Napoleone, dalla rivoluzione all'impero

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Napoleone e il colpo di stato del 9 novembre 1799

A Parigi si fa nominare Primo Console e ricostruisce la Francia con una struttura amministrativa fortemente accentratrice che è rimasta tale fino a oggi: la Francia veniva frazionata in dipartimenti, distretti e comuni, rispettivamente amministrati da prefetti, sottoprefetti e sindaci.

In evidenza come ufficiale

A Tolone ci fu il suo primo successo militare, che gli valse la nomina a generale di brigata. La fortuna gli arrise quando il 5 ottobre 1795 fu nominato comandante della piazza di Parigi, con l'incarico di salvare la Convenzione nazionale dalla minaccia dei monarchici. Con l'aiuto di Gioacchino Murat, Napoleone colpì spietatamente i rivoltosi.

Si sposa con Maria Luisa d'Austria

A un'Austria prostrata egli, desideroso di legittimarsi anche agli occhi delle dinastie europee, inflisse l'umiliazione di chiedere la mano della figlia dell'imperatore Francesco I, Maria Luisa. Nel 1810, dopo aver divorziato da Giuseppina, la sposò e da lei ebbe un erede, Napoleone Francesco, nominato re di Roma. Questo matrimonio costituiva il punto culminante di una politica diretta ad amalgamare l'antica nobiltà con quella nuova creata dall'Impero.

Aggredisce la Russia

Convinto di essere imbattibile prese la decisione di aggredire la Russia. Raccolta a Dresda una Grande armata di 600.000 uomini, Napoleone attaccò nel maggio 1812 l'impero degli zar. Vinta la battaglia di Borodino, in settembre entrò a Mosca, abbandonata dai Russi e data alle fiamme. Privi di risorse alimentari e in pieno inverno, i Francesi tornano a casa.

Trattato con cui si concluse la Campagna d'Italia

Dopo aver agito spesso in contrasto con le direttive del Direttorio, il generale Bonaparte concluse vittoriosamente la campagna firmando personalmente il trattato di Campoformio (ottobre 1797), che sancì la sconfitta dell'Impero d'Austria e della prima coalizione e confermò la predominante influenza francese in Italia.

Gli anni della Campagna d'Italia

Il 12 aprile 1796 cominciava la prima campagna d'Italia che avrebbe portato alla luce il genio militare e politico del generale Bonaparte il quale, nonostante l'inferiorità numerica e logistica, riuscì a sconfiggere ripetutamente le forze austriache, piemontesi e venete. Questi successi affascinarono anche Beethoven, che inizialmente gli dedicò la sinfonia n. 3, "l'Eroica".

Napoleone e la religione

La lunga lotta contro il Cattolicesimo si concludeva con il Concordato del 1801, ratificato da papa Pio VII, che stabiliva il Cattolicesimo «religione della maggioranza dei francesi» (benché non religione di Stato), ma non riconsegnava al clero i beni espropriati durante la rivoluzione.

La sconfitta a Lipsia (1813)

La prima sconfitta di Napoleone in quella che è stata definita la battaglia delle nazioni. Fu l'inizio della rivolta degli Stati satelliti. Nel marzo 1814 gli eserciti alleati occuparono Parigi preparando così le condizioni del ritorno sul trono di Luigi XVIII, fratello di Luigi XVI.

Dominio sulla società francese

La stampa e la cultura erano asservite, l'istruzione improntata ai valori del regime, il sistema fiscale organizzato così da sostenere anzitutto le esigenze belliche. L'imperatore cercò di dare al suo potere una salda base fondata sul consenso attivo dei ceti alti e medi e su quello passivo delle classi inferiori. La religione venne considerata uno strumento essenziale per ottenere l'obbedienza politica. La borghesia napoleonica si presentava come un ceto di notabili composto dai proprietari terrieri, dagli industriali, dai professionisti e dagli intellettuali di spicco. Fondamento dell'economia francese restava l'agricoltura.

I nemici inglesi

Ma l'impero non portò la pace, che trovò un ostacolo nei contrasti con la Gran Bretagna, ferita nei suoi interessi dalla politica economica francese. Nel 1805 l'imperatore dovette fronteggiare una terza coalizione formata da Gran Bretagna, Austria, Russia e Regno di Napoli. La flotta inglese al comando di Horatio Nelson a Trafalgar distrugge quella francese.

Le date di Napoleone

Nasce nel 1769 ad Ajaccio. Quando ha 20 anni scoppia la Rivoluzione Francese. A 26 anni è generale dell'Armata d'Italia che sconfigge Piemontesi e Austriaci. Alla fine del 1799 diventa primo console. Nel 1804 è Imperatore, nel 1815 viene sconfitto a Waterloo. Muore nel 1821 sull'isola di Sant'Elena.

Motivo della Campagna d'Egitto

Nel 1798 il Direttorio gli affidò l'incarico di occupare l'Egitto per contrastare l'accesso inglese all'India e quindi per danneggiarla economicamente. Napoleone decide di affiancare gli studiosi alla sua spedizione che ebbe il merito di far nascere la moderna egittologia, soprattutto grazie alla scoperta della Stele di Rosetta. Napoleone sognava di seguire le orme di Alessandro Magno.

Napoleone ridisegna l'Europa

Nel 1806 il Regno di Napoli fu assegnato al fratello di Napoleone, Giuseppe e poi a Gioacchino Murat. Gli staterelli tedeschi, ridotti a 38, vennero organizzati nella Confederazione del Reno. Obbedendo ormai a una politica di potere familiare, Napoleone affidò l'Olanda divenuta regno, al fratello Luigi; il principato di Massa e Carrara alla sorella Elisa; quello di Guastalla alla sorella Paolina.

Napoleone e la scuola

Nel campo dell'istruzione istituì i licei e i politecnici per formare una classe dirigente preparata e indottrinata, ma tralasciò l'istruzione elementare, essendo dell'idea che il popolo dovesse rimanere in una certa ignoranza per garantire un governo stabile e un esercito ubbidiente.

La Campagna d'Egitto si conclude

Nel luglio 1798, sbarcato ad Alessandria, vinse nella battaglia delle Piramidi i Mamelucchi (le milizie turche che governavano l'Egitto), ma in agosto la flotta francese venne completamente distrutta dall'ammiraglio inglese Horatio Nelson. Agli inizi del 1799 Napoleone penetrò in Siria. Intanto però in Europa e in Italia la guerra stava avendo un esito sempre più negativo per gli eserciti della Francia, dove era in corso una grave crisi politica. Allora egli decise di tornarvi.

Formazione scolastica di Napoleone

Passando dalla Corsica alla scuola militare in Francia si sentiva a disagio in un ambiente dove i suoi compagni di corso erano in massima parte provenienti dalle file dell'alta aristocrazia transalpina. Qui si dedicò con costanza agli studi, riuscendo particolarmente bene in matematica.

Al culmine della potenza

Tra il 1808 e il 1810 Napoleone era al culmine della sua potenza. La Francia dominava l'Europa continentale. Nella parte costituita dall'Impero e dagli Stati a esso soggetti l'imperatore mise in atto profonde riforme che segnarono un passo decisivo nella direzione della modernizzazione istituzionale ed economico-sociale. Nel 1808 le Marche entrarono a far parte del Regno d'Italia e la Toscana fu annessa direttamente all'Impero; nel 1809 venne annesso anche lo Stato della Chiesa e Pio VII fu deportato per avere scomunicato l'imperatore; nel 1810 fu la volta dell'Olanda. Nel 1809 la Gran Bretagna e l'Austria formarono una nuova coalizione, ma nella battaglia di Wagram Napoleone annientò gli Austriaci.

La famiglia Napoleone ad Ajaccio

Una famiglia della piccola nobiltà italiana. Il padre era avvocato, laureatosi all'Università di Pisa, La madre era discendente da nobili toscani e lombardi: al momento del matrimonio aveva 14 anni, mentre il marito 18. La coppia ebbe 13 figli, di cui otto sopravvissero: oltre a Napoleone i fratelli Giuseppe, Luciano, Luigi e Girolamo e le sorelle Elisa, Paolina e Carolina.

L'esilio definitivo di Napoleone

Dopo aver tentato invano di imbarcarsi per l'America, si consegnò agli Inglesi, i quali lo deportarono a Sant'Elena, un'isoletta nell'Atlantico meridionale. Qui morì il 5 maggio 1821.

All'isola d'Elba

Firmata in aprile l'abdicazione, Napoleone, abbandonato anche dalla moglie, venne ridotto a piccolo sovrano dell'isola d'Elba dove rimase alla guida del piccolo Stato per dieci mesi, fino al marzo 1815. Durante l'intero periodo, il Bonaparte organizzò il suo ritorno in territorio francese, pur dedicandosi meticolosamente all'amministrazione dell'isola.

Battaglia di Austerlitz

Fu combattuta il 2 dicembre 1805 nella Repubblica Ceca tra la Grande Armée composta da circa 73 000 uomini comandati da Bonaparte e un'armata formata da russi e austriaci, composta da oltre 85 000 uomini. Con questa vittoria il Sacro Romano Impero cessò di esistere nel 1806 con l'abdicazione di Francesco II dal trono imperiale.

Le "repubbliche sorelle"

I nuovi Stati, costituiti tra il 1797 e il 1799, nell'Europa centro-settentrionale e nella penisola italiana dopo l'occupazione militare francese, ispirati alle istituzioni e ai modelli della Francia rivoluzionaria. Nel 1797 sorsero così la Repubblica cisalpina, con Milano capitale, e la Repubblica ligure con Genova capitale; nel 1798 le forze francesi cacciavano il papa da Roma, creando la Repubblica romana; nel 1799 il sovrano del regno di Napoli fuggiva, e nasceva la Repubblica partenopea.

Napoleone diventa Imperatore di Francia

Il Senato, con un atto poi sancito da un plebiscito, il 18 maggio 1804 proclamò Napoleone imperatore dei Francesi. La Francia venne retta dalla Costituzione del 1792, quando era stata abolita la monarchia e proclamata la repubblica. In dicembre, con la benedizione di Pio VII, Napoleone cinse la corona imperiale, alla quale seguì nel maggio 1805 quella del Regno d'Italia.

Viene chiamato il periodo dei "100 giorni"

Napoleone rientra a Parigi appoggiato da quanti, avversi al governo regio o delusi da esso, speravano in una svolta liberale. Ma il suo governo durò poco più di tre mesi perché le potenze europee lo aspettavano al varco.

Codice napoleonico

Nel 1804 il Codice civile, cui fecero seguito altri codici, diedero alla Francia ordinamenti per proteggere e favorire la proprietà borghese, conferendo un ruolo centrale alla famiglia posta sotto il dominio paterno. Il codice garantiva la libertà delle persone, l'eguaglianza giuridica, l'autonomia dello Stato dalla Chiesa, la libertà di impresa.

Memoriale di Sant'Elena

Pubblicato poco dopo la sua morte, nel 1822-23, vi rivendicava il merito di aver portato alla sua unica conclusione possibile la Rivoluzione francese e l'Europa a un livello più alto di modernità politica, civile e sociale.

Da repubblica a impero

Questa trasformazione della Francia era dovuta alla convinzione di Napoleone che la rivoluzione avesse fatto il suo corso, che occorresse tornare alla normalità con una nuova dinastia, che sancisse le conquiste sociali ed economiche della rivoluzione in un quadro politico conservatore. Insomma un nuovo Cesare.

La fine a Waterloo (18 giugno 1815)

Raccolto un esercito, Napoleone venne definitivamente sconfitto a Waterloo, nei pressi di Bruxelles dai prussiani e dagli inglesi comandati dal generale Wellington.

Cosa prevedeva il Trattato di Campoformio

Una conseguenza di questo trattato fu la fine della Repubblica di Venezia. Lo stato veneto veniva infatti ceduto, insieme all'Istria e alla Dalmazia, all'Arciducato d'Austria, che, in cambio, riconobbe la Repubblica cisalpina. Alla Francia andavano inoltre tutte le isole Ionie (Corfù, Zante, Cefalonia, ecc.).

La Spagna

Viene deposto nel 1808 il re Ferdinando settimo dal trono di Spagna per fare posto al fratello di Napoleone, Giuseppe. Ma c'è una sollevazione armata largamente appoggiata dalle masse popolari. Nonostante Napoleone avesse riconquistato Madrid nel dicembre di quell'anno, la Spagna, aiutata dagli Inglesi, non fu mai realmente sottomessa.

Napoleone domina l'Europa

Viene proclamato il blocco commerciale contro l'Inghilterra, la vera nemica. Nel 1807 a essere nuovamente battuto fu l'esercito russo, il che indusse l'imperatore Alessandro I ad accettare un'intesa con Napoleone, col quale si incontrò concludendo nel luglio 1807 i trattati di Tilsit, che sancirono un'alleanza in funzione anti-inglese.

La leggenda di Napoleone

venne poi alimentata e tramandata, con una varietà di accenti, improntati vuoi a simpatia vuoi a ostilità, da tutta una serie di grandi letterati tra cui Ugo Foscolo, Madame de Stäel, Stendhal, Alessandro Manzoni, Honoré de Balzac, Lev N. Tolstoj.


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