Tra Ottocento e Novecento

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Gide (1869-1951)

Vita - André Gide, nobel per la letteratura nel 1947 - nasce a Parigi, madre rigida e severa soprattutto dopo la morte del padre nel 1880, padre di famiglia austera protestante, ma la madre lo ama molto e anche lui - 1882: scopre il dispiacere di cugina Madeleine per tradimenti della madre: affascinato dalla sua conoscenza del male, senso rigido e conformista, si innamora - Anna Shackleton, insegnante di sua madre e amica, segna la sua vita quando muore nel 1884, morte evocata nella porte étroite e in si le grain ne meurt - sospeso a scuola per masturbazione che nomina "vizio" che fa parte della sua giovinezza facendogli definire se stesso "vergine e depravato" - 1885-1887: esaltazione religiosa, studia la Bibbia e gli autori greci, pratica ascetismo - incontra Mallarmé e comincia l'amicizia con Valéry, Mallarmé trasforma il suo misticismo religioso in un misticismo estetico - Madeleine rifiuta di sposarlo e la famiglia si oppone (tranne sua madre) - 1891: trattato di Narciso: appena dopo, incontra Oscar Wilde, legge Goethe e scopre la legittimità del piacere (vs puritanesimo che conosceva), inizio delle tensioni con la madre - nel 1893 parte insieme all'amico Francis Jammes per un lungo viaggio che segna la sua liberazione morale e sessuale (l'immoraliste) - 1895: muore la madre, dolore e liberazione, matrimonio con Madeleine, lei è sempre malata, lui frenato dalla sua malattia, il matrimonio non è mai consumato - Paludes (1895): vs mondanità piccolo borghese, discussioni sterili, finzioni - Les nourritures terrestres (1897): suite di momenti lirici, recitazioni, sogni - manuale edonismo, racconto di esperienze, ispirato al maestro Ménalque (Wilde) - respingere l'idea di peccato per gustare tutti i frutti della terra - «Ho bisogno della felicità di tutti per essere felice». - nel 1898 firma la petizione di Zola a favore di Dreyfus - l'Immoraliste (1902): Michel di ammala di tubercolosi e guarisce, riscopre i piacere fisici, deve nascondere i nuovi valori ma odia l'ipocrisia; torna a Parigi e si riconosce in Ménalque, si spinge nel deserto, perso, autore troppo assimilato a Michel (Gide non si sente capito) - Michel: immagine virtuale di se stesso da cui si purifica con la letteratura - In viaggio verso Tunisi in luna di miele con la nuova moglie, il letterato parigino Michel si ammala di tubercolosi. Mentre guarisce, riscopre i piaceri fisici del vivere e si ripromette di abbandonare gli studi del passato per vivere il presente. Questi non è il Michel familiare ai colleghi e nemmeno il Michel che verrà accettato dalla società tradizionale: è costretto a nascondere i suoi nuovi valori sotto una facciata che adesso ha in odio. Annoiato dalla società parigina, si trasferisce con la famiglia in una fattoria in Normandia. Lì è felice, specialmente in compagnia del giovane Charles, ma deve presto ritornare in città e in accademia. Michel è inquieto finché svolge la sua prima lezione e si imbatte in Ménalque, che ha da tempo oltraggiato la società, e in lui riconosce il riflesso del suo tormento. Michel torna a sud, si spinge nel deserto, finché, come racconta agli amici, si è perso in un mare di sabbia. - La porte étroite (1909): récit (romanzo breve), assimilato a Alissa, non viene colta la dimensione ironica - « D'autres en auraient pu faire un livre ; mais l'histoire que je raconte ici, j'ai mis toute ma force à la vivre et ma vertu s'y est usée. J'écrirai donc très simplement mes souvenirs, et s'ils sont en lambeaux par endroits, je n'aurai recours à aucune invention pour les rapiécer ou les joindre ; l'effort que j'apporterais à leur apprêt gênerait le dernier plaisir que j'espère trouver à les dire. » - collegato all'immoraliste, qui mostra l'altra faccia della medaglia (dell'eccesso) - « Sans doute je ne comprenais que bien imparfaitement la cause de la détresse d'Alissa, mais je sentais intensément que cette détresse était beaucoup trop forte pour cette petite âme palpitante, pour ce frêle corps tout secoué de sanglots. » - La relazione tra Jérome e Alissa fiorisce in un fervore religioso condiviso, approfondito da letture comuni. Anno dopo anno, Jérôme si batte con Alissa e per lei per la virtù più assoluta e non ha altro desiderio che sposarla: "Je ferais fi du ciel si je ne devais pas t'y retrouver". Tuttavia, Alissa scopre che anche sua sorella Juliette ama Jérôme. Rinviando il loro fidanzamento, cerca di eclissarsi in favore di sua sorella minore. Ma quest'ultima, sicura che Jérôme non prova nulla per lei, compete nel sacrificio sposando un altro. Segue una lunga separazione. Juliette, circondata dall'affetto di suo marito, trova, in assenza della felicità sognata, un appagamento. Jérôme e Alissa possono ancora una volta scatenare il loro amore. La corrispondenza che scambiano copre il loro sentimento di una purezza tale da temere il confronto con la realtà. Se i loro primi incontri sono mediocri, i seguenti sono migliori. Tuttavia, Alissa respinge ancora una volta qualsiasi possibilità di felicità materiale e terrena: « - Que peut préférer l'âme au bonheur ? m'écriai-je impétueusement. Elle murmura : « - La sainteté... » Per distogliere suo cugino da lei - per lasciarlo più libero di avvicinarsi Dio - si impegna a diventare brutta e a indebolire il suo spirito. Jérôme confuso non riconosce più quella che un tempo amava. Si separano. Tre anni dopo, un nuovo incontro tra un Jérôme deluso e una Alissa dolorosamente emaciata precede la morte della giovane donna. Il suo diario, posto davanti all'epilogo, rivela una paura della felicità raggiunta troppo rapidamente, la paura di qualsiasi desiderio o incarnazione dell'amore, la sua ostinazione a considerarsi come un ostacolo tra Jérome e la santità, il suo gusto smodato per il sacrificio, il suo dialogo conflittuale con Dio, i suoi dubbi e il suo dolore. - anche questa volta Gide non si sente capito, viene completamente assimilato a Alissa - nuovo tentativo di conversione nel 1916, questione morale, paganesimo afferma la sua felicità, cristianesimo combatte il peccato - relazione d'amore vero con Marc Allégret, lasciato da Madeleine che scopre tutto e se ne va, sconforto e liberazione (può pubblicare Coryndon) - Les caves du Vatican (1914): sotie, Anthime Amand-Dubois (scienziato ateo convertito), Lafcadio Williki (avventuriero parigino), conte Juste-Agénor de Baraglioul, visconte Julius de Baraglioul, Protos (vecchio compagno di scuola di Lafcadio), Amédée Fleurissoire (cognato di Julius), Genéviève - famiglia parigina de Baraglioul fervente fede cristiana, colossale truffa ai danni dei fedeli basata sulla falsa notizia che il papa era stato imprigionato nei sotterranei del vaticano e sostituito da impostore massone - Al centro del romanzo sono la famiglia parigina de Baraglioul, di fervente fede cristiana e appartenente alla colta nobiltà della città, ed una colossale truffa ai danni dei fedeli, basata sulla falsa notizia che il papa era stato imprigionato nei sotterranei del Vaticano e sostituito da un impostore massone. La narrazione si apre con Anthime Armand-Dubois, scienziato ateo e appartenente alla massoneria, cinico nei suoi esperimenti e nelle relazioni con i suoi parenti. In soggiorno a Roma per farsi visitare da un famoso medico, gli appare in sogno la Madonna dopo che la sera prima ne aveva oltraggiato la statua spezzandole una mano. Da questo momento Anthime si converte al cristianesimo e fa pubblica abiura da ogni sua precedente empia pubblicazione, incoraggiato anche dalla Chiesa che vuole sfruttarlo come esempio. Il Vaticano gli promette grandi benefici per la sua rinuncia, ma finisce poi per usarlo come un burattino, senza fargli vedere un soldo; Anthime tuttavia non è più interessato ai beni materiali, e dedica tutto il suo tempo alle opere di carità. Nei capitoli seguenti, Lafcadio Wluiki, un giovane avventuriero di bell'aspetto e di nobili origini che vive a Parigi di espedienti, viene a sapere di essere il figlio illegittimo del vecchio conte Juste-Agénor de Baraglioul, malato e sul punto di morte, e fratellastro di uno scrittore alla moda -benché criticato dagli ambienti letterari parigini- il visconte Julius de Baraglioul. Alla morte del vecchio, Lafcadio riceve la parte di eredità paterna che gli spetta, si congeda dalla sua amante Carola e si mette in viaggio per l'Italia. Nel frattempo a Pau, Protos, un vecchio compagno di scuola di Lafcadio, organizza un'associazione segreta dedita alla truffa e chiamata "Il Millepiedi", e sotto le mentite spoglie di un prete, diffonde la falsa notizia che il papa è stato rapito dalla massoneria e incarcerato nei sotterranei di Castel Sant'Angelo, e chiede denaro alle nobildonne della città con il pretesto di finanziare una crociata segreta per la liberazione del Santo Padre; lo sprovveduto marito di una di queste, Amédée Fleurissoire (cognato di Julius de Baraglioul), mosso da impulsivo fervore religioso, parte da Pau in treno, diretto alla volta di Roma, per salvare il papa. Preoccupato che giunto a Roma Amédée potesse accorgersi della truffa, Protos decide di marcarlo a vista e lo segue a Roma in ogni posto, sotto diversi travestimenti. Per allontanarlo dalla città, gli suggerisce di recarsi a Napoli presso il vescovo (che a suo dire è uno di coloro che vogliono salvare il papa): sul treno diretto a Napoli, Amédée si trova casualmente in carrozza con il solo Lafcadio, il quale decide di ucciderlo scagliandolo giù dal treno senza un motivo e senza che si fossero quasi rivolti la parola. Nell'ultimo capitolo Protos viene erroneamente accusato di essere l'autore dell'omicidio di Amédée ed è arrestato. Il romanzo si conclude con i dubbi esistenziali di Lafcadio, a cui il fratellastro Julius de Baraglioul (al quale aveva rivelato il suo delitto) consiglia di pentirsi dell'omicidio davanti ad un prete, e a cui la figlia dello stesso Julius, Geneviève, confessa il suo appassionato amore. Tuttavia i pensieri finali di Lafcadio sembrano avviarlo a non rinunciare alle gioie dell'amore di Geneviève, lasciando da parte ogni forma di redenzione. - scienziato (positivismo), conversione - promesse ipocrite del clero romano - dame bigotte che ostentano la fede ma stanno attente alla condizione sociale - novello crociato, pronto a immolarsi per la libertà del papa - umanità dedita al sotterfugio - scrittore mediocre perché nonostante le intuizioni ricade nell'ipocrisia - Lafcadio: ricerca sfrenata e culto di sé, delitto immotivato, solo piacere intrinseco dell'azione stessa - "...senza scopo, l'atto cattivo, il delitto, è inimputabile, e quegli che l'ha commesso, inafferrabile." - estetica dell'atto gratuito (anticipando Camus), non ipocritamente supportato dall'interesse da contrapporre agli atti finalizzati, magari a fin di bene - rappresentazione quasi perfetta della psicopatologia del disturbo della personalità - È indimenticabile il personaggio che si autopunisce conficcandosi ripetutamente nelle carni un temperino, la cui lama aveva scaldato un momento prima; da ricordare ancora i pervasivi sentimenti di vuoto e di noia, le incerte tendenze sessuali, le perversioni, il feticismo, l'eccitamento davanti ai "piedi nudi di lei" e "davanti al più bel polpaccio del mondo", la ipersensibilità e "l'angoscia che bruscamente si impadroniva di lui" come reazione alla frase del fratellastro implicante un immaginario abbandono ("E io che cominciavo a volerle bene"). Ma, più di tutti, merita di essere ricordato il monologo interiore che motiva l'omicidio immotivato. "Non è tanto degli avvenimenti che sono curioso, quanto di me stesso. Ci sono tanti che si credono capaci di tutto, ma al momento di agire si tirano indietro...Che enorme distanza tra l'immaginazione e il fatto!..." - monologo interiore: curioso di se stesso, distanza immaginazione-fatto - nel 1923 Gide ha una figlia (Catherine) da una sua amica, ma tiene nascosto l'evento a Madeleine e la riconosce solo dopo la sua morte, ma mantiene ancora Marc Allégret - nel 1924 pubblica Corydon, saggio in forma di dialogo socratico a difesa dell'omosessualità, contro il consiglio di tutti i suoi amici che sono addolorati alla pubblicazione (Claudel gli toglie il saluto) - «L'importante è comprendere che, là dove voi dite contro natura, basterebbe dire: contro costume.» - L'idea di omosessualità che egli ha in mente è di normalità, l'omosessualità come parte integrante della dinamica della specie umana, anzi come momento di eccellenza, per questo il suo punto di riferimento è il mondo greco-romano, specialmente la Grecia classica delle lotte tra Sparta e Atene. Vuole riallacciarsi a quel mondo non solo concettualmente ma anche formalmente; Corydon (in italiano Coridone) è il nome di un pastore delle Bucoliche di Virgilio e la forma dell'opera è quella dei dialoghi socratici. - intervista dell'autore a Corydon: Entrando l'autore non avverte nessun elemento di effeminatezza, né nell'aspetto, né nell'ambiente, unici indizi: alla parete una riproduzione della creazione di Adamo di Michelangelo e sulla scrivania un ritratto di Walt Whitman.Corydon ora racconta la sua storia. Era fidanzato ed amava la sua futura sposa di un amore intenso ma casto, senza passione. Avvertiva dentro di sé qualcosa di diverso, nonostante fosse fisicamente sano, di genitori sani. A turbarlo ulteriormente è la vicenda del fratello della sua fidanzata, poco più che adolescente, anch'egli è turbato dagli stessi desideri inconfessabili, decide di confidarsi proprio a lui, Corydon gli parla molto severamente dei pericoli e della condanna sociale di quelle tendenze. Dopo qualche giorno il ragazzo si suicida lasciando una lettera commovente a Corydon in cui gli dichiara il suo amore. Dopo una vicenda così dolorosa, Corydon si pone l'obiettivo di spiegare a tutti coloro che sentono dentro di sé questi desideri che non si tratta affatto di una malattia ma di qualcosa di assolutamente naturale, e che sta scrivendo un libro a proposito. Egli apre il discorso con le massime di Pascal e Montaigne per affermare che tutto ciò che consideriamo naturale non è altro che acquisito con l'abitudine. La stessa eterosessualità non è che frutto dell'educazione. Lo prova il fatto che nonostante tutti gli esseri umani vengano educati all'eterosessualità, l'omosessualità riesce comunque a venir fuori. Ciò che egli contesta è l'istinto sessuale, che spingerebbe un sesso verso l'altro per la procreazione, in realtà questo istinto sessuale non esiste, esiste l'istinto per il piacere sessuale che può dirigersi verso qualsiasi direzione, la procreazione è una conseguenza che può esserci come non esserci. Attraverso Lester Ward, Charles Darwin e Henri Bergson egli dimostra che in natura il sesso fondamentale è quello femminile, il maschio è comparso successivamente e la sua funzione limitata alla fecondazione. Inoltre si assiste ad una sovrabbondanza di maschi in tutte le specie. Infine passa ad elencare i numerosi casi di omosessualità tra gli animali. - Si le grain ne meurt (1924): autobiografia - Lo scrittore comincia il racconto a partire dall'infanzia, mettendo in luce le sue difficoltà nel relazionarsi all'altro; è in particolare rilevante la figura della madre, che con la sua educazione contribuisce a fare di André un bambino timido che rifiuta il confronto con i coetanei (finge infatti di essere malato per non recarsi a scuola). Vengono descritte le crisi etiche dello scrittore, che con difficoltà riesce a conciliare l'educazione puritana ricevuta con le proprie pulsioni istintive; la forte tensione idealista che è presente in Gide deve fare i conti con quanto vi è di scabroso nei suoi istinti. La debolezza e il complesso di inferiorità nei confronti dell'altro ingenerato dall'educazione familiare porteranno lo scrittore a scoprire la sua omosessualità. Proprio nella sensualità Gide trova l'equilibrio fra la ricerca dell'estasi e la purezza morale. L'opera è attraversata nondimeno dall'amore platonico per la cugina Madeleine, simulacro di tutto ciò che lo scrittore ama, di tutto ciò che egli ritiene bello e puro, e che sposa nell'ottobre 1895 lasciando tuttavia il matrimonio in bianco. - Les faux-monnayeurs (1925): appassionata difesa dell'omosessualità - Edouard, Bernanrd Profitendieux, Oliver, conte de Passavant, Georges - La vicenda, molto intricata, si svolge tra l'estate e l'autunno di un anno imprecisato, all'inizio del XX secolo, e coinvolge un gruppo di studenti liceali della borghesia parigina che si accingono a dare l'esame di maturità (Bac). L'autore la racconta in parte direttamente, commentando personaggi ed episodi come a lui estranei, in parte dietro il personaggio principale, Edouard (suo alter ego), che tiene un diario molto prolisso e sta scrivendo un romanzo dal titolo, appunto, I falsari; questo romanzo in formazione pare che si sviluppi seguendo le disavventure dei suoi amici, modellandosi su di loro. Bernard Profitendieu è uno dei compagni di scuola di Oliver, che si sta preparando per dare gli esami; scoperto d'essere un bastardo prende ciò come pretesto per una fuga da casa. Trascorre una notte nel letto di Oliver, ed ascolta l'amico raccontargli di una sua recente visita ad una prostituta, ma gli confessa di non aver trovato l'esperienza molto piacevole. Dopo Bernard ruba la valigia appartenente allo zio dell'amico, Edouard, ed attraverso varie complicazioni che ne derivano finisce col diventarne segretario, seguendolo in Svizzera; Oliver viene preso dalla gelosia e cade nelle mani del cinico conte de Passavant, un personaggio decisamente diabolico, e viaggia con lui attraverso il Mar Mediterraneo, iniziando ad assomigliare sempre più al conte. Nel frattempo Bernard ed Edouard si rendono conto di non adattarsi l'uno all'altro e decidono di lasciarsi; Bernard viene costretto ad accettare un altro lavoretto provvisorio prima di tornarsene in famiglia. Ora è diventato Oliver il segretario di Edouard e, dopo una serata movimentata in cui si mette da solo grossolanamente in imbarazzo, il ragazzo finisce a letto assieme allo zio: finalmente riescono a soddisfare la forte attrazione reciproca che avevano sempre sentito l'uno per l'altro ma che non erano ancora mai stati in grado di esprimere appieno. Intanto il fratello più giovane di Oliver, Georges, viene coinvolto nella vendita di un anello falso. Viene anche raccontata la relazione che il fratello maggiore Vincent ha con Laura, una donna sposata molto più grande di lui, che egli però abbandona prima che partorisca suo figlio. - mise en abime: riprende lo stesso argomento allontanandolo (scrive romanzo di uno che scrive romanzo) - primo romanzo: interrompe con romanzo realista, offre più punti di vista, sconcerta - ognuno ha la propria visione del mondo, il narratore non impone il suo punto di vista, coscienza - falsari: falsari morali, nei rapporti sociale - con distacco e ironia conferisce a personaggi un'intelligenza lucida, no ipocrisia, moralismo - i temi centrali dell'opera e della vita di André Gide sono stati affermare la libertà, allontanarsi dai vincoli morali e puritani, ricercare l'onestà intellettuale che permette di essere pienamente sé stessi, accettando la propria omosessualità senza venir meno ai propri valori - dopo I falsari, parte in Congo con Marc e scopre l'esotismo e la storia naturale, ma anche la dura realtà del colonialismo al quale si oppone ma nonostante la lotta, Gide rifiuta di proseguire impegnandosi politicamente - negli anni 30 ha un calo di ispirazione e passione sia per la scrittura che per l'amore e i viaggi, ma comincia a tendere al comunismo e vuole usare la sua fama per promuovere la nuova ideologia, nonostante non susciti il favore del suo entourage - parte nell'Unione sovietica e con suo grande rammarico trova solo totalitarismo, che scrive nella sua testimonianza contro lo stalinismo, "Spero che il popolo dei lavoratori capisca che è ingannato dai comunisti, così come loro sono ingannati da Mosca" - dopo queste affermazioni lo accusano di essere fascista, Gide accetta la delusione politica e si focalizza di nuovo sulla letteratura - nel 1938 muore Madeleine, che nonostante tutto ha sempre avuto un ruolo essenziale nella vita dello scrittore - durante l'Occupazione si sposta prima a Tunisi e poi ad Algeri, sgomento dall'antisemitismo - al ritorno in patria nel 1946 ritrova con difficoltà un posto nel paesaggio letterario ormai molto politicizzato - dopo il 1947 decide di non scrivere più nulla, accetta il premio nobel e muore nel 1951, « J'ai peur que mes phrases ne deviennent grammaticalement incorrectes. C'est toujours la lutte entre le raisonnable et ce qui ne l'est pas... »

Proust (1871-1922)

Vita - Marcel Proust, famiglia paterna a Illiers, famiglia materna in Alsazia, fratello Robert non nominato nell'opera, casa della zia Léonie a Combrau è Illiers ma spesso anche Auteuil, Illiers passeggiate per le campagne (direzione Méséglise-Swann) e Guermantes ("giacimenti profondi del mio terreno mentale") - attacco d'asma a nove anni, malato per tutta la vita - esperienza militare deludente: tentativo di diventare come gli altri fallito a causa dell'asma cronica e inguaribile - frequenti ambienti raffinati dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, incontra Valéry e Gide - nei salotti letterari Proust sfrutta le sue conoscenza per farsi ispirare nella creazione di personaggi della sua opera - tensioni con Gide che affermerà tramite le sue opere la sua omosessualità mentre Proust la maschera trasponendo i suoi amori in personaggi femminili - Les plaisirs et les jours (1894): raccolta di prose poetiche, racconti, ritratti, vita da dandy, ma opera passa quasi inosservata - duello alla pistola con giovane Jean Lorrain che fa insinuazioni sul rapporto tra Proust e il diciassettenne Lucien Daudet, provoca disagio e dolore a Proust, che viene considerato un dilettante - Jean Santeuil (1952): incompiuto, ma titolo tradizionale, postumo - vi rievoca l'affare Dreyfus, Proust fa firmare una petizione, sostiene il J'accuse di Zola, e segue il suo processo fino alla fine, arrivò addirittura fornito di panini e thermos pieno di caffè, per non perdere neanche un'udienza - soggettività esasperata, ricondotta a motivi autobiografici - scritto per anni ma poi abbandonato nell'armadio e ritrovati su fogli - l'esperienza più intensa, più originale, per indispensabile che sia, non è sufficiente di per sé a costruire un'opera. Incapace di costruire, e d'integrare organicamente arte e memoria, Proust compone solo un mosaico, il romanzo fallito di una vocazione fallita. In questo libro troppo autobiografico non riesce ad operare la separazione, le metamorfosi che pure egli sa necessarie ... tra la vita di uno scrittore e la sua opera, tra realtà ed arte" - 1900: traduce le opere di John Ruskin, critico d'arte e esteta, (Proust dichiara di sapere a memoria alcune delle sue opere) distaccandosi però dalla sua idolatria estetica: opera amata per sè e non perché è citata da scrittore, teoria sull'arte e ruolo dell'artista nella società - 1903: morte del padre - 1905: morte della madre - 1908: Contre Sainte-Beuve:, saggio di critica letteraria, testo narrativo la trama è centrata su io narrante, insonne che ricorda quando la madre lo svegliava da bambino - conclusione con esame critico di Sainte-Beuve (critico d'arte) e confutazione della sua teoria che per comprendere l'opera di un artista lo strumento più importante sia la biografia - analisi strutturale, formale: qualità - «Sono giunto a un momento della mia vita o, se si preferisce, mi trovo in quelle circostanze in cui si può temere che le cose che più desideravamo dire [...] ma che non abbiamo letto da nessuna parte, che si può presumere non verranno mai dette se non lo diciamo noi [...] non si possa più, improvvisamente, dirle. Noi ci consideriamo come i depositari, soggetti a scomparire da un momento all'altro, di segreti intellettuali esposti a scomparire con noi. E vorremmo vincere la forza d'inerzia della nostra pigrizia interiore, obbedendo al bel comandamento del Cristo nel Vangelo di san Giovanni: 'Lavorate finché avete ancora la luce'» - «Ogni giorno attribuisco minor valore all'intelligenza. Ogni giorno mi rendo sempre meglio conto che solo indipendentemente da lei lo scrittore può cogliere nuovamente qualcosa delle sue impressioni, ossia qualcosa di lui stesso e la sola materia dell'arte. Quel che l'intelligenza ci restituisce sotto il nome di passato, non è tale [...] quest'inferiorità dell'intelligenza tocca tuttavia all'intelligenza stabilirla. Perché, se non merita la suprema corona, essa sola è capace di assegnarla. E, se non occupa nella gerarchia delle virtù che il secondo posto, solo lei può proclamare che il primo spetta all'istinto» - «Per me la letteratura non è distinta o, per lo meno, separabile dal resto dell'uomo e della sua organizzazione» (sainte-beuve) - «Un libro è il prodotto di un io diverso da quello che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri vizi» (Proust) - 1913: Du coté de chez Swann: respinto dall'editore Gallimard sotto consiglio di Gide, quindi pubblicato a spese dell'autore da Grasset - 1919: A l'ombre des jeunes filles en fleurs: premio Goncourt - 1922: muore di bronchite, ultimi tre volumi sono pubblicati postumi dal fratello Robert - Du coté de chez Swann (1913) Il primo libro narra, nella parte iniziale, l'infanzia di Proust nel villaggio francese di Combray, descrivendo i vari rapporti psicologici con la madre, una presenza costante, con le sue prime letture intellettuali, e con gli abitanti. La prima parte è una sorta di preludio alla seconda sezione, quando sono protagonisti i membri della famiglia Swann, nel cui giardino il narratore andava da piccolo sempre a passeggiare. Viene introdotto il tema della recherche interiore dell'autore, e dell'attenzione per i particolari del proprio passato, che cercherà di analizzare anche nella seconda sezione, dedicata a Charles Swann e al suo amore per Odette de Crècy. - A l'ombre des jeunes filles en fleurs (1919) Marcel è ormai cresciuto, e si trasferisce da Combray a Parigi, frequentando l'amico Charles Swann e la moglie Odette. Nel frattempo lui si innamora di Gilberte, figlia della signora Swann, e, successivamente, nel corso di un lungo soggiorno con la nonna in un hotel di Balbec, sulla costa della Normandia, di Albertine, adolescente tra altre fanciulle "in fiore". «Non sempre la misoginia è indizio di spirito critico e di intelligenza. Talvolta è solo il frutto dell'omosessualità.» - Le coté des Guermantes (1920) Marcel ancora una volta va a vedere Berma a uno spettacolo teatrale, anche se si accorge che l'amore per lei sfiorisce, mentre si accende la passione per la duchessa Madame Guermanates. Così Marcel inizia a frequentare la nobile famiglia nel circolo del barone Charlus, anche se vive un periodo di incertezze per l'aggravarsi della malattia della nonna. Alla morte di costei, Marcel incontra una sua vecchia conoscenza, Albertine, e si innamora di lei, mentre scopre che il barone Charlus è, senza che nessuno lo sapesse, omossessuale. - Sodome et Gomorrhe (1921) il romanzo è incentrato sui rapporti binari tra Marcel e Albertine, e il barone Charlus e un giovane violinista. Dopo alcuni sospetti, Marcel si accorge che Albertine lo tradisce, e dunque decide di rompere la relazione, scoprendo alla fine che lei aveva rapporti con una donna d'alto rango. «Non c'erano anormali quando l'omosessualità era la norma.» - La prisonnière (1923) Marcel è deciso a perdonare Albertine e la porta a vivere con lui, affinché possano avere una vita felice. Tuttavia la gelosia riappare, e Marcel arriva a segregare in casa la sua amante e farla sorvegliare da una serva. Alla fine Albertine fugge di casa, lasciando una lettera a Marcel. - La fugitive (1925) Marcel è indifferente verso l'azione di Albertine, salvo poi ricredersi e cadere in profonda depressione, quando scopre che è morta, ancora giovanissima, in un incidente a cavallo. Nel dolore, incontra per caso la vecchia conoscenza Gilberte Swann, di cui cade di nuovo innamorato, anche se è costretto a farsi da parte, visto che è promessa sposa al nipote del barone Charlus. Alla fine della storia però, Marcel scopre con stupore che anche il marito di Gilberte condivide l'omosessualità dello zio. - Le temps retrouvé (1927) durante la Prima guerra mondiale, Marcel si accorge dell'inevitabilità del trascorrere del tempo, e torna a Parigi, trovandola molto cambiata dal periodo felice della Belle Époque. Frequenta assiduamente la casa di Gilberte, anche se è consumato dai rimorsi dell'amore, e decide un'ultima volta di andare a un incontro nel salotto della famiglia Guermantes, formulando importanti riflessioni sul trascorrere del tempo, e sull'intenzione di narrare i suoi pensieri in un libro - A la recherche du temps perdu (1913-1922): sette volumi - movimento della narrazione sia progressivo ("ricerca di una vocazione", che regressivo ("tempo perduto" sulla vita che fonda il romanzo) - scritto in anni di reclusione volontaria in cui scrive a letto per problemi di salute in una stanza foderata di sughero per isolamento acustico - giudicato negativamente da svariati editori: «Dopo settecentododici pagine di questo manoscritto - dopo infinite desolazioni per gli sviluppi insondabili in cui ci si deve sprofondare ed esasperanti momenti d'impazienza per l'impossibilità di risalire alla superficie - non si ha nessuna idea di quello di cui si tratta. Che scopo ha tutto questo? Che cosa significa? Dove ci vuole condurre? - Impossibile saperne e dirne nulla.» «Sarò particolarmente tonto, ma non riesco a capire come questo signore possa impiegare trenta pagine a descrivere come si gira e si rigira nel letto prima di prendere sonno.» - dopo la prima guerra mondiale Gide torna sui suoi passi e convince Gallimard a pubblicare tutte le altre opere - struttura circolare: inizio e fine opera scritti simultaneamente - "Longtemps je me suis couché de bonne heure", "dans le Temps": Marcel, io narrante, combatte contro la sua mancanza di volontà, bassa autostima, fragilità fisica e psichica, fuga del tempo, decisione di scrivere un romanzo sugli uomini e sul tempo - A la recherche du temps perdu è il libro appena letto e il libro che Marcel ha avuto la forza di scrivere - tempo storico da affare Dreyfus a prima guerra mondiale ma il tempo personale del narratore è irregolare e ripetutamente sfalsato - episodio del bacio della buonanotte della madre: capisce che la solitudine e la sofferenza sono parte della sua vita, erosione della felicità infantile, contenuto del tempo perduto, ritrovamento passa per l'arte e la memoria - «Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.» - memoria volontaria: sforzo sottolinea la distanza che ci separa, richiama i dati del passato in termini logici, non restituisce un insieme di sensazioni e sentimenti che contrassegnano quel momento come irripetibile - memoria spontanea/involontaria: sollecitata da una casuale sensazione che annulla la distanza tra passato e presente, contemporaneità tra presente e passato, cattura con un'impressione il valore assoluto del ricordo: vittoria sul tempo e sulla morte, affermazione dell'io come essere capace di recuperare il tempo - ricordare è creare, ricreare - tempo perduto non è passato ma è da ricercare e ritrovare, infanzia ritrovata è eterna, universale - esperienza epifanica è già ideale, scheggia di eternità che salva la vita dalla sua transitorietà - l'arte fissa in eterno il risveglio di sensazioni, tempo ritrovato nella memoria e fissato dall'arte è tempo interiore, assolutamente soggettivo - importanza degli spazi chiusi, rinchiudersi in se stessi per ascoltare voci interne dell'io (autore malato passa la sua giovinezza rinchiuso) - la vita vera è la letteratura: l'artista, grazie all'arte, anziché vedere solo un mondo lo vede moltiplicarsi; l'opera d'arte è il mezzo più adatto per oggettivare l'intensa soggettività - storia di una coscienza in cerca della sua identità, il narratore scopre la verità, la vita scopre il suo significato grazie all'arte, fissa il passato che sarebbe condannato alla distruzione, resurrezione del passato attraverso la letteratura - influenza di Rimbaud, Verlaine, Baudelaire, Mallarmé: valorizzare le corrispondenze, tecnica analogico-evocativa - epifania: momento extratemporale (non appartiene nè al passato né al presente): felicità - epifania elimina la sensazione di perdita del tempo, sfuggire dal presente e gioire dell'essenza delle cose - stile musicale, dettagliato, metaforico: frasi lunghe e sinuose, spiegano simultaneamente aspetti del mondo e profondità dell'anima, le metafore rendono la corrispondenza tra livello reale delle sensazioni e quello ideale dell'interiorità - "tema in cui potessi far entrare un significato filosofico infinito" - no avventura, intrigo ma scoperta degli esseri, delle cose, di se stesso - l'io non è l'autore o l'eroe ma un personaggio intermedio che vive l'azione e ne fa il racconto - le percezioni e i sentimenti non sono allo stato grezzo ma ordinati, con riflessioni e accostamenti a momenti recenti, esperienza non vissuta ma rivissuta - tutto è attraverso i suoi occhi, coscienza centrale dell'opera - punto di vista unico del narratore: solitudine di ogni coscienza - psicologia del tempo: sentimenti non comunicabili, emozioni non si producono simultaneamente in tutti gli uomini - arte: rivelazione di sentimento che non aveva saputo esprimere tentativo di comunicazione di una verità interiore, isola contenuto spirituale da oggetto (impressione provata) - amore: scelta sempre cattiva, sofferenza, non possiamo leggere nel pensiero - Albertine rimane un'eterna estranea, amore è proiezione di uno stato della nostra anima

Claudel (1868-1955)

Vita - Paul Claudel, sorella Camille è scultrice e ex amante di Rodin, che viene internata nel 1913, lui se ne vergognerà sempre - nel 1882 va a Parigi, perde la fede, rifiuta positivismo e preferisce il movimento anarchico, legge Zola, Hugo, Shakespeare, Dante, frequenta Mallarmé, Verlaine, difende Rimbaud a cui resta sempre legato e che chiama « mystique à l'état sauvage » - frequenta anche Mauriac - 1886: conversione al cattolicesimo per travaglio interiore mentre ascolta il Magnificat a Notre-Dame per la Messa di Natale; « J'étais debout, près du deuxième pilier, à droite, du côté de la sacristie. Les enfants de la maîtrise étaient en train de chanter ce que je sus plus tard être le Magnificat. En un instant mon cœur fut touché et je crus. Je crus, d'une telle force d'adhésion [...] que, depuis, tous les livres, tous les raisonnements, tous les hasards d'une vie agitée, n'ont pu ébranler ma foi, ni, à vrai dire, la toucher » - diplomatico (US, Cina, Giappone, Europa), fino al 1935, si congeda - nel 1900 voleva abbandonare la carriera diplomatica per diventare monaco benedettino ma la sua richiesta non è stata accettata - durante la guerra di Spagna sostiene i franchisti, dedicando una poesia ai "martyrs espagnols" morti a causa della loro fede, Mauriac gli rimprovera di non aver detto una parola su « les milliers et les milliers d'âmes chrétiennes que les chefs de l'Armée Sainte [...] ont introduits dans l'éternité» », Mauriac e Bernanos infatti, scioccati dalla violenza franchista, adottano una posizione di neutralità - Durante la guerra è disgustato dalle incitazioni a collaborare con la Germania, « Article monstrueux du cardinal Baudrillart dans La Croix nous invitant à collaborer « avec la grande et puissante Allemagne » et faisant miroiter à nos yeux les profits économiques que nous sommes appelés à en retirer ! (...) Fernand Laurent dans Le Jour déclare que le devoir des catholiques est de se serrer autour de Laval et de Hitler. — Les catholiques de l'espèce bien-pensante sont décidément écœurants de bêtise et de lâcheté» - nel 1946 viene eletto all'Académie française - muore nel 1955, apice del suo successo Poetica - verso tra libero e regole classiche, segue ritmo ed elementi psicologici - oscurità simbolista, sicurezza dogmatica religiosa - opere con due punti di riferimento: Dio e uomo (peccatore o santo) - rapporto tra divino e mondo: necessario atto di accettazione e rispetto nei confronti di Dio, « De même que Dieu a dit des choses qu'elles soient, le poète redit qu'elles sont. », comunione tra Claudel e Dio - Claudel a mené une constante méditation sur la parole, qui commence avec son théâtre et se poursuit dans une prose poétique très personnelle, s'épanouit au terme de sa vie dans une exégèse biblique originale - esegesi religiosa: la fede non è solamente un'ostinazione nella sua critica d'arte, ma piuttosto un nutrimento di anima e spirito; la Bibbia è percepita come un'opera poetica che lo stimola a interrogarsi e commentarla con uno stile che a volte vi si ispira - in poesia, Claudel dà grande attenzione alla dizione, l'enunciazione e la declamazione, come dominio dello scrittore: « Je n'admettrai jamais que la musique associée à un texte poétique dépende exclusivement du choix du metteur en scène. En réalité, il s'agit d'une émanation du texte et c'est l'auteur qui doit être responsable de l'une comme de l'autre. » - enunciazione significativa ed intellegibile con grande importanza alle pause e i sospiri - L'échange (1894) dramma americano, teatro; Thomas Pollock nageoire (uomo d'affari), Lechy Elbernon (attrice), louis Laine, Marthe - Marthe tradita chiede giustizia divina e Lechy lo uccide e brucia la casa di Thomas (che si mette con Marthe), dialogo interiore, riflessione, scambio di me con me, sono tutti personaggi (moi) - L'azione, ristretta secondo un'economia classica in cui le tre unità sono rispettate, si svolge sulla costa occidentale degli Stati Uniti, dove visse l'autore. La pièce presenta quattro personaggi, ognuno dei quali illustra un aspetto dei sentimenti, del carattere e delle tentazioni di Claudel, quando stava vivendo l'esilio, l'indipendenza e la contraddizione tra appetiti della natura e le esigenze della religione. Louis Laine, un meticcio di origine indiana, è l'incarnazione del giovane innamorato della libertà e senza alcuna disciplina. Marthe, sua moglie, una donna francese, al contrario, è l'immagine della sottomissione alle leggi della famiglia, del matrimonio e della religione. Lechy Elbernon, un'attrice americana, emancipata, di carattere e costumi liberi, è adornata con tutto il prestigio e le attrattive delle donne. Suo marito, Thomas Pollock Nageoire, è un uomo d'affari americano, intraprendente ed esperto, attivo, serio, equilibrato, che rappresenta il senso e il gusto per la vita pratica che il giovane console ha affrontato. I quattro personaggi sono sul palco nel primo atto, all'alba del giorno. Marthe soffre di nostalgia per la sua terra natale e mostra il suo amore e la sua devozione a suo marito, che, incurante del futuro e aspirante solo al piacere del momento, non tollera alcun legame vincolante. Mentre Lechy, accompagnato da Thomas Pollock, dopo essersi impegnato in un'ardente tirata sull'arte del teatro e sulla professione di attrice, si allontana per un momento con Marthe, Thomas, approfittando dell'assenza delle due mogli, offre apertamente a Louis, che giudica giustamente incapace di guadagnarsi da vivere, di cedergli sua moglie in cambio di una manciata di dollari, che Louis non ha la forza di rifiutare. Louis, nel secondo atto, ammette di avere una relazione con Lechy e suggerisce a Marthe, sgomenta e scandalizzata da questa proposta, che Thomas sarebbe per lei un marito migliore, ricco e attento, pronto a divorziare per sposarla. Lechy interviene per prenderla in giro crudelmente e mostrare la sua passione alla presenza del suo nuovo amante, che lei invita a godersi la libertà con lei, minacciandolo se osa lasciarla. La sera dello stesso giorno, Marthe, abbandonata, si lamenta, invocando la giustizia e il ricordo del suo paese natale. Lechy, ubriaca, ribadisce insolentemente il suo sarcasmo verso Marthe e le sue minacce verso Louis, che sospetta voglia ingannarla. Arriva Louis che, deciso a rompere con Lechy e riprendere la sua libertà, si prepara a fuggire, nonostante le richieste e gli avvertimenti di Marthe, a conoscenza delle intenzioni omicide della sua rivale. Tuttavia Lechy, nella sua disperazione e nella sua follia, ha incendiato la casa di Thomas, che ha perso così tutta la sua fortuna. Portano in scena il cadavere di Louis, ucciso da un servitore per ordine di Lechy, mentre cercava di scappare. Marthe e Thomas rimangono soli, ciascuno consapevole e rispettoso delle virtù che rappresentano. Marthe, fedele al suo dovere, si prepara a indossare gli abiti da vedova, e Thomas, rovinato, stanco e invecchiato, ma sensibile alle qualità di Marthe, le stringe silenziosamente la mano mentre il corpo di Louis viene portato via. Si conclude così, preservando i valori di saggezza e serietà, questo "quartetto" o, per usare l'espressione di Claudel, questo "concerto" in cui ogni personaggio è una voce che contribuisce all'armonia del tutto. - Tete d'or (1890): Simon Agnel, salva la sua patria, uccide il re abusivo e caccia la figlia, muore dopo la vittoria sulle truppe asiatiche, crisi morale filosofica della sua epoca - dibattito interiore tramite personaggi, si moltiplicano i riferimento biblici - dramma allegorico, violenza epica - arbre: arbre tutélaire ou tete d'or, quello dov'è crocifissa la Principessa - il dramma è la testimonianza del "combat spirituel" secondo l'espressione di Rimbaud, vissuta dall'autore dalla rivelazione del Natale 1886. La disperazione del giovane sopraffatto dal pensiero materialista degli anni ottanta del XIX secolo e il suo desiderio di trovare un percorso in linea con le sue aspirazioni sono rappresentati dal destino di un conquistatore, simile agli eroi shakespeariani, che prende il potere prima di morire riconoscendo la vanità del suo sforzo. Il primo atto, situato in un periodo indefinito e in una cornice ispirata ai paesaggi in cui l'autore ha vissuto la sua infanzia, è formato da un dialogo tra un giovane con un nome platonico, Cébès, e un personaggio più anziano, Simon Agnel, disperato per la morte della sua compagna. I due eroi, dopo aver seppellito la donna morta, esprimono la loro sofferenza e la loro disperazione per la vanità della vita. Ma Simon, soggetto a un'illuminazione che non manca di ricordare ciò che l'autore aveva conosciuto durante la sua conversione, è deciso a farsi valere davanti al mondo. Il secondo atto si trova in un regno in difficoltà, di cui il re, circondato da servi che sonnecchiano e sono sepolti nella tristezza, attende con angoscia la disfatta dei suoi eserciti. Accanto a lui, Cébès, malato, è condannato a morire. La figlia del re, citando il discorso della saggezza nel capitolo VIII dei Proverbi che Claudel aveva scoperto la sera della sua conversione, accusa gli uomini gravati di averla ignorata. Tuttavia, arriva un messaggero che, contro ogni previsione, annuncia la vittoria ottenuta da Simon, che diviene capo dell'esercito sotto il nome di Tete d'or. Quest'ultimo, dispiaciuto per la morte di Cébès, che spira tra le sue braccia, si ribella alla cattiveria dei cortigiani, uccide il re, prende il trono e scaccia la principessa. È la vittoria della volontà umana e il trionfo del desiderio. L'ultimo atto è quello della sconfitta. Gli eserciti di Tête d'Or, avventurati in un estremo oriente, si sciolgono di fronte al nemico. Lui stesso è ferito a morte durante la battaglia e lotta furiosamente in agonia. La principessa esiliata, ridotta a vagare nella miseria, viene spogliata del suo pane da un soldato disertore e crudelmente inchiodata su un albero. Tête d'Or, morendo, in uno sforzo supremo, riesce a liberarla e chiede ai suoi soldati di ripristinare il suo titolo di Principessa, incoronata Regina prima di morire. Gli eserciti possono solo tornare indietro, constatando la vanità dello sforzo umano. Ma l'incoronazione della regina, dove Claudel ha sempre voluto riconoscere un'immagine della Chiesa, è l'affermazione del primato dei valori religiosi. Claudel ha riscritto il dramma nel 1894, riducendo la sua audacia stilistica, accentuando il suo simbolismo religioso e inserendo, nel primo atto, un'invocazione all'Albero, dove Simon vede l'immagine e come modello di sviluppo umano e auto affermazione. - Partage de Midi (1906): Ysé, de Ciz (marito), Amalric (amante), Mesa (passione) - Il dramma è, per usare l'espressione di Claudel in una lettera a Francis Jammes del 19 settembre 1905, "l'histoire un peu arrangée" della "l'aventure" amorosa che ha vissuto dal 1900 al 1905. Il primo atto si trova su una nave in mare verso l'Estremo Oriente, nel mezzo dell'Oceano Indiano. Quattro personaggi, a mezzogiorno, parlano sul ponte della nave. Mesa, in cui l'autore ha rappresentato se stesso, è un funzionario che rientra alla sua occupazione in Cina. A bordo ci sono una giovane donna, Ysé, accompagnata dal marito De Ciz e dai loro quattro figli, nonché un allegro avventuriero in cerca di fortuna, Amalric. Mesa, solo e sconvolto dopo aver fatto, come Claudel nel 1900, uno sfortunato tentativo di entrare nella vita monastica, è immediatamente affascinato dalla bella Ysé, civettuola, spensierata, innamorata della vita dopo anni di un matrimonio che la lascia insoddisfatta. Amalric, che l'aveva incontrata e amata una volta, promette di conquistarla di nuovo. De Ciz, un uomo bello, gentile, egoista e indeciso, è alla ricerca di un lavoro redditizio. Tutti e quattro, in viaggio verso la Cina, sperano di trovare lì un destino in proporzione alla loro ambizione o al loro sgomento. Parlano mentre aspettano la campana che annuncia l'ora del pasto serale. Il secondo atto si svolge a Hong Kong, dopo la traversata, in un cimitero in cui Mesa ha preso un appuntamento con Ysé e suo marito. Mentre si allontana per un momento mentre li aspetta, De Ciz informa Ysé della sua intenzione di partire per continuare un traffico incerto nel commercio e nella tratta di nativi, e si sta preparando a lasciarla nonostante le sue obiezioni e suppliche. Mesa, tornato e solo di fronte a Ysé, la prende tra le braccia senza che lei resista: entrambi si abbandonano alla loro passione, decisi a rompere i legami che li separano. Quando De Ciz torna da loro, Mesa cerca ipocritamente, di tenere lontano il fastidioso marito, per convincerlo ad accettare il lavoro pericoloso che gli ha offerto. Il terzo e ultimo atto si svolge alcuni anni dopo, in una casa in un porto in Cina, dove riconosciamo l'arredamento del consolato di Foutchéou dove Claudel ha vissuto la passione rievocata nel dramma. Ysé ora vive con Amalric, dopo aver lasciato Mesa, da cui ha avuto un figlio. Questo è il tempo della Ribellione dei Boxer, che assassinano i residenti stranieri, e la casa dove si sono rifugiati Amalric e Ysé è stata minata e esploderà in modo da sfuggire agli assedianti. Appare Mesa, che detiene un permesso che consentirebbe a Ysé di fuggire. Le rimprovera il suo silenzio e la supplica di fuggire con lui, essendo De Ciz morto, in un lungo monologo a cui lei non risponde una parola. Quando Amalric ritorna, una breve lotta oppone i due uomini e Mesa, sconfitto, collassa, mentre Amalric e Ysé fuggono dopo essersi impossessati del permesso. Mesa, lasciato solo nella casa che sta per saltare, si rivolge a Dio in un "cantico" in cui si rende conto della sua colpa e si prepara per lasciare questo mondo. Ma Ysé, che è fuggita, torna improvvisamente a morire con lui, e i due amanti, in un dialogo finale, si scambiano il giuramento di un consenso sacramentale che trasfigura e realizza il loro amore nella "condivisione di mezzanotte" (partage de minuit) - Mesa: passione amorosa distruttiva lo riconduce a Dio da cui si era allontanato - Cinq grandes odes (1908): genere poetico tradizionale - La Cantate à trois voix (1912): Laeta, Fausta, Beata separate dall'amato: attesa dell'anima, tutto ha un senso religioso - verso più breve, opera musicale - L'argomento è già drammatico. Tre donne, Laeta, fidanzata, Fausta, esiliata, Beata, vedova, ognuna separata da quello che ama. La poesia crea uno scenario, una terrazza con vista sul Rodano e sul paesaggio del Delfinato, e comprende didascalie interne sufficienti a suggerire un gioco teatrale. La Cantate à trois voix è tanto più drammatica in quanto lo sposo assente è lo sposo divino: l'attesa non è altro che quella dell'anima. Anche gli apparenti motivi elegiaci e georgici (vite, grano, giardino, rosa) assumono un significato religioso. Drammatica, lirica e mistica, la cantata è ancora un'opera musicale. A brevi repliche si alternano cantiche di celebrazione, con versi spesso ampi, centrati su un motivo (il profumo), i suoi significati (espressione di interiorità, essenza della creatura, parola, sacrificio e dono, ritorno a Dio dello spirito), dove la voce di ogni donna porta gioia, speranza e amore. - L'annonce faite à Marie (1912): dramma in quattro atti, definita da Claudel "dramma umano e sovrumano", Anne, Violaine, Mara, Pierre de Craon, Hury - miracolo, possessione dell'anima da sovrannaturale - Il dramma è ambientato in Francia, in un tardo Medioevo di maniera, in cui le vicende di Carlo VII e di Giovanna d'Arco fanno da sfondo alla storia dei protagonisti. Anna Vercors è un anziano contadino: ha passato la sua vita a lavorare la terra della tenuta di Combernon, sulla quale si erge, in cima ad una collina, il santuario delle suore di Montevergine, che con le sue campane scandisce il lavoro e la preghiera dei contadini. Il prologo si apre all'alba. Nella rimessa di Combernon, la figlia di Anna, Violaine, una giovane piena di vita e dalla fede profonda e gioiosa, si incontra con Pietro di Craon, mastro architetto e costruttore di chiese in tutta la Francia. Egli torna pentito dopo che, in precedenza, sedotto dalla bellezza di Violaine, aveva tentato invano di possederla, ma era riuscito solo a procurare alla ragazza un piccolo taglio sul braccio; dopo quel giorno, Pietro aveva scoperto di avere la lebbra. Quella mattina, Violane gli annuncia del suo futuro fidanzamento con Giacomo Hury, uomo retto e coraggioso; dà quindi a Pietro il suo anello come offerta per la costruzione della chiesa che egli sta costruendo. Infine, prima che egli se ne vada, in segno di perdono, dà a Pietro un bacio sulla fronte, contraendo così anch'essa la lebbra. Alla scena assiste di nascosto Mara, la sorella di Violaine. Nel I atto, Anna Vercors annuncia ai suoi familiari l'intenzione di lasciare la famiglia e la sua terra. Motivato dalla consapevolezza di avere passato già goduto ampiamente dei suoi anni a Combernon, e mosso dalla situazione di incertezza religiosa e politica che attraversa l'Europa (il trono di Francia sconvolto dalla Guerra dei cent'anni, la sede papale contesa), egli decide di mettersi in pellegrinaggio verso la Gerusalemme. Prima di partire, nomina Giacomo Hury suo erede e gli dà in sposa sua figlia Violane. Nel frattempo però Mara (che tra le due è quella più brutta e dal carattere più spigoloso), invidiosa del successo della sorella e mossa dalla gelosia, afferma che dovrebbe essere lei a sposare Giacomo, e minaccia di suicidarsi se così non dovesse avvenire. Nel II atto, quando il matrimonio tra Giacomo e Violane è già stabilito, quest'ultima si trova costretta a rivelare al promesso sposo il fiore d'argento sulla sua carne: il segno della lebbra che ormai inizia a manifestarsi. Quando Giacomo scopre della malattia, spinto dal sospetto che ella l'abbia tradito con Pietro di Craon (al quale invece essa ha dato solo un bacio) e istigato dalle accuse di Mara, rinnega la sua Violaine e, per evitare pubblico scandalo, col pretesto di dover incontrare i suoi genitori la fa partire lontano da Combernon. Passano gli anni, Giacomo si sposa con Mara e il frutto del loro amore è la piccola Albina. Il III atto si apre la vigilia di Natale quando, verso il crepuscolo, a Chevoche tutto è pronto per il passaggio del Re che quella notte deve essere incoronato a Reims. Mara è in cerca della Lebbrosa che da otto anni abita la celletta del Géyn; dopo una conversazione con alcuni operai del luogo, la trova e la segue fino alla caverna che le serve da rifugio. La lebbrosa è in realtà Violane, ormai cieca a motivo della malattia che le ha consumato la carne. Il motivo che ha portato Mara a cercare Violane è la morte improvvisa della figlia Albina; Mara non accetta che la figlia sia morta, e viene a chiedere con tono rabbioso a Violaine di renderle la sua bimba, e la affida nelle sue braccia. Intanto le campane suonano nella notte: è l'annuncio del Natale. Violaine chiede quindi a Mara di leggere per lei l'Ufficio delle Letture della liturgia natalizia; dopodiché le due sorelle si addormentano. Al loro risveglio, all'alba del giorno di Natale, Violane si rende conto che la piccola Albina è viva. Del miracolo avvenuto è rimasto però un segno indelebile: la piccola ha ora gli occhi azzurri, come Violaine. Nel IV atto, la scena si sposta di nuovo a Combernon dove, una notte, improvvisamente giunge Pietro di Craon (che intanto è guarito dalla lebbra) portando con sé Violaine in punto di morte. Egli l'ha trovata mezza interrata nella sua cava, sepolta sotto un carico di sabbia fatto cadere da un carretto. Quando Violaine, con le sue ultime forze, si rianima, ha con Giacomo un dialogo serrato durante il quale egli riconosce l'innocenza della donna. Tuttavia, si rifiuta di perdonarla, in quanto capisce che in realtà ella sta chiedendo indirettamente il perdono per quanto fatto dalla sorella Mara. È stata lei infatti ad aver condotto Violaine alla cava, in preda alla gelosia, per sbarazzarsi definitivamente della sorella, di cui era sempre stata invidiosa, e che continuava ad essere presente, in modo per lei insopportabile, nei pensieri di Giacomo e negli occhi azzurri della piccola Albina. Giacomo, quando ha capito che tutto per lui è perduto, ma non è capace di perdono, dà l'ultimo saluto a Violaine, che muore lodando Dio. Poco dopo, Anna Vercors torna dalla Terra Santa, trovando la sua terra cambiata: le campane di Montevergine non suonano più, perché non ci sono più recluse nel monastero. Anna viene quindi a conoscenza della sorte di Violaine, e assiste alla sepoltura della figlia; egli tuttavia non dispera per la morte della figlia, ma anzi ascolta la confessione di Mara e ottiene da Giacomo l'accettazione della sua sorte e il perdono per la moglie. Sotto la guida dell'anziano Anna Vercors, è svelato infine il senso sacrificale della morte di Violaine: «Chi se n'è andato non ritornerà, e ciò che una volta è stato donato non può essere ripreso. [...] La mia piccola Violaine è stata più saggia. Forse che il fine della vita è vivere? forse che i figli di Dio resteranno con fermi piedi su questa miserabile terra? Non vivere, ma morire, e non digrossar la croce ma salirvi, e dare in letizia ciò che abbiamo. Qui sta la gioia, la libertà, la grazia, la giovinezza eterna! [...] Che vale il mondo rispetto alla vita? E che vale la vita se non per essere data? E perché tormentarsi quando è così semplice obbedire? Così Violaine, tutta pronta, segue la mano che prende la sua» Consapevole ormai di aver portato a termine il suo compito, Anna sente al tramonto le campane di Montevergine suonare l'Angelus: anche Montevergine è risuscitata (le suore di clausura hanno ripreso ad abitare il monastero) e la vita a Combernon prosegue nel lavoro e nella lode a Dio. Nella seconda redazione dell'opera, viene accentuato il ruolo di Mara e ritoccato il IV atto: Pietro di Craon non compare più (è Anna a riportare a casa la figlia in punto di morte). Nella terza edizione, inoltre, l'opera si chiude didascalicamente con un gesto simbolico: «Sopra il corpo della lebbrosa sacrificata, mentre le campane di Montevergine scandiscono: Pax! Pax! Pax!, il Padre alza fra le sue le mani degli sposi riconciliati. Perché egli ha imparato che solo innalzando si riconcilia» - Le soulier de satin (1929): dura in tutto 11 ore nella versione completa, amore impossibile, Dona Prouhèze, Don Rodrigue - dramma teologico, non possono sfuggire alla forza della Grazia ma tentati dal peccato si dibattono contro Dio: cerimonia rinuncia - « La scène de ce drame est le monde » - « Le sujet du Soulier de satin, c'est en somme celui de la légende chinoise, les deux amants stellaires qui chaque année après de longues pérégrinations arrivent à s'affronter, sans jamais pouvoir se rejoindre, d'un côté et de l'autre de la Voie lactée » - l'azione si spalma su 20 anni, ambientata nel Rinascimento al tempo dei conquistadores ed è divisa in quattro giornate, seguendo la tradizione del secolo d'oro - storia d'amore attraversata dalla questione del desiderio e da questioni sociali e cosmologiche - première journée: L'azione si svolge al momento delle grandi scoperte quando le caravelle dei conquistatori solcano i mari. Il caso gettò, dopo un naufragio, il giovane Don Rodrigue de Manacor sulla costa africana; il primo volto che gli apparve quando aprì gli occhi fu quello di Doña Prouhèze, moglie di Don Pélage, governatore generale. Un amore assoluto è nato tra i due giovani. Incapace di resistere alla voce di Rodrigue che lo chiama, Doña Prouhèze approfitta di un viaggio in Spagna per inviare una lettera a Rodrigue: gli dà appuntamento in una locanda, vicino al mare, in Catalogna . Allo stesso tempo, Don Camille, cugino di Don Pélage, un avventuriero senza legge, esorta la giovane donna ad andare con lui nella cittadella di Mogador dove deve unirsi al suo comando. Lungi dall'essere commosso dal rifiuto ricevuto, Don Camille, come se avesse accesso ai segreti del Destino, dà un appuntamento con Prouhèze in Africa. Prima di lasciare la casa di suo marito, accompagnata dal fedele Don Balthazar incaricato da Don Pélage di sorvegliare la giovane donna e di partire per unirsi a RPodrigue, Doña Prouhèze, nel mistero di una preghiera, offre alla Vergine le sue scarpe di raso , così, dice, se si lancia verso il male, lo fa almeno con un piede zoppo. E, decisa a evadere l'attenzione di Don Balthazar, sorda alla voce del suo Angelo custode, Prouhèze, travestita da uomo, corre per unirsi a quello che ama. Ma l'incontro non avrà luogo perché, di notte, sulla strada per Santiago de Compostela, Rodrigue è stato ferito da falsi pellegrini nel deserto della Castiglia e trasportato morente nel castello di sua madre Doña Honoria. Parallelamente a questo intrigo, Doña Musique, una nipote di Don Pélage, parte da parte sua, accompagnata dal nero Jobarbara e guidata da un capriccioso sergente napoletano, per incontrare un misterioso viceré di Napoli. - deuxième journée: Doña Prouhèze passerà un po 'di tempo vicino a Rodrigue nel castello di Doña Honoria, ma non si permetterà di entrare nella stanza dell'infortunato. È qui che Don Pélage arriva presto portando una missione per la giovane donna: prendere il comando di Mogador, sulla costa africana, dove si sospetta che Don Camille faccia il doppio gioco. Doña Prouhèze parte immediatamente senza rivedere Rodrigue. Rodrigue stesso, a malapena guarito, salpa nel solco della barca della giovane donna. Il re gli ha ordinato di consegnare una lettera al nuovo comandante di Mogador ...Scopriamo quindi che il viceré chimerico di Napoli esiste davvero; circondato dai suoi più cari amici, conversa nella campagna romana, sull'arte e sulla Chiesa cattolica! E molto presto incontrerà Doña Musique, sopravvissuta a un naufragio; e i giovani trascorreranno la loro prima notte nel cuore della foresta vergine siciliana! Appare allora Saint Jacques, la cui costellazione, chiave di volta dell'oceano, illumina la notte di coloro che l'abisso separa e consola i due amanti che "fuggono subito e si inseguono". Quando arriva a Mogador, Rodrigue non verrà ricevuto da Doña Prouhèze. Non aprirà nemmeno la lettera reale ma scriverà sul retro, in risposta: "Je reste, partez". E affida a Don Camille, l'apparente vincitore del momento, il compito di consegnarla con ironia feroce a Rodrigue. Eppure sui bastioni di Mogador, mentre l'inviato del re ritorna nei suoi appartamenti, una donna inizia improvvisamente a precederlo e si abbracciano in un abbraccio che è durato solo un secondo. Nel cielo, la Luna contempla questa doppia ombra che, per quanto fugace possa essere stata la sua esistenza, "fait partie pour toujours des archives indestructibles"! - troisième journée: Doña Musique ha seguito suo marito, il viceré di Napoli, a Praga e la troviamo, incinta del futuro Jean d'Autriche e circondata da quattro santi, in preghiera per la pace nel cuore dell'Europa, nella Chiesa di San Nicola nel quartiere Mala Strana. Doña Prouhèze, da parte sua, diventata vedova di Don Pélage, abbandona il suo corpo a Don Camille sposandolo per ragioni strategiche di potere. Don Rodrigue, ora viceré delle Indie occidentali, conduce una vita amara nel suo palazzo fatiscente a Panama, circondato da una corte senza sfarzo né allegria. La sua amante, Doña Isabel, cospira per respingere questo amante che non la ama e per vedere il potere passare nelle mani del suo marito Don Ramire. Solo al comando della fortezza di Mogador, Prouhèze, nell'angoscia di una giornata di sofferenza troppo grande, invia una lettera a Rodrigue in cui gli chiede di liberarla da Don Camille. Questa "lettera a Rodrigue" diventerà una vera leggenda sui mari tra il vecchio e il nuovo mondo. Portando sfortuna a tutti coloro che lo toccano, ci vorranno dieci anni, passando da un continente all'altro, prima di arrivare nelle mani del suo destinatario. È questa lettera che servirà come arma per Doña Isabel per rimuovere Rodrigue da Panama perché Rodrigue parte immediatamente per Mogador per liberare Prouhèze. In realtà, la liberazione di Prouhèze, come annunciato in sogno dal suo Angelo custode, sarà la morte. Quando sale a bordo della caravella di Rodrigue, non è quindi per fuggire con lui, ma per affidare a Rodrigue Marie des Sept-Épées, la figlia che aveva avuto da Camille. Quanto a lei, ritorna a terra dove tutto è pronto in modo che a mezzanotte salti la cittadella di Mogador. Nella morte, Prouhèze diventerà "une étoile éternelle" per Rodrigue. - quatrième journée: L'intero quarto "giorno" del Soulier de satin si svolge circa dieci anni dopo sul mare, al largo delle Isole Baleari, e ci fa scoprire un intero mondo di pescatori, marinai, conquistatori esausti, cortigiani tanto ridicoli quanto ossequiosi. Caduto in disgrazia per aver abbandonato l'America, Don Rodrigue, invecchiato, avendo perso una gamba mentre combatteva contro i giapponesi, si guadagna da vivere dipingendo "feuilles de saints", immagini sacre grossolane vendute ai marinai che incontra. Doña Sept-Épées, sua figlia spirituale, cerca di risvegliare lo spirito di avventura del vecchio conquistatore e di portarlo con lei e la sua fedele amica, la Bouchère, a prendere d'assalto le fortezze di Barbarie per liberare i cristiani dai detenuti nordafricani. Ma Rodrigue è molto più sensibile a un'altra voce femminile, quella di una finta Marie Stuart, un'attrice inviata dal re di Spagna che sogna di umiliare Rodrigue la cui vecchia nave offusca la maestosità della corte galleggiante sul mare. La sua missione è incoraggiarlo a venire a governare l'Inghilterra con lei, anche se la Spagna ha appena visto tutti i suoi sogni di gloria e potere infranti dalla terribile sconfitta dell'Invincibile Armada. Convocato davanti al re, Rodrigue si avventa incautamente in grandi e generosi progetti. Viene immediatamente arrestato per alto tradimento e venduto come schiavo. È una vecchia sorella spigolatrice che la comprerà con una manciata di vecchi vestiti e oggetti eterogenei, vecchie bandiere e vasi rotti, proprio nel momento in cui sentiamo trombe e un colpo di cannone in lontananza che annuncia che Marie des Sept-Épées ha appena raggiunto la barca di chi ama, Jean d'Austria, il futuro vincitore di Lépante.

Valéry (1871-1945)

Vita - Paul Valéry, padre corso e madre genovese, studia diritto, pubblica prime poesie simboliste su una rivista - 1890: incontra Gide e Mallarmé - 1892: a Genova cadde in ciò che avrebbe poi descritto come una grave crisi esistenziale. Al mattino era deciso a ripudiare gli idoli della letteratura, dell'amore e dell'imprecisione per consacrare l'essenza della sua vita a ciò che indicò come "la via dello spirito": ce lo testimoniano i suoi cahiers, diari nei quali si costringe ad annotare ogni mattino tutte le sue riflessioni. Dopo di che, aggiunge come battuta di spirito, "ayant consacré ces heures à la vie de l'esprit, je me sens le droit d'être bête le reste de la journée" - delusione, rinuncia alla creazione poetica - "ogni poema che non avesse la precisione esatta della prosa non ha nessun valore" - indica questa notte come l'inizio della sua vita mentale - 1894: Parigi, si dedica allo studio dell'attività intellettuale (matematica), ricerca essenziale - L'introduction à la méthode de Léonard de Vinci (1895): figura ideale della mente superiore, dettaglio di una vita intellettuale (saggio) - La soirée avec M. Teste (1896): preoccupazione distacco dell'anima dalla sensibilità, riflesso narcisistico dell'autore (in parte autobiografico), Teste è l'uomo perfettamente padrone della sua vita mentale, coscienza lucida e assoluta, senza desideri né passioni (Teste si vedeva vedersi) - 1900: sposa Jeannine Gobillard da cui ha tre figli - La jeune Parque (1917): poemetto con poesie vecchie rimaneggiate, padronanza di proprietà di associazione musicale e significativa della lingua - ritorno alla poesia sotto l'influenza di Gide - sotto l'influenza di Mallarmé privilegia la forma a scapito del senso e dell'ispirazione, « Mes vers ont le sens qu'on leur prête », ciò che per ciascuno è la "forma", è per me il "contenuto" - Le cimetière marin (1920): poemetto in 24 strofe, riflessioni sulla vita e essere assoluto - Valéry descrive un piccolo cimitero, posto in vicinanza del mare, dove le tombe, di colore bianco, risplendono fra i cipressi sotto la luce del sole che ricava incanti dalla vicina superficie del mare. Alla descrizione visiva, il poeta intercala riflessioni e pensieri sulla vita e sull'essere assoluto (rappresentato dal Sole), l'essere relativo all'uomo (il mare) e il non essere (il cimitero). I termini filosofici trovano, in questa poesia, un profondo senso poetico in quanto pensieri e ragionamenti sono riassorbiti di continuo nel fascino della contemplazione da cui sono nati - cimitero destinato a sepoltura di marinai - Charmes (1922): poesie nuove, poi torna alla prosa, saggi in Variété (I-V) - negli anni 20 ha una relazione tumultuosa con la poetessa Catherine Pozzi, ma dopo la loro rottura lei fa affermazioni aspre come « Il s'intéressait à l'intelligence, mais pas à l'esprit » - 1925: eletto all'Académie française, è ormai poeta affermato (dal primo dopoguerra), quando fa l'elogio di Anatole France non pronuncia mai il suo nome perché aveva in passato scritto contro Mallarmé - 1945: perde il posto durante l'Occupazione (non collabora) e muore, viene sepolto nel cimitero marino - Cahiers (pubblicati postumi): laboratoire intime de l'esprit Poetica - tentazione di elevarsi fino al divino o anche al nulla - coscienza pura non può realizzarsi senza abolirsi poiché per esistere ha bisogno di oggetti diversi da sè - impossibilità di se stesso come oggetto - esigenza di distacco: mezzi espressivi: il suo linguaggio gli impone il pensiero degli altri, linguaggio in quanto dato collettivo, costruisce il pensiero invece che limitarsi ad esprimerlo, ne distorce il senso - rimprovera all'opera letteraria di voler essere altro che puro oggetto di linguaggio (riproduzione della realtà - mentre è artificio e arbitrarietà) - scrivere in piena coscienza e lucidità qualcosa di debole che un capolavoro sotto ipnosi: insiste sul "mestiere", linguaggio di suggestione sottomesso alle rigide regole della prosodia classica in cui senso e bellezza sono indissociabili e l'intelligenza diventa diletto - filosofia: « Je lis mal et avec ennui les philosophes, qui sont trop longs et dont la langue m'est antipathique»; esponente del costruttivismo, posizione filosofica ed epistemologica che considera la rappresentazione della realtà, e quindi il mondo in cui viviamo, come il risultato dell'attività costruttrice delle nostre strutture cognitive, assumendo una prospettiva spesso relativistica e soggettivista.

Apollinaire (1880-1918)

Vita - Wilhelm Albert Włodzimierz Aleksander Apolinary Kostrowicki (Guillaume Apollinaire), nasce a Roma da nobildonna polacca, non riconosciuto - trasferimento in Francia, adolescenza instabile - 1901: precettore in Germania, si innamora di Annie Playden, governante inglese, va due volte nel Regno Unito da lei ma poi lei si trasferisce in America (Chanson du mal-aimé) - frequenta Ungaretti, Max Jacob, Picasso, pittrice Marie Laurencin (relazione) - 1907: romanzo libertino, erotico Les Onze Mille Verges ou les amours d'un Hospodar (rimando satirico alle undicimila vierges che hanno accompagnato Sant'Orsola al martirio) - Primi del Novecento. La ricerca sfrenata del piacere conduce il principe Mony Vibescu, hospodar (signore in lingua slava) ereditario di Romania, da Bucarest a Parigi. Qui conosce Alexine e Culculine, con le quali intrattiene inizialmente un ménage à trois, poi allargato a più persone, ovvero chiunque capiti loro, per esempio: un cocchiere, una guardia, una coppia di scassinatori... Uno di questi, il ladro Cornaboeux, promosso dal principe al rango di cameriere personale, accompagna Mony nel suo ritorno a Bucarest, dove è stato richiamato per raccogliere l'eredità del suo intimo amico il viceconsole di Serbia. Durante il viaggio i due si rendono protagonisti di orge e omicidi sull'Orient Express. Giunti a Bucarest e ritirata l'eredità del viceconsole, Mony e il suo compare vengono invitati ad una riunione segreta di congiurati che si prefiggono di assassinare il re di Serbia Alessandro I Obrenović per sostituirlo con Pietro Karađorđević. Mony e Cornaboeux partecipano volentieri all'orgia che si svolge durante questa seduta segreta, ma non attivamente all'attentato. In seguito scoppia la guerra russo-giapponese e il principe Vibescu viene arruolato come tenente nell'armata del generale russo Kuropatkin. Mony viene fatto prigioniero durante l'assedio di Port Arthur e condannato a morte mediante fustigazione. Da qui il titolo dell'opera: il condannato dovrà infatti ricevere una vergata da ogni uomo appartenente all'armata giapponese di stanza a Port Arthur, che conta undicimila unità. Prima dell'esecuzione gli viene concesso di deflorare una ragazzina rumena di dodici anni cui Mony, non avendo più nulla da perdere, cava gli occhi prima di strangolarla. Al duemillesimo colpo di verga Mony spira. Dopo undicimila colpi, del principe non rimane altro che un ammasso informe simile a carne da salsiccia, salvo la testa che i giapponesi, per rispetto, lasciano intonsa. In suo onore, gli amici e compagni di avventure erotiche Cornaboeux, Culculine e Alexine fanno erigere un monumento funebre. Il principe Mony Vibescu vi è ritratto come un eroe e protettore delle arti. - 1910: L'hérésiarque et cie - 1911: Le bestiaire ou cortège d'orphée, brevi poesie illustrate in cui evoca valori emblematici di animali umanizzati - 1912: sospettato di furto della Gioconda al Louvre, prigione - 1913: Peintres cubistes, méditations esthétiques, Manifeste de l'antitradition futuriste: araldo dell'avanguardia estetica - 1913: Alcools: carattere disparato di poesie unite e diversità della loro espressione, alterna versi regolari a versi liberi, allusioni e formulazioni più semplici, nude - stabilisce una cosmogonia persone e abolisce i nessi temporali nelle sue poesie, tutto si mescola, presente, passato e futuro in un clima di ebbrezza e vino - 1914: incontra Louise de Coligny-Chatillon, di cui si innamora e che chiama Lou (Poèmes à Lou) « Vous ayant dit ce matin que je vous aimais, ma voisine d'hier soir, j'éprouve maintenant moins de gêne à vous l'écrire. Je l'avais déjà senti dès ce déjeuner dans le vieux Nice où vos grands et beaux yeux de biche m'avaient tant troublé que je m'en étais allé aussi tôt que possible afin d'éviter le vertige qu'ils me donnaient. » ma lei non ricambia mai veramente - 1916: si arruola, definisce la guerra "un grand spectacle", ferito alla testa - 1916: Le poète assassiné: raccolta di novelle e racconti tra l'epico e l'autobiografico ispirato all'esperienza al fronte - i surrealisti si interessano all'homme-cible di De Chirico che ritrae un uomo con un bersaglio, cerchio bianco, sulla tempia proprio dove sarà colpito Apolinnaire, rinominando il quadro "Portrait (prémonitoire) de Guillaume Apollinaire" - 1917: Les mamelles de Tirésias: dramma surrealista, Apollinaire inventa il termine surrealismo e surrealista - L'azione si svolge nell'isola di Zanzibar, dove Thérèse abbandona il marito, uomo greve e prepotente, e decide di assumere un'identità maschile, chiamandosi Tiresia e lasciando volar via le mammelle. Il marito, solo e abbandonato, fa sbocciare una natura femminile e materna mettendo al mondo, in un sol giorno, 49051 bambini. La straordinaria fecondità del poeta si travasa in una prolificità leggendaria del marito, diventato una madre ambiziosa, che acquisterà tanta grazia da toccare il cuore e i sensi di un autoritario e virile Gendarme. L'opera si conclude con la trasformazione di Tiresia in Thérèse e la riconciliazione con il marito. - 9 novembre 1918: morte di influenza spagnola, Ungaretti lo va a trovare per comunicargli la vittoria dell'intesa ma è morto - Calligrammes, poèmes de la guerre et de la paix (1918) Poetica - nuovi strumenti tecnici ed espressivi: eliminazione della punteggiatura, verso libero, sperimentalismo grafico del calligramma - nessuna teoria, atto creativo deve venire dall'immaginazione, intuizione, deve avvicinarsi di più alla vita, natura (« une source pure à laquelle on peut boire sans crainte de s'empoisonner ») ma non imitazione, esprimere tramite il suo punto di vista - per essere poetica, l'arte deve essere libera da riflessione, spontaneità dell'espressione e sincerità delle emozioni - « Je suis partisan acharné d'exclure l'intervention de l'intelligence, c'est-à-dire de la philosophie et de la logique dans les manifestations de l'art. L'art doit avoir pour fondement la sincérité de l'émotion et la spontanéité de l'expression : l'une et l'autre sont en relation directe avec la vie qu'elles s'efforcent de magnifier esthétiquement » - utilizzo del presente anche per situazioni passate, ma si rivolge all'uomo del futuro - « On ne peut transporter partout avec soi le cadavre de son père, on l'abandonne en compagnie des autres morts. Et l'on se souvient, on le regrette, on en parle avec admiration. Et si on devient père, il ne faut pas s'attendre à ce qu'un de nos enfants veuille se doubler pour la vie de notre cadavre. Mais nos pieds ne se détachent qu'en vain du sol qui contient les morts » - calligramma: sostituisce la simultaneità alla linearità, creazione poetica visiva unisce la singolarità del gesto della scrittura alla riproducibilità della pagina stampata - tramite l'esperienza individuale giunge all'universale


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