Odontotecnica 2
Descrivi almeno due tipi di leghe dentali, indicandone approssimativamente l'intervallo di fusione e le principali indicazioni d'uso. 1
. • Leghe auree. Utilizzate per protesi fisse interamente in metallo e in metallo-resina, possono contenere percentuali variabili di oro, rame, palladio, platino e altri elementi. Il loro intervallo di fusione si situa all'incirca tra 850 e 1100°C e hanno densità elevata (15-17 g/cm³). Hanno una buona resistenza alla corrosione, hanno un'elevata biocompatibilità e possono adattarsi facilmente a superfici irregolari. Vengono distinte in leghe ad alto, medio e basso titolo aureo (la quantità di oro presente nella lega). Il titolo aureo ne influenza la malleabilità: quelle con titolo aureo più elevato non presentano quindi caratteristiche fisiche sufficienti a garantire una resistenza adeguata alla realizzazione di protesi estese, proprio perché la cospicua presenza dell'oro le rende troppo morbide - flettendosi, potrebbero causare fratture al rivestimento estetico, soprattutto se in ceramica -. Per la stessa ragione, possono invece risultare molto indicate in caso di intarsi, corone singole o ponti in oro-resina, oppure nel caso di pazienti allergici ad altri metalli (per l'elevata biocompatibilità). • Leghe per ceramica. Come requisiti indispensabili devono avere una resistenza elevata, un intervallo di fusione superiore a quello della ceramica (in genere compreso tra 1100 e 1500°C) e la possibilità di ossidarsi adeguatamente, per garantire l'adesione della ceramica. Ne esistono di vari tipi, variabili in base ai metalli che contengono: auree, palladiate, al nichel-cromo, al cromo-cobalto, ecc... Attualmente le più diffuse sono le leghe vili di tipo III e IV che sono leggere (hanno densità modesta, 8-10 g/cm³), costo contenuto e, trattate termicamente, si possono ossidare facilmente per garantire l'adesione della ceramica. • Leghe per scheletrati. Sono leghe inossidabili, la cui resistenza alla corrosione deriva dalla percentuale di cromo presente. In genere vengono distinte, in base alla composizione, in leghe a base di nichel-cromo (Ni-Cr) e leghe a base di cromo-cobalto (Cr-Co), entrambe additivate di altri metalli in percentuali minori, come alluminio (Al), berillio (Be), manganese (Mn) e altri elementi. Le leghe a base di nichel-cromo presentano il problema del numero elevato di soggetti allergici al nichel, per cui ultimamente i produttori si sono orientati a prodotti nichel free. In generale, tutte queste leghe presentano elevata resistenza ed elasticità e quindi possono essere utilizzati in strutture anche molto estese senza correre il rischio che si rompano o si deformino in modo permanente. Sono sempre piuttosto leggere e dure, con un peso specifico basso che si aggira intorno a 8 g/cm³. Fondono a temperature elevate, comprese tra 1200 e 1500°C. Spesso vengono utilizzate anche per strutture per protesi fissa, soprattutto se munite di attacchi.
Descrivi la sequenza di operazioni necessaria alla realizzazione di un apparecchio ortodontico mobile. 10
1. Modello in gesso su cui andrà realizzato il dispositivo. Si disegnano la linea mediana e la posizione dei vari componenti. Sui denti destinati a ospitare i ganci vengono tracciati equatore e zone di ritenzione. 2. Realizzazione del gancio di Adams: si piega un pezzo di filo a 90°, si segna la lunghezza del ponte orizzontale tra i due peduncoli ritentivi e si esegue la seconda piega. 3. Il gancio viene controllato sul modello, quindi si piegano i peduncoli ritentivi, poi controllati sul modello. 4. Si piegano i passanti mesiale e distale. Si inizia dal mesiale facendo in modo che si adatti allo spazio interdentale e arrivi sul palato mantenendosi a una distanza dal gesso di circa 0,7 mm. Si segna il punto in cui realizzare la ritenzione, si ripetono le stesse operazioni per realizzare il passante distale. 5. Con le pinze viene preparata anche una molla a Z semplice. 6. Per realizzare l'arco vestibolare si segna il punto in cui va realizzata la prima ansa canina, che viene piegata a 90° e poi piegata in senso contrario realizzando una curva tonda che dovrà terminare in corrispondenza del limite distale del canino. Prima di iniziare la seconda ansa è necessario infilare sul filo metallico un tubo in Teflon. 7. Terminate le pieghe e completato l'arco, i componenti del filo vengono fissati al modello con cera collante. Anche la parte attiva della molla viene coperta di cera, per impedire che la resina inglobi. Il modello viene immerso in acqua per otto minuti per saturarlo, asciugato con aria e isolato con isolante gesso-resina. 8. Prima della resinatura si controllano la posizione della vite lineare e dei ganci, arco e molla, si inizia a distribuire il polimero sul modello imbibendolo con il liquidò e procedendo per fasi alterne con la tecnica sale e pepe. 9. Dopo la resinatura il lavoro viene controllato e si eliminano le zone eccessivamente spesse. Quando la resina passa da colore lucido a quello pacco è il momento di inserire tutto in polimerizzatrice. 10. La placca viene separata dal modello e si esegue la rifinitura. 11. Dopo la rifinitura si separano le due parti del modello per permettere l'attivazione della vita: si segna la linea di taglio, si separano le due parti con un seghetto. 12. La p
Descrivi almeno due metodi di montaggio di denti artificiali, descrivendone le caratteristiche e indicandone le principali differenze. 6
>>> Montaggio con calotta. Un accessorio disponibile per diversi tipi di articolatori che permette di montare i denti posteriori inferiori con curve di Spee e Wilson predefinite. ● Dopo aver montato il gruppo anteriore, si avvita la calotta alla branca superiore dell'articolatore, orientandola in modo che la sua parte anteriore appoggi sui canini e quella posteriore su i trigoni. ● Si inizia il montaggio dei denti inferiori posteriori partendo dal primo premolare inferiore, posizionandole in modo che la sua cuspide vestibolare sia contatto della calotta, anche il secondo premolare, allineandolo alla cresta e facendoli contattare la calotta con la cuspide vestibolare. ● Sì montano i molari inferiori ● Si smonta la calotta dell'articolatore e si monta il modello superiore, iniziando dal primo molare, che va messo in chiave con l'antagonista. ● Si montano secondo premolare e poi il primo premolare, facendoli articolare con gli antagonisti. Le stesse operazioni vengono ripetute per l'emiarcata. >>> Montaggio con il piano occlusale. ● Fissato il vallo superiore al piano, si gessa il modello superiore all'articolatore. Con i valli articolati tra loro, si gessa anche il modello inferiore. ● Si inizia posizionando il centrale superiore in modo che il margine incisale tocchi il piano. Si procede con il montaggio del laterale, che viene lasciato 1 mm dal piano. I canini vengono montati con asse perpendicolare al piano, leggermente inclinato in direzione mesiale. ● Si sostituisce il piano occlusale con il modello inferiore e si inizia il montaggio del gruppo anteriore inferiore. Vengono montati per primi i canini, poi montati anche gli incisivi. ● Il montaggio procede coi denti posteriori superiori, montati utilizzando come guida il piano occlusale. Viene montato il primo premolare che toccherà il piano con la sola cuspide vestibolare, il secondo con entrambe. Primo molare in contatto solo con la cuspide mesio-palatale. Secondo molare nessun contatto con il piano. Cuspidi vestibolari dei molari devono creare la curva di Spee. ● Riavvitato il modello inferiore, iniziando dal primo molare inferiore, la cui fossa dovrà articolare con la cuspide mesio-palatale del primo molare superiore (chiave dell'occlusione). N
Descrivi le differenze tra la tecnica Snap-on e quella Pick-up. 9
>>>Tecnica Snap-on. Si rileva l'impronta di un transfer avvitato alla fixture, che lascia la propria forma nel materiale da impronta. Atteso l'indurimento del materiale ed estratta l'impronta dalla bocca del paziente, si svita il transfer dalla fixture, lo si monta sull'analogo, e si riposiziona il tutto all'interno dell'impronta. Sviluppata l'impronta, l'analogo risulterà posizionato nel modello nella stessa posizione in cui la fixture si trova nella bocca del paziente. >>>Tecnica Pick-Up. Si impiegano portaimpronte forati che possono essere standard o funzionali appositamente realizzati. Il sistema prevede che il transfer venga svitato prima di rimuovere il porta impronte del cavo orale, quindi senza che venga mai estratto dalla massa delle impronte. In seguito il transfer viene unito all'analogo sempre attraverso il foro passante, utilizzando una vite lunga. Al transfer, bloccato nell'impronta, viene connesso l'analogo, quindi lo si avvita facendo passare la vite lunga dal foro del portaimpronte situato nel lato opposto.
Come vengono classificati gli apparecchi ortodontici a seconda delle forze sviluppate? E a seconda della struttura? 10
A seconda delle forze sviluppate: ● Apparecchi attivi meccanici. Sviluppano forze meccaniche pure realizzate con l'ausilio di componenti attivabili(viti, molle). Realizzano il risultato terapeutico aumentando la spinta a carico del dente lungo una data direzione. Placche, Quad-Helix ● Apparecchi attivi funzionali. Sviluppano forze sfruttando le forze muscolari. Rieducatore della lingua, Bionatore. ● Apparecchi ortopedici. Sviluppano una forza lungo una data direzione, apportando modifiche alla struttura ossea. I denti servono da ancoraggio per poter sviluppare dei carichi che permettono di realizzare delle modifiche basali. Frog su minivite. ● Apparecchi passivi (di contenzione). Non permettono lo spostamento dentale delle posizioni raggiunte, utilizzati per impedire la recidiva. Placca, Posizionatore. ● Apparecchi misti. Capaci di sviluppare due o più tipi di forze diverse. Herbst
. Qual è la principale caratteristica di un saldame? 1
Il saldame è una lega molto simile a quella che compone il dispositivo da saldare, ma rispetto a quest'ultima ha la caratteristica peculiare di avere un intervallo di fusione decisamente più basso. In questo modo, la saldatura scioglie il saldame senza che gli elementi da saldare si deformino o fondano in conseguenza del calore.
Che cosa si intende per tavolato occlusale e qual è la sua estensione? 4
Il tavolato occlusale è quella superficie compresa dal perimetro cuspidale, e occupa all'incirca il 60% del diametro linguo-vestibolare del dente
Cosa sono i sistemi full Digital? Fai almeno un esempio di protocollo di lavoro possibile in questo ambito 9
Alcuni protocolli per impianti prevedono di realizzare protesi a supporto implantare completamente con sistemi digitali, senza dover intervenire manualmente neanche per sviluppare un modello o realizzare una struttura di supporto. In realtà, molti passaggi tecnici vengono ancora svolti manualmente, in parte per ragioni economiche, ma soprattutto perché le abilità manuali del tecnico sono ancora insostituibili, almeno per quanto riguarda la finitura delle parti estetiche. Per quanto riguarda il protocollo si eseguono delle impronte digitali che danno origine a modelli virtuali e da cui si delinea un progetto virtuale. Dal progetto virtuale si può produrre un dispositivo provvisorio in attesa dell'intervento chirurgico. Successivamente si esegue un'impronta digitale che dà origine a modelli virtuali, per progettare un dispositivo definitivo che può essere prodotto tramite procedure CAM o finalizzazione estetica.
Qual è la differenza tra angolazione e torque? Spiegala con un disegno. 10
Angolazione: è una specifica angolazione mesio-distale dell'asse longitudinale rispetto al piano occlusale. Torque: è la versione palato-vestibolare di ogni singolo elemento dentale, cioè la posizione spaziale del corpo dentale.
Quali sono i principali sistemi di prototipazione utilizzati in campo dentale? 7
Attualmente le procedure di prototipazione (per addizione) si stanno diffondendo sempre più spesso poiché esiste una vasta gamma di materiali adatti ad essere lavorati con queste tecniche. Le principali tecniche di prototipazione sono stampa 3D, laser melting e laser sintering.
Cosa indicano gli acronimi CAD CAM? Quali vantaggi comportano queste tecniche nel settore dentale? 7
CAD sta per Computer Aided Design e indica il settore informatico che raggruppa i sofware di modellazione digitale destinati alla produzione di oggetti 2D o 3D. CAM sta per Computer Aided Manufacturing che serve a realizzare oggetti fisici reali. Vantaggi: ● Permette una riduzione dei tempi di produzione. ● Le eventuali modifiche del progetto, o la sua nuova riproduzione, sono molto più veloce e vantaggiose. ● Il software CAD consente un facile riutilizzo di dati acquisiti, a partire da quelli di scansione a quelli di progettazione.
Che cosa si intende per overdenture? Su quali tipi di ancoraggi fissi può contare? 6
Con l'overdenture la protesi totale dispone di un sistema di ancoraggio aggiuntivo grazie alla presenza di attacchi o barre ancorati a pilastri naturali o implantari che aumentano sensibilmente la tenuta del dispositivo. I principali sistemi di ancoraggio utilizzati sono attacchi e barre, da fissare a radici residue del paziente o impianti.
Perché in protesi scheletrata è indispensabile la duplicazione del modello (se si impiega la tecnica tradizionale?) 3
Data la fragilità e l'estensione dei modellato in cera degli scheletrati, per la fusione si dovrà necessariamente modellare direttamente lo scheletrato su un modello in rivestimento. Questo modello viene ottenuto dalla duplicazione del modello master scaricato, e può essere eseguita con due diversi tipi di materiali: le gelatine (Idrocolloidi reversibili) o gli elastomeri. In entrambi i casi, il modello viene preparato fissandolo alla base di speciali muffole per la duplicazione, all'interno delle quali si cola il materiale prescelto per la duplicazione.
Spiega le differenze tra carico immediato e carico differito. 9
Dopo l'inserimento dell'impianto nell'osso, la fase successiva dipende dal tipo di dispositivo previsto del trattamento. Se si tratta di un dispositivo a carico immediato, verrà messo in opera il dispositivo protesico in tempi brevissimi. Se la protesi è a carico differito, si aspetterà l'osteointegrazione dell'impianto, intervenendo in un secondo tempo con la protesizzazione. In questo caso viene applicato alla fixture un moncone di guarigione, cioè un abutment che ha la funzione di mantenere accessibile la piattaforma implantare, mantenendola al riparo dagli agenti esterni e dalla rigenerazione della mucosa.
Elenca i contatti con il piano dei denti superiori secondo A. Gysi 6
Elencheremo dente e contatti con il piano: ● Incisivo centrale-bordo incisale. ● Incisivo laterale-distanza 0,5/1 mm. ● Canino-cuspide. ● Primo premolare-cuspide vestibolare. ● Secondo premolare-cuspide vestibolare e cuspide palatale. ● Primo molare-cuspide mesio-palatale. ● Secondo molare-nessuno.
Cos'è il nesting? 7
Fa parte delle indicazioni del schermata di un software CAM. In particolare consiste nel posizionamento del file STL all'interno del disco fresabile (o del blocco) e posizionamento dei pin di supporto.
Descrivi i principali tipi di ganci sopraequatoriali e sottoequatoriali, indicando quali sottosquadri risultano indicati per la loro realizzazione. 3
Ganci sopraequatoriali: decorrono prevalentemente sopra all'equatore, a eccezione della punta, che per essere ritentiva deve obbligatoriamente entrare nel sottosquadro. • Gancio Ney n°1. Dal cavaliere, due bracci: uno ritentivo vestibolare e uno controlaterale linguale. , è più usato perché è facile da progettare e realizzare e offre una buona stabilità. Impiegato prevalentemente per i molari, richiede un sottosquadro di 0,25 mm circa. • Gancio Ney n°4 o gancio ad azione posteriore. Il braccio ritentivo di questo gancio risulta il prolungamento del braccio controlaterale. È utilizzato soprattutto nei primi molari con sella libera posteriore, posizionando il cavaliere sul lato mesiale. Sottosquadro di appena 0,25 mm. • Gancio Ney n°5 o gancio ad anello. È un gancio molto lungo, utilizzato prevalentemente nei molari quando è necessaria una maggiore elasticità del braccio ritentivo. Permette di raggiungere sottosquadri difficilmente sfruttabili e va utilizzato con sottosquadro di 0,50/0,75 mm. • Gancio doppio o di Bonwill. È costituito da due ganci di Ney n°1 con connettore secondario unico e orientati in senso opposto. Particolarmente rigido, si impiega nelle zone dentule per contrapporsi alle forze che gravano sulle selle dell'emiarcata controlaterale, utilizzando un sottosquadro di 0,10 mm. Ganci sottoequatoriali: hanno un braccio ritentivo che si trova interamente sotto all'equatore e che è unito allo scheletrato da un connettore secondario che parte dalla zona cervicale. In genere vengono utilizzati in zona anteriore perché risultano poco visibili, oppure quando si ha un sottosquadro distale molto elevato. Sfruttano un sottosquadro di 0,20 mm e hanno nomi di lettere che ne descrivono la forma. • Gancio a T. Ha una parte terminale, simile a una T, che termina con due estremità: quella distale si inserisce nel sottosquadro, mentre quella mesiale è sopraequatoriale. • Gancio a I. Molto simile a una I, ha una parte finale che termina nella zona centrale del dente ed è completamente realizzata in zona sottoequatoriale. • Gancio a L. Una parte verticale che si incurva a formare un'estremità orizzontale posta interamente al di sotto dell'equatore.
Descrivi i vantaggi della tecnica implantare rispetto un punto e tradizionale nella sostituzione di un elemento dentale singolo andato perduto. 9
Il vantaggio degli impianti è che permettono di realizzare dispositivi protesici molto stabili anche in zone in cui il paziente non ha pilastri naturali che offrano un sufficiente ancoraggio al dispositivo protesico.
A cosa serve l'ossidazione del metallo? 8
L'ossidazione consiste nel sottoporre la struttura metallica a un ciclo termico in forno eseguito in atmosfera. In questo modo gli elementi non nobili si combinano con l'ossigeno creando un sottilissimo strato di ossidi, che hanno la funzione di permettere il legame chimico con l'opaco. Con alcune leghe nobili lo situazione non va eseguita. L'ossidazione, quindi, ha la funzione di garantire l'adesione chimica tra metallo e opaco.
Descrivi alcuni tipi di attacchi e indica a quali classi di ancoraggi appartengono. 3
Gli attacchi presentano tutti connessioni composta da due parti, un maschio (patrix) e una femmina (matrix), delle quali una entra a far parte della parte protesica fissa, l'altra della parte protesica mobile. La loro classificazione si basa sul: • Tipo di fabbricazione. In base a questo criterio si distinguono attacchi preconfezionati e attacchi individuali. • Tipo di materiale. Si distinguono attacchi di precisione, in cui maschio e femmina sono già entrambi in metallo, e attacchi di semiprecisione, in cui alcune parti sono calcinabili o in materiale plastico definitivo. • Sistema di connessione. Gli attacchi possono essere rigidi, semirigidi o resilienti (ammortizzanti), a seconda che permettano o meno piccoli movimenti ammortizzanti tra le parti fisse e quelle mobili del dispositivo combinato. • Caratteristiche costruttive. Definiscono l'attacco in base alla forma e al funzionamento: si distinguono così attacchi ritentivi, a frizione, chiavistelli, cerniere, barre con cavalieri, ecc... • Posizione rispetto al pilastro. È una delle classificazioni più utilizzate e definisce gli attacchi rispetto al perimetro occlusale del pilastro cui si ancorano: si distinguono così attacchi intracoronali (che comprendono gli intraradicolari), extracoronali, intercoronali e mesocoronali.
Quali sono le principali funzioni dei bite? In quali occasioni possono rappresentare un ausilio diagnostico? 5
I bite (o, più nel dettaglio, le placche diagnostiche e/o terapeutiche) sono dispositivi mobili provvisori per la riabilitazione del sistema masticatorio normalmente realizzati in resina e interposti tra le due arcate per modificarne relazioni spaziali e funzionalità. In passato, i bite sono stati utilizzati solo in ambito ortodontico, come parte di dispositivi ortesici, o come "sistema di contenzione" a fine trattamento, per impedire le recidive, per proteggere i denti da traumi da digrignamento/bruxismo e per tutta una serie di altre funzioni strettamente legate al conseguimento di una corretta normocclusione. Oggi il loro impiego si è invece esteso anche al ripristino di un'occlusione e una disclusione corrette, talvolta in concorso con un riposizionamento delle ATM, così da ottenere un migliore equilibrio del sistema neuromuscolare, sia nelle fasi di riabilitazione sia per ridurre, attenuare o risolvere situazioni patologiche dovute a disfunzioni. Il bite agisce principalmente sulle funzioni dentali, articolari e neuromuscolari, intervenendo attraverso la modifica dell'occlusione per variare la fisiologia e agire infine su ATM e sistema neuromuscolare. Di conseguenza, i vantaggi che può portare in fase di diagnosi e terapia protesica e riabilitativa sono diversi: • all'inizio e alla fine del trattamento è il principale dispositivo per la cura dei deficit gnatologici e posturali; • rappresenta un ausilio diagnostico di importanza fondamentale, per provare varie soluzioni in modo economico e non invasivo, con possibilità di reintervento praticamente illimitate sulle superfici funzionali di appoggio dei denti (se il bite è realizzato in resina tradizionale per ortodonzia); • può risolvere in tempi brevi problemi muscolari e osteo-articolari; • se il paziente trova nel bite un benessere immediato, può essere più motivato ad accettare con maggiore entusiasmo un eventuale percorso riabilitativo più articolato e complesso.
Descrivi la realizzazione di un dispositivo in resina con tecnica sale e pepe. 5
I bite possono essere eseguiti sul modello, con apposite resine metacriliche da ortodonzia trasparenti o colorate, utilizzando il sistema comunemente conosciuto come tecnica sale e pepe. Questa consiste nell'aggiungere alternativamente, in modo controllato, polvere e liquido. 1. I modelli vengono montati in articolatore e si scarica il modello di lavoro con cera morbida bianca o comunque che non lascia residui di colore. Lo scarico deve neutralizzare i sottosquadri, ma lasciare libere le cime delle cuspidi, in modo da dare stabilità al dispositivo, ma nello stesso tempo rendere semplici inserzione e disinserzione. 2. Al modello vengono applicati i ganci e lo si borda con cera per boxing. Entrambi i modelli (di lavoro e antagonista) andranno anche ben isolati. 3. La tecnica sale e pepe consiste nell'applicare al modello, per fasi successive, prima il polimero (polvere) bagnandolo poi con il monomero (gocce di liquido), in modo che la polvere si imbibisca fino ad assumere una consistenza simile a quella della sabbia bagnata della riva del mare. 4. Procedendo per fasi alterne di applicazione di polvere e gocce di liquido, si completa tutto il bite. 5. Prima che la resina indurisca, si chiude l'articolatore e si fanno compiere ai modelli tutti i movimenti del caso, in modo che nella resina rimangano impressi tutti i tracciati. 6. Dopo la polimerizzazione in termopolimerizzatrice, si può rifinire il bite, ricontrollandolo con cura sia in fase statica che nei vari movimenti, ed eliminando gli eventuali precontatti.
Quali sono i tre parametri principali del colore? Descrivine le caratteristiche. 8
I colori vengono codificati in base a tre parametri: tinta, valore e croma. ● Tinta. È la diversa lunghezza d'onda di un colore ed è la caratteristica che permette di dare un nome e distinguere i vari colori. ● Croma. È il livello di saturazione del colore, quello che permette di valutare l'intensità del colore stesso. ● Valore. Indica quanto chiaro o scuro è un colore.
Descrivi le principali caratteristiche che devono presentare i punti di contatto tra antagonisti in una bocca anatomicamente corretta. 4
I contatti tra denti antagonisti avvengono, in posizioni molto diverse, quando i denti di un'arcata entrano in contatto con quelli dell'arcata antagonista (cioè le due arcate sono in occlusione). In una bocca anatomicamente funzionale, i contatti in occlusione dovranno essenzialmente garantire alcuni requisiti: • Contatti puntiformi e simultanei tra i denti, per non sottoporre i singoli elementi dentali a un carico masticatorio troppo elevato, ma suddividendolo tra più elementi, con minore stress per i singoli denti. • Disclusione immediata in fase di movimento, per garantire lo scarico immediato delle forze orizzontali della masticazione, le più dannose per gli elementi dentali. • Assenza di precontatti e interferenze in fase di movimento, per evitare che l'arcata in movimento o in occlusione possano "inciampare" in contatti anomali, con conseguente danneggiamento degli elementi dentali e l'assunzione di comportamenti scorretti da parte del sistema nel suo complesso (parafunzioni, dislocazioni ecc...).
Che cos'è il Bruxismo? Descrivine gli effetti sulla dentatura 4
Il bruxismo è la situazione patologica in cui si ha lo strofinamento o il digrignamento dei denti. Durante lo stato di veglia, anche se tra i denti antagonisti si presentano piccoli contatti accidentali, generalmente l'organismo non può essere danneggiato in modo serio, perché i meccanismi neurologici di protezione lo impediscono, "vietando" - per esempio - il digrignamento o lo strofinamento dei denti, che potrebbero usurarli. Il problema nasce però durante il sonno, quando i meccanismi di protezione neurologica sono inibiti dallo stato di incoscienza: in questi momenti può quindi capitare che "rilevando" i contatti anomali l'organismo tenti di eliminarli per abrasione, facendo sfregare più o meno violentemente i denti antagonisti. Questa patologia, il Bruxismo appunto, nelle sue manifestazioni più gravi può arrivare a presentarsi anche nello stato di veglia e rappresenta una parafunzione in grado di causare danni piuttosto seri alla dentatura, in un circolo vizioso che si autoalimenta e che diventa sempre più grave.
Quali sono i punti di contatto di Stuart e tra quali tipi di cuspidi antagoniste si verificano? Quale di loro può essere considerato di importanza maggiore e per quali ragioni? 4
I contatti tra i versanti cuspidali osservati sul piano prossimale (posteriore o frontale), secondo Charles Stuart possono essere definiti in 3 categorie: punti di contatto A, B e C. • I punti di contatto A, avvengono tra le cuspidi vestibolari superiori (versante linguale) e le cuspidi vestibolari inferiori (versante vestibolare). Stabilizzano i denti inferiori (quelli in movimento) impedendo le escursioni in senso linguo-vestibolare. • I punti di contatto B avvengono tra le cuspidi palatali superiori (versante vestibolare) e le cuspidi vestibolari inferiori (versante linguale). Stabilizzano i denti inferiori impedendo le escursioni in senso vestibolo-linguale. • I punti di contatto C avvengono tra le cuspidi palatali superiori (versante palatale) e le cuspidi linguali inferiori (versante vestibolare). Stabilizzano i denti inferiori impedendo le escursioni in senso linguo-vestibolare. Il più importante è sicuramente il punto B, per alcune ragioni: • è l'unico punto di contatto che stabilizza il dente in senso vestibolo-linguale; • è l'unico punto di contatto che si realizza tra cuspidi lavoranti; • è il punto di contatto più vicino a entrambi gli assi dei due denti antagonisti coinvolti, per cui è quello che scarica meglio i carichi verticali sulle radici più sviluppate dei denti; • è l'unico che avviene in corrispondenza dei tavolati occlusali anatomici di entrambi i denti coinvolti.
Forze orizzontali e verticali sono sopportate diversamente dalla dentatura. Spiega quali sono i denti più indicati a subire i vari carichi. 4
I denti anteriori sopportano meglio le forze orizzontali (tangenziali) al loro asse, in virtù della loro radice di maggiore lunghezza, mentre i denti posteriori, grossi, tozzi e dalle radici multiple, offrono una migliore resistenza alle forze verticali.
Perché è importante che denti, solchi, cuspidi e punti di contatto risultino ben allineati? 4
I denti umani risultano allineati per svolgere le proprie funzioni in modo armonico. Nei vari movimenti mandibolari, la disclusione avviene perché si creano degli spazi tra i denti antagonisti posteriori. Per ottenere una corretta disclusione, questi spazi devono inoltre essere uniformi, e questo è possibile solo con il corretto allineamento dei denti anteriori posteriori, che risultano posizionati principalmente lungo alcune linee curve esaminabili sui piani sagittale, frontale e occlusale. Sul piano orizzontale l'allineamento riguarda cuspidi, solchi e punti di contatto con gli antagonisti. Se esaminati sul piano orizzontale, tutti questi elementi morfologici e funzionali devono risultare allineati perché altrimenti potrebbero creare problemi in fase di disclusione. Un dente disallineato o ruotato, infatti, potrebbe anche creare un'interferenza in fase di movimento, perché la sua differenza di posizione, altezza, rotazione non risulterebbe compatibile con quella degli altri denti e/o con il movimento mandibolare.
Quali sono i principali fattori determinanti la morfologia occlusale? Su quali piani possono essere analizzati? 4
I fattori determinanti la morfologia occlusale influenzano la direzione dei solchi, delle creste sul piano orizzontale, mentre sui piani verticali interessano l'altezza delle cuspidi e la profondità dei solchi. I principali fattori determinanti orizzontali sono: distanza intercondilare, angolo di Bennett e distanza dal condilo dell'elemento. Per quanto riguarda l'analisi sul piano verticale, durante la protrusione e la lateralità, il movimento mandibolare attiva il meccanismo della protezione anteriore (i denti anteriori che entrano in contatto) provocando l'immediata disclusione dei quadranti dentali posteriori. Perché questo avvenga, è però necessario che le cuspidi (e le fosse che le ospitano in occlusione) siano compatibili con il movimento stesso, cioè devono essere dell'altezza "giusta" e devono presentare versanti cuspidali inclinati in modo adeguato alla morfologia del tubercolo articolare. Inoltre, devono risultare funzionalmente compatibili con la protezione data dai denti anteriori.
Qual è la funzione dei fresaggi in relazione allo scarico delle forze? 3
I fresaggi sono parte dell'ancoraggio e servono a scaricare le forze della masticazione in senso più assiale rispetto al pilastro.
Da quali parti principali è composto un gancio fuso? 3
I ganci sono le ritenzioni dirette grazie le quali lo scheletrato può rimanere ancorato alla dentizione residua nella giusta posizione, evitando di dislocarsi durante le varie funzioni. • Braccio ritentivo. È la parte di gancio che entra nella zona di sottosquadro del dente e ne determina la ritenzione. Può essere scomposto in tre parti: sopraequatoriale (rigida), semirigida (che corre sull'equatore del dente) e ritentiva (flessibile, sottosquadro). • Appoggio o cavaliere. Rigido, contribuisce a contrastare e a distribuire le forze occlusali sul dente pilastro, evitando l'affondamento della protesi nei tessuti molli. • Braccio controlaterale. La parte rigida del gancio situata sopra all'equatore e opposta al braccio ritentivo. • Abbraccio. Unisce i due bracci e l'appoggio (cavalieri) al connettore secondario. • Connettore secondario. Unisce il gancio al connettore principale.
Descrivi alcuni sistemi di imperniatura. 1
I perni di colata servono a creare il percorso che la lega fusa dovrà seguire all'interno del rivestimento per raggiungere la cavità lasciata dal modellato. L'imperniatura può essere eseguita con vari sistemi: - Sistema di messa in rivestimento con cappio di Bär - Sistema di messa in rivestimento con imperniatura diretta - Sistema di messa in rivestimento con barra stabilizzatrice Qualunque sia la tecnica prescelta, in tutti i tipi di imperniatura possiamo distinguere tre zone (canale di entrata, riserva, perni di connessione al modellato).
Descrivi il procedimento di realizzazione di un perno moncone con sistema indiretto. 1
I perni moncone sono dispositivi protesici intraradicolari che consistono in un moncone artificiale ancorato alla radice del dente mediante un perno che si infila in uno o più dei canali radicolari di un dente devitalizzato. Con il sistema indiretto il clinico rileva le impronte del cavo orale e il laboratorio provvede alla realizzazione completa del dispositivo, che viene poi finalizzato e cementato in studio. Con il sistema indiretto è possibile realizzare i due dispositivi (perno moncone e corona sovrastante) utilizzando un unico modello, sebbene molti clinici preferiscano rilevare nuovamente le impronte tra una fase e l'altra. La loro realizzazione prevede che il clinico fornisca al laboratorio un'impronta completa del canale radicolare del dente su cui realizzare il perno moncone, generalmente rilevata inserendo nel canale radicolare un perno rigido. Sviluppandola, si ottiene un modello che riproduce il canale radicolare (in negativo). Su questo modello si può quindi realizzare il perno-moncone (in positivo). 1. Modello in gesso e sezione che riproduce il canino devitalizzato con il canale radicolare in cui andrà realizzato il perno moncone indiretto. 2. La parte emersa della radice e il canale radicolare vengono isolati con isolante gessocera 3. Nel canale viene inserito un perno calcinabile che viene tagliato poco al di sopra del margine più alto della preparazione. 4. Il canale è riempito con cera morbida e poi chiuso con cera inerte, facendo in modo che le cere inglobino al loro intero il perno calcinabile. 5. Con cera da modellazione si modella il moncone, quindi si sfila il tutto per procedere alla fusione. 6. Al perno moncone viene fissata una spina di fusione realizzata con cera in filo. 7. Parallelamente, si preparano anche il cilindro di fusione e la tettarella. 8. Trattandosi di un cilindro di metallo, si misura la lunghezza approssimativa del liner sull'esterno del cilindro, lasciandolo leggermente più corto per compensare la differenza di circonferenza tra interno ed esterno del cilindro. 9. Anche l'altezza del nastro di liner viene leggermente ridotta tagliandola con un bisturi per evitare che il rivestimento possa sfilarsi. 10. Alla fine il liner dovrà rivestire l'interno del cilindro in modo preciso. 11. Con della cera il liner viene fissato al cilindro, quindi si uniscono il cilindro e la tettarella, sulla quale è stato fissato l'elemento da fondere. 12. Il rivestimento viene miscelato nelle proporzioni indicate dal fabbricante e impastato sottovuoto. 13. Una tecnica abbastanza diffusa prevede di colare il rivestimento sull'elemento da fondere, poi - una volta che lo si è completamente ricoperto - rovesciare nuovamente il cilindro nel mescolatore, in modo da lasciare sul modellato solo un velo di massa. Infine ricolare il cilindro facendo arrivare il rivestimento fino al modellato per poi ricoprirlo, eventualmente con l'aiuto di un piccolo strumento o pennellino. In questo modo si dovrebbero eliminare eventuali inclusioni di aria nell'impasto. 14. Una volta indurito il rivestimento, il cilindro viene raschiato superiormente per mettere a nudo la superficie interna, più porosa della patina lucida che generalmente ricopre la massa: in questo modo, si faciliterà l'uscita dei gas di fusione. Infine si separa il cilindro dalla tettarella controllando che il canale di colata ia libero da polvere o residui. 15. Il cilindro viene preriscaldato in forno, in posizione inclinata per facilitare la fuoriuscita della cera liquida e dei gas di fusione. Tempi e modi del preriscaldo e della fusione dipendono dal rivestimento e dalla lega utilizzati, e dal tipo di fonditrice in uso. In tutti i casi, si raccomanda sempre di seguire attentamente le indicazioni dei fabbricanti. 16. Una volta raffreddato, il cilindro viene aperto e la fusione sabbiata e separata dalla matarozza, utilizzando un disco separatore. 17. Il perno va rifinito con frese al tungsteno, ma è opportuno che non venga lucidato, perché così facendo si otterrà una migliore adesione al cemento utilizzato dal clinico per la corona o il ponte che lo ricopriranno. A tal fine, spesso viene anche sabbiato, per uniformarne la superficie lasciandola tuttavia sufficientemente ritentiva.
Quali sono i principali sistemi di stampa 3D? Descrivine uno. 7
I principali sistemi di stampa 3D sono: ● Stampante FDM. Usano un approccio additivo, realizzando progressivamente strati in sequenza utilizzando filamenti di plastica o altri materiali che vengono estrusi e fusi facendoli passare da un ugello riscaldato. Il software CAM dirige il movimento dell'ugello riscaldato, guidandolo sia in direzione orizzontale che verticale. Il flusso di lavoro è semplice, tuttavia la tipologia di materiali utilizzabili, la precisione non estrema e tempi di lavoro lunghi ne vedono in campo dentale una diffusione limitata. ● Stampante DLP. ● Stampa SLA. ● Stampa 3D.
Quali sono i principali tipi di ancoraggio utilizzati nella realizzazione dei bite? 5
I principali tipi di ancoraggio sfruttano la presenza di sottosquadri per garantire la stablità nel cavo orale. Noltre, ci si può avvalere anche di ancoraggi ulteriori come ganci a palla, ganci triangolari o ganci a filo tradizionali.
Descrivi i principali tipi di connettori principali per le protesi scheletrate superiori e inferiori. 3
Il connettore principale è la parte dello scheletrato che costituisce l'elemento portante della protesi. La sua funzione principale è quella di collegare tra loro le varie parti che compongono la struttura e distribuire uniformemente i carichi masticatori che gravano sulla protesi. Per l'arcata superiore: • Barra palatina. Più utilizzato, utilizzato per i casi di I, II e III, sconsigliato per i palati con un torus. • Barra palatina doppia. Una barra anteriore e una posteriore. Viene usato nelle III classi di Kennedy che presentano una parte edentula particolarmente estesa, perché il suo particolare disegno conferisce rigidità. • Placca palatina a U "ferro di cavallo", è indicata per le classi IV di Kennedy. • Placca palatina completa. Ricopre il palato quasi completamente, poco tollerata, limitato alle classi I e III con scarsa dentatura naturale residua. Per l'arcata inferiore: • Barra linguale. Più usato. Va posta nella zona linguale tra il pavimento della bocca e i denti residui, dai quali deve distanziarsi almeno 3 mm. • Placca linguale. Casi in cui non è possibile realizzare una barra linguale, parte dall'equatore dei denti naturali e si dirige, aumentando progressivamente il proprio spessore, verso il pavimento della bocca. La parte terminale inferiore deve risultare a forma di goccia (come tutti i connettori dell'arcata inferiore). • Barra linguale con gancio continuo. È costituita da una barra linguale alla quale è collegato, tramite un connettore secondario, un gancio a filo continuo.
Che cosa si intende per alloggiamento passivo? 1
Il controllo dell'alloggiamento passivo dei dispositivi protesici fusi è una verifica da eseguire sempre, soprattutto nelle protesi a supporto implantare. Ogni dispositivo protesico fuso ancorato a più pilastri, siano essi monconi naturali o fixture implantari, potrebbe causare delle tensioni anomale sui pilastri stessi, "tirandoli" o "spingendoli" in senso orizzontale o - più raramente - verticale. Queste tensioni non derivano in genere da errori di lavorazione, ma sono causate dalla contrazione (o la dilatazione) dei vari materiali che sono stati coinvolti nella realizzazione della protesi stessa: pasta da impronte, gesso, rivestimento, lega ecc... Nello stesso tempo, tuttavia, è anche necessario che il dispositivo calzi perfettamente sui pilastri, sigillando perfettamente il margine cervicale per evitare infiltrazioni di liquidi e garantire la funzionalità e l'igiene necessarie. Questi due requisiti indispensabili possono verificarsi solo in presenza dell'alloggiamento passivo: ovvero il dispositivo deve "scendere" sui pilastri dolcemente, adattandosi perfettamente a livello cervicale, senza tensioni e senza la necessità di esercitare nessuna pressione. Deve cioè alloggiare sui pilastri senza tensioni (cioè in modo passivo). Per verificare questa situazione, in presenza di monconi lo si prova verificando la precisione delle corone a livello cervicale in tutti i pilastri, sia vestibolarmente che lingualmente. Nel caso invece delle protesi a supporto implantare, va eseguito il test di Sheffield, che consiste nell'avvitare l'ultimo pilastro distale di un lato e verificare che gli altri rimangano perfettamente congruenti con le piattaforme implantari dei propri analoghi, anche senza le viti di connessione. In protesi a supporto implantare, soprattutto in presenza di un carico immediato (cioè un dispositivo applicato in tempi brevi, subito dopo l'inserimento degli impianti), l'alloggiamento passivo è fondamentale: infatti, in caso contrario le tensioni sugli impianti sottostanti portrebbero compromettere l'osteointegrazione degli impianti e quindi causarne il fallimento.
Descrivi il procedimento di saldatura laser. 1
Il laser invece del saldame utilizza solitamente la stessa lega di cui si compone la protesi, con notevoli vantaggi in termini di biocompatibilità e resistenza. La tecnologia laser è molto precisa e permette di saldare tra loro anche particolari molto piccoli, come attacchi, parti di ganci, elementi ortodontici ecc.. Per contro, le attrezzature necessarie sono al momento piuttosto costose. • Saldatura laser di barra per overdenture: si hanno degli abutment implantari da solidarizzare tra loro con una barra, sulla quale troverà ancoraggio una overdenture. Si utilizza una barra di Dolder in titanio a sezione ogivale. 1. Si tagliano alcuni segmenti della barra in modo che si occupino gli spazi tra gli abutment. Poi, con l'aiuto del parallelometro, si posizionano sul modello i segmenti utilizzandoli per raccordare tra loro gli abutment e prevedendo due estensioni distali. Il tutto viene fissato con della cera per fissarne la posizione. 2. Poiché la cera risulta troppo fragile per resistere alle varie lavorazioni, i segmenti di barra vengono ulteriormente solidarizzati con resina fotopolimerizzante, creando una "chiave" che permette anche di estrarli dal modello senza alterarne la posizione reciproca e rapporto con gli abutment. 3. Il tutto viene vaporizzato e poi ricontrollato per verificarne la correttezza e la stabilità. 4. Si può procedere alla saldatura laser, che viene eseguita nella camera interna della saldatrice, osservando il lavoro attraverso speciali lenti. In questo caso si applica del saldame in titanio per "puntare" la posizione dei vari pezzi in modo che non possano già spostarsi. 5. Una volta che tutti i pezzi sono stati fissati tra loro, è possibile rimuovere la chiave in resina fotopolimerizzante e svitare gli abutment per completare più agevolmente il lavoro con le eventuali piccole aggiunte di saldame che si dovessero rendere necessarie. 6. Le saldature vengono rinforzate e ottimizzate per renderle robuste e stabili, quindi il lavoro è riposizionato sul modello e verificato. 7. La barra viene poi rifinita e lucidata. • Saldatura laser di elementi per protesi fissa 1. Abbiamo gli elementi di protesi fissa sul modello di posizione in lega vile. 2. I contatti nei punti da saldare vengono corretti aggiungendo materiale con la saldatrice e poi rifinendo le eccedenze con frese per metallo, così da raggiungere uno spazio minimo tra gli elementi da unire e ridurre le eventuali deformazioni dovute alla retrazione da raffreddamento del saldame. 3. Si può quindi completare la saldatura, aggiungendo materiale se necessario.
Cos'è il laser melting? Per quali materiali è prevalentemente impiegato? 7
Il laser melting è simile alla sinterizzazione laser selettiva, ma se ne differenzia per la possibilità di impiegare polveri metalliche integrali, senza l'ausilio di bassofondenti. Viene steso un sottile strato di polvere da un apparato e laser provvede alla fusione e ne sono necessarie. Ne deriva che anche il laser è più potente e alla fine si ottiene un oggetto simile a quelli originati dalla produzione di serie, che non richiede particolari finiture superficiali e che può essere sottoposto le lavorazioni tradizionali. In genere questi macchinari ricreano nella camera di lavoro un'atmosfera inerte per evitare l'ossidazione. È la soluzione più facilmente praticabile per le strutture in titanio eseguite con tecnica additiva.
Che cos'è il piano di Fox? 6
Il piano di Fox è uno speciale strumento che permette di rendere visibile all'esterno la superficie occlusale del vallo superiore. Inoltre è utilizzato per definire la corretta inclinazione del piano occlusale in vista frontale.
Quali sono i sistemi di rilevamento del colore più utilizzati? Di quali strumenti si servono? 2
Il primo passaggio consiste nello scegliere il colore - compito eseguito dal clinico - che lo rileva basandosi sul colore dei denti adiacenti a quello da protesizzare. I sistemi di rilevazione in genere si servono di apposite scale-colori da accostare in studio ai denti del paziente per vagliarne la somiglianza, oppure in rilevazioni elettroniche attraverso specifici scanner che rilevano la lunghezza d'onda della luce riflessa dal dente.
Qual è la principale differenza tra le caratteristiche di un rivestimento per fusione e di uno per saldatura? 1
Il rivestimento presenta alcune caratteristiche particolari: • presenta una notevole resistenza alle alte temperature. È cioè un materiale refrattario; • nella maggior parte dei casi il rivestimento viene impastato utilizzando un liquido di espansione specifico, da diluire o meno con acqua demineralizzata. La proporzione tra liquido di espansione e acqua permette di regolare l'espansione di presa della massa refrattaria, in modo da compensare, in concorso con l'espansione termica, la contrazione del metallo in fase di raffreddamento. A questa regola fanno eccezione i rivestimenti per saldatura, nei quali non si impiega liquido di espansione perché nella saldatura la posizione deve essere particolarmente precisa e l'espansione potrebbe alterare il rapporto reciproco tra i segmenti da saldare.
Oltre la tecnica sale e pepe, quali altri sistemi di esecuzione sono possibili per i bite? 5
In alternativa alla tecnica sale e pepe, i bite possono essere realizzati applicando sul modello un impasto allo stato plastico, da modellare direttamente sul modello; oppure, in alternativa, modellando il bite in cera e poi zeppando la resina in uno stampo in silicone (mascherina) o all'interno di una muffola. In alcuni casi per specifiche utilità, come nel caso dei bite morbidi, il bite (o una parte di esso) può essere realizzato con tecniche termostampate. Questi dispositivi hanno indicazioni e prestazioni fisiologiche e funzionali più limitate rispetto agli altri bite progettati e realizzati con materiali rigidi: in genere, si tratta di dispositivi da consegnare immediatamente dopo l'intervento chirurgico o, più frequentemente, si tratta di bite protettivi per le attività sportive. La principale controindicazione dei bite termostampati riguarda il fatto che, se non si dispone del modello antagonista articolato correttamente o non si stampa il bite con uno spessore iniziale adeguato, si potrebbe non rispettare a sufficienza la fisiologia del paziente: il problema più frequente è infatti che l'occlusione avvenga nei soli settori posteriori e non garantisca una protezione anteriore adeguata.
Quali sono i principali movimenti dentali possibili in ortodonzia? 10
In ortodonzia tutti movimenti sono possibili ma è fondamentale considerare che a ogni movimento dentale corrisponde una modifica a livello del tessuto osseo. Gli apparecchi utilizzati in ortodonzia agiscono determinando il rimodellamento dell'apparato di sostegno dente-parodonto-osso. L'osso si riassorbe nelle zone di pressione e si neoforma in quelle di tensione. Intrusione/estrusione - m verticale con il quale il dente si inserisce maggiormente nella base ossea. Forza esercitata: movimento dentale puro, m osteo-dentale. Rotazione - m sul piano occlusale, in cui il dente ruota sul proprio asse. Angolazione - m mesio-distale Torque - m sul piano vestibolo-linguale, si realizza con pieghe di terzo grado. Movimento complesso - insieme di movimenti che determina spostamenti complessi.
Cosa significa perdita di ancoraggio? 10
In ortodonzia viene definita ancoraggio la valutazione delle strutture che permettono di poter applicare una data forza senza che questa dia come conseguenze forze indesiderate. Alcuni apparecchi mal progettati possono determinare spostamenti degli elementi che dovevano rimanere fermi. Per esempio, se dopo l'estrazione di un premolare si cerca di arretrare il canino con un elastico tra secondo premolare e canino, il canino si distalizzerà, ma anche il premolare si sposta in avanti (mesializza) per effetto della forza applicata. Se non si desidera mesializzare il premolare, lo si dovrà bloccare nella posizione originaria. Nel caso questo si sposti ugualmente, si sarà perso ancoraggio.
Quale tipo di occlusione viene generalmente ricercata in protesi fissa? E quale è più spesso utilizzata in protesi mobile totale? Spiegane le differenze e descrivi le caratteristiche di ognuna. 4
In protesi fissa il tipo di occlusione da ricercare e quanto più fisiologico possibile, in modo da ottenere una buona stabilità in occlusione accoppiata a una valida e immediata disclusione nei vari movimenti mandibolari. Il tipo di occlusione realizzato è l'occlusione mutualmente protetta, perché in questo modo si ottengono sia la stabilità in occlusione che l'immediata disclusione dei quadranti posteriori in fase di movimento mandibolare. In protesi mobile è necessario, invece, mantenere il maggiore appoggio possibile sia in fase statica che in fase di movimento mandibolare. L'obiettivo principale della protesi non è più quello di garantire la protezione del sistema stomatognatico (che già ne è sprovvisto), ma diventa quella di ripristinare l'occlusione, garantendo la stabilità della protesi anche durante i vari movimenti, per non provocare ribaltamenti. Il tipo di occlusione più utilizzato è l'occlusione bilanciata, nelle sue due varianti unilaterale e bilaterale (quest'ultima, sicuramente la più utilizzata). Nell'occlusione bilaterale bilanciata si hanno sempre tre punti di appoggio, uno anteriore (incisivi centrali in protrusiva, canini del lato di lavoro in lateralità) e due posteriori (denti posteriori del lato di lavoro e di quello bilanciante), diversamente da quanto avviene in occlusione mutualmente protetta, nella quale i denti anteriori proteggono i posteriori durante i movimenti.
A cosa serve l'attivazione di un apparecchio ortodontico? 10
L'attivazione è una procedura che i genitori dei bambini con espansiori palatali rapidi devono eseguire giornalmente. Consiste nella periodica rotazione della vite di ¼ di giro, mediante l'uso di un'apposita chiavetta. La capacità di attivazione di una vite è 0,2 mm per ogni attivazione; il genitore dovrà eseguire due attivazioni giornaliere. Questo meccanismo permette di sviluppare forze lente e costanti, necessarie per espandere il palato senza arrecare troppo disagio nel paziente.
A quali espansioni è soggetto il rivestimento per fusioni? Come vengono gestite a seconda dei cilindri utilizzati? 1
L'espansione del rivestimento ha la finalità di compensare la contrazione della lega durante il raffreddamento. Se questa contrazione non venisse compensata, otterremmo infatti delle fusioni di dimensioni ridotte rispetto al modellato. Questa espansione può essere distinta in un'espansione di presa, generata dalle caratteristiche del rivestimento (e in particolare dal suo liquido di espansione), e in un'espansione termica, che si verifica durante il preriscaldo in forno del cilindro. Per garantire al rivestimento lo spazio necessario all'espansione, esistono principalmente due tecniche differenti, che si avvalgono di cilindri diversi: • Se si impiegano i tradizionali cilindri metallici, è necessario utilizzare uno spaziatore, il liner, da interporre tra le pareti metalliche interne del cilindro e il rivestimento. In passato il liner era composto da fibre di amianto, materiale la cui pericolosità è oggi nota a tutti. Attualmente, invece, si tratta di nastro di carta o materiali ceramici, le cui particelle inavvertitamente inalate durante la lavorazione possono essere eliminate biologicamente e che quindi rispettano le principali norme di sicurezza. • Se invece si utilizzano i cilindri ad espansione libera (in gomma, in plastica, talvolta persino in carta), essi vanno levati dal cilindro di rivestimento una volta indurito (nei tempi previsti dal fabbricante). In questo modo il rivestimento risulterà libero di espandersi, privo dell'azione contenitiva del cilindro. La scelta del tipo di cilindro non è casuale, ma dipende dal tipo di rivestimento impiegato, dalla lega da fondere e, soprattutto, dalla tecnica di fusione utilizzata.
Che cosa si intende per impronta dinamica? Quali caratteristiche deve avere? 6
L'impronta dinamica è quell'impronta rilevata tramite porta impronte individuale. Registra tutte le fasi di movimento principale, per definire con precisione i limiti di azione dei tessuti molli, che corrispondono al limite periferico della protesi, oltre il quale i bordi della flangia non potranno estendersi.
Perché le PTM superiori presentano meno problemi di tenuta rispetto al inferiori? 6
La PTM appoggia con la propria base ai tessuti sottostanti utilizzando un sostegno osteomucoso e la sua stabilità è garantita dall'adesione della base ai tessuti molli. Questo fenomeno è detto suzione ed è aumentato del film salivare. La suzione spiega perché la tenuta della protesi è maggiore nelle arcate superiori: ● Grazie alla presenza del palato, la suzione si sviluppa su una superficie maggiore di quella dell'inferiore. ● Nelle protesi superiori il bordo periferico è minore di quello delle protesi inferiori, quindi le zone di possibile infiltrazione dell'aria sono meno estese. ● L'arcata inferiore è soggetta a movimento, per cui è più facile che le dinamiche muscolari e la lingua facciano perdere la congruenza tra i bordi protesici e la mucosa. L'arcata superiore è immobile.
Quali sono i principali tipi di abutment? Descrivine alcuni 9
La boot mente permette il collegamento tra Fixture e dispositivo protesico. Esistono diversi tipi di abutment: ● Provvisori. Utilizzati per dare ancoraggio al provvisorio durante il periodo di osteointegrazione. ● Fresabili in titanio. Sono realizzati in metallo dai produttori, utilizzati come pilastri preformati modificabili tramite fresatura. La forma è varia, con profili di emergenza variabili. ● Abutment UCLA. Prevedono la sovrafusione di una struttura calcinabile, montata su una base prefabbricata in metallo. Il vantaggio è che offrono una connessione con l'impianto prefabbricata e frutto di una lavorazione meccanica, non originata dalla fusione di un elemento completamente in materiale calcinabile. La parte metallica di questi dispositivi si presenta ridotta e consente di individualizzare il resto dell'abutment con cera o resina. ● Abutment calcinabili. Sono prodotti completamente in materiale calcinabile. Sono utilizzati principalmente per ragioni economiche e in presenza di sistemi di connessione adatti.
A cosa serve la colazione superficiale? Per quali tipi di dispositivi si può considerare indispensabile? 8
La colorazione superficiale è un intervento che può creare effetti cromatici che donano agli elementi protesici una notevole naturalezza. È eseguita sulla ceramica stratificata per realizzare caratterizzazioni aggiuntive. Nel caso delle ceramiche integrali o della zirconia monolitica, questa procedura è indispensabile, perché in su assenza la capacità del dispositivo di simulare i denti naturali sarebbe ridotta.
Spiega l'importanza della disclusione per il mantenimento di una corretta funzionalità orale. 4
La disclusione impedisce che i denti possano subire traumi durante i movimenti fisiologici di masticazione. Inoltre, è molto importante anche per evitare che insorgano fenomeni di pericolosa parafunzione, come per esempio potrebbe accadere nel caso del bruxismo. L'importanza della disclusione è dimostrata dal fatto che la stessa natura, nell'evoluzione, ha fatto in modo che all'essere umano erompano per primi i denti deputati alla protezione (gli incisivi) e solo successivamente, una volta definita la dimensione verticale, i denti posteriori, in modo che la mandibola risulti comunque stabilizzata prima dell'eruzione degli altri denti.
Quali sono i denti deputati a garantire la disclusione in protrusiva? E in lateralità? 4
La disclusione non avviene in ogni movimento lo stesso modo. In una bocca anatomicamente funzionale in fase di protrusione gli incisivi centrali entrano in contatto con i propri antagonisti e provocano la disclusione dei quadranti posteriori, proteggendo i denti posteriori degli eventuali traumi. In una bocca anatomicamente funzionale nei movimenti laterali i canini entrano in contatto con i propri antagonisti e provocano la disclusione dei quadranti posteriori, proteggendo i denti posteriori dagli eventuali traumi.
Che cosa sono fixture e abutment? 9
La fixture è la parte non rimovibile destinata osteointegrarsi nell'osso per rimanere stabilmente anchilosata al suo interno. L'abutment è il pilastro implantare che connette la fixture al dispositivo protesico o ad altri sistemi di ancoraggio.
Spiega quali sono le tre principali funzioni di un forno da preriscaldo nel procedimento di fusione. 1
La funzione del forno è principalmente quella di preriscaldare il cilindro prima della fusione. Questo preriscaldo è necessario per tre ragioni: • eliminare la cera e gli altri materiali calcinabili, lasciando così libera la cavità del modellato per la successiva immissione della lega fusa; • favorire l'espansione termica del rivestimento, necessaria per compensare la retrazione della lega in fase di raffreddamento; • riscaldare il rivestimento per favorire lo scorrimento della lega fusa, che durante il suo ingresso nei canali di colata deve trovare una temperatura del cilindro tale da impedirle di raffreddarsi. In caso contrario, la lega potrebbe indurirsi all'ingresso dei canali di colata e tappare l'unica via di accesso alla cavità lasciata dal modellato.
Che cos'è la "rapida"? A che cosa serve? 3
La levigatrice rapida viene utilizzata per la rifinitura del dispositivo ed è una sorta di pulitrice di grande potenza nell'uso della quale si deve porre la massima attenzione, perché il pericolo di tagli e proiezioni di schegge è piuttosto elevato.
Cosa permette di verificare la mascherina in silicone? 8
La mascherina in silicone permette di controllare costantemente l'uniformità della scava Tura, verificando che lo spazio tenuto sia sufficiente per il materiale di rivestimento estetico.
Per quale motivo risulta sempre necessario modellare completamente in cera l'elemento protesico prima della scavatura? 8
La modellazione degli elementi da ceramizzare va sempre eseguita integralmente e deve riprodurre il più fedelmente possibile la forma del dispositivo ultimato. Questo permette di scavare con un miglior controllo degli spazi, così da ottenere una struttura che lascia sufficiente spazio per la stratificazione della ceramica.
Che cosa si intende per stratificazione inversa? 2
La stratificazione inversa è una lavorazione particolare che consiste in una resinatura all'interno di uno stampo delle varie masse di resina partendo dallo smalto e andando a ritroso (smalto, dentina, massa cervicale). Questa tecnica risulta molto comoda soprattutto quando si preferisce realizzare prima la forma del dente, in cera o con sistemi CAD CAM, e poi ricavarne una mascherina con la quale si stratifica la resina. In questi casi, per mantenere un maggior controllo delle forme, generalmente si utilizzano speciali muffole e siliconi trasparenti, che permettono il passaggio della luce, necessarie per il processo di fotopolimerizzazione. Questa tecnica è spesso utilizzata per realizzare strutture metal free.
Quali sono le principali caratteristiche dei denti anteriori e di quelli posteriori? 4
La morfologia dei denti anteriori: • Creste marginali. I denti anteriori superiori presentano creste marginali piuttosto sviluppate, che nel movimento di protrusione si ha una diminuzione degli attriti con minore usura delle superfici dentali a contatto. • Corrispondenza morfologica tra superfici palatali e cavità glenoidee, con la funzione di guida e protezione svolta dei denti anteriori. • Posizione del bordo incisale. Si trovano quasi sempre sulla proiezione del canale radicolare. Questo fa sì che le pressioni verticali tendono a scaricarsi in modo assiale sulla radice, diminuendo l'effetto leva. Inoltre, se lo si esamina sul piano orizzontale, si può notare che il bordo incisale è posizionato nei denti superiori a circa due terzi del diametro linguo-vestibolare, mentre nei denti inferiori circa a metà: questo rende più solide le parti in antagonismo (la superficie palatale nei superiori, quella vestibolare negli inferiori). • Posizione del cingolo. Il cingolo tende a occupare circa un terzo dell'altezza coronale anatomica del dente e costituisce un importante punto di riferimento per la lingua, per la quale rappresenta uno dei limiti che ne guidano il movimento. • Particolarità del canino. La forma appuntita dei canini non permette solo la lacerazione del cibo, ma esercita anche un'importante funzione propriocettiva che offre un'immediata protezione degli altri denti durante i movimenti laterali: infatti, non appena la mandibola si sposta di lato i canini antagonisti del lato lavorante si "sentono" tra loro e "sfuggendo" il contatto reciproco impediscono agli altri denti di contrarre contatti anomali che li potrebbero danneggiare. Inoltre, i canini definiscono il tipo di intercuspidazione poiché il loro rapporto influenza anche i denti che li seguono nell'arcata. I denti posteriori sono caratterizzati dalle cuspidi, gli importanti rilievi dentali separati da fosse e solchi. Indipendentemente dal tipo di dente, in una bocca dalle corrette caratteristiche funzionali, le cuspidi delle facce occlusali dei denti posteriori della stessa emiarcata si trovano sempre a formare due file allineate, separate dal solco intercuspidale mesio-distale, il solco principale dei denti.
Che cosa è e a che cosa serve la nutrice? 1
La nutrice è un serbatoio di riserva del metallo fuso, esterno al modellato, che ha la funzione di continuare ad alimentare di lega liquida la zona del modellato: infatti, in conseguenza della contrazione che subisce in fase di raffreddamento, la lega tende a ridursi e a causare accorciamenti o comunque deficit delle zone periferiche. Per ovviare a questo problema, la riserva viene realizzata piuttosto voluminosa e la si posiziona nel punto più caldo del cilindro (il centro termico), facendo così in modo che sia l'ultima a raffreddarsi e che possa quindi continuare a "nutrire" di lega fusa la zona del modellato, limitandone i deficit da contrazione.
Descrivi la tecnica di resinatura per la quale si utilizza la muffola. 6
La polimerizzazione in muffola è il sistema tradizionale più diffuso nelle scuole. Si avvale di uno speciale stampo in ottone composto da due parti, stampo e controstampo, tra le quali si dispongono modello e montaggio, bloccandoli col gesso. Una volta eliminata la cera, tra le due metà dello stampo viene pressata la resina e la si polimerizza mantenendo in pressione la muffola tramite una speciale staffa.
Qual è, in sequenza, la corretta stratificazione delle varie masse ceramiche? 8
La prima massa ceramica applicata sulla struttura metallica è l'opaco che ha la funzione di legarsi allo strato di ossidi e nascondere il colore del metallo. Va applicato un primo strato, detto washbrand; cottura; applicazione di un secondo strato leggermente più denso che maschera completamente il metallo. La seconda massa ceramica il colletto. La terza massa ceramica è la dentina. La quarta è lo smalto. L'ultima massa ceramica e trasparente.
Cosa si intende, in ambito implantare, per protesi avvitata? E per protesi cementata? 9
La protesi avvitata consiste in un tipo di protesi in cui la corona non è supportata da un pilastro, ma è direttamente avvitata all'impianto. La protesi cementata è un dispositivo a supporto implantare tradizionale, costituito da un pilastro metallico avvitato all'impianto e sul quale si cementa una corona di protesi fissa (generalmente in ceramica su metallo o su zirconia).
Che cosa è una protesi combinata? Quali caratteristiche ha? 3
La protesi combinata è una protesi semifisiologica costituita da una parte fissa, non rimovibile dal paziente, e da una parte mobile dotata di struttura metallica. Il collegamento tra le due parti avviene per mezzo di ancoraggi di vario tipo, in genere attacchi e fresaggi: l'attacco offre ritenzione alla parte mobile del dispositivo, mentre il fresaggio ne impedisce il movimento, ne guida l'inserzione e scarica le forze verticali sul pilastro in modo più vantaggioso per il pilastro stesso. La caratteristica principale della protesi combinata è proprio quella di avere ancoraggi particolari, che offrono risultati estetici migliori di quelli ottenibili con scheletrati tradizionali, poiché le ritenzioni sono mascherate dal corpo protesico.
Quali sono le principali caratteristiche della protesi totale mobile che la rendono diversa da qualsiasi altro dispositivo protesico? 6
La protesi totale mobile è un dispositivo di sostituzione che offre al paziente la possibilità di ripristinare la dentatura ristabilendo le funzioni masticatorie, estetica e fonetica. È composta da una base in resina acrilica e denti artificiali in resina, composito o ceramica. Negli ultimi anni si è passati da una protesi mobile ad appoggio completamente mucoso a una ad appoggio misto mucoso/implantare grazie alla diffusione delle soluzioni overdenture.
Descrivi il procedimento di saldatura a fiamma. 1
La saldatura a fiamma avviene in genere su modelli realizzati in rivestimento per saldatura, la cui principale caratteristica è quella di essere praticamente privi di espansione. 1. Scaricata la zona delle papille con della cera in filo, si prepara il rivestimento per saldatura e con l'aiuto di un piccolo spatolino si riempiono le corone facendo attenzione a non inglobare aria al loro interno. 2. Alcune piccole viti di rinforzo vengono inserite nelle corone, quindi si prepara uno zoccolo stretto e alto e si uniscono le parti. Al termine, i dispositivi da saldare dovranno emergere in maniera evidente dal modellino in rivestimento, anziché essere "affogati" al suo interno, perché in questo modo sarà più veloce il loro riscaldamento a fiamma. 3. Indurito il rivestimento, si elimina la fresa e si inserisce il modellino nel forno per preriscaldare il rivestimento e i dispositivi da unire. 4. Applicato l'ago all'impugnatura della microsaldatrice, si accende e poi si regola la fiamma agendo sul potenziometro. Una fiamma non ossidante in genere appare di colore verde-azzurrino. 5. Dopo aver preriscaldato con la fiamma la zona da saldare, si può applicare la pasta disossidante (flux) e quindi riscaldare ulteriormente i pezzi da unire fino a che non appaiano di colore rosso-arancio. 6. Quando la zona da saldare appare di colore rosso-arancio, si può applicare il salame, verificando che si sciolga e che raggiunga tutta la zona da unire. Eventualmente, il piattello girevole del refrattario permette di girare il piano di lavoro per "tirare" il saldame con la fiamma (la lega d'apporto tende infatti ad andare verso le zone più calde). 7. Terminata la saldatura si spegne la fiamma, soffocandola con le dita come indicato nelle immagini, quindi si estrae l'ago e vi si inserisce all'interno il salva-ago, un sottilissimo filo metallico che impedisce che si formino incrostazioni.. 8. Per la rifinitura e la lucidatura del lavoro si seguono le stesse indicazioni e si usano le stesse attrezzature normalmente utilizzate per le fusioni.
Confronta le caratteristiche di una struttura in metallo e di una in zirconio, indicando almeno una caratteristica di ognuna che rappresenti un vantaggio rispetto all'altra. 8
La stratificazione su zirconia non richiede l'applicazione di opachi, perché la zirconia e già del colore dentinale corretto (vantaggio rispetto a metallo). Necessita però dell'applicazione di uno speciale connector (svantaggio rispetto metallo), che serve a generare una migliore adesione tra zirconia e ceramica di rivestimento.
Che cosa si intende per stratificazione estetica? 2
La stratificazione è l'aspetto tridimensionale interno del dente dovuto alla sovrapposizione dei diversi strati di tessuto che lo compongono. I denti naturali presentano istologicamente diversi tessuti: dentina, smalto, cemento, oltre a innervazione e vascolarizzazione caratteristiche e altri tessuti di sostegno. La presenza di tutti questi tessuti sovrapposti fa si che il dente assuma una serie di colorazioni, sfumature e traslucenze. Quindi, al pari della morfologia dentale, anche la stratificazione va studiata con attenzione prima di iniziare a realizzare qualsiasi rivestimento estetico. La colorazione dei tessuti può variare ed essere modificata dal tempo, da difetti dovuti a eccessi di calcio, carie, abrasioni che rendono evidenti gli strati sottostanti, oppure essere dovuta a infiltrazioni, corrosioni chimiche, e a tutta una serie di varie cause che vengono tutte raggruppate con il termine di caratterizzazioni.
Quali vantaggi presenta la tecnica del doppio file? In quali casi si usa? Fai almeno un esempio. 7
La tecnica del doppio file consente di eseguire dispositivi con un'unica progettazione permettendo di ottenere sia il provvisorio materiale estetico che la struttura di rinforzo del materiale prescelto. Con la stessa sessione di progettazione si generano più file, per esempio quello della struttura e quello del rivestimento estetico. Questo tipo di moduli vengono impiegati spesso anche per la progettazione delle protesi Toronto.
Qual è la tecnica di fusione generalmente utilizzata in odontotecnica? 1
La tecnica di fusione utilizzata in odontotecnica è quella detta a cera persa, perché consiste nel realizzare in cera l'oggetto da fondere, inglobarlo in una massa refrattaria (rivestimento) affinché vi lasci impressa la propria forma, quindi eliminare la cera e colare nella forma una lega metallica fusa, che, una volta raffreddata e liberata dal rivestimento, avrà assunto la stessa forma dell'oggetto in cera originale. Il processo di fusione riconosce 3 fasi: - Preparazione del modellato e del cilindro - Preriscaldo del cilindro - Fusione
Che cosa si intende per zona neutra? E per area di Pound? 6
La zona neutra e lo spazio tra l'interno delle guance e la lingua. Rappresenta il punto in cui dovranno trovarsi denti artificiali per non ostruire il movimento di questi muscoli. L'area di Pound è l'area necessaria per mantenere lo spazio vitale per la lingua.
Quali sono le sei chiavi di occlusione di Andrews? Descrivile, specificandone le caratteristiche. 10
Le 6 caratteristiche necessarie per stabilire la presenza di una normocclusione: ● Rapporto Intermolare. Per avere una buona stabilità occorre che la cuspide disto-vestibolare del primo molare superiore sfiori la cuspide mesio-vestibolare del secondo molare inferiore. ● Angolazione delle corone. Ogni dente deve avere la propria specifica angolazione mesio-distale dell'asse longitudinale rispetto al piano occlusale. ● Torque delle corone. Ogni dente deve avere uno specifico torque ossia la versione palato-vestibolare di ogni singolo elemento. ● Rotazione. Ogni dente deve essere esente da rotazioni indesiderate che possono determinare precontatti occlusali. ● Punti di contatto. Devono essere ben definiti e stretti (chiusura degli diastemi se possibile). ● Piano occlusale. Al termine della terapia ortodontica il piano occlusale deve prevedere delle curve di compenso fisiologiche (Spee e Wilson). Andrews consiglia di terminare con la curva di Spee quasi piatta, poiché questa tende normalmente ad approfondirsi.
Descrivi la tecnica necessaria alla realizzazione di una protesi munita di attacchi intraradicolari. 6
Le cappette radicolari sono dispositivi fissi intraradicolare costituiti da una cappetta munita di un perno. Il perno si infila nel canale radicolare del moncone per garantire la ritenzione del dispositivo. ● Dopo aver isolato i canali e l'area di lavoro, i perni vengono ribasati con resina calcinabile, rimuovendoli temporaneamente appena la resina indurisce in superficie. ● A resina indurita, i perni vengono tagliati a livello del piano radicolare, utilizzando uno strumento riscaldato. ● Gli attacchi vengono montati in parallelo con l'aiuto del parallelometro, fissandoli alla resina calcinabile con del cianoacrilato. Quindi si completa la modellazione delle cappette con cera per modellazione e si fondono i dispositivi. ● Una volta realizzate le cappette, queste vengono cementate dal clinico alle radici residue del paziente e si impiegano i transfer per rilevare una nuova impronta che servirà per colare il modello sul quale realizzare la parte protesica mobile. ● Dopo aver progettato i perni radicolari con dei dischi protettivi, il clinico applica sugli attacchi le cappette ritentive e i contenitori inox, quindi controlla che le sedi presenti nella protesi ne permettono l'inserimento corretto. ● Nel corpo protesico viene messa della resina autopolimerizzante, quindi la protesi e ribasata nel cavo orale per inglobare i contenitori inox al suo interno. ● Una volta estratta dal cavo orale, la protesi viene rifinita per eliminare i dischi protettivi e la resina in eccesso: i dischi hanno protetto le cappette radicolari e attacchi sferici della resina di ribasatura.
Quali sono le caratteristiche principali delle ceramiche dentali? 8
Le ceramiche sono il materiale per il rivestimento estetico più usato. Il loro successo è dovuto alle caratteristiche estetiche e alla lunga durata delle parti in ceramica, che presentano una notevole resistenza all'abrasione e riescono a imitare perfettamente le 59 sfumature e la colorazione dei denti naturali, risultando indicate sia per i denti anteriori che per i posteriori. Le altre caratteristiche sono biocompatibilità, resistenza all'abrasione e alla compressione, buona resistenza alla flessione, elevato isolamento termico e bassa conducibilità.
Perché l'orientamento dei solchi risulta molto importante per la disclusione? 4
Le cuspidi dei denti posteriori sono separate da diversi solchi, il cui orientamento non dipende dal caso, ma da precise esigenze gnatologiche: devono favorire la fuoriuscita del cibo già masticato dal tavolato occlusale; rappresentano lo svincolo (cioè la "via di fuga") delle cuspidi antagoniste durante i vari movimenti, impedendo quindi contatti accidentali (interferenze) che potrebbero apportare danni al sistema.
Qual è il rapporto dimensionale medio esistente tra cuspidi lavoranti e bilancianti in uno stesso dente? 4
Le cuspidi lavoranti sono molto importanti per la masticazione, perché assicurano al sistema stomatognatico una grande stabilità in occlusione. Risultano leggermente più grandi e arrotondate di quelle bilancianti, costituendo mediamente 60% del volume generale della corona. Le cuspidi bilancianti contraggono contatti con l'antagonista solo sul loro versante interno. Sono più piccole di quelle lavoranti (circa il 40% della volumetria complessiva della corona dentale). La loro funzione di taglio si caratterizza nella forma appuntita e nella maggiore estensione del versante occlusale rispetto all'altro.
3. Quali sono le cuspidi lavoranti e quali quelli bilancianti nelle due arcate? 4
Le cuspidi lavoranti, dette anche cuspidi di stampo o cuspidi di centrica, sono le più voluminose e contraggono un maggior numero di contatti con l'antagonista. Sono le cuspidi palatali dei denti superiori e le cuspidi vestibolari dei denti inferiori. Le cuspidi bilancianti, dette anche cuspidi di taglio o cuspidi eccentriche, sono più piccole e appuntite, contraggono contatti con l'antagonista su uno solo dei loro versanti cuspidali. Sono le cuspidi vestibolari dei denti superiori e le cuspidi linguali dei denti inferiori.
Indica almeno due sistemi di fusione della lega e due sistemi di spinta della lega all'interno del cilindro. 1
Le fonditrici sono i macchinari che fondono la lega metallica e la immettono nel cilindro preriscaldato. I principali sistemi di fusione della lega utilizzati laboratorio sono: • fusione a cannello. Eseguita con vari tipi di gas combustibili e di comburenti (aria compressa/ossigeno/gas inerti), a seconda della lega utilizzata e della temperatura da raggiungere con il cannello; • fusione a induzione. La più utilizzata, si avvale di un sistema elettromagnetico che mette in movimento le particelle della lega ad una velocità tale da farle surriscaldare e fondere; • fusione elettrica. In questo tipo di fusione il metallo viene riscaldato dall'esterno grazie a delle serpentine elettriche, che riscaldano un crogiuolo nel quale è contenuta la lega da fondere. Un tempo molto utilizzato, attualmente questo sistema non è più molto diffuso. I principali sistemi di spinta della lega nel cilindro sono invece: • sistema a centrifuga. La lega viene spinta nel cilindro attraverso la rotazione veloce di un braccio rotante, sfruttando cioè la forza centrifuga; • sistema per caduta. La lega viene fatta cadere nel cilindro sfruttando la forza di gravità; • sistema a pressione. A volte combinato con il sistema per caduta (e spesso, grazie ad appositi sistemi di aspirazione, con caduta in vuoto), questo sistema è realizzato in modo da spingere la lega nel cilindro con un sistema di pressione d'aria o di gas inerti. I sistemi di fusione e di spinta della lega nel cilindro nelle varie fonditrici sono combinati tra loro in modo molto vario, a seconda della marca e del tipo di macchinario. In genere, comunque, la tendenza attuale dei fabbricanti si sta indirizzando verso i sistemi ad induzione con caduta e pressione, che al momento sono considerati quelli che offrono i risultati più affidabili.
Elenca alcune caratteristiche dei valli di registrazione occlusale e per quali registrazioni vengono comunemente utilizzati dal clinico. 6
Le funzioni dei valli: ● Permettono al clinico di eseguire sul paziente le prove fonetiche, importanti per identificare la dimensione verticale e verificare il rispetto della zona neutra. ● Con l'utilizzo dell'arco facciale, trasferiscono al laboratorio la posizione spaziale del mascellare superiore rispetto all'ATM. ● Permettono di definire un piano occlusale adeguato attraverso l'impiego del piano di Fox. ● Registrano la posizione di centrica e il rapporto interarcata, permettendo di montare i modelli in articolatore. ● Possono accogliere alcuni sistemi di registrazione della posizione di relazione centrica. Per fare questo i valli devono presentare la maggiore somiglianza possibile all'arcata dentaria quando ingombri e posizione, per permettere al clinico di eseguire le varie registrazioni nelle condizioni più simili alla situazione precedente alla perdita dei denti. I valli vengano utilizzati per registrazioni intra- ed extraorali.
Descrivi alcuni diversi tipi di ancoraggio utilizzati nelle overdenture su impianti. 9
Le overdenture su impianti vengono realizzate ancorando la protesi mobile totale ai pilastri implantari attraverso attacchi o barre ancorati alle fixture. Gli attacchi possono essere fissati in vari modi: ● Ancoraggio diretto agli impianti. Può essere effettuato solo quando il disparallelismo non risulta eccessivo. In genere si utilizzano attacchi che permettano di superare piccole differenze assiali. ● Ancoraggio su barra fissata gli impianti. Se l'overdenture è fissata a una barra che solidarizza tra loro gli impianti, gli attacchi possono essere montati con il parallelo metro, che ne garantisce il perfetto parallelismo, mentre la connessione tra barra e fixture può essere ottenuta per incollaggio.
Che cosa sono le placche di stabilizzazione? 5
Le placche di stabilizzazione presuppongono una visita olistica generale che prende in esame anche gli aspetti legati ai problemi fisiologici generali del paziente. Vengono impiegate quando lo specialista ritiene che il sistema masticatorio non sia la causa della disfunzione, bensì una conseguenza di una patologia che ha interessato un'altra parte dell'organismo. La realizzazione di questi dispositivi di norma prevede una sinergia tra diversi specialisti, del settore dentale e non, come lo gnatologo, l'osteopata, il posturologo e altri. Tra questi dispositivi, i bite più comunemente richiesti al laboratorio sono le placche di miorilassamento, che hanno la funzione di scaricare le ATM dalle tensioni conseguenti alle situazioni patologiche degli altri distretti corporei. In pratica, in presenza di un sovraccarico patologico di tutto l'organismo, lo staff odontoiatrico tenta con il bite di scaricare almeno la disfunzione a carico delle ATM, mentre altri specialisti (osteopata, posturologo, fisiatra, ecc...) interverranno sugli altri apparati.
Quali sono le principali caratteristiche morfologiche e funzionali di un bite di svincolo? 5
Le placche di svincolo sono dotate di contatti funzionali nel gruppo anteriore e, talvolta, di leggere i contatti stabilizzanti posteriori. L'azione di una placca di svincolo garantisce un'ottima disclusione e protezione anteriore durante le due lateralità destra e sinistra. La disclusione dei settori posteriori avviene anche durante il movimento di protrusione.
Quali sono i principali tipi di resine utilizzati per il rivestimento estetico di ponti e corone? 2
Le resine per rivestimento estetico sono molto numerose e ognuna di esse si differenzia dalle altre per le proprie caratteristiche chimiche, fisiche ed estetiche. Tuttavia, semplificando molto, possiamo distinguerle principalmente in 3 macrocategorie: • Le resine termopolimerizzanti, che in genere induriscono grazie alla cottura in polimerizzatrice, nella quale subiscono un trattamento a base di pressione e calore. Si tratta di polimerizzazioni da eseguire a 100°C per 20 minuti, a una pressione oscillante tra 2 e 6 bar e raffreddamento da eseguire in polimerizzatrice anche per ragioni di sicurezza. Un tempo molto diffuse con la tecnica in muffola, attualmente sono utilizzate soprattutto per provvisori estesi o altre lavorazioni per le quali si desidera una maggiore robustezza rispetto a quella data dalle resine autopolimerizzanti. • Le resine autopolimerizzanti, utilizzate soprattutto per la realizzazione di protesi provvisorie. Pur indurendo autonomamente dopo un tempo variabile tra 15 e 30 minuti, in genere vengono comunque polimerizzate in polimerizzatrice (macchinetta) o in pentola a pressione per aumentarne compattezza e resistenza. • Le resine composite fotopolimerizzatrici, che sono le resine per rivestimento estetico più diffuse e che induriscono in un fotopolimerizzatore con l'esposizione alla luce ultravioletta di una particolare lunghezza d'onda.
Come vengono definiti i punti di applicazione delle ritenzioni secondarie? Fai un esempio. 3
Le ritenzioni secondarie sono speciali appoggi e ganci utilizzati per neutralizzare effetto leva. La disposizione delle ritenzioni secondarie è un passaggio molto delicato della progettazione degli scheletrato e va eseguito individuando innanzitutto il possibile asse di rotazione del dispositivo (il fulcro attorno al quale può verificarsi l'effetto leva). In genere, questo asse di rotazione congiunge i cavalieri dei ganci più distali (tranne che nella III e nella IV classe di Kennedy). Individuato l'asse, se ne deriva una perpendicolare che interseca il punto del dispositivo sul quale si scaricano le forze più lontane dall'asse (in genere, la tuberosità o il punto più lontano della zona edentula). Infine si individua un'altra perpendicolare all'asse, ma con verso opposto, che incontra un dente sufficientemente robusto nel punto più lontano dell'asse: quello è il punto nel quale applicare la ritenzione secondaria.
Come vengono trattate le strutture di supporto prima della resinatura? Fai un esempio di trattamento di una struttura metallica. 2
Le strutture di supporto per le resine, prima di essere rivestite, devono subire alcuni trattamenti preliminari, soprattutto quelle metalliche. Per prima cosa è necessario verificare in articolatore che sia presente uno spazio sufficiente per l'applicazione del rivestimento estetico. La struttura viene vaporizzata per pulirne perfettamente la superficie. Sul metallo si deve garantire la necessaria adesione del rivestimento estetico: per ottenerla, si possono prevedere apposite ritenzioni meccaniche in fase di modellazione (minuscole palline detentive, fili o altro); La struttura va comunque sabbiata con biossido di alluminio, affinché la sua superficie risulti sufficientemente scabrosa da garantire l'adesione meccanica dell'opaco. Le resine prevedono l'applicazione di un primer e/o bonding sulle superfici da rivestire. Questi prodotti, simili a vernici trasparenti, vengono stesi sulla struttura metallica prima dell'applicazione dell'opaco, aumentandone l'adesività. Nel caso delle leghe metalliche, del titanio e della fibra di carbonio, è necessario anche mascherare il colore della struttura con appositi opachi per evitare che traspaia attraverso la resina.
Che cosa si intende per corone e ponti metal free? 2
Le strutture metal free, cioè prive di metallo, si avvalgono di travate di supporto in fibra di carbonio, in fibra di vetro, di sola resina, ecc...
Descrivi il procedimento di acquisizione, facendo riferimento alle tre fasi che lo compongono. 7
Le tre fasi di acquisizione di un oggetto scansionato sono: ● Mesh. Lo scanner registra una serie di punti di scansione che formano una nuvola. ● Wireframe. Il software di scansione, unendo questi punti, con un reticolo di triangoli che formano una rete di poligoni di superficie. ● Shade. Riempiendo l'area dei triangoli si ottiene un involucro che rappresenta la figura solida.
Che cosa si intende per spazio libero funzionale? Quale dimensione ha, di norma? 5
Lo spazio libero funzionale (o intermascellare, o interarcata, o fisiologico) è lo spazio presente tra le arcate dentali in posizione di riposo; esso è in rapporto con la dimensione verticale, che a sua volta dipende dall'equilibrio tra la struttura scheletrica e la struttura miofasciale. Lo spazio libero e funzionale e la dimensione verticale e costituiscono una costante individuale, in genere compresa tra 2 e 3 mm.
A che cosa serve l'opaco e come va applicato a una struttura metallica? 2
Nel caso delle leghe metalliche, del titanio e della fibra di carbonio, è necessario mascherare il colore della struttura, normalmente molto scuro, intervenendo con appositi opachi per evitare che traspaia attraverso la resina e rovini, modificandola, la resa estetica data dalla stratificazione delle varie masse di resina. L'opaco deve coprire tutte le zone del metallo che saranno ricoperte dal composito. È importante che l'opaco non "allaghi" completamente la superficie di cui deve mascherare il colore, per non neutralizzare l'azione ritentiva delle microsfere. È quindi consigliabile procedere per fasi successive, coprendo con un primo strato tutta la struttura, e dopo la polimerizzazione intervenire se necessario con una seconda stesura sulle zone che dovessero rimanere visibili.
Che cos'è il tripode? 4
Nell'intercuspidazione dente a dente il rapporto cuspide-fossa avviene con un tipo di appoggio a tripode, poiché ogni cuspide appoggia sulle creste antagoniste come una palla da tennis appoggerebbe su altre tre. Da notare che i contatti realizzati da questo tipo di unità occlusali sono puntiformi, allineati e simultanei.
Quante sono le classi ortodontiche secondo Angle? Descrivile una per una, specificandone le caratteristiche. 10
Nella classificazione di Angle il primo molare superiore erompe a sei anni in una posizione definita e stabile, iniziando a definire le posizioni degli elementi posteriori e determinando la chiave occlusale posteriore. ● I Classe: quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore entra in contatto con il solco Intercuspidale del primo molare inferiore. Il canino superiore occlude tra canino e primo premolare inferiore. ● II Classe: quando la cuspide disto-vestibolare del primo molare superiore entra in contatto con il solco Intercuspidale del primo molare inferiore. Il canino superiore occlude tra il laterale e il canino inferiore. Si distinguono due sottoclassi: ○ Prima divisione: aumento dell'overjet. ○ Seconda divisione: assenza di overjet per palatoversione dei frontali superiori. ● III Classe: quando la cuspide mesio-vestibolare del primo molare superiore entra in contatto con la superficie distale della cuspide disto-vestibolare del primo molare inferiore. Il canino superiore si trova in occlusione con il primo premolare inferiore oppure in zona distale.
A cosa servono i dispositivi indicati come Scan body/Scan abutment? 7
Nelle tecniche digitali, ci si serve di appositi dispositivi per trasferire dalla bocca del paziente al modello virtuale la posizione di alcuni particolari, ad esempio come avviene per gli impianti. Il sistema più utilizzato al momento è quello di munire il paziente di transfer conosciuti dal programma, utilizzare la scansione intraorale per scansionare la parte emersa insieme alle altre porzioni dell'arcata, e allineare poi transfer in fase di progettazione. Siccome il programma conosce il transfer, una volta che nella scansione vede la parte emersa, sa definire esattamente anche forme posizione della parte non visibile. I nomi di questi dispositivi specifici per scansioni sono diversi: scan abutment e scan body. Indipendentemente dalla funzione svolta, servono tutti e trasferire la posizione esatta di qualche parte anatomica o dispositivo dalla scansione al file di progettazione. Lo stesso procedimento viene utilizzato il laboratorio per la scansione di alcune parti difficilmente raggiungibili dalla luce dello scanner, come canali radicolari dei modelli per dispositivi intraorali.
Che cos'è possibile scansionare nella fase di acquisizione? Con quali scanner? 7
Partendo da una scansione intraorale, oppure da un file generato da un esame TAC, oppure dalla scansione di impronte o modelli, l'odontotecnico può elaborare un modello virtuale che, permette anche di produrre un modello fisico vero e proprio, spesso munito di speciali incastri o altri sistemi che lo mantengono in articolazione con l'antagonista. Gli scanner nella maggior parte dei casi sfruttano un sistema di misurazione della riflessione della luce. Si possono utilizzare delle speciali polveri opacizzanti da scansione, spennellate sulle parti che potrebbero riflettere la luce in modo anomalo(cera, metalli lucidati).
Come si realizza il legame tra metallo e ceramica? 8
Per l'unione tra metallo e ceramica il legame si realizza grazie alla resistenza di coesione, l'unione che si genera in fase di cottura e che deve essere sufficientemente solida da garantire la resistenza di entrambi materiali. In questa fase si verificano tre tipi di adesione: ● Adesione meccanica. È un legame che avviene durante la cottura nell'interfaccia tra struttura metallica di supporto e ceramica quando alcune componenti dei due materiali si fondono tra loro. ● Adesione chimica. Metallo e ceramica, nell'interfaccia di contatto, reagiscono legandosi in modo covalente. ● Legame compressivo. Durante la cottura la ceramica subisce trasformazioni dimensionali, la più importante delle quali è una forte contrazione centripeta, che fisicamente stringe la struttura di supporto.
Quali sono le registrazioni cliniche necessarie per la realizzazione corretta di un bite? 5
Per la progettazione e la realizzazione dei bite, è fondamentale poter contare su: • Una registrazione del rapporto articolare di maggiore armonia tra le componenti dentali, articolari e neuromuscolari del sistema stomatognatico; generalmente questo rapporto è la relazione centrica, oppure un rapporto diverso che il clinico registra a fini terapeutici, come per esempio una protrusione della mandibola abbinata a un generoso rialzo della dimensione verticale che permette di diminuire le patologie dell'ATM o, in altri casi, di attenuare il fenomeno del russamento. • Una registrazione della posizione spaziale del mascellare registrata con un arco facciale, che serve a garantire un minimo di corrispondenza tra paziente e articolatore. • Se il clinico lo reputa opportuno, eventualmente anche delle cere di protrusiva e lateralità.
Con quali frese si rifiniscono gli elementi in resina composita? Descrivine l'ordine di utilizzo. 2
Per la rifinitura delle resine, generalmente si scelgono frese al tungsteno, frese in acciaio e gommini di forma e taglio diversi a seconda del lavoro da realizzare e della zona sulla quale si deve intervenire, considerando che ogni particolare morfologico del dente si presenta di una forma che solo alcune frese possono lavorare con successo. In particolare, un esempio di sequenza di strumenti rotanti per la rifinitura delle resine è: 1. Pallina grande per regolare i contatti più marcati, soprattutto nelle superfici concave. 2. Pallina piccola per la realizzazione dei lobi. 3. Fiamma diamantata per regolare la morfologia generale. 4. Fiamma diamantata lato dritto per i versanti cuspidali. 5. Pallina piccola in tungsteno per la creazione dei solchi occlusali e la rifinitura degli spazi interdentali e delle altre zone di difficile accesso. 6. Disco Horico diamantato per creare le separazioni tra i denti, molto importanti per la fonazione e l'autodetersione. 7. Gomma diamantata lenticolare per uniformare il materiale di rivestimento estetico sulle eventuali mesostrutture che devono rimanere esposte (bordino metallico). Nel caso di dispositivi su pilastri naturali metal free lo si impiega per regolare il margine di chiusura direttamente sul moncone in gesso. 8. Ruota abrasiva a grana media, usata per regolare la rugosità superficiale. 9. Spazzolino in pelo di capra morbido per la lucidatura delle superfici: inizialmente lo si impiega con paste diamantate, poi con una crema lucidante che contiene particelle abrasive (diametro 0,3 µm), più delicata delle paste diamantate. L'intera sequenza di lucidatura va eseguita con una velocità di rotazione della fresa che non superi 8000 rpm (giri/minuto). 10. Per rendere brillante il tutto si termina con una spazzola di cotone asciutta da manipolo da impiegare prima sulle superfici interamente in resina e poi sulle giunzioni con il metallo.
In base al tipo di appoggio e scarico delle forze, come può essere classificata la protesi scheletrata? 3
Per le proprie caratteristiche, le protesi scheletrate è una protesi semifisiologica, che risulta indicata per riabilitare arcate parzialmente edentule in tutti i casi in cui non sia possibile utilizzare dispositivi di tipo fisso, oppure come soluzione provvisoria in attesa di un dispositivo definitivo, o dell'evolversi di una situazione orale in corso di trasformazione. L'ancoraggio, nelle protesi scheletrate, è dato da ganci muniti di cavalieri, che appoggiando in tutto o in parte sui denti residui, trasmettendo ai pilastri una parte del carico masticatorio che grave sulle selle. Si dovrebbe sempre tenere un corretto equilibrio delle forze tra i vari pilastri, che dovranno essere distribuiti nell'arcata in modo da dare al dispositivo la massima stabilità possibile. Ovviamente, per la valutazione dei pilastri, sarà necessario considerare eventuali patologie segnalate dal clinico (o evidenti dal modello) e la classe di Kennedy di appartenenza, che influenza in modo determinante la scelta dei ganci, la posizione delle ritenzioni secondarie e, più in generale, tutto il disegno dello scheletrato.
Descrivi overbite e overjet. 4
Per overjet (o sovramorso orizzontale) si intende la sovrapposizione dei denti anteriori in senso orizzontale, misurata dei bordi incisali dei denti anteriori superiori ai bordi incisali dei denti anteriori inferiori. Per overbite (o sovramorso verticale) si intende la sovrapposizione dei denti anteriori in senso verticale, sempre misurata dei bordi incisali dei denti anteriori superiori ai bordi incisali dei denti anteriori inferiori. Generalmente, in un'occlusione anatomicamente funzionale e in presenza di una normocclusione, il valore dell'overbite dovrebbe essere all'incirca di 3-4 mm, mentre quello dell'overjet di circa 2 mm.
Descrivi la tecnica della realizzazione di uno scheletrato. 3
Per prima cosa vanno decisi il tipo e la posizione dei vari ganci, degli eventuali appoggi e si scelgono il tipo di connettore principale, le selle ritentive e la posizione di cavalieri ed eventuali ritenzioni secondarie. Sul parallelometro, viene individuato l'asse di inserzione ideale, inserendo il modello sul piatto orientabile dello strumento, si controlla ogni dente con l'ago analizzatore, con il mandrino portamine si trovano le linee di analisi dei vari denti e si traccia il disegno dello scheletrato. Con i misuratori di sottosquadro si trovano le zone dei sottosquadri in cui dovranno collocarsi le punte dei vari ganci. Le zone delle punte dei ganci non andranno scaricate, per non compromettere la loro capacità ritentiva. Si passa poi alla duplicazione del modello, dopodiché alla modellazione. Generalmente la modellazione dei ganci si esegue con appositi preformati e uniti tra loro per realizzare connettori, ganci, appoggi, ritenzioni. La messa in rivestimento e la fusione degli scheletrati sono sostanzialmente simili alla tecnica a espansione libera. La principale differenza è che il modello di lavoro, in questo caso, costituisce già parte del cilindro, e la colata di rivestimento ne completa solo le parti mancanti. Di conseguenza, le principali differenze riguardano soprattutto la tecnica di imperniatura. Per la fusione, è necessario completare il cilindro con altro rivestimento (il modello è già in rivestimento). Per farlo si inizia cospargendo la modellazione di uno speciale pre-coat, una speciale vernice che ha la funzione di garantire che la zona a contatto con la modellazione rimanga ben liscia e priva di irregolarità. Dopo la fusione, il dispositivo viene liberato da rivestimento e sabbiato con corindone, quindi si passa sua rifinitura, che viene realizzata con la levigatrice rapida. Inviati allo studio per verificare la corretta frizione e non presentino precontatti occlusali. Per la prova, è consigliabile munire le selle ritentive dei dispositivi metallici di valli in cera per rilevare una nuova cera di articolazione. I n questo modo dopo il rimontaggio in articolatore, si potrà procedere al montaggio dei denti artificiali e al completamento della struttura metallica con le parti in resina. Lo scheletrato viene resinato con il sistema delle mascherine, quindi rifinito e lucidato.
Cos'è e a cosa serve un transfer copying? 9
Per rilevare le impronte di protesi a supporto implantare, sono necessari i transfer copying per impronta, che hanno la funzione di trasferire l'esatta posizione delle fixture presenti dalla bocca del paziente al modello in gesso. Nel modello, al posto delle fixture, si usano gli analoghi, cioè delle copie degli impianti che riproducono esattamente la posizione e la forma della piattaforma implantare.
Come possono essere parallelizzate fixture disparallele? Fai un esempio. 9
Per risolvere il problema del disparallelismo, nelle strutture estese si può utilizzare il fresatore per ottenere abutment paralleli sui quale realizzare un'arcata fissa, come se si lavorasse su monconi naturali. In questo caso si ottengono due diversi livelli di strutture metalliche: i monconi fresati ancorati agli impianti, che risolvono i disparallelismi, e una travata metallica che unisce tra loro i pilastri e sulla quale si può realizzare il rivestimento estetico. Dato il perfetto parallelismo dei pilastri e loro accoppiamento conico, spesso in questi dispositivi l'unione delle due parti metalliche viene ottenuta per frizione, oppure utilizzando cementi provvisori o con l'impiego di viti e chiavistelli.
Descrivi le fasi principali di progettazione CAD di una corona di protesi fissa in zirconia e ceramica a tua scelta. 7
Progettazione di corona singola full anatomical. È un modulo che permette di progettare, sulla base della scansione di un moncone naturale preparato o di un impianto, delle corone complete di tutta la loro anatomia. In genere si usa questo modulo per colore integrali in zirconio. ● Si esegue la scansione dei modelli in rapporto tra loro. ● Si esegue la scansione di precisione del moncone, fissato sul piattello dello scanner e scansionato singolarmente. ● Al termine della scansione si provvede a ritagliare il moncone eliminando le parti inutili per le successive lavorazioni. ● Con il mouse vengono posizionati tre pallini colorati sugli stessi punti, sia sulla scansione di precisione che su quella di due modelli articolati. Con questo sistema il programma dispone di punti di riferimento sicuri e aiutato ad allineare perfettamente le tre scansioni (modello master, antagonista, modelli articolati). ● I punti di allineamento vengono posizionati nello stesso punto del moncone su entrambe le scansioni, allineando la scansione di precisione del moncone singolo a quella del modello master. ● Si inizia impostando la visibilità e la trasparenza delle varie componenti quindi si definisce l'asse di inserzione delle corone, in base al quale appariranno aree di sottosquadro, che il programma segnala con un colore differenti e per le quali offre delle opportunità di compensazione. ● Il programma propone la linea di chiusura. L'operatore può modificare l'andamento della linea spostando dei punti. ● Regolazione dell'interfaccia. Permette di scegliere le modalità di interfaccia tra corona e moncone. Rappresenta la versione digitale dell'applicazione delle lacche spaziatrici sul lavoro tradizionale. ● Il programma propone delle corone che presentano alcuni limiti che l'operatore dovrà ottimizzare con spostamenti, deformazioni e modellazione. ● Le varie opzioni di scultura danno la possibilità di posizionare correttamente la corona, variare le dimensioni e proporzioni ed eseguire una vera e propria modellazione. ● Si controllano aree di precontatto con l'antagonista. ● Nel caso di cappetta in zirconia da rivestire in ceramica, vanno inseriti i parametri di riduzione che permettano di ridurre le dimensioni (scavatura) p
Descrivi il ciclo di lavorazione della zirconia, indicandone anche le variazioni dimensionali. 7
Realizzazione di un ponte infiltrato in zirconia. ● Modello di lavoro. ● Viene creato il foglio d'ordine per un ponte inferiore con pilastri sui denti 45 e 47 ed elemento di ponte a livello del 46. ● Sì scansiona il modello e si esegue la modellazione. La zona vestibolare del 45 viene ridotta per realizzarlo in seguito con uno strato di ceramica stratificata, mentre per l'elemento intermedio si realizza un appoggio di tipo ovate pontic. ● Si utilizzano dischi in zirconio pre-sint (fase Green). I dischi di zirconia vengono fresati in fase Green, perché si tratta di uno stato in cui sono compatti, ma ancora abbastanza morbidi da essere facilmente lavorabili con le frese. In seguito verranno sinterizzati per rendere il materiale estremamente resistente, ma causandone una forte contrazione. ● Il disco è composto da diversi strati di materiale. La composizione interna del disco presenta zone di simulazione diverse dello smalto e della dentina, con zone di materiale di transizione. ● Disco all'interno del fresatore. Viene fresato e deve essere maneggiato con cura perché estremamente fragile. Si eseguono correzioni. ● Il dispositivo è pronto per essere infiltrato è sinterizzato. Si inizia con l'infiltrazione dei colori, imitando colletto e zone più scure dei solchi intercuspidali, poi con altri colori per esaltare le trasparenze. ● Dopo l'infiltrazione, i dispositivi vengono inseriti nel forno per sinterizzazione.
Cosa si intende per riduzione delle ritenzioni sferiche? 2
Se l'analisi visiva evidenzia uno spazio troppo esiguo(piccolo) per la resina, è possibile ridurre vestibolarmente la parte inutile delle ritenzioni sferiche. La parte ritentiva delle ritenzioni sferiche è infatti solo quella che le unisce alla cappetta metallica che copre il moncone, mentre la parte convessa è quella che può risultare più visibile attraverso la resina. Di conseguenza, quando la ritenzione corre il rischio di rimanere troppo visibile perché in una zona troppo sottile, è consuetudine ridurne con il trapano la parte superiore, lasciando solo la zona ritentiva più vicina alla cappetta.
Elenca alcuni materiali e alcune tecniche utilizzabili per ottenere protesi scheletrate con tecnica CAD CAM. 3
Sia il disegno del dispositivo che la sua realizzazione tecnica possono oggi avvalersi, in tutto o in parte, dell'aiuto di strumenti digitali di tipo CAD (per la progettazione, il disegno e la modellazione dello scheletrato) o di tipo CAM (per la produzione del modellato con stampa 3D o la sua diretta realizzazione in metallo con il sistema laser melting o in Peek con fresatura CAM). Questi sistemi è probabile che in un prossimo futuro troveranno un'applicazione sempre più ampia, soprattutto perché permettono di utilizzare materiali innovativi. Possiamo avere scheletrati stampati in resina calcinabile per fusioni. I dispositivi, una volta liberati dai perni di supporto, verranno fusi e rifiniti con tecnica tradizionale.
Cosa sono gli allineatori progressivi? Per quali pazienti risultano indicati? 10
Sono apparecchi attivi ortodontici invisibili. Sono costituiti da un gruppo di mascherine di poliestere trasparenti e leggere, di circa 0,8 mm, che esercitano un'azione di spostamento dei denti grazie all'elasticità. Ogni mascherina rappresenta uno step necessario per passare dalla situazione iniziale a quella di fine terapia, esercitando progressive e lievi modifiche dentali. Sono indicati prevalentemente per pazienti con uno sviluppo dentale completo e che presentino malocclusioni non eccessive.
A che cosa serve il modello di posizione? 1
Soprattutto nel caso di dispositivi di grande estensione, è possibile che sia necessario ricorrere alla saldatura di più porzioni dello stesso dispositivo per riunirle in un pezzo unico. Per ogni saldatura è necessario un sistema di mantenimento della posizione degli elementi da saldare. Se la posizione è rilevata in bocca dal clinico, in genere al laboratorio arrivano gli elementi bloccati con resina calcinabile o inglobati in un'impronta di posizione. In entrambi i casi andrà comunque preparato un modello di posizione che mantenga stabili gli elementi da saldare e che al termine della saldatura permetta di verificare la buona riuscita del lavoro.
Descrivi l'importanza delle curve di compenso in rapporto alla disclusione. 4
Sul piano sagittale si riscontra la curva di Spee. Questa curva risulta notevolmente determinante soprattutto per la creazione di spazi uniformi di disclusione nel movimento di protrusiva, perché la mandibola si muove descrivendo un percorso composto da uno spostamento curvilineo in avanti e in basso dettato dal profilo anteriore della cavità glenoidea (tragitto condilare) e la presenza della curva facilita la formazione di questi spazi. Sul piano frontale si traccia la curva di Wilson, la quale è fondamentale per la disclusione in lateralità, perché facilita il distacco e il passaggio delle cuspidi antagoniste di un'emiarcata, che si spostano vestibolare mente sul lato di lavoro. Questa inclinazione non può essere però eccessiva, per non compromettere lo spazio di disclusione nel movimento di lateralità opposto, quando l'emiarcata diventa il lato bilanciante
Descrivi la tecnica necessaria alla realizzazione di una protesi(overdenture) munita di barre e cavalieri. 6
Tipo diffuso di overdenture a supporto implantare si serve di una barra che collega tra loro gli impianti e alla quale l'overdenture si ancora attraverso degli attacchi a cavaliere inseriti in una sovrastruttura metallica di rinforzo. La connessione tra barre e protesi è realizzata con clips ritentive plastiche, che possono essere facilmente sostituiti all'occorrenza. ● Con l'aiuto del parallelometro, la barra viene montata nella zona tra gli impianti, fissandola ai calcinabili degli impianti con resina calcinabile. ● Dopo la fusione, la barra viene avvitata agli analoghi degli impianti e si scaricano i sottosquadri e le stelle edentule. Quindi si chiudono i fori delle viti degli impianti e si applicano alla barra degli speciali posizionatori, che servono a creare lo spazio per le clips ritentive. ● Sui posizionatori si applica un sottile foglio di Teflon come isolante, quindi si sovrappongono i contenitori delle clips ritentive. ● I contenitori vengono uniti ai connettori con resina calcinabile. Il Teflon evita che la resina possa attaccarsi ai posizionatori. ● Dopo la fusione, finita la struttura, nella barra si inseriscono le clips ritentive, che andranno sostituite periodicamente. Dopo la resinatura la protesi viene rifinita e lucidata.
Qual è l'azione sulla mandibola del bite di Farrar? 5!
Tra i più conosciuti i bite di riposizionamento, si trova il bite di protrusione (il più noto dei quali è il bite di Farrar), che permette di guidare la mandibola in una posizione più protrusa (in avanti) rispetto all'occlusione abituale.
A cosa serve una dima chirurgica? 9
Una delle fasi principali preliminari all'intervento è rappresentato dalla progettazione diagnostica, che permette di testare la forma del dispositivo finito prima dell'intervento chirurgico. Dalle progettazioni si possono ottenere di me che rappresentano degli ausili per lo svolgimento del lavoro dello staff clinico.prima della fase chirurgica, le time possono avere funzione diagnostica, servire come maschera di controllo della posizione degli impianti rispetto i denti protesici, o fungere da supporto per cere di articolazione.
. Che cosa indica l'acronimo DATO ideato dallo gnatologo argentino A.A. Alonso? 4
Uno dei sistemi di controllo più affidabili e sicuramente quello codificato dal prof. A.A. Alonso nella sigla D.AT.O, che è l'acronimo di 3 requisiti fondamentali del dispositivo protesico: • Disclusione, che è un valido sistema di protezione che ripara dai traumi • Allineamento Tridimensionale • Occlusione
Qual è la funzione dell'arco vestibolare? 10
È un componente anteriore delle placche ortodontiche e svolge varie funzioni. Può essere adoperato come mezzo di ritenzione accessorio, come componente attivo per lo spostamento dentale, come appoggio per guidare l'eruzione dentale dei denti permanenti o per sostenere trazioni elastiche. Quando possibile ricoprire con una guaina di teflon.
Cos'è una protesi Toronto? 9
È un dispositivo che presenta delle somiglianze con la protesi mobile, ma che per tipologia costruttiva rientra nella protesi fissa a supporto implantare. La sua realizzazione prevede l'impianto di almeno 4 fixture nel mandibolare e 6 n mascellare, sulle quali viene realizzata un'arcata fissa avvitata. Oltre a mantenere sempre 63 pulito il dispositivo, il paziente si deve recare periodicamente presso lo studio per permettere al clinico di svitare la protesi e provvedere a un'igiene più approfondita.
Che cosa si intende per cut back? 7
È un modulo che permette di progettare elementi in cui la riduzione riguarda solo la parte vestibolare, che viene preparata con attenzione la stratificazione della dentina, da rivestire successivamente con l'apporto di speciali ma se estetiche e dello smalto.
A cosa serve una REP? Come viene realizzata? 10
È un'apparecchiatura ortodontica ortopedica fissa che permette di ottenere l'espansione basale dell'apparato osteo-mascellare palatino, favorendo l'espansione della base apicale e del sette nasale palatino. Migliora i rapporti osteo-dentali occlusali e aiuta in modo evidente la respirazione. Realizzazione: ● Si segna la sutura palatina, si disegnano le perpendicolari alla sutura tangenti il lato mesiale del sesto e del quarto. ● I denti su cui verranno realizzate le bande vengono separati con un seghetto. Le bande vengono inserite e adattata identiche le ospitano. ● Controllate le bande si passa la modellazione dei bracci di supporto, misurati, piegati e adottati adeguandoli all'anatomia del modello. ● Le parti terminali dei bracci devono risultare a contatto con i mezzi di ritenzione, nella zona mesiale delle bande a carico dei premolari e in quella distale di quelle sui molari. La vita e viene posizionata provvisoriamente sul modello con della moldina. ● Terminata la modellazione dei bracci della vite, si iniziano a sagomare i bracci di collegamento, contornando attentamente con il filo da Crozat gli elementi intermedi tra i mezzi di ritenzione, rispettando l'anatomia. ● Preparata la struttura, i componenti vengono bloccati sul modello con cera collante. ● Con del rivestimento per fusione, si blocca il tutto e lo si salda alle bande. Durante la brasatura, occorre accertarsi che il saldame scorra perfettamente, coprendo le zone da unire. ● Dispositivo ultimato
Descrivi un fresaggio spiegando la funzione delle varie parti che lo compongono. 3
• Invito per il pin della parte mobile. Grazie alla forma a imbuto, guida il pin della parte mobile nel corretto inserimento nella coulisse. • Parete verticale. Guida l'inserimento della parte mobile e rappresenta la zona di ritenzione per frizione del fresaggio. Nel caso delle protesi conometriche assolve comunque alle stesse funzioni anche senza essere perfettamente verticale. 45 • Attacco fresato. Rappresenta il punto di ancoraggio tra parte mobile e parte fissa. • Spalla. Scarica sul parodonto del pilastro parte dei carichi masticatori. • Spalla occlusale. Scarica sul parodonto del pilastro la maggior parte dei carichi masticatori, rendendoli più assiali rispetto al pilastro stesso. • Coulisse. Fornisce una guida precisa per l'inserimento della parte mobile della protesi ed evita dislocazioni in senso orizzontale o rotazioni del fresaggio. Nella zona della spalla convoglia parte delle forze verticali che si scaricano sul parodonto del pilastro.
Descrivi la realizzazione di un bite secondo il sistema utilizzato nelle pagine precedenti. 5
• Montaggio in articolatore a valori adattabili. Per permettere una regolazione personalizzata degli angoli dell'eminenza e di Bennet, della dimensione verticale e degli altri valori richiesti dal caso. È molto importante, per la correttezza della procedura, poter disporre soprattutto di una registrazione dell'arco facciale, della cera di centrica ed eventualmente di cere di protrusiva e lateralità (o altri sistemi di registrazione alternativi). • Modellazione diagnostica in cera, eseguita con le due arcate poste in relazione centrica. Questo sforzo progettuale può servire, oltre che per le ragioni diagnostiche che giustificano la realizzazione, anche per ottenere una placca terapeutica: trasformando in una placca il risultato della ceratura diagnostica, tecnico e clinico hanno la possibilità di valutare direttamente sul paziente sia la correttezza della centrica rilevata, sia l'effettiva funzionalità del rapporto articolare (controllano cioè sia posizione che funzione). • Realizzazione delle placche. Generalmente i bite vengono ottenuti o con resinatura con sistema sale/pepe (come accade anche nei dispositivi ortodontici), oppure per stampaggio di dischi termoplastici. Il primo sistema risulta più artigianale, ma permette di controllare meglio gli spessori di ogni zona ed è particolarmente indicato per le placche diagnostiche terapeutiche, o se nel bite vanno inseriti dei ganci di ritenzione, dei rinforzi o altre strutture metalliche; Il secondo è invece di più rapida esecuzione, ma non permette di realizzare spessori diversi nelle varie zone, per cui è più indicato per mascherine di posizionamento, dispositivi di contenzione e simili.
Elenca alcuni tipi di protesi parziali mobili, descrivendone le specifiche caratteristiche. 3
• Protesi parziali con gancio a filo. Utilizzate quasi esclusivamente come provvisori, sono realizzate prevalentemente in resina acrilica. • Protesi scheletrate. Sono protesi costituite da una struttura metallica provvista di ganci e ritenzioni, alla quale sono ancorate flange e denti artificiali che hanno la funzione di sostituire i denti naturali andati perduti. Possono essere sia dispositivi definitivi che protesi provvisorie di lunga durata. Le strutture metalliche di supporto possono essere realizzate in modo tradizionale - con il sistema di modellazione e fusione a cera persa - oppure realizzate con disegno CAD e successiva produzione CAM (fresaggio in PEEK o altri materiali, stampa 3D in materiale calcinabile da fondere successivamente, laser melting). • Protesi parziali in nylon, poliammide o altri materiali. Sono dispositivi più o meno rigidi o elastici, costituiti da un corpo in materiale polimerico che ingloba al proprio interno sia i ganci che i denti artificiali. La principale differenza rispetto gli scheletrati è che queste protesi in genere sono meno rigide e hanno ganci mimetici. • Protesi scheletrate in metallo con ganci estetici. Si tratta di una soluzione ibrida tra i due dispositivi precedenti, costituita da una struttura metallica che dà supporto sia a ganci in materiale estetico (nylon, poliammide, resina acetalica e altri), sia a flange e denti artificiali. Hanno le stesse funzioni delle protesi da cui traggono origine e in genere prevedono ganci tradizionali metallici per i denti posteriori e ganci estetici per i denti anteriori. • Protesi scheletrate in PEEK. Il PEEK (PolyEther-Ether-Ketone) è un polimero termoplastico organico spesso utilizzato come soluzione protesica alternativa allo scheletrato tradizionale per pazienti allergici ai metalli o se si desidera un approccio estetico più "soft" per ganci che si prevede possano risultare visibili. Il dispositivo realizzato con tecnica CAD - CAM. • Protesi combinate. Sono costituite da una parte fissa e una mobile; quella mobile si differenzia da una protesi scheletrata soprattutto per il tipo di ancoraggio, generalmente realizzato con attacchi e fresaggi, anziché con ganci. Di tipologia molto varia e destinate a essere dispositivi definitivi.
Quali sono i principali tipi di rivestimento utilizzati in laboratorio? 1
• Rivestimenti a legante gessoso, da miscelare con acqua demineralizzata e che vengono utilizzati per leghe a basso punto di fusione (per esempio, leghe auree). Possono essere utilizzati con cilindri in metallo (rivestiti internamente con il liner) e non possono essere preriscaldati a temperature elevate (max 750-780°C). Sono sempre meno utilizzati. • Rivestimenti a legante fosfatico, da miscelare con apposito liquido di espansione o/e con una miscela di acqua demineralizzata, a seconda del grado di espansione da raggiungere. Vengono in genere colati utilizzando cilindri in gomma, plastica da rimuovere dopo l'indurimento del rivestimento e prima dell'inserimento in forno. Resistono a temperature anche di più di 1000 °C e vengono commercializzati in tipi diversi a seconda dell'uso cui sono destinati: protesi fissa, scheletrita, ceramica termopressata ecc • Rivestimenti per saldatura, privi di espansione e da impiegare miscelandoli con acqua demineralizzata. Non devono espandersi per mantenere inalterata la posizione dei pezzi da saldare. Il loro preriscaldo raramente supera i 500°C.
Descrivi un caso ipotetico di stratificazione a tua scelta, utilizzando almeno 3 masse. 2
• Struttura metallica in lega vile preparata per essere rivestita con resina composita, viene sabbiata con biossido di alluminio 100/120 µm e poi vaporizzata. • Sulla struttura si stende un primo strato di primer, che viene lasciato asciugare all'aria per qualche decina di secondi, quindi la si pennella con un apposito liquido bond bicomponente (base + catalizzatore), che legandosi al primer crea una forte adesione al successivo strato di opaco. Il bond viene fotopolimerizzato per circa 20 secondi. • Sul dispositivo può ora essere steso un sottile strato di opaco, la cui fotopolimerizzazione in questo caso è di circa 40 secondi. • La prima massa di resina composita da applicare e quella cervicale. • Sulla massa cervicale viene poi applicata la dentina. È opportuno non realizzare strati più spessi di 1-1,5 mm altrimenti la luce della fotopolimerizzatrice potrebbe non arrivare a polimerizzare la zona profonda. • Per rendere più naturale l'aspetto del dente, si impiegano alcune masse speciali per realizzare le proiezioni dei mammelloni e la suddivisione tra i lobi. • Per ultimo viene applicato lo smalto, che deve ricoprire le altre masse dal margine incisale al colletto, anche se con spessori e design diversi. • Fotopolimerizzazione finale. • Rifinitura e lucidatura degli elementi. • Applicazione di eventuali colori di caratterizzazione e stesura di uno speciale liquidò sigillante-lucidante.
Quali sono le principali strutture per ceramica alternative al metallo? 8
● Ceramica pressofusa. I dispositivi realizzati con questa tecnica sono fusioni eseguite direttamente in ceramica, con le quali si possono ottenere sia strutture di supporto che corone integrali costituite da un solo materiale. Le ceramiche pressofuse possono essere metal free. Dopo la pressofusione, vengono rifinite e colorate in superficie, oppure rivestite con altra ceramica. ● Stratificazione su zirconia. In seguito alla sintetizzazione può essere rivestita in ceramica per migliorarne l'estetica.
Indica almeno cinque lavorazioni diverse eseguibili con sistema CAD CAM descrivendo le caratteristiche dei moduli che permettono di eseguirle. 7
● Corone singole full anatomical. ● Punti full anatomical. ● Ponti Maryland. ● Cappette standard per stratificazione materiale estetico. ● Scheletrati e strutture per protesi parziali. ● Protesi mobili totali. ● Porta impronte individuali. ● Bite. Ogni lavorazione attuabile con i programmi di progettazione CAD viene eseguita con specifici moduli, la cui scelta consente all'operatore di utilizzare le opzioni e le caratteristiche del programma CAD ideali per la specifica lavorazione da eseguire. A seconda del modulo le scansioni necessarie saranno differenti. Ad esempio, nel caso della corona anatomica, è probabile che risultino necessarie almeno una scansione del modello di lavoro e una dei monconi, mentre lavorazioni più semplici possono prevedere la sola scansione del modello di lavoro o addirittura del solo moncone.
Descrivi, fase per fase, la sequenza di operazioni necessaria alla realizzazione di un elemento protesico in metallo-ceramica. 8
● Modellazione e scavatura. Sul moncone presente sul modello viene preparata una cappetta in cera, su cui si esegue la modellazione completa dell'elemento da realizzare. Viene preparata una mascherina in silicone della modellazione eseguita che servirà come controllo della scavature. Per scavare l'elemento si procede a settori per controllare l'uniformità dello spazio lasciato per la ceramica. Con la mascherina in silicone si controlla l'uniformità della scalatura. La struttura può essere fusa ● Lavorazione della struttura metallica. Dopo la fusione la struttura metallica viene preparata rifinendo la per eliminare i residui del perno di fusione e l'eventuale asperità, quindi si invia allo studio per una prova sul paziente che ne assicuri la correttezza livello delle chiusure. ● Opaco. Si deve effettuare l'ossidazione della struttura metallica e successivamente sabbiatura. Si applica il primo strato di opaco che viene cotto. Successivamente si applica un secondo strato più denso ed eventuali altri strati successivi, fino a che il metallo non risulti completamente mascherato. ● Realizzazione del rivestimento estetico. Terminate le cotture dell'opaco, si procede con l'applicazione delle altre masse ceramiche (colletto, dentina, tagli per lo smalto). Dopo la cottura, si compensa la normale contrazione del materiale con altro materiale, quindi si applicano eventuali colorazioni aggiuntive e si cuoce nuovamente dispositivo. ● Cottura, prove e correzioni. Dopo la stratificazione, la ceramica è pronta per la cottura, eseguita una temperatura di 40-50 °C più bassa di quella dell'ultimo strato di opaco. Per la cottura la corona viene appoggiata sul supporto in refrattario e posta sul piano del forno. Il dispositivo si scalda lentamente. Il forno si chiude ermeticamente e nella camera di cottura viene attivato il vuoto. Terminata la cottura abbiamo raffreddamento del dispositivo. Viene eseguita una prima rifinitura con frese diamantate e si controlla la calzato.dopo le correzioni la corona è sabbiata e vaporizzata e si procede all'applicazione delle masse di correzione. Si applicano colori. Si può procedere la seconda cottura. Si esegue un successivo controllo e una nuova correzione se necessaria. ● Lucidatura e gl
Quali sono le principali caratteristiche da considerare nella progettazione e nello studio delle forze ortodontiche? 10
● Punto di applicazione. È sempre a livello della corona del dente, quindi a distanza variabile dal centro di resistenza che si trova nella zona radicolare. ● Direzione. Linea lungo la quale la forza si esplica. In caso di sistemi di forze, può essere definita dalla risultante delle diverse direzioni di applicazione delle forze stesse. ● Intensità. Peso della forza applicata che viene espresso in g per cm2. Si definiscono forze leggere ortodontiche quelle che esprimono 28-30 g per cm2 di radice; sono considerate forze pesanti ortopediche quelle da 400 g a 1 kg per lato. Una forza ideale è di circa 1-1,5 g/mm2.