Fotografi

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Irving Penn

Mentre proseguiva la sua attività di fotografo di moda, nel 1977 al Metropolitan Museum di New York presentò il ciclo "Street Material", nel quale fotografava i resti abbandonati dell'esistenza quotidiana, conferendo loro un nuovo valore estetico. Nel 1980 vennero esposti per la prima volta i nudi realizzati nel 1950, mentre nel 1986 vide la luce una nuova serie di nature morte, questa volta dedicate ai crani animali. Divenuto ormai uno dei fotografi più rinomati del mondo, si susseguono le mostre e le pubblicazione a lui dedicate.

Rodchenko

Alla fine degli anni 20 il suo modo di fotografare veniva considerato troppo "formalista" e, con l'avvento dello Stalinismo e di una estetica di stato, l'accusa divenne piuttosto grave. Fu accusato di seguire le orme di fotografi "occidentali" Moholy-Nagy e Man Ray, e di aver dato troppa importanza all'estetica a scapito del contenuto, tradendo così quello che veniva considerato vero fotogiornalismo. In seguito, furono messe al bando le sue fotografie di giovani pionieri: il loro sguardo rivolto verso il cielo venne interpretato come un messaggio onirico e fantastico, non in linea con gli ideali del regime.

Tina Modotti

Attrice e fotografa udinese. Sposa un pittore (Robo) e si trasferiscono a Los Angeles, dove recita in un film, ma poi smette. Diventa per la sua bellezza modella di diversi fotografi, tra cui Weston, con il quale ha poi una relazione. Con Weston vive in Messico, insieme vivono il clima politico e culturale post-rivoluzionario. Dopo le prime attenzioni per la natura (rose, calli, canne di bambù, cactus, ...) sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche, quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...).

Weegee

Collabora con Kubrick per le riprese del film Il dottor Stranamore. Poi viaggia in Europa fino al 1968 e produce numerose fotografie, film, lezioni e progetti di libri.

Rodchenko

Cominciò a fotografare balconi, scale, finestre e muri, dando all'oggetto ordinario e quotidiano una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e punti di vista inconsueti.

Weegee

A fine anni 40 inizia a sperimentare nuovi obiettivi ed altri strumenti ottici che gli suggeriscono la creazione della serie di "distorsioni", che egli stesso definisce caricature dei ritratti di celebrità dello spettacolo e del mondo politico - che pubblicherà insieme a Mel Harris in Naked Hollywood. Le distorsioni vengono pubblicate anche nel numero di luglio di Vogue.

Nadar

A lui si devono anche le prime sperimentazioni relative all'impiego della luce artificiale in fotografia

Mario Giacomelli

Degli anni 50-60 sono alcune serie di reportage come Lourdes (1957), Scanno (1957/59), Puglia (1958), Zingari (1958), Loreto (1959), Un uomo, una donna, un amore (1960/61), Mattatoio (1960), Pretini (1961/63), La buona terra (1964/66). Iniziano le prime pubblicazioni sulle riviste specializzate di Fotografia. Continuando con la sua ricerca, il fotografo inizia a chiedere ai contadini, pagandoli, di creare con i loro trattori precisi segni sulla terra, agendo direttamente sul paesaggio da fotografare per poi accentuare tali segni nella stampa.

Henri Cartier Bresson

Dopo il 1947 è negli Stati Uniti, dove fotografa per Harper's Bazaar. Nel 1947 fonda, insieme a Robert Capa, George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa Agenzia Magnum. Inizierà innumerevoli viaggi in cui farà molteplici reportage che gli daranno fama mondiale.

Robert Frank

Dopo la tragica perdita della figlia Andrea, appena ventenne, ricomincia a riutilizzare la macchina fotografica. Dalla metà degli anni settanta a oggi, la sua fotografia è lontana dai reportage precedenti: usa collage, vecchie fotografie, fotogrammi, polaroid; scrive, graffia e incide direttamente sul lato sensibile della pellicola.

Henri Cartier Bresson

Durante la Seconda guerra mondiale, Cartier-Bresson entra nella resistenza francese, continuando a svolgere costantemente la sua attività fotografica. Nel 1944 fotografa la liberazione di Parigi.

Henri Cartier Bresson

Finita la guerra, ritorna al cinema e dirige il film "Le Retour", documentario sul ritorno in patria dei prigionieri di guerra e dei deportati. Nel 1946 viene a sapere che il MOMA di New York intende dedicargli una mostra "postuma", credendolo morto in guerra: si mette in contatto con il museo e dedica oltre un anno alla preparazione dell'esposizione, inaugurata il 1947.

Nadar

Fotografo francese, opera nel 1850. Prime fotografie aeree della storia nel 1858, scattate da un aerostato. Ritrasse in famose serie di fotografie e di caricature i celebri personaggi del suo tempo (Pantheon Nadar, 1854) Famoso ritrattista, furono suoi clienti Baudelaire, Emile Zola, Courbet, Jules Verne. A lui si devono anche le prime sperimentazioni relative all'impiego della luce artificiale in fotografia

Henri Cartier Bresson

Fotografo francese, è considerato un pioniere del foto-giornalismo, tanto da meritare l'appellativo di "occhio del secolo". Teorico dell'istante decisivo in fotografia, ha anche contribuito a portare la fotografia di stampo surrealista ad un pubblico più ampio. Il suoi decenni d'oro sono gli anni 40-50.

Henri Cartier Bresson

Il suo libro più famoso è "The Decisive Moment". Scritto nel 1952, oltre a contenere una raccolta di talune delle foto più note del fotografo, descrive il suo modo di fare fotografia. L'autore si occupa del reportage fotografico, del soggetto, della composizione, del colore, della tecnica, dei clienti.

Walker Evans

Il suo reportage su Cuba (1933) durante la rivolta popolare contro il dittatore Machado costituisce tutt'oggi un eccezionale documento storico.

Robert Frank

Negli anni 60, nonostante il crescente successo dei suoi lavori, abbandona la fotografia per dedicarsi completamente alla realizzazione di film. Un cinema, il suo, carico di tensioni e tematiche prettamente private e introspettive.

Mario Giacomelli

Tipografo e fotografo italiano. Nel 1950 decide di aprire una sua tipografia. Tra il '53 e il '55 inizia a fotografare parenti, colleghi e amici. In quegli anni frequenta lo studio fotografico di Torcoletti, il quale gli presentò Giuseppe Cavalli, artista e critico d'arte. Sotto la guida di Ferruccio Ferroni e con la supervisione di Cavalli, si addentra nella tecnica fotografica. Nel 1954 si costituisce il gruppo fotografico "Misa". Nel 1955 vince il Concorso Nazionale di Castelfranco Veneto.

Walker Evans

Tra il 1938 e il 1941 realizzò i Subway portraits. Con l'aiuto di una fotocamera Contax formato 35 mm nascosta sotto il suo cappotto scattò una serie di foto nella metropolitana di New York a soggetti inconsapevoli. Il tutto venne pubblicato in un libro dal titolo Many are called nel 1966.

Robert Frank

è un fotografo e regista svizzero naturalizzato statunitense. Nato in una famiglia di origini ebraiche, dal 1941 al 1944 lavora come assistente fotografo. Nel 1946 si autofinanzia la prima pubblicazione, cui dà il titolo di "40 Fotos". Il suo decennio d'oro sono gli anni 50.

André Kertesz

"Fotografo il quotidiano della vita, quello che poteva sembrar banale prima di avergli donato nuova vita, grazie ad uno sguardo nuovo. Amo scattare quel che merita di essere fotografato, il mondo quindi, anche nei suoi squarci di umile monotonia. Sono nato chiuso, ma un chiuso aperto alla strada, ed ho cercato la felicità nel silenzio di un istante. Batteva intanto il cuore al tempo di un click. Ho cercato gli occhi innocenti, di cui ogni sguardo sembra il primo, le menzogne dietro la superbia ed i sorrisi fatui, fantasmi seduti al sole su delle vecchie sedie. Senza trucchi ho cercato di vedere, ho cercato di capire. Ho cercato di vedere, e quando ho capito, ho lasciato gli occhiali su un tavolo insieme alla pipa".

August Sander

Il mosaico sociale

Walker Evans

Fotografo statunitense. Diventò celebre per aver immortalato gli Stati Uniti della crisi economica degli anni trenta. La sua fu una fotografia sociale, documentaria e di denuncia, tanto della condizione umana, quanto di quella strutturale. I suoi soggetti erano spesso i volti della gente, così come le case e i paesaggi in cui abitavano. Il suo reportage su Cuba (1933) durante la rivolta popolare contro il dittatore Machado costituisce tutt'oggi un eccezionale documento storico. Fu un pioniere della straight photography e della fotografia in bianco e nero, ma non disdegnò l'uso del colore e la sperimentazione artistica. Il suo decennio d'oro è quello degli anni 30.

Irving Penn

Fotografo statunitense. Dopo le scuole pubbliche si iscrisse al corso di disegno pubblicitario tenuto da Alexey Brodovitch, capo redattore di Harper's Bazar. Nel 1938 riuscì a lavorare come art director allo Junior League Magazine. A venticinque anni lasciò il lavoro e partì per il Messico dove iniziò a dipingere, ma dopo un anno si convinse che non sarebbe mai diventato un grande artista e, tornato a New York, nel 1943 divenne assistente di Alexander Liberman, art director della rivista Vogue. Nel 1948 realizzò alcuni servizi per la rivista in Perù, mentre le diverse campagne fotografiche legate al mondo della moda realizzate nel corso degli anni 50 gli conferirono la prima fama internazionale.

Man Ray

Fotografo surrealista, anche pittore e scultore. Nasce negli USA, dopo tentativi falliti di surrealismo si trasferisce a Parigi sotto suggerimento di Duchamp. Il successo Parigino è dovuto alla sua abilità di ritrattista. Il suo studio fotografico è frequentato dalla Parigi bene, alla ricerca di un ritratto diverso dall'usuale. Grandi artisti dell'epoca, come James Joyce, Gertrude Stein, Jean Cocteau e molti altri, posarono di fronte alla sua macchina fotografica. Nel 1922 produce i suoi primi fotogrammi, che chiama 'rayographs'. Una rayografia è una immagine fotografica ottenuta poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile. La produzione dei suoi lavori di ricerca va di pari passo con la pubblicazione delle sue fotografie di moda su Vogue. Si innamora della famosa cantante francese Kiki (Alice Prin), spesso chiamata Kiki de Montparnasse, che in seguito divenne la sua modella fotografica preferita. Il suo decennio d'oro sono gli anni 20.

August Sander

Fotografo tedesco. Il suo lavoro comprende paesaggi, natura, foto di architettura e street photography, ma è famoso soprattutto per i suoi ritratti, come esemplificati dalla serie Uomini del Ventesimo Secolo. In questa serie egli cerca di offrire un catalogo della società tedesca durante la Repubblica di Weimar. La serie è divisa in sette sezioni: i Contadini, i Commercianti, le Donne, Classi e Professioni, gli Artisti, le Città e gli Ultimi (homeless, veterani, ecc.). Il suo decennio d'oro sono gli anni Venti e Trenta.

André Kertesz

Fotografo ungherese, Ha però svolto la maggior parte della propria carriera artistica negli USA e ha lavorato anche a Parigi. Per il suo lavoro ricevette notevoli riconoscimenti e fu di ispirazione per importanti artisti e fotografi suoi contemporanei. Dimostrò come qualsiasi aspetto del mondo, dal più banale al più importante, meriti di essere fotografato. Il suo decennio d'oro sono gli anni Trenta.

André Kertesz

Guidato principalmente dall'intuito, la sua opera è difficilmente classificabile. Nonostante la strada sia stata il soggetto principale e più stimolante delle sue fotografie, non era interessato alla cronaca o agli importanti eventi mondani, quanto alla possibilità di mostrare attraverso i grafismi delle moderne metropoli la felicità silenziosa di un istante.

Ansel Adams

Ha inventato il sistema zonale, una tecnica che permette ai fotografi di trasporre la luce che essi vedono in specifiche densità sul negativo e sulla carta, ottenendo così un controllo migliore sulle fotografie finite. È anche stato un pioniere dell'idea di "visualizzazione" della stampa finita basata sui valori di luce misurati nella scena che viene fotografata.

André Kertesz

Interessato alle nuove correnti artistiche americane, decise di accettare l'offerta dell'agenzia Keystone, trasferendosi insieme alla moglie Elisabeth a New York nel 1936. Il lavoro alla Keystone durò solo un anno, poi tornò ad essere un fotografo freelance. Le sue immagini non erano ben accette nel panorama fotogiornalistico statunitense, il quale richiedeva uno stile più rigoroso e prettamente didascalico. Proponendo il suo lavoro alla rivista Life, ottenne come risposta che "le sue immagini dicevano troppo". Suo malgrado si adattò al nuovo stile e lavorò come collaboratore per molte riviste, tra cui Harper's Bazaar, Vogue, Town and Country, The American House, Coller's, Coronet, Look.

Henri Cartier Bresson

La fotografia lo porta in molti angoli del pianeta: Cina, Messico, Canada, Stati Uniti, Cuba, India, Giappone, Unione Sovietica e molti altri paesi. Tra il 1951 e il 1973 compie numerosi viaggi in Italia. Nel 1962 su incarico della rivista Vogue si reca in Sardegna dove si trattiene per una ventina di giorni.

August Sander

Nei primi anni venti si unì al "Gruppo degli Artisti Progressivi" di Colonia e cominciò a pianificare un catalogo della società contemporanea attraverso una serie di ritratti. Nel 1927, insieme allo scrittore Ludwig Mathar, viaggiò per la Sardegna per tre mesi, scattando circa 500 fotografie. Sotto il regime nazista, il suo lavoro e la sua vita personale furono pesantemente limitati. Il suo libro Face of our Time fu sequestrato nel 1936 e le lastre furono distrutte, in quanto l'uomo proposto dal fotografo non corrispondeva al modello proposto dal regime nazista. Durante il decennio successivo il lavoro di Sander fu rivolto primariamente alla natura e alla fotografia di paesaggio.

Irving Penn (1977, Street findings)

Nei suoi ritratti più recenti, ha abbandonato l'angolo del fondale e ha optato per un soggetto più ravvicinato, senza lasciare spazio allo sfondo. Ogni ritratto rivela l'essenza del soggetto, come l'eleganza naturale di Grace Kelly, la timidezza di Yves St. Laurent, l'iconicità di Miles Davis. È sempre stato affascinato dagli still life, soprattutto per gli oggetti trovati in giro, i suoi still life mostrano una geniale consapevolezza di composizione e colore.

Mario Giacomelli

Nel '63 Piero Racanicchi segnala il fotografo a John Szarkowski, direttore del dipartimento di Fotografia del MOMA di New York che sceglie di esporre una sua fotografia alla mostra The Photographer's Eye. L'immagine è tratta dalla serie Scanno. Nel '64 Szarkowski acquisirà poi l'intera serie Scanno e alcune immagini della serie Pretini. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con la serie dell'Ospizio, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.

Ansel Adams

Nel 1916, all'età di 14 anni, durante una vacanza con la sua famiglia allo Yosemite National Park, gli viene regalata la sua prima macchina fotografica, una Kodak Brownie. La natura e la fotografia saranno da allora legate per sempre alla sua vita. La passione ambientalista traspare, peraltro, in tutte le sue opere.

Man Ray

Nel 1922 produce i suoi primi fotogrammi, che chiama 'rayographs'. Una rayografia è una immagine fotografica ottenuta poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile. Insieme alla fotografa surrealista Lee Miller che fu la sua amante e assistente fotografica all'epoca utilizzò sistematicamente per primo la tecnica fotografica della solarizzazione.

Henri Cartier Bresson

Nel 1931 lavora nel cinema come assistente del regista francese Jean Renoir e nel 1937 firma personalmente il film "Return to life".

André Kertesz

Nel 1933 la rivista "Le Sourire" gli offrì cinque pagine da riempire in piena libertà. Riprendendo il tema delle distorsioni che utilizzò già nel 1917 per delle immagini di un nuotatore, affittò uno specchio deformante da un circo e nel suo studio realizzò una serie di fotografie di due modelle. Nasce la serie delle "Distorsioni" in cui applicò non tanto un surrealismo fine a se stesso, quanto una ricerca sulle possibilità di deformare il corpo umano, utilizzando la luce come solo lui sapeva fare.

Henri Cartier Bresson

Nel 1934, conosce David Szymin, un fotografo e intellettuale polacco. Diventano subito ottimi amici, hanno molto in comune culturalmente. Sarà Szymin a presentare al giovane Bresson un fotografo ungherese, Endré Friedmann, che verrà poi ricordato col nome di Robert Capa.

Weegee

Nel 1936 lascia l'Acme per dedicarsi all'attività di fotoreporter free-lance. Equipaggiato di una Speed Graphic inizia una frenetica attività frequentando il quartier generale della Polizia di Manhattan. Ciò gli permette di essere sempre presente in occasione di assassini, risse notturne, incidenti ed incendi. Le sue foto vengono pubblicate negli articoli di cronaca delle principali testate newyorkesi: Herald Tribune, Daily News, Post, World-Telegram, Journal America, Sun ed altri. La sua fama è talmente nota al Dipartimento di Polizia a Spring Street che può organizzare la sua attività basando un ufficio personale ed informale all'interno dell'Ufficio Persone Smarrite, ed è lì che tiene i suoi contatti, fa le sue chiamate telefoniche, riscuote compensi, invia conti, incontra gli amici.

Weegee

Nel 1938 è il primo cittadino di New York a ricevere il permesso di installare il sistema radio della polizia sulla sua autovettura Chevrolet, sulla quale monta anche la sua attrezzatura fotografica da stampa per utilizzarla anche come camera oscura. La sua capacità di arrivare sul luogo del crimine contemporaneamente alla polizia, quando non prima di questa, gli permette di realizzare una ricca serie di scoop fotografici. È in questi tempi che si dà il nome d'arte di Weegee. Inizia il periodo più significativo dell'opera di Weegee che immortala New York dal 1935 al 1947.

Weegee

Nel 1945 viene pubblicato "Naked City", il suo primo catalogo di fotografie cui segue una campagna pubblicitaria nazionale, e che ispirerà il film The Naked City (1948) e la successiva serie TV Naked City (1958). In questo periodo inizia anche la collaborazione con Vogue.

Robert Frank

Nel 1947 lascia l'Europa per trasferirsi negli Stati Uniti. A New York Alexey Brodovitch lo ingaggia come fotografo di moda per Harper's Bazaar. Parallelamente alla fotografia di moda svolge una prolifica attività di reporter freelance che lo porta ad affrontare viaggi in Perù e Bolivia nel 1948 e nel 1949 in Europa (Francia, Italia, Svizzera e Spagna). Le fotografie di Parigi sono pubblicate in un libro dell'artista Mary Lockspeiser, che Frank sposerà l'anno successivo.

Robert Frank

Nel 1950 ha già un nome ed Edward Steichen include alcune sue fotografie nella mostra "51 American Photographers" allestita al MoMA di New York e poi nella celebre "The Family of Man" del 1955.

Irving Penn

Nel 1967 creò un piccolo studio fotografico da viaggio, con il quale era in grado di fotografare sullo stesso scenario in ogni parte del mondo e in ogni condizione: nacque così la famosa serie "Worlds in a small room", nella quale si alternavano ritratti di personaggi celebri e fotografie di gruppo dove l'etnografia si mescolava alla moda.

Mario Giacomelli

Nel 1968 conosce Alberto Burri, e ne segue un'attenzione all'informale. Nel '78 partecipa alla Biennale di Venezia con fotografie di Paesaggi. Nel 1984 conosce il poeta Francesco Permunian con il quale instaura una collaborazione che dà alla luce le serie Il teatro della neve (1984/86) e Ho la testa piena mamma (1985/87). Nel 1983/87 crea Il mare dei miei racconti fotografie aeree scattate alla spiaggia di Senigallia. Negli anni '70/90 fotografa la costa adriatica nei pressi di Senigallia, creando la serie Le mie Marche. Degli anni novanta sono le serie Vita del pittore Bastari (1991/92), Poesie in cerca d'autore, Bando (1997/99), 31 Dicembre (1997).

Henri Cartier Bresson

Nel 1968 inizia gradualmente a ridurre la sua attività fotografica per dedicarsi al suo primo amore artistico: la pittura, dichiarando: «In realtà la fotografia di per sé non mi interessa proprio; l'unica cosa che voglio è fissare una frazione di secondo di realtà». Con l'unica eccezione dei ritratti. Continuerà infatti a dedicarsi ai ritratti fotografici almeno fin al 1980, anno in cui fotografa Hortense Cartier-Bresson. Nel 1979 viene organizzata a New York una mostra tributo al genio del fotogiornalismo e del reportage.

Moholy-Nagy

Per l'artista ungherese la fotografia rappresentava, al di là del suo valore artistico, un sistema per affinare e potenziare lo sguardo "in termini di spazio e tempo". Secondo Moholy-Nagy la visione fotografica offriva all'uomo contemporaneo otto diverse possibilità: - visione astratta (fotogramma) - visione esatta (reportage) - visione rapida (istantanea) - visione lenta (lunga esposizione) - visione intensificata (macro-fotografia, foto con filtri, infrarossi) - visione penetrante (raggi x, radiografie) - visione simultanea (fotomontaggi) - visione distorta (foto con lenti, specchi deformati, manipolazione del negativo)

Alexandr Rodchenko

Pittore, fotografo e grafico russo che collaborò allo sviluppo del Costruttivismo. Si interessò al fotomontaggio e delle opere dei dadaisti. Nel 1924 scelse la fotografia come mezzo artistico principale, abbandonando la pittura. Con una Leica catturò immagini con prospettive insolite e audaci, con l'intenzione di combattere tutte le convenzioni della fotografia artistica del periodo. Grazie a queste inquadrature insolite, isolò e mise in risalto i più semplici elementi grafici, linee, cerchi, curve. Cominciò a fotografare balconi, scale, finestre e muri, dando all'oggetto ordinario e quotidiano una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e punti di vista inconsueti. Il suo decennio d'oro sono gli anni 20.

Tina Modotti

Prime attenzioni per la natura (rose, calli, canne di bambù, cactus, ...) sposta l'obiettivo verso forme più dinamiche, quindi utilizza il mezzo fotografico come strumento di indagine e denuncia sociale, e le sue opere, comunque realizzate con equilibrio estetico, assumono di frequente valenza ideologica: esaltazione dei simboli del lavoro, del popolo e del suo riscatto (mani di operai, manifestazioni politiche e sindacali, falce e martello,...).

Weegee

Pseudonimo di Arthur Felling, fotografo e fotoreporter nato in Ucraina ed emigrato negli USA. La famiglia ebrea praticante, lui fa molti lavori umili per aiutare la famiglia, ma le regole opprimenti della sua religione lo portano a lasciarla nel 1917 e vivere come homeless per un anno. Poi trova lavoro in uno studio fotografico. Lavora come operatore di camera oscura e stampatore. Si propone come fotoreporter, ma rifiutandosi di indossare camicia bianca e cravatta, viene inviato come fotografo solo occasionalmente nelle situazioni di emergenza.

Moholy-Nagy

Quello che egli chiede alla fotografia non è un'immagine più o meno geometrica del mondo, o più o meno realistica del mondo: è un'immagine rivelatrice del mondo, cioè un'immagine capace di svelare all'occhio quello che l'occhio non era riuscito a cogliere da solo: una regolarità nell'apparente disordine, le diverse tessiture della superficie degli oggetti, certe somiglianze fra micro e macrocosmo, o semplicemente punti di vista inconsueti, perché non in rapporto all'occhio come solitamente lo usiamo, ma in rapporto alla struttura dell'inquadratura, della città o anche solo di una prospettiva inconsueta fatta assumere all'apparecchio fotografico o alla macchina da presa.

Irving Penn

Si distinse per il suo stile classico che rompeva con l'impostazione sperimentale delle avanguardie e presentava la figura da ritrarre in forte contrasto con lo sfondo. Alcune sue immagini sono riconoscibili: spesso si trattava di ritratti eseguiti disponendo il soggetto da riprendere davanti a due fondali disposti ad angolo.

Ansel Adams

Statunitense, noto per le sue fotografie in bianco e nero di paesaggi dei parchi nazionali americani e come autore di numerosi libri di fotografia, tra cui la trilogia di manuali di tecnica, The Camera, The Negative e The Print. È stato tra i fondatori dell'associazione Gruppo f/64 insieme ad altri maestri come Edward Weston, Willard Van Dyke e Imogen Cunningham. Il suo decennio d'oro è negli anni 40.

Edward Weston

Statunitense, tra i fotografi più importanti della prima metà del '900. Negli anni Venti lavorò in Messico accanto a Tina Modotti e fece amicizia con alcune personalità del Rinascimento messicano. Fu questo un periodo in cui ritrovò se stesso e la sua strada stilistica iniziò a mutare. Era convinto che la fotografia servisse per catturare la vita e sotto qualunque forma essa si presentasse, l'unico modo possibile per farlo era attraverso il realismo. Famose le serie di still life di vegetali tagliati a metà, nudi e paesaggi.

Robert Frank

Tra il 1952 e il 1953 continua in Europa la sua attività di reporter tra Parigi, Londra, Galles, Spagna e Svizzera. In questo periodo abbandona definitivamente la fotografia di moda e comincia a lavorare sempre più seriamente come fotogiornalista freelance. Nel 1955 riceve la borsa di studio annuale della Fondazione Guggenheim di New York. Con i soldi ricevuti viaggia per tutti gli Stati Uniti dal 1955 al 1956, riprendendo oltre 24.000 fotografie. Nel 1958 Robert Delpire pubblica a Parigi "Les Américains", una selezione di 83 immagini tratte dal viaggio americano e l'anno dopo la Grove Press pubblica il volume negli Stati Uniti col titolo The Americans.

Robert Frank

Viene a contatto con i principali esponenti della nuova generazione letteraria e artistica americana, soprattutto con gli esponenti della Beat Generation. In primo luogo stringe una salda amicizia con lo scrittore Jack Kerouac, col quale porta a termine varie collaborazioni. Oltre ad aver compiuto un viaggio on the road insieme, Kerouac si occupa di scrivere l'introduzione al libro The Americans per l'edizione americana. Nel 1959 viene realizzata la più nota collaborazione con la Beat Generation, quando dirige il suo primo film, Pull My Daisy.

Weegee, 1941

Weegee: Murder is My Business

Rodchenko

«Se si desidera insegnare all'occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate; gli oggetti nuovi dovrebbero essere fotografati da angolazioni differenti per offrire una rappresentazione completa dell'oggetto».


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