivo: la telepolitica è oggi uno dei fronti dove le tv combattono la guerra d'audience.

L'introduzione di spazi riservati ai cittadini

di vittime di ingiustizie e disservizi, alle notizie, così come una più costante presenza di rappresentanti politici, segnano il passaggio del programma nella sfera pubblica e il passaggio di Funari a interlocutore autorevole della politica.

Il particolare uso del sondaggio

diverrà così importante che presto nei talk show si avrà addirittura la figura del sondaggista.

Come Talk Show Puro in questo periodo abbiamo Samarcanda

e Milano, Italia, che inventano la piazza televisiva guidata a un giornalista che si evolve nel ruolo di conduttore carismatico e la creazione di una trama narrativa e interpretativa quotidiana della realtà. A loro si deve anche l'elaborazione di nuove forme e modalità di visibilità e rappresentazione sociali: grazie alla pubblicità e alla notorietà garantita dai talk show politici, si aprono nuove modalità di protesta e lotta politica.

Nel 61 il programma si trasforma in Tribuna politica

e al suo interno vengono sperimentati nuovi formati tra cui il dibattito a cinque svolto in un ambiente simile a un salotto borghese con un tavolo rotondo che evita l'inclusione del pubblico e pareti decorate da quadri e librerie proprio come se fosse una casa. L'unico autorizzato a parlare col pubblico sarà il conduttore che all'inizio e alla fine del programma spiegherà l'argomento della puntata e varie altre cose, tra cui anche l'introduzione degli ospiti. I temi delle singole puntate affrontano temi di ampio respiro tenendosi distanti però dalla cronaca e dalla polemica politica quotidiana: la tv è un nuovo spazio di confronto e discussione nel quale però si riportano solo decisioni e opinioni elaborate altrove; non è quindi "il luogo del fare".

La politica veniva comunque trattata

e discussa col linguaggio della gente, della quale Funari si riteneva portavoce: egli assume in sé l'opinione pubblica.

La presenza di Andreotti

in questo episodio ha mostrato la sua ironia ma anche il suo disagio nel trovarsi davanti a una telecamera e infatti si è mostrato teso e rigido di postura tanto da muoversi solo con la testa. Il suo livello d'interazione con gli altri due ospiti ha messo in luce il fatto che Faccia a faccia fosse penato più come un insieme di interviste separate che un programma incentrato sul dibattito tra i presenti, i cui scambi di parola sono infatti molto pochi: ognuno risponde alle domande di Costanzo e racconta la propria storia; la piazza elettronica di adesso è, dunque, ancora lontana.

L'uso dei sondaggi

invece, è utile per sottoporre a commenti e discussioni il pensiero delle 2000 persone prese a campione nella rubrica "Confronto".

A differenza di quanto successo prima con altri suoi programmi

la critica si esprime favorevolmente nei confronti di Funari che dice essere il difensore della democrazia televisiva, l'uomo che rende umani i politici.

Francia, Spagna, Germania e Gran Bretagna

la deriva dell'intera programmazione verso un continuo talk show non esiste e la contaminazione della politica e dell'informazione con altri generi spettacolari e intrattenitivi si presenta in dose contenute, mentre l'attività di costruzione di un'arena pubblica discorsiva la sua messa in scena da parte della tv italiana sono assolutamente eccezionali.

Agli inizi degli anni 90

la tv si dimostra non solo come il più rapido mezzo di comunicazione di massa, ma anche come il più efficace canale di formazione delle opinioni e di attivazione di mobilitazione politica.

Un primo tentativo di vedere cosa è in atto nel mondo giovanile

per esempio, è quello della rubrica Giovani del 67, in cui si dava attenzione ai problemi dei teenager e al loro mondo.

Il mezzo che Samarcanda usa

per fare questo, è il telefono, col quale la gente può chiamare in studio (Samarcanda ha ben 5 reti telefoniche). Il 25 gennaio 1990, per esempio, in diretta a Samarcanda, il sindaco di Palermo si dimette incolpando Andreotti di legami con la mafia.

Più l'ospite si mostra all'altezza dell'intervistatore

più il tono spettacolare della trasmissione viene in evidenza.

PP

poi, ci avvicina ancor di più all'espressività e all'emotività del soggetto perché lo spettatore deve vedere per bene le sue reazioni anche fisiche; non è un caso infatti che ogni intervista si apre con un profilo biografico letto da Minoli dove, a far da sfondo visivo, c'è un PP del soggetto chiamato in causa.

Mentre il faccia a faccia di Mixer

poneva in contrasto politico e conduttore, quello di Braccio di ferro fa parlare tra loro i due diversi candidati alle elezioni, in uno scontro diretto e senza protezione. Ciò che fa ancora più scalpore è il fatto che l'incontro tra i due non sia avvenuto su una rete pubblica ma su quella privata dello stesso Berlusconi. Il programma si pone come il momento televisivo più alto e più seguito dal paese, inserendosi nei costumi dell'Italia. Berlusconi si era rifiutato di intervenire in altri programmi tv a eccezione di Mixer, perché non voleva mai apparire assieme ad altri politici. Questo ancora di più ci segnala la notiziabilità dell'evento.

L'Altra campana

proposto e condotto dall'80 da Tortora, si sviluppa in varie rubriche e si rifà nell'organizzazione e nella formula ad altri programmi RAI, soprattutto a Campanile sera. Questo programma si segnala nell'accelerazione nell'uso della tv come strumento di partecipazione e di democrazia dal basso e nella sperimentazione delle forme d'ascolto e raccolta d'opinione pubblica. L'idea alla base del programma è quella di un rotocalco dal vivo che si proponga come un viaggio nell'Italia per ascoltare e dar voce al paese riallacciando il rapporto tra tv e telespettatori. L'Altra campana è infatti un programma nel quale si dà voce a tutti i cittadini che vogliono parlare esponendo le proprie opinioni sui fatti d'attualità. A tal fine, il programma si organizza su diverse location e momenti: nello Studio 2 di Milano, per esempio, c'è un pubblico munito di tastiera tramite la quale può esprimere in diretta il proprio voto, poi c'è però anche il paese protagonista della puntata che radunato in una piazza, per esprimere il proprio parere deve suonare, come accadeva in Campanile sera, la campana della propria chiesa, ma c'è anche un gruppo di cittadini scelti e riuniti in una sala per dare un proprio parere sulla puntata e c'è, ancora, pure il telespettatore che accendendo e spegnendo la luce di casa può esprimere il proprio voto in relazione a ciò che viene proposto nel programma.

Questi programmi

pur con modalità differenti, aprono l'ingresso alle arene pubbliche anche al pubblico "normale", che ha ora diritto di parola: la televisione, tramite il macrogenere del talk show politico, modifica dunque la rappresentazione della scena pubblica.

In questi anni i programmi di Funari

rappresentano la punta avanzata del percorso di spettacolarizzazione della politica, della contaminazione del discorso polito con i registri della tv commerciale. Sul fronte dell'informazione si assiste infatti al diffondersi dell'infotainment, ovvero della contaminazione del giornalismo con elementi intrattenitivi, il cui programma capostipite fu Il testimone, in onda dall'88; si tratta di un primo esempio di una profonda ristrutturazione del tradizionale dibattito giornalistico su temi e questioni d'attualità.

Il primo talk della tv italiana

risulta così totalmente subordinato alla necessità della politica (solo dopo parecchi anni si avrà la spettacolarizzazione tv che abbiamo anche oggi): nella democrazia dei partiti, essi godono quindi di un grosso controllo anche sulla messa in scena televisiva, che ha il solo compito di far emergere ed esaltare un partito su un altro, magari.

Tipiche di Faccia a faccia

sono la spontaneità, l'originalità e l'immediatezza, che rappresentano tratti non comuni per la Rai dell'epoca, sottoposta a un controllo della politica che seleziona gli argomenti e da trattare e anche il modo in cui farlo. Nel corso di questo programma prenderanno parola anche dei semplici cittadini in rappresentanza unicamente della loro condizione: è la prima volta che si da modo, in tv, di parlare al pubblico in studio. Grazie al Telegiornale e al Rotocalco televisivo e a programmi a loro simili, l'informazione della RAI e i suoi giornalisti avevano guadagnato uno spazio e una titolarità prima impensabili: Faccia a faccia è portatore proprio di questo cambiamento e fa del giornalista un conduttore che provoca, dirige e modera come fosse il vero protagonista della serata. E' proprio dal conduttore e dalla sua capacità di fare domane e dirigere la conversazione che dipende la riuscita del programma; Faccia a faccia, così, ridisegna i confini e i modi del confronto pubblico in televisione e l'originalità della sua formula viene colta anche dai giornali. Già il titolo del programma rimanda a uno scontro diretto tra vari interlocutori che vengono, nonostante i loro diversi profili, posti tutti sullo stesso piano.

i soggetti politici

sono loro a scegliere gli argomenti del dibattito pubblico e l'influenza su di essi dei media è pressoché nulla, tanto che i politi arrivano ai dibattiti a cinque (format ricavato tra l'altro anch'esso dalla radio) con interventi già pronti.

La solidità del governo

sta lasciando la il posto a un'instabilità che si concretizzerà ancor meglio negli anni a venire e la televisione continuerà a crescere di consumo, di ruolo e di peso.

"Per voi giovani"

un'altro programma, che da programma radio di Arbore diventa "Speciale per voi" per la tv. Per voi giovani affronta il mondo musicale facendo confrontare i fan direttamente con gli artisti intervistati. Il clima nello studio è infatti del tutto simile a quello di un'assemblea dove si vedono giovani coi capelli lunghi e i foulard e le ragazze coi tacchi e le minigonne.

Fra le novità degli anni 80

va sottolineata la presenza dei programmi RAI Mixer condotto da Minoli e Il processo del lunedì, due programmi che non rispecchiano più un genere definito, e dei programmi di privati, come Mundialito di Canale 5. Nel corso del 1980 c'è il tentativo di creare una televisione di partito tramite il circuito nuova emittente televisiva che riunisce 19 emittenti locali controllate dal PCI, ma i rapporti tra tv e politica sono, in questi anni, notevolmente cambiati.

Faccia a faccia

è figlio del 68, del nuovo clima politico e sociale. La sua prima puntata viene trasmessa il 20 settembre del 68 e a lei ne seguono solo altre 7: in quel momento non suscita molta attenzione perché la scena televisiva è dominata dal successo di sceneggiati come Odissea e Cristoforo Colombo, di altri programmi anche meno impegnativi di essi e di vari varietà d'intrattenimento come Senza rete, La Corrida e Quelli della domenica.

platea dell'arena pubblica televisiva

è infatti costituita dalla somma delle tante audience che seguono giornalmente i moltissimi programmi di questo macrogenere.

La disposizione dello studio

è infatti favorevole a questo tipo di racconto perché ha al suo centro una sola grande scrivania ai quali lati, siedono i due "sfidanti" mentre al centro, in leggero rialzo, siede Mentana; alle loro spalle un maxischermo riporta il titolo del programma enfatizzando la parola "ferro" e davanti a loro tra il pubblico siedono 3 giornalisti non Mediaset che possono fare 4 domande agli sfidanti, due uguali e due diverse. La distanza e la posizione dei soggetti del programma è tesa a dimostrare la loro differenza di importanza e attenzione.

talk show

è infatti il genere più rappresentativo degli anni 80, che fa strada anche grazie al suo basso costo e alla sua semplicità produttiva.

La discussione fra gli ospiti

è infatti intervallata e stimolata da servizi giornalistici, da grafici, da sondaggi, da tabelle ecc. che spesso abbassano però anche il ritmo del programma ma che consentono di direzionare e argomentare la discussione.

Il rapporto fra giornalista e ospite

è infatti un dialogo a due, diretto, in cui il politico non gode più di alcuna tutela e dove il ritmo incalzante delle domande poste dal conduttore mette in crisi l'intervistato stesso.


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