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Camus (1913-1960)

- Albert Camus, nasce nell'Algeria francese da modesta famiglia di pieds noir, si vergogna - ottimo studente: borsa di studio per la facoltà di filosofia all'università di Algeri ma tubercolosi gli impedisce di seguire i corsi e ostacola la sua passione di attore teatrale (malattia inguaribile: mondo assurdo) - inizia a collaborare con la redazione di giornali come critico letterario, specialista in resoconti di grandi processi e reportage ma fa un articolo contro il governo - Governatore Generale delle colonie del Nord-Africa lo ostacola portando al licenziamento del giornale - nel 1934 sposa Simone Hie ma divorziano due anni dopo perché lei è dipendente da psicofarmaci - si risposa con Francine Fauré - negli anni 40 va in Francia, cerca di contrastare la presenza tedesca ritenendola atroce e insopportabile: cellula partigiana "Combat" (anche nome dell'omonimo giornale) - 1945: rivolta in Algeria, ritorno in Algeria, condanna i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki (l'unico a parte Einstein) - 1951: L'homme révolté (1951): polemica con Sartre: auspica nuovo umanesimo fondato sulla solidarietà e critica le degenerazioni del comunismo - 1957: premio Nobel per la letteratura - 1959: condizioni di salute precarie - 1960: morto in un incidente d'auto con il suo editore Michel Gallimard (sospetto di un attentato del KGB per le continue denunce di Camus), nelle sue tasche fu trovato inoltre un biglietto ferroviario non utilizzato, segno che probabilmente aveva pensato di usare il treno, cambiando idea all'ultimo momento. In passato aveva più volte sostenuto che il modo più assurdo di morire sarebbe stato proprio in un incidente automobilistico Pensiero - analisi dell'uomo come condizione alienante e reale da allontanare il più possibile dalla vita umana: cura è solidarietà umana - uomo scopre la sua inconsistenza e assurdità intuendo che solo attraverso la presa di coscienza di questo stato di cose si aprono nuovi orizzonti - abbandonare il pessimismo estremo, orizzonte aperto alla speranza di un senso del lottare contro il male - assurdo non è nella natura dell'uomo in quanto tale, ma nei modi con cui l'uomo struttura negativamente il proprio esistere e il proprio convivere - Mythe de Sisyphe (1942): saggio, ateismo esistenziale, problema del suicidio: giudicare se la vita valga o no la pena di essere vissuta - «Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia» - filosofia dell'assurdo: negare valore e significato trascendente alla vita e al mondo, esistenza senza significato, irrazionale e estranea a noi stessi - davanti all'assurdo: ha senso vivere?: vuoto esistenziale, isolamento (legame tra uomini è reso impossibile dall'assurdo: guerra), umiliazione al confronto con la realtà immensa, senza speranza, non esiste Dio, nessun termine di confronto, punto di riferimento, valori assoluti, l'assurdo è il peccato senza Dio - soluzioni: legame umano è rendersi conto dell'assurdo e cercare di superarlo nella solidarietà - il suicidio è un atto di confronto tra la libertà e la scelta: l'assurdo è il risultato di divorzio tra la coscienza e la sua proiezione all'esterno ma il suicidio sopprime solo la coscienza - soluzione: sopportazione della propria presenza nel mondo, che consente la libertà: protesta-ribellione nei confronti dell'assurdità dell'esistenza, vs destino - Sisifo è felice perché nella sua condanna diviene consapevole dei suoi limiti, presa di coscienza del sentimento dell'assurdo: positivo - atteggiamento dell'uomo assurdo non è quello del suicidio ma del condannato a morte - "Nel mondo assurdo, il valore di una nozione o di una vita viene misurato in base alla sua infecondità". - rivolta cosciente, senza nessun scopo, negazione dell'eternità, atto che trova giustificazione solo in se stesso, slegato dal futuro, obiettivo, dongiovannismo, distaccamento dai valori eterni, creazione fine a se stessa, rifugge l'eternità, va incontro all'autodistruzione senza rimpianti - amore assurdo, passione senza domani - «Se vi è un destino personale, non esiste un fato superiore o, almeno, ve n'è soltanto uno, che l'uomo giudica fatale e disprezzabile. Per il resto, egli sa di essere il padrone dei propri giorni. In questo sottile momento, in cui l'uomo ritorna verso la propria vita, nuovo Sisifo che torna al suo macigno, nella graduale e lenta discesa, contempla la serie di azioni senza legame, che sono divenute il suo destino, da lui stesso creato, riunito sotto lo sguardo della memoria e presto suggellato dalla morte. Così, persuaso dell'origine esclusivamente umana di tutto ciò che è umano, cieco che desidera vedere e che sa che la notte non ha fine, egli è sempre in cammino. Il macigno rotola ancora. Lascio Sisifo ai piedi della montagna! Si ritrova sempre il proprio fardello. Ma Sisifo insegna la fedeltà superiore, che nega gli dei e solleva i macigni. Anch'egli giudica che tutto sia bene. Questo universo, ormai senza padrone, non gli appare sterile né futile. Ogni granello di quella pietra, ogni bagliore minerale di quella montagna, ammantata di notte, formano, da soli, un mondo. Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.» - Caligula (1944): dramma teatrale, imperatore folle come poeta-artista esistenzialista - burocrazia e pericolo della tirannide (vs Cassio Cherea: filosofo materialista che si batte per la libertà) - la poesia provoca l'azione e il sogno la realizza, Caligola fa ciò che sogna di fare - scopre che gli uomini muoiono e non sono felici, mondo non sopportabile - « Caligula, prince relativement aimable jusque-là, s'aperçoit à la mort de Drusilla, sa sœur et sa maîtresse, que le monde tel qu'il va n'est pas satisfaisant. Dès lors, obsédé d'impossible, empoisonné de mépris et d'horreur, il tente d'exercer, par le meurtre et la perversion systématique de toutes les valeurs, une liberté dont il découvrira pour finir qu'elle n'est pas la bonne. Il récuse l'amitié et l'amour, la simple solidarité humaine, le bien et le mal. Il prend au mot ceux qui l'entourent, il les force à la logique, il nivelle tout autour de lui par la force de son refus et par la rage de destruction où l'entraîne sa passion de vivre. Mais, si sa vérité est de se révolter contre le destin, son erreur est de nier les hommes. On ne peut tout détruire sans se détruire soi-même. C'est pourquoi Caligula dépeuple le monde autour de lui et, fidèle à sa logique, fait ce qu'il faut pour armer contre lui ceux qui finiront par le tuer. Caligula est l'histoire d'un suicide supérieur. C'est l'histoire de la plus humaine et de la plus tragique des erreurs. Infidèle à l'homme, par fidélité à lui-même, Caligula consent à mourir pour avoir compris qu'aucun être ne peut se sauver tout seul et qu'on ne peut être libre contre les autres hommes. » - « Non, Caligula n'est pas mort. Il est là, et là. Il est en chacun de vous. Si le pouvoir vous était donné, si vous aviez du cœur, si vous aimiez la vie, vous le verriez se déchaîner, ce monstre ou cet ange que vous portez en vous. Notre époque meurt d'avoir cru aux valeurs et que les choses pouvaient être belles et cesser d'être absurdes. Adieu, je rentre dans l'histoire où me tiennent enfermé depuis si longtemps ceux qui craignent de trop aimer. » - L'étranger (1942): Mersault, francese ad Algeri, morte della madre (indifferenza), relazione con Maria senza sentimenti, omicidio sulla -spiaggia senza movente, imprigionato e processato - processo assurdo, condannato perché non prova rimorso, non rispettoso dei valori borghesi, condannato a morte - rifiuta Dio, realizza che l'universo è indifferente all'umanità: ma non è mai una vittoria, fallimento - punto di vista in prima persona ma discorso indiretto rafforza l'impressione di assenza del personaggio che non concepisce nulla, registra ciò che passa nel suo campo vitale - «Aujourd'hui, maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas.» - La vicenda si apre con la morte della madre del protagonista, ospite di una casa di cura fuori città. Il carattere di Meursault viene subito messo in evidenza: sembra non provare alcun tipo di emozione per la madre, rifiuta di vederne le spoglie quando gli viene chiesto dal direttore della casa di riposo, e preferisce bere caffè e fumare vicino alla bara, destando non poca perplessità nelle persone che lo osservano. Il giorno dopo il funerale, Meursault inizia una relazione con una donna di nome Maria, sua ex collega di ufficio, incontrata in spiaggia: dopo un bagno, i due vanno al cinema a guardare un film comico di Fernandel. Per quanto Maria sia veramente innamorata di lui e desideri sposarlo, il protagonista prova per lei solo desiderio fisico privo di sentimenti: alla proposta di matrimonio avanzata da Maria, Meursault si dimostra ancora una volta indifferente, dicendo che per lui va bene sposarsi ma non gli farebbe alcuna differenza non farlo affatto. Meursault si ritrova, per una serie di circostanze e senza una volontà precisa, a commettere un omicidio su una spiaggia, colpendo un arabo e uccidendolo per poi sparare, dopo qualche secondo di attesa, altre tre volte sul suo corpo inerte. La pistola gli era stata data da un suo amico, Raymond Synthès, il quale pur dichiarandosi un magazziniere è in realtà un lenone e sfruttatore di donne che aveva schiaffeggiato e picchiato la sorella della vittima, provocando in questi un desiderio di vendetta; lo stesso Meursault su suggerimento dell'amico aveva scritto nei giorni addietro una lettera alla donna per convincerla a tornare da Raymond. Meursault viene messo in prigione per il suo crimine e durante il lungo processo viene discusso, più che l'assassinio, il fatto che l'imputato sembri non provare alcun tipo di rimorso per quello che ha fatto, tanto da risultare un processo morale più che giuridico e di diritto: il pubblico ministero nella sua arringa finale afferma che Meursault va punito in quanto il reato da lui commesso non è di certo meno grave del parricidio perpetrato da un uomo e per il quale si tiene un processo quello stesso giorno; non è tanto l'aver ucciso un uomo che desta stupore, ma tutte le stravaganti iniziative e mosse dell'imputato: ad esempio il fatto che il giorno successivo alla morte della madre sia andato a vedere un film comico al cinema con una donna conosciuta poche ore prima, come se nulla fosse accaduto. Malgrado i tentativi dell'avvocato difensore, assegnatogli d'ufficio, e vista anche la poca collaborazione dell'imputato che, forse anche un po' per inettitudine, non difende nemmeno se stesso, alla fine il protagonista viene condannato a morte. Egli non tenta nemmeno di trovare il perdono attraverso Dio, che considera una "perdita di tempo", rifiutando il conforto di un prete: nel tentativo di rigettare la proposta del cappellano di conversione alla fede cristiana dal suo stato di ateismo, o meglio di apatia, Meursault ha un accesso di rabbia e venendo alle mani col prete, sfoga su di lui tutte le sue frustrazioni mostrandogli quanto può essere assurda la condizione umana; esprime così nelle sue parole tutta la sua angoscia personale, senza tregua, per l'insensatezza e la mancanza di senso della sua libertà, della sua esistenza e delle sue responsabilità. Nessuno, secondo lui, ha il diritto di giudicarlo per le sue azioni o per quello che è, e nessuno, quindi, può arrogarsi il diritto di giudicare un altro uomo. Il racconto si chiude con Meursault che realizza quanto l'universo stesso sembri indifferente rispetto all'umanità ed è proprio in una delle notti precedenti all'esecuzione capitale, una delle tante nelle quali prova a non dormire per evitare che qualcuno lo svegli per portarlo al patibolo, che il giovane sembra trovare finalmente un momento di felicità nella sua indifferenza nei confronti del mondo e la mancanza di un significato e di un senso che egli riscontra in tutto ciò che lo circonda. - abuso dell'uso sintattico della forma: soggetto, verbo, complemento, punto (poi in parte corretto su consiglio di Malraux per evitare che sembrasse una caricatura) - « J'ai résumé L'Etranger, il y a très longtemps, par une phrase dont je reconnais qu'elle est très paradoxale: "Dans notre société, tout homme qui ne pleure pas à l'enterrement de sa mère risque d'être condamné à mort." Je voulais dire seulement que le héros du livre est condamné parce qu'il ne joue pas le jeu. En ce sens, il est étranger à la société où il vit, il erre, en marge, dans les faubourgs de la vie privée, solitaire, sensuelle. [...] On aura cependant une idée plus exacte du personnage, plus conforme en tout cas aux intentions de son auteur, si l'on se demande en quoi Meursault ne joue pas le jeu. La réponse est simple : il refuse de mentir. Mentir, ce n'est pas seulement dire ce qui n'est pas. C'est aussi, c'est surtout dire plus que ce qui est et, en ce qui concerne le cœur humain, dire plus qu'on ne sent. C'est ce que nous faisons tous, tous les jours, pour simplifier la vie. Meursault, contrairement aux apparences, ne veut pas simplifier la vie. Il dit ce qu'il est, il refuse de masquer ses sentiments et aussitôt la société se sent menacée. On lui demande par exemple de dire qu'il regrette son crime, selon la formule consacrée. Il répond qu'il éprouve à cet égard plus d'ennui que de regret véritable. Et cette nuance le condamne. Meursault pour moi n'est donc pas une épave, mais un homme pauvre et nu, amoureux du soleil qui ne laisse pas d'ombres. Loin qu'il soit privé de toute sensibilité, une passion profonde, parce que tenace, l'anime, la passion de l'absolu et de la vérité. Il s'agit d'une vérité encore négative, la vérité d'être et de sentir, mais sans laquelle nulle conquête sur soi ne sera jamais possible. On ne se tromperait donc pas beaucoup en lisant dans L'Étranger l'histoire d'un homme qui, sans aucune attitude héroïque, accepte de mourir pour la vérité. Il m'est arrivé de dire aussi, et toujours paradoxalement, que j'avais essayé de figurer dans mon personnage le seul christ que nous méritions. On comprendra après mes explications, que je l'aie dit sans aucune intention de blasphème et seulement avec l'affection un peu ironique qu'un artiste a le droit d'éprouver à l'égard des personnages de sa création. » - L'homme révolté (1951): saggio, tema della violenza metafisica, libertaria o terroristica, analisi socio-psicologica profonda delle motivazione che portano alla rivolta violenta e all'omicidio (posso uccidere un uomo?) - idea di rivoluzione: promozione di valori umani e rivolta contro l'assurdo - rivoluzione metafisica: nega i valori religiosi e li sostituisce giustificando l'arbitrio e il crimine - rivoluzione storica: annulla il valore del singolo uomo sacrificandolo a quello della storia, portatrice di ideale utopico di giustizia, la rivolta storica finisce per essere totalitaria: bolscevismo, nazionalsocialismo - rivolta dell'arte (opposta alla rivolta metafisica e storica) : creatività, evita gli estremi del realismo e formalismo conseguendo insieme realtà e forma: giustizia relativa, ricerca di equilibrio - «Qu'est-ce qu'un homme révolté ? Un homme qui dit non. Mais s'il refuse, il ne renonce pas: c'est aussi un homme qui dit oui, dès son premier mouvement. Un esclave, qui a reçu des ordres toute sa vie, juge soudain inacceptable un nouveau commandement.» - La peste (1947): superamento del senso tragico e assurdo dell'esistenza umana - peste metafora del male (nazismo) - anni 40 a Orano in Algeria, dominazione francese - La storia è ambientata nella città algerina di Orano, in un imprecisato momento degli anni quaranta («un giorno d'aprile 194...», recita l'incipit), quando il luogo è ancora sotto la dominazione francese. Orano è descritta come una città mercantile senza alberi, senza giardini, senza piccioni, in cui l'arrivo della primavera si avverte solo perché al mercato si vendono i fiori arrivati da fuori. Tutti i cittadini si dedicano al lavoro e agli affari molto intensamente. Lasciati gli uffici si va al caffè, si passeggia lungo i viali o si sta affacciati sui balconi. In questa città è difficile essere malati o moribondi, perché non si possono avere le attenzioni né la tenerezza che si devono a un malato. Protagonista è Bernard Rieux, medico francese residente a Orano, e il romanzo è condotto come cronaca scritta in terza persona dallo stesso Rieux. La storia ha inizio con Rieux che accompagna la moglie, gravemente malata, alla stazione di Orano, dove prenderà un treno per raggiungere una non meglio precisata località per curarsi. Poco dopo la partenza della donna, scoppia un'improvvisa moria di ratti. Gli animali vengono trovati morti a migliaia a ogni angolo della città, ma nessuno vi presta più di un ragionevole stupore. È, in realtà, la prima avvisaglia del terribile flagello che sta per abbattersi su Orano. Dopo la sospetta morte di Michel, anziano portiere del condominio ove risiede Rieux, in città si diffondono casi analoghi: i malati presentano febbre alta, noduli e rigonfiamenti all'inguine e alle ascelle, macchie scure sul corpo e muoiono dopo una delirante, ma breve agonia. Rieux e l'anziano collega Castel riconoscono i sintomi della peste bubbonica. Inizialmente, nessuno vuol prendere in considerazione i sospetti dei due medici, neppure le autorità che temono crisi di panico presso la popolazione. Quando però l'epidemia esplode in tutta la sua violenza devastatrice, da Parigi viene ordinato di chiudere la città con un cordone sanitario, al fine di impedire il propagarsi del contagio. Gli abitanti di Orano reagiscono ognuno a modo suo. Alcuni non rinunciano ai piaceri della vita di ogni giorno: i bar e i ristoranti restano aperti, mentre a teatro viene riproposta di continuo la rappresentazione di un gruppo di attori rimasti bloccati dal cordone sanitario. Altri, invece, si barricano in casa temendo il contagio. Nonostante il pensiero per la moglie malata, Rieux non si tira indietro dal prestare le cure agli appestati. Viene aiutato da Jean Tarrou, quest'ultimo vero e proprio co-protagonista del romanzo. Tarrou è figlio di un pubblico ministero francese, destinato, secondo le intenzioni del padre, a intraprendere anch'egli la professione forense. Un giorno, tuttavia, il padre lo aveva invitato ad assistere a una sua arringa in un processo penale, nel quale era riuscito a ottenere la condanna a morte dell'imputato. Il giovane Jean, colpito dalla freddezza con cui il padre aveva chiesto e ottenuto l'esecuzione di un uomo, ne era rimasto inorridito e aveva deciso di lasciare la Francia e di girare per il mondo. Con sé porta sempre dei taccuini, che redige meticolosamente e sui quali, a Orano, descrive l'evolversi dell'epidemia. Tarrou istituisce, altresì, un corpo di volontari per il trasporto degli appestati e dei morti. Dietro ai due protagonisti si snodano le storie di altri personaggi: Joseph Grand, impiegato comunale impegnato nella stesura di un'opera letteraria sulla cui prima frase non riesce a convincersi; Cottard, un commerciante che, dopo aver tentato il suicidio, si arricchisce lucrando sulla carenza di generi di prima necessità; il padre gesuita Paneloux, che nelle sue prediche parla della peste come una punizione mandata da Dio a causa delle colpe degli uomini. C'è, infine, Raymond Rambert, un giovane giornalista francese che cerca disperatamente da Rieux un aiuto per tornare in Francia e ricongiungersi alla donna che ama. L'occasione per fuggire, alfine, gli si presenta, ma Tarrou lo ammonisce, facendogli notare come Rieux, nonostante la moglie sia lontana e, per giunta, gravemente malata, presti instancabilmente le sue cure agli ammalati. Colpito dalle parole di Tarrou, Rambert decide di restare e si unisce al corpo dei volontari. L'epidemia intanto dilaga. All'arrivo dell'estate, la peste degenera dalla forma bubbonica a quella polmonare, molto più grave e altamente contagiosa. Nelle scuole, attrezzate provvisoriamente a ospedali, gli appestati aumentano in numero esponenziale. E cresce sempre di più anche il numero dei morti: centinaia di persone periscono ogni giorno e le autorità cittadine devono cercare nuovi siti ove scavare fosse comuni. In autunno, si accende una speranza: il dottor Castel sviluppa un antidoto che potrebbe contrastare il morbo e guarire gli ammalati. Rieux lo sperimenta sul figlioletto del giudice Othon, colpito dalla peste in maniera assai grave: la cura, tuttavia, non ha effetto e il bambino, al cui capezzale si stringono Rieux, Tarrou e padre Paneloux, che invoca l'aiuto divino per salvarlo, muore dopo atroci sofferenze. La città sembra ormai rassegnata al disastro. Gli abitanti si chiudono nelle case, mentre anche padre Paneloux muore. Gli stessi Rieux e Tarrou sembrano aver perso le speranze: tra i due nasce una profonda amicizia e decidono per un attimo di staccarsi dalla realtà, concedendosi, una notte, un bagno in mare. Si giunge a Natale e anche Grand viene contagiato: quando l'impiegato sembra ormai prossimo alla fine, Rieux tenta il tutto per tutto, somministrandogli un nuovo siero. La nuova cura funziona: Grand guarisce e, nel frattempo, la peste incomincia a perdere virulenza. Ricompaiono alcuni ratti, mentre il numero degli appestati e dei morti diminuisce sempre di più. Nella sua ultima fase, però, l'epidemia uccide Othon e, soprattutto, Tarrou. Quest'ultimo, convinto che ormai l'epidemia fosse alla fine, aveva omesso le quotidiane abluzioni nelle sostanze disinfettanti, venendo così contagiato: Rieux, nel frattempo raggiunto dalla notizia della morte della moglie, tenta disperatamente di salvare l'amico somministrandogli il siero, ma ogni sforzo risulta vano. A breve, comunque, l'epidemia giunge al suo epilogo. A febbraio, finalmente, il cordone è levato e la città esplode in festa. L'unico a non gioire è Cottard, che, deluso dalla fine della situazione a lui vantaggiosa, cade vittima di un raptus di follia e, da una finestra della propria abitazione, dà luogo a una sparatoria sulla folla, prima di essere arrestato dalla gendarmeria. Ma anche Rieux è cauto. Mentre esamina i taccuini lasciatigli da Tarrou, sulla base dei quali stenderà il racconto, ammonisce le autorità sulla necessità di una prevenzione contro un eventuale futuro ritorno della peste, i cui bacilli possono restare inerti per anni prima di colpire ancora. - Bernard Rieux è un medico francese, cronaca in terza persona di Rieux: peste bubbonica, cordone sanitario da Parigi - reazione personaggi: non rinunciano ai piacere, altri si chiudono in casa, Rieux è aiutato da Jean Tarrou (figlio di avvocato: condanna a morte) - epidemia diventa polmonare: in autunno Castel sviluppa antidoto ma non va, città rassegnata al disastro - Rieux e Tarrou profonda amicizia, Tarrou si ammala, la moglie muore, e Tarrou muore nonostante la cura di Rieux: cordone levato, città esplode in festa ma Rieux è cauto: il bacillo della peste non muore né scompare mai - peste: uomini scoprono amore (simpatia per l'umanità) solidale - flagello si può combattere con un movimento di filtrazione che va dalla coscienza all'azione - La chute (1956): protagonista e narratore è avvocato Jean Baptiste Clamence - si rende conto della sua maschera di virtù - vede donna suicida e si trasferisce a Amsterdam: vive come barbone - giudice-penitente: accusare se stesso per rendere colpevole l'umanità intera (l'ascoltatore pensa di aver commesso le medesime colpe) - Jean-Baptiste Clamence è un brillante avvocato parigino, una persona dedita al benessere degli altri che si prodiga in innumerevoli buone azioni che lo rendono un uomo stimato dalla maggior parte dei suoi conoscenti. Durante il lungo monologo (o dialogo che egli intrattiene con un ascoltatore cui non cede mai la parola, che può identificarsi con il lettore stesso) che compone il testo, però, Clamence si rende conto che la sua vita è in realtà incentrata su se stesso, sul proprio egocentrismo e sul senso di superiorità nei confronti di chiunque che lo pervade. Inoltre, mentre in pubblico mostra una maschera di virtù, in privato è un uomo dedito alla ripetizione continua e frustrata dei più disparati piaceri, dall'alcol alle donne. Resosi così conto della fondamentale duplicità della sua esistenza e della sua persona, decide di abbandonare la professione e di trasferirsi ad Amsterdam, facendo del bar Mexico City il suo nuovo "studio". In quel luogo, egli cerca di far confessare e redimere i suoi uditori, assumendo il ruolo di profeta, pur essendo ben consapevole di essere un falso profeta, portando così le persone a provare ogni sorta di colpevolezza. La sua nuova condotta, però, non è un caso esemplare di redenzione, ma appunto una caduta, poiché Clamence ha invero abbandonato la maschera di duplicità che si era reso conto di indossare, ma non rendendosi migliore, bensì abbandonando quella compassione di facciata che lo aveva contraddistinto in precedenza, annullando in questo modo quei valori che riescono a tenere insieme la società basata sulle apparenze additata dallo scrittore. Il nocciolo della nuova filosofia di vita del protagonista al Mexico City è quello del giudice-penitente. Essa consiste nel confessare a chiunque le proprie colpe (vere o fittizie), in modo da costringere l'ascoltatore a pensare di aver commesso egli stesso le medesime colpe: in questo modo, accusando se stesso, riesce a rendere colpevole l'umanità intera; ecco quindi che, partendo dalla posizione di penitente, egli diventa giudice. - Caligula + l'étranger + le mythe de Sisyphe: la trilogia dell'assurdo

Breton (1896-1966)

- André Breton, poeta e teorico del surrealismo, legge Baudelaire, Mallarmé, Huysmann, è appassionato di arti figurative ma resta poco convinto del cubismo (ma attratto da arte primitiva), idee politiche: anarchismo - studia medicina, manda poesie e composizioni a Valéry - 1915: servizio militare, legge Rimbaud - 1919: contatto con Tzara, entusiasmo per il manifesto dadaista, fonda con Aragon e Soupault la rivista "littérature", entra in contatto con Paul Eluard - 1920: Tzara a Parigi, Littérature interamente dedicata al movimento - Champs magnétiques (con Soupault): primo esperimento di scrittura automatica, si stanca velocemente del dadaismo - raccolta di testi in prosa senza alcun legame tra loro - œuvre « d'un seul auteur à deux têtes [et au] regard double »; « ils ont parlé ensemble, [qu'] ils ont mêlé leurs voix non pour se cacher mais pour éclater» - Breton è attirato dalle frasi involontare che si formano nel dormiveglia; anche se completamente illogiche, assurde, restano "éléments poétiques de premier ordre" come i discorsi dei malati mentali - « Tout occupé que j'étais encore de Freud à cette époque et familiarisé avec ses méthodes d'examen que j'avais eu quelque peu l'occasion de pratiquer sur des malades pendant la guerre, je résolus d'obtenir de moi ce qu'on cherche à obtenir d'eux, soit un monologue de débit aussi rapide que possible, sur lequel l'esprit critique du sujet ne fasse porter aucun jugement, qui ne s'embarrasse, par suite, d'aucune réticence, et qui soit aussi exactement que possible, la pensée parlée [...] C'est dans ces dispositions que Philippe Soupault, à qui j'avais fait part de ces premières conclusions, et moi, nous entreprîmes de noircir du papier avec un louable mépris de ce qui pourrait s'ensuivre littérairement. » - per viaggio di nozze viene ricevuto a Vienna da Sigmund Freud - atelier suo in cui si tengono esperimenti di scrittura sotto ipnosi, sedute spiritiche, raccolte di oggetti strani trovati per strada, ritagli di giornale come collage di parole, discussione su arte e sogno - Clair de terre (1923): con ritratto fatto da Picasso, poesie, racconti di sogni - inversione, anche suggerita dalla copertina che presenta lettere bianche su sfondo di un quadrato nero - « la terre brille dans le ciel comme un astre énorme au milieu des étoiles. Notre globe projette sur la lune un intense clair de terre » - Les pas perdus (1924): antologia di articoli (opere teoriche) - Manifesto (1924): nascita del surrealismo, allegato "Poisson Soluble", raccolta - Nadja (1928): romanzo autobiografico, racconta dell'incontro tra lo scrittore e Léona Delcourt (1902-1941), che si fa chiamare Nadja, avvenuto la prima volta il 4 ottobre 1926 a Parigi e comprende fotografie e disegni, tra le quali, immagini della città, programmi di teatro, opere e disegni, e i ritratti di Paul Éluard, Benjamin Péret, Robert Desnos, l'attrice Blanche Derval (1885-1973), l'indovina Madame Sacco, lo psichiatra Henri Claude (1869-1945) e l'autore stesso - « Qui suis-je ? Si par exception je m'en rapportais à un adage : en effet pourquoi tout ne reviendrait-il pas à savoir qui je « hante » ? Je dois avouer que ce dernier mot m'égare, tendant à établir entre certains êtres et moi des rapports plus singuliers, moins évitables, plus troublants que je ne pensais. » - quando incontra Nadja, lei dice di essere "Je suis l'âme errante" - Nadja prevede che Breton scriverà un romanzo su di lei : « Je t'assure. Ne dis pas non. Prends garde : tout s'affaiblit, tout disparaît. De nous il faut que quelque chose reste...» - « vu ses yeux de fougère s'ouvrir le matin sur un monde où les battements d'ailes de l'espoir immense se distinguent à peine des autres bruits qui sont ceux de la terreur [...]» - qualche mese dopo Nadja è internata in un ospedale psichiatrico, mette in dubbio l'istituzione: on « fait les fous tout comme dans les maisons de correction on fait les bandits » - riflessione successiva e delirante sul senso di scrivere su questo incontro e su altro, con la conclusione che « La beauté sera CONVULSIVE ou ne sera pas » - Secondo manifesto (1929) - organizza mostre surrealiste e partecipa a conferenze, il gruppo cambia (Duchamp e i ready-made) - avvento di fascismo e nazismo in Europa - L'amour fou (1937): racconto autobiografico, sorta di seguito di Nadja, con fotografie, disegni, illustrazioni - idea tipica del surrealismo e di Breton che le coincidenze siano importanti e magiche, anche laddove apparse in sogno o nell'arte, nella premonizione o nel delirio dei folli, trova nel racconto una delle massime manifestazioni, quando l'autore si imbatte in Jacqueline Lamba, poi sua terza moglie - "la bellezza convulsiva sarà erotico-velata, esplosivo-fissa, magico-circostanziale o non sarà" - "la più grande debolezza del pensiero contemporaneo risiede nella stravagante sopravvalutazione di ciò che è noto rispetto a ciò che ancora rimane da conoscere"; "sola molla del mondo, il desiderio, solo rigore che l'uomo debba conoscere" (incanto dell'incontro e del trasporto amoroso ha molto a che fare con l'ignoto, l'attesa, il desiderio e rivelazione) - incontra Trockzy in esilio in Messico - richiamato alle armi, contro nazismo e stalinismo - Anthologie de l'humour noir (1940): raccolta di racconti "neri" scelti da autori classici, scelta volutamente scandalosa che annulla i confini tra i generi letterari e va contro ogni canone prestabilito - distribuzione sospesa, invasione tedesca, Breton coi comunisti: esilio - sud della Francia, Martinica, New York - torna a Parigi, disorientato, surrealismo sembra superato - raccolte: Clair de terre (1923) Signe ascendant (1942) Poèmes (1948): ricerche surrealiste, esita tra testo automatico puro e vasta composizione eloquente e oratoria - testi in prosa (vs romanzo): Nadja (1928): Les vases communicants (1932): fusione sogno-vita

Dadaismo

- tendenza culturale nata a Zurigo fra 1916 e 1920 - interessa le arti visive e letteratura attraverso il rifiuto degli standard artistici, mette in dubbio le convenzioni dell'epoca (arte, politica) - rifiuto della logica e della ragione (orrori della guerra), enfatizza la stravaganza, derisione, umorismo - nasce come protesta antibellica, poi si sviluppa in nichilismo artistico - dada è anti-arte: combatte l'arte con l'arte, è il suo opposto, ignora l'estetica, non ha messaggio (interpretazione dipende dall'individuo), offende - «un fenomeno che scoppia nella metà della crisi morale ed economica del dopoguerra, un salvatore, un mostro che avrebbe sparso spazzatura sul suo cammino. Un sistematico lavoro di distruzione e demoralizzazione... che alla fine non è diventato che un atto sacrilego.» - abbraccia l'anarchia e l'irrazionalità - "dada" nonsense: sìsì in russo/rumeno, làlà in tedesco, prime parole dei bambini in italiano o francese con le quali indicano tutto, dai giochi alle persone - Richard Huelsenbeck: dada è cavallo a dondolo in francese, parola a caso su dizionario tedesco-francese, scia di casualità, illogicità - 1918: manifesto Dada (Tristan Tzara): "Scrivo un manifesto e non voglio niente, eppure certe cose le dico, e sono per principio contro i manifesti, come del resto sono contro i principi (misurini per il valore morale di qualunque frase). Scrivo questo manifesto per provare che si possono fare contemporaneamente azioni contraddittorie, in un unico refrigerante respiro; sono contro l'azione, per la contraddizione continua e anche per l'affermazione, non sono né favorevole né contrario e non do spiegazioni perché detesto il buon senso. Dada non significa nulla.» - no dadaismo, dada è provocazione contro gli -ismi - spiegazione di Tzara in un'intervista del 1950: «Per comprendere come è nato Dada è necessario immaginarsi, da una parte, lo stato d'animo di un gruppo di giovani in quella prigione che era la Svizzera all'epoca della prima guerra mondiale e, dall'altra, il livello intellettuale dell'arte e della letteratura a quel tempo. Certo la guerra doveva aver fine e dopo noi ne avremmo viste delle altre. Tutto ciò è caduto in quel semioblio che l'abitudine chiama storia. Ma verso il 1916-1917, la guerra sembrava che non dovesse più finire. In più, da lontano, sia per me che per i miei amici, essa prendeva delle proporzioni falsate da una prospettiva troppo larga. Di qui il disgusto e la rivolta. Noi eravamo risolutamente contro la guerra, senza perciò cadere nelle facili pieghe del pacifismo utopistico. Noi sapevamo che non si poteva sopprimere la guerra se non estirpandone le radici. L'impazienza di vivere era grande, il disgusto si applicava a tutte le forme della civilizzazione cosiddetta moderna, alle sue stesse basi, alla logica, al linguaggio, e la rivolta assumeva dei modi in cui il grottesco e l'assurdo superavano di gran lunga i valori estetici. Non bisogna dimenticare che in letteratura un invadente sentimentalismo mascherava l'umano e che il cattivo gusto con pretese di elevatezza si accampava in tutti i settori dell'arte, caratterizzando la forza della borghesia in tutto ciò che essa aveva di più odioso...» - disgusto e rivolta per la guerra che sembra non finire - disgusto per le forme di civilizzazione modena (logica, linguaggio) - Tristan Tzara (triste nel proprio paese, un nome scelto per protestare contro il trattamento ricevuto dagli ebrei nella sua patria natia, la Romania), nome vero è Samuel Rosenstock - esordio 5 febbraio 1916: inaugurato Cabaret Voltaire di Hugo Ball - Tzara è contro il cubismo e futurismo - dada e futurismo: intento dissacratorio, ricerca di meccanismi nuove del fare arte, uso di manifesti come dichiarazione di intenti - futuristi interventisti (destra), dadaisti del tutto contrari (sinistra) - dadaismo si diffonde soprattutto in Germania e a Parigi, ma tendenza ad inglobare anche alcune esperienze artistiche negli Stati Uniti e a New York (Marcel Duchamp, Man Ray, Francis Picabia, Alfred Stieglitz) - vita del movimento breve, funzione principale è distruggere la concezione vecchia e desueta dell'arte - non è propositiva: trasformazione in surrealismo tra il 1922 e il 1924 - ideale dadaista: il principio cardine dell'azione Dada è la negazione di tutti i valori e canoni estetici dell'arte, di quella tradizionale, ma anche di quella d'avanguardia, entrambe accusate di essere funzionali ai valori del sistema borghese - rifiuto del concetto di bellezza, degli ideali, della ragione positivistica, del progresso e del modernismo, cui vengono contrapposti una libertà senza freni, l'irrazionalità, l'ironia, il gusto per il gesto ribelle e irridente, lo spirito anarchico - valorizzazione dei nuovi procedimenti quali il collage e il fotomontaggio (inventato dai dadaisti tedeschi) - con l'ascesa di Hitler, tutti gli appartenenti al Dada berlinese s'iscrissero al neonato partito comunista e misero a disposizione della propaganda anti-nazista la loro arte - dopo il 1933, con il cancellierato di Adolf Hitler, i dadaisti berlinesi furono costretti insieme a migliaia di altri artisti non graditi al nuovo regime ad emigrare all'estero - ready-made di Marchel Duchamp: opere realizzate con oggetti reali, non prodotti con finalità estetiche e presentati come opere d'arte; opera d'arte poteva essere qualsiasi cosa: posizione che aveva la sua conseguenza che nulla è arte - l'arte non deve separarsi altezzosamente dalla vita reale, ma confondersi con questa, e che l'opera dell'artista non consiste nella sua abilità manuale, ma nelle idee che riesce a proporre - abolendo qualsiasi significato o valore alla manualità dell'artista, l'artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, anche per quelle già esistenti

Eluard (1895-1952)

- Paul Grindel (Paul Eluard pseudonimo dalla nonna materna) - soffre di emottisi, ispira alla musicalità di Verlaine - Premiers Poèmes (poemetti), Dialogues des inutiles - 1914: arruolato in guerra - 1918: Le Devoir et l'Inquiétude, Poèmes pour la paix - 1919: partecipa al movimento dadaista - 1923: crisi interiore, viaggio. scompare, torna nel 1924 e riprende l'attività di avanguardia -1925: 152 proverbes mis au gout du jour, Au défaut du silence - 1926: adesione al partito comunista, Capitale de la douleur e impegno con mostre, incontri, proteste, riviste, riunioni surrealiste - 1942: chiede iscrizione al partito comunista, resistenza, Liberté - Liberté: poesia contro l'occupazione tedesca, enumerazione e lista di tutti i luoghi in cui il poeta immagina scrivere "Liberté" - « Je pensais révéler pour conclure le nom de la femme que j'aimais, à qui ce poème était destiné. Mais je me suis vite aperçu que le seul mot que j'avais en tête était le mot Liberté. Ainsi, la femme que j'aimais incarnait un désir plus grand qu'elle. Je la confondais avec mon aspiration la plus sublime, et ce mot Liberté n'était lui-même dans tout mon poème que pour éterniser une très simple volonté, très quotidienne, très appliquée, celle de se libérer de l'Occupant » (commento di Eluard) - «Sur mes refuges détruits Sur mes phares écroulés Sur les murs de mon ennui J'écris ton nom» - 1944: liberazione, torna a Parigi - Mourir de ne pas mourir (1924) - Capitale de la douleur (1926): raccolta di poesie surrealiste, doppio significato di capitale: in senso geografico e in senso di pena capitale (posto dove convergono tutti gli infelici) - infelicità: sua moglie Gala posa per Max Ernst, poeta infelice e geloso (Gala diventa amante di Max Ernst e poi moglie di Dalì) - il mondo della malattia, della solitudine e della morte è minaccioso, ma è anche grazie a questo che si apprezza la felicità - L'amour la poésie (1929) - « Ta chevelure glisse dans l'abîme qui justifie notre éloignement. » (Gala amante di Ernst e poi abbandona Eluard per Dalì) - La vie immédiate: rapporti fondamentali dell'uomo con la vita immediata: universo sensibile e sensi, reale e sogno si unificano - rivelano potere delle parole, studio del linguaggio, poesia involontaria nei proverbi e luoghi comuni - valore supremo della poesia: amore (spezza la solitudine dell'uomo) - Les yeux fertiles (1936) - Donner à voir (1940) - Poésie et vérité (1942) - Au rendez-vous allemand (1944): influenza della lotta antifascista e della resistenza - dimensione fraterna: adesione al comunismo come conferma del suo senso di fraternità, amore diventa comunione umana - evoluzione formale: lingua poetica tende a estrema nudità, non si tratta più di trasformare l'esperienza ma di dirla nella sua universalità - Poésie ininterrompue (1946) - Corps mémorable (1947) - Une leçon de morale (1949) - Pouvoir tout dire (1951) - Le Phénix (1951): esempio di poesia discorsiva Poetica - esaltazione lucida del desiderio - approfondisce incessantemente l'amore, dal desiderio più carnale all'erotismo e all'apertura al mondo che è l'amore. Passare da "je" a "tu" è passare al "nous" più vasto - l'amore, per necessità interiore, fa vedere, fa vivere, fa volere un mondo senza mutilazione che prospererebbe investendo tutte le dimensioni umane - la sola esigenza totalizzante è quella della felicità: « Il ne faut pas de tout pour faire un monde. Il faut du bonheur et rien d'autre » - il linguaggio della poesia di Eluard sorpassa l'automatismo puro e non si accontenta di esibire l'inconscio, cerca di rendere evidenti le associazioni di parole, immagini, che non hanno in realtà alcun nesso logico - « La terre est bleue comme une orange », tutto è possibile per chi sa vedere

Char (1907-1988)

- René Char trascorre infanzia nella casa di famiglia con i nonni e la madre ostile - 1917: morso da un cane con la rabbia, prova il vaccino di Louis Pasteur - 1918: la morte del padre getta la famiglia in condizioni precarie - 1921: incontra Louis Curel, amicizia, lui appassionato della Comune di Parigi e membro del partito comunista - fisico imponente, gioca a rugby - nel 1923 abbandona il liceo perché un professore lo deride per i suoi primi tentativi poetici - 1924: viaggia in Tunisia, legge i classici, il romanticismo tedesco, i simbolisti francesi, surrealisti - 1927: servizio militare a Nimes - 1928: con l'aiuto finanziario della nonna morta nel 1926 pubblica Les cloches sur le coeur nella rivista Le rouge et le noir - invia Arsenal a Eluard, si vedono con Aragon, Breton, periodo surrealista di Char - 1934: si stacca dal movimento "il surrealismo è morto per il settarismo imbecille dei suoi adepti" - anni 30 insieme a Eluard, accolgono Maria Benz (Nusch, senzatetto e futura moglie di Eluard), ristampa Arsenal - pubblica Le tombeau des secrets con 12 foto, collage di Breton e Eluard - 1930: con Aragon, Breton e Eluard fondano la rivista "il surrealismo" - si ferma a Barcellona da Salvador Dalì e moglie Gala - incontra e sposa Georgette Goldstein, firmano un volantino antifascista - 1934: Marteau sans maitre, edizioni di José Conti con incisione di Kandinsky (rifiutato da Gallimard) - 1935: ospita Tzara e Greta Knutson di cui si innamora (fino al 1944) - con Eluard e Man Ray Dépendance de l'adieu con illustrazione di Picasso - grazie a Greta legge il romanticismo tedesco e Heidegger - partecipa alla Resistenza con il nome di Capitaine Alexandre - Feuillets d'Hypnos (Fureur et mystère): annotazioni sulla resistenza, immagine di un particolare individuo con molteplicità interiore, alternanze - nel 1943 Char era al comando del Service Action Parachutage e si soprannominava "Hypnos", incarnando l'uomo che veglia sul popolo surante la notte così come la Resistenza addormentata, ma pronta a svegliarsi ad ogni momento - opera dedicata al caro amico Albert Camus - componimento brevi, aforismi, massime - lui stesso chiama i componimenti "annotazioni" e nega lo status di raccolta di poesie - brevi poesie folgoranti, non ci si può attardare troppo durante la guerra, « Le poème est ascension furieuse », entrer « dans un univers qui privilégie le phénomène soudain et passager », frammenti - anche l'opera "resiste", resiste all'interpretazione, scrittura "écriture feuilletée", a più strati, dare nuova vita e forza suggestiva alle parole - poesia della riunione: la guerra ha separato gli uomini tra loro e l'uomo dal mondo, ma la poesia li può riconciliare, « Il ne reste plus qu'à rassembler le trésor éparpillé » - poesia è espressione di verità e universalità: uso di forme impersonali "on" e "il", sostantivo generico "homme", "nous", utilizzo di proverbi - uso del "tu" per ricostruire la comunicazione e rinnovare il legame tra gli uomini perso durante la guerra - la « fureur » rimanda al nome latino furor, ispirazione poetica e passione, ma evoca anche la furia, la rabbia dell'uomo che si rivolta; "mystère" suggerisce l'enigma del male assoluto e dell'assurdità del male nella storia, rimandando alla vita che nasconde segretamente un senso, un ordine al di là delle apparenze - poesia "elementare", i quattro elementi naturali sono onnipresenti, Char cresciuto in una zona rurale e fa spesso riferimento, « à l'époque de la cueillette », « J'aimais ton visage de source raviné par l'orage [...] » - lessico concreto e appartenente al mondo agricolo, amore per la natura - scrittura oscura ed ermetica: spesso le metafore non sono immediate e non c'è spiegazione, « Loin de l'embuscade des tuiles et de l'aumône des calvaires, vous vous donnez naissance, otages des oiseaux, fontaines. » - Recherche de la base et du sommet (Billets à Francis Curel): resistenza come rifiuto di pubblicare durante l'occupazione, denuncia del nazismo e collaborazionismo, acuti e dolorosi interrogativi sulle sue azioni e missioni e distacco al termine della guerra - nel dopoguerra è pessimista riguardo la situazione politica francese e internazionale, A une sérénité crispée e L'age cassant - maturità poetica con Les matinaux, La bibliothèque est en feu, lettera amorosa, Retour amont - nel 1949 divorzia da Georgette - rifiuta ogni forma di letteratura impegnata ma manifesta contro l'installazione dei missili a testata nucleare sul Plateau d'Albion Poetica - trova espressione privilegiata nel verso afonstico, frammento, poesia in prosa - la parola non è mai scritta in vista dell'unità, le frasi sono isole di senso poste le une dopo le altre e conferiscono un senso di potente stabilità come le pietre dei tempi egizi

Bonnefoy (1923-2016)

- Yves Jean Bonnefoy nasce a Tours, ogni estate va in vacanza dai nonni a Toirac (che evoca nell'Arrière pays) - primo sentimento di esilio e sensazione di nulla: « Je me souviens : quand on allait chercher le lait à la ferme et qu'il brillait en bougeant sur le chemin du retour, sous les étoiles. Il y avait un moment difficile, à un certain tournant, où l'on enfonçait dans le noir de murs trop serrés et de l'herbe. Puis on passait à vingt mètres de la maison neuve éclairée. C'est à une fenêtre de cette maison que j'ai vu une fois, se découpant sur le fond d'une paroi nue, la silhouette obscure d'un homme. Il était de dos, un peu incliné, il semblait parler. Et ce fut pour moi l'Étranger. » - 1936: morte del padre - studia filosofia, lettura determinante "Petite Anthologie du Surréalisme" di George Hugnet - nel 1943 decide di trasferirsi a Parigi e dedicarsi alla poesia - fino al 1947 è periodo surrealista, crea una rivista "La Révolution de la nuit" in cui pubblica un frammento di poesia surrealista, "Le coeur-espace" - nel 1947 rifiuta di firmare il manifesto surrealista "Rupture inaugurale" accusandoli di sostituire una "surrealtà" alla realtà, si avvicina all'esistenzialismo - dal 1949 al 1953 viaggia in Europa grazie a delle borse di studio (Italia, Olanda, Inghilterra) - tesi su Baudelaire e Kierkegaard - nel 1953 pubblica da Mercure de France la raccolta di poesie "Du mouvement et de l'immobilité de Douve" che celebra la finitudine, morte della parola, « Que le froid par ma mort se lève et prenne un sens. » - rottura con surrealismo e Breton: « La mer intérieure éclairée d'aigles tournants,Ceci est une imageJe te détiens froide à une profondeur où les images ne prennent plus. » - Le poète chante la mort mais aussi la permanence et le retour de la vie à travers un personnage nommé Douve. Être multiple, Douve est humaine, animale, minérale, c'est même une « lande résineuse endormie près de moi ». Yves Bonnefoy s'inspire encore des techniques surréalistes qu'il met en œuvre, non pour s'éloigner de la réalité mais au contraire pour se rapprocher de la nature sous toutes ses formes, dans une quête du « vrai lieu » qui clôt le recueil. - « la cérémonie de l'obscur est la fatalité de toute œuvre » - A l'instar des héroïnes tragiques, Douve « n'apparaît que pour disparaître », à ceci près que l'enjeu du poème n'est pas de la sacrifier pour la purifier, mais tout au contraire d'ouvrir à travers elle un accès à une autre simplicité, une autre vérité, celle de la présence : « ouverture tentée dans l'épaisseur du monde » - 1954: monografia Peintures murales de la France gothique, critica e scrive di storia dell'arte e di poesia, reazione tra arte e poesia - traduce Shakespeare, Petrarca e Leopardi - nel 1955 idea con regista Roger Livet un cortometraggio sul senso dell'Annunciazione in pittura - dal 1960 è professore - collaborazioni in cui dialogo tra parole della poesia e opera grafica (Pierre écrite con Raoul Ubac nel 1958 e Anti-Platon con Mirò nel 1962) - redattore della rivista L'éphémère e del Dictionnaire des mythologies et des religions des sociétés traditionnelles et du monde antique - Hier régnant désert (1958): raccolta di poesie - Menaces du témoin: Une voix menaçante, celle du témoin adresse des reproches au « je » poétique. Le texte est marqué par le désespoir du « je » qui choisit la confrontation au néant et à la mort plutôt que le gris de son existence. - Le visage mortel: L'expérience de la finitude y est prégnante. Elle est également marquée par le regard rétrospectif (importance des souvenirs d'enfance) - Le chant de sauvegarde: marquée par la volonté de sauvegarder, par le chant poétique, la présence lorsqu'elle celle-ci se manifeste. Le lieu auquel la quête poétique doit aboutir est entrevu dans un poème comme "Terre du petit jour". - À une terre d'aube: Son titre est paradoxal car la « terre d'aube » n'est pas une nouvelle terre. Percevant le caractère chimérique du lieu désiré, le poète se retourne, en effet, vers le lieu habité. Le titre du poème Ici, toujours ici souligne ce mouvement de retour - La quête de présence est un thème récurrent de la poésie d'Yves Bonnefoy. Il s'agit, pour le poète, d'opposer au langage conceptuel une langue capable de nous rapprocher des objets perçus. Alors que le concept tend à universaliser l'objet, Bonnefoy chercher à l'envisager dans sa singularité. - le sentiment de présence est suggérée par une série de métaphores. Il est tout d'abord projeté dans un lieu autre, un « arrière-pays » souvent figuré par une autre rive. L'été, saison de la plénitude, semble également permettre au poète de faire l'expérience de la présence. Enfin, l'aube espérée peut également être comprise comme un désir de présence. - L'expérience de la finitude, L'époque de l'enfance semble définitivement révolue. L'acceptation de la mort et de l'imperfection apparaît comme un préalable indispensable à l'expérience de la réalité. Enfin, les évocations successives de la nuit et du jour inscrivent le passage du temps au cœur du texte. - Pierre écrite (1965) - 1968: sposa la pittrice Lucille Vines - 1972: nasce la figlia Mathilde che diventerà regista cinematografica - L'Arrière-pays (1972): racconto autobiografico, tensione tra seduzione del desiderio di un "ailleurs", suggerito dalle opere d'arte, e il ritorno all'ici e finitudine - Dans le leurre du seuil (1975) - 1981: premio della poesia dell'Académie française - Ce qui fut sans lumière (1987) - Début et fin de la neige (1991) - La vie errante (1993) - Les planches courbes (2001): oxymore: « Planches » a une dimension linéaire dont la rigidité s'oppose à « courbes », à la dimension circulaire (qui donne l'idée d'un mouvement). Ce mouvement est celui de l'écriture poétique : adapte sa forme, vers, prose, varie le rythme et la longueur - « rebord disloqué de la parole » - Il s'agit d'un regroupement de textes aux formes poétiques variées : le vers libre y côtoie la prose poétique, de longs poèmes sont entrecoupés d'autres très courts. - Bonnefoy écrit à l'aube d'une époque qui est celle de la mort de Dieu (annoncée par Nietzsche), de la crise de l'humanisme (conséquence des totalitarismes), de la crise du lyrisme (annoncée par Theodor W. Adorno); en d'autres termes: Bonnefoy est un écrivain de la mort des Idéaux (Dieu, l'Homme et l'Art). Le rôle du poète pour Yves Bonnefoy est d'être le gardien du cimetière des Idéaux, d'esquisser un mouvement de retour à la croyance, à l'enfance, sans jamais pouvoir retourner au monde préverbal - Bonnefoy évoque en outre le passage de l'enfance à l'âge adulte. Pour lui, l'enfance est synonyme de sagesse, en effet, il préfère les sensations à la parole; tel que son étymologie le montre, l'infans est celui qui ne parle pas. - « Les Planches Courbes » désigne également un récit en prose poétique qui fait partie intégrante du recueil. Il s'agit de l'histoire d'un enfant qui traverse une rivière sur la barque du Passeur, ce dernier finissant par le prendre sur ses épaules, l'esquif commençant à sombrer. - Les références à Baudelaire sont multiples et plus ou moins explicites dans ce recueil. Ainsi, l'enfant qui traverse la rivière est peut-être l'étranger du Spleen de Paris de Charles Baudelaire. Yves Bonnefoy se réclame d'ailleurs de l'héritage de Baudelaire, et de toute la tradition romantique. - La longue chaine de l'ancre (2008) - Raturer outre (2010) Poetica - poesia come "articulation entre une existence et la parole", la parola è frutto di un'esistenza e si distingue dal linguaggio (sistema) perché è una presenza attraverso cui si manifesta l'esistenza, è indissociabile da chi la usa - in traduzione riavvicina alla vita dell'autore, parla di empatia, ammirazione, affetto, amore, intimità sull'autore che permette di ricreare il testo in fedeltà, le parole hanno sostanza poetica, incarnano la presenza dell'autore; il faut se placer « au plus près du débat qu'ont eu les mots dans le texte avec les données d'une vie et les chiffres d'un rêve » - è compito del poeta ritrovare la nativa vicinanza delle parole e delle cose (tipica dell'infanzia), cancellata dalle necessità della concettualizzazione intellettuale e della vita quotidiana attiva - i suoi libri e saggi di poesia hanno per oggetto il rapporto con il mondo, e non la riflessione interna all'io. Quest'opera è una delle meno narcisiste che si possano immaginare

Esistenzialismo

- corrente di pensiero che si è espressa in vari ambiti culturali, sociali e umani (filosofia, letteratura, arti e costume), affermando il valore intrinseco dell'esistenza umana individuale e collettiva come nucleo di riflessione, contro correnti e principi filosofici totalizzanti e assoluti - tra anni 20 e 50, insiste sul valore specifico dell'individuo, sul suo carattere precario e finito, sull'insensatezza, l'assurdo, il vuoto che caratterizzano la condizione dell'uomo moderno, mondo diventato estraneo o ostile - contro idealismo, positivismo, razionalismo - mondo: atmosfera di crisi e malessere - riflessione sull'individualità, solitudine (anche unicità e infinità interiori) dell'io di fronte al mondo, inutilità, precarietà, finitudine, fallimento, l'assurdo dell'esistere: io (ego) in crisi rispetto al vivere e essere nel mondo - l'io si chiede la ragione del suo esistere: individuo, percependosi come ente particolare (unico) si interroga sul senso della parola essere - solitudine: nessun aiuto da Dio, non c'è essere anteriore alla sua esistenza - uomo costretto a scegliere un'essenza che lo impegna (assurdità della libertà che costringe la nostra responsabilità di fronte al mondo) - l'altro è dramma dell'esistenza: il mondo che mi sono creato è in pericolo dal momento in cui un altro lo contempla - rapporto con l'altro è come un legame di esclusione e conflitto - ogni vera comunicazione diventa impossibile: ognuno resta chiuso in se stesso e non vuole "nullificare" o essere ridotto - esistenza è assurda, senza ragione, senza causa e senza necessità

Nouveau Roman

- corrente letteraria nata in Francia negli anni 50 e 60 - raggruppa scrittori appartenenti principalmente alle Editions de Minuit, esigenze comuni di rinnovamento - traduce la sensazione di malessere e insicurezza dopo le due guerre mondiali - « S'il y a un point commun aux écrivains issus du Nouveau Roman, c'est qu'ils ne visent tous qu'à la subjectivité totale. » - Pour un Nouveau Roman (1963): saggio di Alain Robbe-Grillet, insieme di saggi sulla natura e il futuro del romanzo - L'ère du Soupçon (1956), insieme di quattro saggi sul romanzo di Nathalie Sarraute - Un soupçon pèse sur les personnages de roman. Le lecteur et l'auteur en sont arrivés à éprouver une méfiance mutuelle. Depuis Proust, Joyce et Freud le lecteur en sait trop long sur la vie psychologique. Il a tendance à croire qu'elle ne peut plus être révélée, comme au temps de Balzac, par les personnages que lui propose l'imagination de l'auteur. Il leur préfère le « fait vrai ». Le romancier, en revanche, est persuadé qu'un penchant naturel pousse le lecteur à trouver, dans un roman, des « types », des caractères, au lieu de s'intéresser surtout à cette matière psychologique anonyme sur laquelle se concentrent aujourd'hui les recherches de l'auteur. Aussi celui-ci s'acharne-t-il à supprimer les points de repère, à « dépersonnaliser » ses héros. - Oulipo rimordenizza la scrittura - Nouvelle critique: serie di direzioni innovative in campo accademico della critica letteraria - Sur Racine (1963), Roland Barthes: soppiantare la storia della letteratura come metodo primario di interpretazione delle opere con adozione di metodi appartenenti allo strutturalismo (forma), tempo delle opere indipendente dal tempo della storia - Nouveau Roman: école du regard: tendenza a una descrizione minuta e ossessiva di oggetti e realtà esterna come se intervenisse la macchina fotografica (tecniche del cinema) - presenza umana ridotta alla funzione dell'occhio, sguardo passivo - evidenziare condizione dell'uomo nella società moderna basata sull'industrializzazione, la tecnologia e la scienza Caratteristiche - rigetto del personaggio e normali vicende per focalizzarsi sulle caratteristiche della realtà che esulano dalla soggettività umana (influenza di Joyce, preferiscono flusso di coscienza alla storia coerente della vita di un personaggio) - i personaggi sono inutili, non necessari, se sono presenti non hanno nome o solo iniziali (Kafka) - rigetto del narratore onnisciente: qual è il suo posto e perché scrive? - narratore, spesso multipli, a volte indeciso, non dà un punto di vista imparziale, è solo parziale - rigetto dell'intrigo: intrigo spezzato tra più narratori, più punti di vista senza che il lettore abbia certezza della verità da capire (richiede lettura attenta, riflessioni e conoscenze) - rigetto del realismo: non ha pretese di riprodurre il reale o di evocarlo, rimette in discussione la necessità del verosimile - per i più dogmatici tutte le referenze al reale e all'aspetto autobiografico sono oscene - attenzione non a quello che si scrive ma alla scrittura stessa: l'opera acquisisce autonomia rispetto all'autore, si costruisce sulla sua propria logica

Surrealismo

- movimento artistico d'avanguardia nato come evoluzione del dadaismo - nato negli anni 20 a Parigi (1925 mostra del movimento), vuole esprimere una realtà superiore, irrazionale, sogno, aspetti più profondi della mente - influenza dell'interpretazione dei sogni di Freud (1900), Apollinaire precursore - automatismo psichico, processo in cui l'inconscio emerge quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni - «Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale.» - tecnica del cadavre exquis (da poesia "il cadavere squisito berrà il vino nuovo), basata sulla casualità e coralità, aggiungere uno a uno parole (anche arte), con la collaborazione di più artisti - tematiche: amore come fulcro della vita, sogno e follia come mezzi per superare la razionalità, liberazione dell'individuo da convenzioni sociali - critica radicale alla razionalità cosciente, liberazione potenzialità immaginative dell'inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo oltre la realtà - sur-realtà - (veglia e sonno si conciliano in modo armonico) - ribellione alle convenzioni culturali e sociali, trasformazione totale della vita - molti esponenti sposano la causa dell'anarchismo o comunismo per contribuire attivamente al cambiamento politico e sociale - punto finale nel 1966 con la morte di Breton, ma ha esponenti anche dopo, movimento più longevo - rifiuto sistematico, bisogno di cambiare l'uomo - surrealismo è mezzo di azione per elaborazione di uomo-vita nuovi, rivoluzione culturale, capovolgimento di idee, miti, abitudini mentali - guerra: fallimento di una civiltà che li ha addestrati per ucciderli: rifiuto - esempi: Sade, Nerval (sforzo di evadere e penetrazione nella vita quotidiana del mistero poetico), Baudelaire, Apollinaire, Rimbaud - psicanalisi: poteri originali della mente: liberazione da costrizioni culturali, religiose e sociali - anche la poesia è libera da limitazioni formali, purificazione del linguaggio dalle sue finalità utilitarie e sterili, rifiuto imitazioni, meglio la spontaneità dello spirito, automatismo della scrittura, caso, potere dei simboli e delle metafore, associazioni

Ghelderode (1898-1962)

Vita - Adhémar-Adolphe-Louis Martens Michel nasce in famiglia fiamminga a Bruxelles ma studia in francese per promozione sociale - padre: lavora agli Archivi, gusto per la storia, medioevo, Rinascimento e Inquisizione - madre: leggende, storie, racconti - collegio cattolico, ambiente religioso lo terrorizza, perde la fede da adolescente ma mantiene vivo l'interesse per aspetti rituali, magici, teatrali - affascinato dai fasti dell'Opéra, dal carattere popolare delle marionette - 1919-1921: servizio militare - 1924: matrimonio civile con Jeanne-Françoise Gérard, rencontrée dans une librairie où il a travaillé comme commis - opera teatrale La mort regarde à la fenetre (1918) e Les Repas des fauves (1919) recitate inizialmente in fiammingo da compagnia popolare e d'avanguardia Vlaamsche Volkstoneel, dopo la guerra è conosciuto a Parigi "Ghelderodite aigue" - nel 1929 cambia il cognome in de Ghelderode - rottura con teatro classico e contemporaneo: sensibile all'arte fiamminga e teatro delle marionette, sviluppa l'idea precedentemente teorizzata da Antonin Artaud di Théatre de la cruauté, tema al centro di L'école des bouffons (1942) ma ricorre anche in Escurial, Barabbas, La farce des ténébreux, la Balade du Grand Macabre - Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma lo stimolo al sacrificio di qualunque elemento non concordante al fine della rappresentazione. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, e in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola - "Il teatro è prima di tutto rituale e magico", scriveva Artaud,[1] "non è una rappresentazione. È la vita stessa in ciò che ha di irrappresentabile" -Escurial:Un roi fou, enfermé avec son bouffon dans son palais décrépit, attend la mort d'une reine agonisante. Par jeu, par défi ou par pure cruauté, le roi impose au bouffon un jeu étrange : pour un temps, ils inverseront leurs attributs et leurs fonctions. Bon gré, mal gré, le bouffon s'exécute, il y voit une occasion de se venger du Roi car il était lui-même amoureux de la reine mais il se prend au jeu et, au moment de restituer au roi son sceptre et sa couronne, il les garde et tente de conserver le pouvoir. Le roi le fait alors mettre à mort par son bourreau après que le bouffon a essayé de l'étrangler. -Barabbas:Barabbas, homme fort et violent, se trouve en prison avec Jésus, tous deux attendant leur jugement. Il est présenté comme 'bandit'. Certainement meurtrier. On lui dit que son compagnon de cellule, Jésus, est un 'révolutionnaire'. Mais Jésus se tait. Cela intrigue un peu Barabbas, homme sur de lui-même, de sa puissance et de sa révolte. Dommage que la mort le guette et qu'il soit enchainé. Mais rien ne lui fait douter de lui-même. Il considère son compagnon de cellule comme un doux rêveur. Grande est la surprise de Barabbas lorsque, à la fête de Pâque la foule demande sa libération plutôt que celle de Jésus. On rendra la liberté à Barabbas et on crucifiera Jésus. Une grande partie de la pièce tourne autour du doute profond dont est alors saisi Barabbas. Il est 'déstabilisé' et se sent le jouet de quelque chose qu'il ne comprend pas. Cela l'irrite profondément. Comment lui, le puissant, le violent, le dangereux, l'insoumis - et fier d'être tout cela - est-il préféré par la foule à cet innocent rêveur qui n'a fait de tort à personne, a nourri les foules, guéri plusieurs et parlé sans arrêt de non-violence? Sorti de prison Barabbas cherche alors à comprendre. Il rencontre même les apôtres pour cela, et tente de les réorienter vers son idéal révolutionnaire. Mais sans succès. Celui qui croyait en la force physique et la violence pour résoudre conflits et querelles en reste avec son doute... Personne ne lui a fait jamais douter de lui-même sauf ce Jésus. la Balade du Grand Macabre L'histoire se passe dans une contrée fantaisiste, Bruegellande, dans laquelle surgit un étrange personnage, Nekrozotar. Affirmant être la mort en personne, ayant pour cheval un ivrogne bedonnant prénommé Porprenaz, il annonce à la population la fin du monde prochaine. - 1943: pubblicato da La Renaissance du livre, periodo delle ultime opere teatrali come Le soleil se couche - problemi di salute (asma) e morte del padre - resta sempre senza impiego nell'amministrazione per comportamento durante la guerra (Il est en effet accusé par le Conseil communal d'avoir servi la propagande nazie en collaborant durant la guerre à Radio Bruxelles.) - 1947, anno in cui il pubblico parigino scopre il suo teatro grazie a una giovane compagnia, " Le Myrmidon" - 1951: premio Prix Lucien-Malpertuis dell'Académie royale de langue et de littérature françaises de Belgique - dal 1954 colleziona degli oggetti strani: personalità eccentrica - 1951: registra degli interventi pubblicati nel 1956, Les entretiens d'Ostende ma poi si scopre che ha completamente riscritto le risposte vs carattere spontaneo e valore di documentario - tendance à mettre en scène sa propre existence. Il s'est ainsi inventé une généalogie prestigieuse et un nom de plume, a déformé des épisodes de sa biographie (il a par exemple exagéré la teneur de sa relation avec Georges Eekhoud, dont il se fait a posteriori un maitre en écriture, et celle de son service militaire, de manière à se prétendre grand voyageur)

Simon (1913-2005)

Vita - Claude Simon nasce in Madagascar ma si trasferisce a Perpignano - nel 1924 muore la madre ed è affidato alla nonna e al cugino - nel 1931 si dedica a pittura e fotografia - dal 1934 al 1935 fa il servizio militare - nel 1936 comincia a scrivere e va a Barcellona a supporto dei Repubblicani contro le truppe franchiste della Guerra di Spagna - nel 1939 combatte nella seconda guerra mondiale ed è fatto prigioniero dai tedeschi ma riesce ad evadere nel 1940 e torna a Perpignano, ma temendo l'occupazione, va a Parigi dove partecipa alla resistenza - dopo la guerra diventa viticoltore e si dedica alla scrittura - 1985: riceve il premio Nobel per la letteratura - «Je suis maintenant un vieil homme, et, comme beaucoup d'habitants de notre vieille Europe, la première partie de ma vie a été assez mouvementée: j'ai été témoin d'une révolution, j'ai fait la guerre dans des conditions particulièrement meurtrières (j'appartenais à l'un de ces régiments que les états-majors sacrifient froidement à l'avance et dont, en huit jours, il n'est pratiquement rien resté), j'ai été fait prisonnier, j'ai connu la faim, le travail physique jusqu'à l'épuisement, je me suis évadé, j'ai été gravement malade, plusieurs fois au bord de la mort, violente ou naturelle, j'ai côtoyé les gens les plus divers, aussi bien des prêtres que des incendiaires d'églises, de paisibles bourgeois que des anarchistes, des philosophes que des illettrés, j'ai partagé mon pain avec des truands, enfin j'ai voyagé un peu partout dans le monde... et cependant, je n'ai jamais encore, à soixante-douze ans, découvert aucun sens à tout cela, si ce n'est comme l'a dit, je crois, Barthes après Shakespeare, que « si le monde signifie quelque chose, c'est qu'il ne signifie rien » — sauf qu'il est.» Opera e Poetica - si ispira a Proust e William Faulkner per ricerca formale (participio presente: inglese) - sintassi ampia con poca punteggiatura, uso del termine preciso, accumuli di parole, giustapposizioni di paragoni, frasi, perifrasi, come collage o cinema - approccio di pittore cubista che deforma corpo e prospettiva, qui distruzione della cronologia e unione di immagini disparate - allungamento frase, ripetizione, digressione, tante parentesi, no punteggiatura - ispirazione autobiografica è punto di partenza per una ricostruzione immaginaria del mondo tramite il linguaggio - temi: guerra storia, erotismo, impantanamento (embourbement) e paralisi - paralisi: susseguirsi di immagini, giochi di parole e metafore che disturbano la logica narrativa, utilizzo del participio presente per fissare il tempo - "le magma de mots et d'émotions" distruggono la narrazione lineare e i riferimenti a luoghi ed epoche sono realizzati da un linguaggio prolisso e discontinuo - esplorazione speculativa della memoria, rimemorazione ricostituita nella sua durata materiale, aspetto sensoriale e dimensione enigmatica - confine tra realtà e allucinazione trasceso - rete satura di ricordi, evocazioni, visioni e immagini che giocano sul rapporto tra passato vissuto, ricostruito o immaginario, il linguaggio e l'inconscio - « On n'écrit (ou ne décrit) jamais quelque chose qui s'est passé avant le travail d'écrire, mais bien ce qui se produit (et cela dans tous les sens du terme) au cours de ce travail, au présent de celui-ci et qui résulte, non pas du conflit entre le très vague projet initial et la langue, mais au contraire, d'une symbiose entre les deux qui fait, du moins chez moi, que le résultat est infiniment plus riche que l'intention » - Le vent - tentative de restitution d'un retable baroque (1957): nouveau roman, éditions de minuit - Antoine Montès vive in una città del sud, molto vento, è costretto a vivere in un hotel e si immischia in una storia violenta per salvare la cameriera e proteggere le due figlie - retable: dossale (parte decorata dell'altare): volontà di restituire con il linguaggio tratti della pittura, architettura, e scultura barocca - ampiezza e sovraccarico, ricchezza e sontuosità, frammentazione e discontinuità degli elementi sui vari pannelli, scrittura come serie di diapositive, dettagli - protagonista come Cristo, idiot e innocent - vento: violento e capriccioso, soffio gigante e caotico, imprevedibile, ineluttabile - l'Herbe (1958): Louise scopre che la zia del marito Marie, mai sposata, la ama ma sta morendo, rinuncia all'amore, le zie fatto sacrifici per non far lavorare Pierre, ma lui fa fallire il business, coltiva la terra, tradisce ed è tradito da Louise, contesto: sconfitta in guerra nel 1940, malcontento - molti interrogativi: lascia indizi e il lettore è libero di interpretare - La route des Flandres (1960): capitano di Reixach ucciso ma il cugino Georges è ossessionato dal comprendere questa morte, forse suicidio (elemento autobiografico di generale de la Houillère e esperienza di trauma in guerra) - romanzo anacronistico, logica cronologica distrutta dai capricci della memoria, ricordi e visioni che si sovrappongono - temi: violenza, morte, rapporto uomo-mondo, amore, discendenza - suicidio del generale ripreso in modo sempre un po' diverso, sottolineare la fragilità della memoria davanti al disordine del mondo - alcune esperienze di guerra di Georges sono esperienze di ispirazione autobiografica, sia l'autore che il protagonista sono cambiati dall'esperienza della guerra - Le Palace (1962): Barcellona, attacco di Repubblicani volontari, Americano è George Orwell, i luoghi sono riconoscibili - studente, homme-fusil italiano, americano - romanzo di formazione: studente ascolta ma è distratto, passivo, non si sente implicato, ed è geloso dell'americano - americano scompare senza parlare allo studente - Histoire (1967): collage narrativo su guerra di Spagna e vita dei genitori (storia e storia personale) - c'è acacia, collegato a l'Acacia, le foglie sono metafora di penne come quella che usa lui per scrivere - comincia con la nascita della scrittura e finisce simbolicamente con l'inizio della vita embrionale dell'autore - Les Géorgiques (1981): cita le Georgiche di Virgilio - LSM: generale Jean-Pierre Lacombe-Saint-Michel, antenato di Claude Simon - Orwell (Hommage à la Catalogne) chiamato O. e Claude Simon - tre trame che si intersecano distinte dalla tipografia (normale, corsivo, misti), richiedono lettura attiva per districare le storie - LSM era generale a Barcellona nel 1810 e c'era la guerra come ora - tentativi vani di ritrovare il suo busto, scoperta dei suoi archivi nascosti e testamento alla sua morte

Ionesco (1909-1994)

Vita - Eugen Ionescu (Eugène Ionesco) di origine romena, si trasferisce subito a Parigi e vive l'orrore della guerra, ricordo ricorrenti nelle sue opere - dopo si trasferisce con sua sorella a Chapelle-Anthenaise, periodo sereno e felice - dopo il divorzio dei suoi, nel 1925 torna in Romania, impara la lingua e studia ma ha sempre il desiderio di diventare attore - critica letteraria: accusa i letterati romeni di provincialismo e mancanza di originalità, poi invece li esalta - saggio Nol per dimostrare che si può sostenere due tesi antagoniste nell'identità dei contrari - negli anni 30 è elemento promettente dell'avanguardia romena, si sposa e diventa professore di pedagogia a Bucarest -Sposatosi nel 1936 con Rodica Burileano (da cui nel 1944 ebbe la figlia Marie-France) - nel 1938 ritorna in Francia e nel 1939 fa un viaggio-pellegrinaggio a Chapelle-Anthenaise sullo sfondo della seconda guerra mondiale - dal 1941 al 1944 lavora all'ambasciata romena nel governo di Vichy - anni 50 teatro, anni 60 successo, saggi e conferenze - nel 1989 apre la sessione pubblica organizzata dal Parlamento Europeo sulle violazioni dei diritti umani commesse dal regime comunista romeno -«quando ero a Chapelle-Anthenaise, mi trovavo fuori dal tempo, dunque in una specie di Paradiso. Intorno agli 11 anni [...] ho cominciato ad avere l'intuizione della fine [...]: ero nel tempo, nella fuga e nel finito. Il presente era scomparso, non ci sarebbe più stato per me altro che un passato e un domani, un domani sentito già come un passato [...]. la velocità non è solamente infernale, essa è l'inferno stesso, l'accelerazione nella caduta» Teatro - La cantatrice chauve (1950): prima pièce da manuale di conversazione dal francese all'inglese: verità sorprendenti - La leçon: dramma comico, paradossale, illogicità, giochi sul linguaggio, non comporta cambiamenti improvvisi, non conduce a un epilogo coerente -L'opera è ambientata nell'ufficio, adibito anche a sala da pranzo, di un piccolo appartamento francese. Il professore è in attesa di una nuova allieva, per impartirle delle lezioni di matematica, linguistica e filologia comparata, al fine di ottenere la libera docenza totale. La governante, una robusta donna di età tra i 40 e i 50 anni, si preoccupa della salute del professore e segue lo svolgimento delle lezioni. Mentre la lezione procede, carica di assurdo e di non-senso, nel professore va aumentando un senso di rabbia contro l'ignoranza dell'allieva, che al contrario di lui diventa sempre più silenziosa e mite. Anche la sua salute comincia a deteriorarsi, iniziando con un dolore ai denti, che diventa poi diffuso a tutto il corpo. Al culmine della pièce, l'allieva viene accoltellata e uccisa dal professore, dopo una lunga serie di non sequitur. L'opera si chiude tornando al punto di partenza, con la governante che saluta una nuova alunna. - Les chaises (1952): ammassarsi delle sedie rappresenta i vari sforzi dei personaggi che tentano di mascherare il fallimento della loro vita -Due personaggi, conosciuti come Il vecchio e La vecchia, preparano freneticamente le sedie per una serie di ospiti invisibili che, più tardi, ascolteranno un oratore rivelare le scoperte del vecchio, probabilmente sul senso della vita. Gli ospiti invitati sono tutti, ovvero tutte le persone del mondo: la loro invisibilità, assieme ad altri elementi, fa presupporre che si tratti di un mondo post-apocalittico - il vecchio, ad esempio, parla della distruzione di Parigi. Gli ospiti arrivati intrattengono dialoghi e ricordano cripticamente delle loro vite. Infine, l'oratore arriva ad offrire il suo discorso alla folla riunita. Interpretato da un attore reale, la presenza fisica dell'oratore contraddice le aspettative del pubblico istituitesi nelle fasi precedenti della commedia. La coppia di vecchi si getta poi da una finestra sull'oceano, sostenendo che giunti a questo punto, quando il mondo intero sta per ascoltare le rivelazioni dell'oratore, la loro vita non potrebbe andare meglio. Mentre l'oratore inizia a parlare, la folla invisibile ed il pubblico reale si accorgono che è sordomuto. La scena rimane dunque deserta, si odono per la prima volta i rumori della folla invisibile, in crescendo e poi progressivamente decrescendo. Il sipario si chiude lentissimamente. -mécanisme de prolifération, figurant très fortement la sensation d'étouffement, de perte du contrôle, voire de cauchemar -les invités que reçoit le couple de vieillards ont la particularité d'être ce qu'ils ne sont pas. En effet, ce sont des fantômes, des paroles sans auteur, des présences sans personne, des êtres dans le néant. -La présence illusoire des chaises finit par la solitude dans la mort, et toutes les formules de politesses et les flatteries finissent par le silence dans l'échec, soit, en un mot : par du néant. - polemiche lo spingono a difendere le sue opere - 1955 Impromptu de l'Alma - vs teatro impegnato, cerca di elaborare un teatro metafisico che si soffermi sull'essenzialità, ciò che definisce l'uomo, ciò che rende assurda la sua esistenza (limitata, morte inevitabile) - temi tecnici: ruolo del regista a cui nega la funzione di creatore (drammaturgo) - teatro è catabasi, discesa nell'inferno dell'io, ossessionato dal doppio stato esistenziale (evanescenza, pesantezza, luci, tenebre), universo drammatico ha come sfondo un paesaggio onirico - donna: sensualità che affascina e disgusta, offre un nido che è prigione della coscienza e obbliga l'uomo alla rassegnazione - poliziotto: emblema dell'autorità che impone una rinuncia - mondo è orribile e stupendo: uomo non trova equilibrio e tenta di evadere ma inutilmente perché fallisce e diventa vittima - teatro violento e crudele: non edulcora la realtà ma trasposizione del destino umano - l'azione è una situazione complessa e conflittuale senza soluzione - personaggi tipi senza personalità che parlano per formule convenzionali, clichés, luoghi comuni - sono soli nella loro follia, tragico (solitudine della condizione umana) - strutture antiteatrali e anticonvenzionali (surrealismo e dada, provocatorio) - nonsense è critica al conformismo e alla banalità Assurdo - nuovo teatro o dell'assurdo - nuovo tema: ossessione della morte, l'assurdo condanna in anticipo e rende la vita e i gesti umani privi di senso - riconsiderazione della drammaturgia tradizionale - emergere del sentimento dell'assurdo - constatazione dell'impossibilità della comunicazione - rifiuto di teatro come riflesso della realtà quotidiana, messaggio sociale o politico - teatro metafisico basato su gioco sul linguaggio - i personaggi sono angosciati e senza scopo, animati da comportamenti meccanici e ripetitivi, intrappolati, vivono per abitudine - teatro-testo: il linguaggio sostituisce l'azione - usura dell'esistenza e del pensiero si manifesta nell'usura del linguaggio e nell'incomunicabilità - banalità delle parole, luoghi comuni, frasi destrutturate, povertà o tecnicità maniacale del vocabolario, onomatopee, battute brevi e sconnesse o lunghi monologhi verbali Autoritratto - estraneo alla realtà, solitudine e angoscia, contraddizione tra immagini grottesche e momenti di euforia estatica - paura della morte come tradimento dell'oscuro desiderio di morire, tentazione dell'incognito, aspirazione verso un altrove - biografia e universo interiore in cui si armonizzano i contrari, i ricordi si fondono nell'avvenire e l'onirismo nasconde e trasforma il reale - double postulation: alternanza di sensazioni - La cantatrice chauve (1950): prima pièce di teatro dell'assurdo, inizio fiasco - straniamento per utilizzo esasperato di frasi fatte, dialoghi contrastanti - manuale francese-inglese, verità essenziali: diventano folli, la parola si disarticola, tragedia del linguaggio, anti-pièce fondata su difficoltà della comunicazione - atto unico, personaggi sfumati, talvolta interscambiabili - Smith: insignificanza degli esseri, intrappolati nelle abitudini, incapaci di comunicare - rappresentanti della condizione umana, normale, medio, vita monotona che contrasta con i sentimenti: cambiamento e contraddizione - l'aspetto convenzionale delle relazioni fra gli esseri, solo apparenze, non si può comunicare in modo vero e sincero, ognuno è chiuso nelle sue preoccupazioni - contraddizione tra la realtà dei sentimenti e le ipocrisie sociali, sotto atteggiamenti ripetitivi, "tic", automatismo c'è la verità, istinto animale - Martin: varietà umana incoerente, vs logica - comportamenti simili agli Smith con cui si confondono, esseri privi di individualità, esistenza noiosa e assurda (Bobby Watson) -I Martin, tuttavia, offrono anche l'immagine della felicità convenzionale. Nel corso della conversazione, il signor Martin è premuroso nei confronti della moglie, sforzandosi d'interessarsi in quel che fa. Nel corso della quarta scena, numerosi dettagli ci permettono di abbozzare un ritratto toccante di questa coppia unita. Originari di Manchester, sono venuti a far un soggiorno a Londra e ne approfittano per far visita ai loro amici, gli Smith. Chiamati Donald ed Elizabeth, hanno una figlioletta di due anni, Alice. Sembra che abbiano una vita normale, rassicurati in ciò da un amore sereno, ma trattasi di una felicità minata dall'interno. Sono spesso aggressivi l'uno verso l'altra e quando si abbracciano, è priva di espressione. -Infine, questa coppia è vittima degli infiniti capricci del caso. Nel corso della quarta scena, procedono ad una lunga enumerazione di bizzarre coincidenze e ne concludono che si conoscono e sono sposati. Queste coincidenze hanno molteplici significati. Anzitutto costituiscono una parodia degl'incontri romanzeschi. Traducono l'incoerenza del mondo e la subordinazione dell'uomo al caso: il ruolo della fortuna permette gli incontri e la nascita dell'amore. È senza limiti quando determina la presa di coscienza di relazioni già esistenti. Infine, questo evento sorprendente mostra indirettamente che, se i Martin hanno bisogno di ritrovarsi, è perché si sono perduti e non riescono più a capirsi realmente. - Mary: domestica ma vuole affermare la sua personalità; la sua franchezza provoca un effetto di rottura, contraddittoria, rivela gli equivoci e si rende conto che non è sempre bene dire la verità, meglio non conoscere i decreti del destino -Mary svolge anche un altro ruolo: rivela gli equivoci di cui sono vittime i Martin quando pensano di scoprire di essere sposati, mostrano come la sorte si faccia beffa degli esseri umani. Diventa così la portavoce inquisitrice del destino; è incaricata di svelare una verità, portatrice di sofferenza e di morte. - pompiere: assurdità delle funzioni sociali, mestiere è la sua ragione di vita per dimenticare l'assurdità e l'inutilità della vita -Il pompiere è anche là per testimoniare la complessità delle cose. Tanto le genealogie dei Watson, abbozzate dagli Smith nella prima scena, rivelava l'uniformità del mondo, quanto quella che sviluppa il pompiere nella nona scena ne mostra la varietà. I personaggi evocati esercitano i mestieri più disparati: dal farmacista al sottocapo, passando per ingegnere, vignaiolo o sottoufficiale; sono di diversa nazionalità: francese, britannica, portoghese; hanno una vita agitata, come quel "medico di campagna, sposatosi tre volte di seguito". Tuttavia questa diversità si rivela eteroclita e incoerente. Questa complessità del mondo è portatrice di una relatività che rende le cose incomprensibili, inesplicabili. È il pompiere che è al centro dell'episodio del campanello; è lui che placa il disaccordo tra gli Smith, mostrando che non esiste verità assoluta e che ciascuno possiede la sua. Nessuno, dunque, ha mai totalmente torto e tutti hanno più o meno ragione. - cantatrice: disperatamente assente, incoerenza, parodia tecnica di creare mistero attorno a un personaggio con ruolo importante -La cantatrice calva ha anche la funzione di contribuire all'incoerenza ambientale. L'aggettivo "calva" appare anzitutto incompatibile con l'immagine che si ha di una cantante, creando, in tal modo, un'impressione di estraneità. La risposta che la signora Smith dà alla domanda del pompiere, che "si pettina sempre allo stesso modo", accentua ancora il carattere assurdo del personaggio, mentre la sua inutilità va assolutamente nel senso di vuoto e dell'insensatezza delle conversazioni. - pendola suona a caso i rintocchi,in questo mondo assurdo, non ci si può fidare di nulla, neppure del tempo -La certezza non esiste e l'esistenza è attraversata da contraddizioni -Quando il pompiere annuncia che deve ad andar a spegnere un incendio esattamente "in tre quarti d'ora e sedici minuti all'altro capo della città", egli sottolinea che il tempo gli è imposto, è uno strumento tra le mani di un destino che ne dispone a suo modo. - epilogo: improvvisa aggressività, parole illogiche diventano suoni privi di significato, il linguaggio ha perso il ruolo di intermediazione - dopo la frenesia ritorna la calma iniziale, tutto ricomincia in un universo di noia, i personaggi si rivelano interscambiabili, ripetizioni e ricominciamenti trasformano il personaggio in automa, impressione di noia e assenza di comunicazione Linguaggio - disintegrazione dell'espressione, banalità delle parole, incoerenza delle formulazioni e riduzione del linguaggio a suoni privi di senso - battute brevi: nel teatro tradizionale creano tensione drammatica, qui è perché non riescono a elaborare idee logiche e non hanno nulla da dire - numerosi silenzi ma convenzioni impongono di continuare la conversazione, principio del coq à l'ane, passare senza transizione da un argomento all'altro - convenzioni manifestano consenso ma è solo apparenza, ipocrisia - demistificare gli insegnamenti dei proverbi e giustapposizione di elementi confusa - comico: parodia del teatro tradizionale, caricatura, giochi di opposizione (detto e tono nel dirlo, parola e azione), non-senso -Le lunghe battute, chiamate monologhi, contribuiscono a tradurre l'usura del linguaggio. Esso si costituisce di blocchi compatti di abbondantissimi sviluppi, il cui carattere è accentuato dal loro isolamento in mezzo a brevissime battute. Ancor più che negli scambi d'opinione, i personaggi appaiono chiusi in sé stessi, completamente presi totalmente da ciò che dicono, indifferenti a quelli che li circondano, in un atteggiamento di rifiuto del dialogo. Le loro parole non riescono realmente ad essere portatrici d'idee logiche. I personaggi si ubriacano di parole, le utilizzano come fine a sé stesse, senza preoccuparsi del loro significato. Sono colpiti da una sorta di psittacismo, disturbo mentale che consiste nel ripetere lemmi senza coglierne il significato. Questo modo di procedere appare a più riprese: nella scena 1, nel lungo discorso tenuto dalla signora Smith sul cibo o, nella scena 8, nelle interminabili considerazioni alle quali si dedica il pompiere. - Rhinocéros (1959): epidemia di rinocerontite, allusione ai totalitarismi - Berenger, Jean, il filosofo, la casalinga, Budard, Daisy, signora Boeuf - denuncia dei totalitarismi e del comportamento gregario della folla che segue - tutti i totalitarismi si assomigliano e trasformano anche il migliore degli uomini - solo Berenger pensa sia anormale e ha una reazione normale - comincia come un fenomeno minoritario che gli abitanti rigettano increduli, quando si amplifica suscita indifferenza e tutti si abituano, restando passivi - fallimento della comunicazione (sillogismi) -La spettacolo ha un doppio inizio: è mezzogiorno e una donna con la borsa vuota della spesa - e un gatto sottobraccio - attraversa in silenzio la scena. Mentre passa viene osservata dalla droghiera che capisce con disappunto che la signora, un tempo sua cliente, ora si rifornisce in altri negozi. Il palcoscenico rimane vuoto per alcuni secondi. Assistiamo quindi all'incontro tra due uomini (Berenger e Jean) che vanno a sedersi al tavolino di un caffè. Jean - che "non ha tempo da perdere" e ha un'alta considerazione di sé stesso - critica Berenger per la sua sciatteria ("vestiti stazzonati, camicia lurida"), il vizio dell'alcool, le orge notturne. I rimproveri crescono di intensità fino al punto che Jean afferma: "Mi vergogno di essere suo amico". Berenger subisce senza replicare (e le didascalie lo descrivono infatti "sonnolento" e "intontito") ma a un certo punto ha un moto di resistenza ("io non mi adatto alla vita") che non ha però conseguenze immediate. Improvvisamente compare un rinoceronte che crea scompiglio tra i presenti: Jean, la cameriera, il droghiere, la droghiera, il filosofo e la casalinga (la donna che ha aperto lo spettacolo). Quest'ultima si spaventa e lascia cadere la sporta, senza però abbandonare il gatto, sempre stretto in braccio. Intanto Berenger - per nulla sconvolto dall'epifania del pachiderma - cerca di contenere lo stupore di Jean; contemporaneamente poco più in là 'il filosofo' ha cominciato a spiegare il concetto di sillogismo al 'vecchio signore'. Le ipotesi proposte da Berenger per spiegare la comparsa dell'animale - fuga dell'animale da uno zoo, presenza di rinoceronti nelle paludi limitrofe - vengono sistematicamente smontate da Jean. Berenger replica finalmente seccato: "E che ne so, allora! Si sarà nascosto sotto un sassolino...oppure avrà fatto il nido su un ramo secco". I 'paradossi' (così nel testo) di Berenger divertono poco Jean e i due finiscono per litigare. Il litigio viene momentaneamente messo da parte perché Berenger vede passare Daisy (una collega d'ufficio) e si nasconde, vergognandosi del proprio stato (abbigliamento trasandato, ebbrezza ecc.). Nella discussione seguente con Jean assistiamo alla seconda confessione di Berenger: "Sono anni che mi sento stanco...anni! Faccio un tale sforzo a trascinare in giro la mia carcassa". E poco dopo: "Ho sempre l'impressione che il mio corpo sia di piombo...come se portassi un altro sulle spalle. Non riesco ad aver coscienza di me stesso...non so nemmeno se sono proprio io". Mentre Jean e Berenger continuano la loro discussione, al tavolo accanto il filosofo approfondisce il sillogismo: "Il gatto ha quattro zampe. Isidoro e Fricot hanno ciascuno quattro zampe. Dunque Isidoro e Fricot sono due gatti". Il vecchio signore risponde che anche il suo cane ha quattro zampe, quindi, secondo la logica, sarebbe un gatto. Il filosofo gli dà ragione e quasi a dimostrare l'errore (del primo sillogismo) espone un nuovo sillogismo (altrettanto fallace): "I gatti sono mortali. Ma anche Socrate è mortale. Dunque, Socrate è un gatto". In realtà il filosofo è serio. Nel frattempo Jean sta elogiando la propria forza morale, mentre Berenger al contrario denuncia la propria inettitudine ed espone la convinzione nichilista che "vivere sia una cosa anormale". La consapevolezza che la ragazza amata (Daisy) è ambita anche da Dudard, collega di sicuro avvenire (laureato, simpatico al padrone ecc.) completa il suo stato di abbattimento: l'amico allora lo invita alla lotta, lo incita ad armarsi di pazienza, cultura ingegno: "Visiti i musei, legga le riviste letterarie, vada alle conferenze. tutto questo la distrarrà dall'angoscia, dalla depressione. [...] In quattro settimane lei sarà un uomo colto". Però appena Berenger appare convinto dalle proposte dell'amico (che tra le altre cose gli cita il teatro di Avanguardia di un tale Ionesco) e lo invita la sera stessa a teatro, l'amico declina l'invito - perché ha un appuntamento in trattoria. A questo punto si sente di nuovo un barrito e lo scalpiccio degli zoccoli di un rinoceronte. Questa volta è però una cosa seria, commentano alcuni: il gatto della casalinga rimane infatti schiacciato dal passaggio del pachiderma. Tutti cominciano a consolare la casalinga (il filosofo lo fa da par suo, spiegandole che tutti i gatti sono mortali), e in breve nasce una discussione tra Jean e Berenger. Quest'ultimo non si fa più sottomettere da Jean e solleva tre questioni: quanti rinoceronti sono apparsi (uno o due) quante corna (una o due) hanno i rinoceronti (o il rinoceronte) specie del rinoceronte (africano o asiatico). La discussione finisce in lite tra i due (c'è l'intervento del filosofo che non risolve nulla, se non attenuare il rilievo del terzo punto), e Jean si congeda indignato e insultando l'amico. Sul rammarico di Berenger (che ha risposto comunque duramente all'altro) si chiude l'atto. -Il secondo atto comincia nell'ufficio in cui lavora Berenger, dove i personaggi presenti, Daisy, dattilografa, Botard, insegnante in pensione, Dudard, il vice direttore dell'Ufficio, e il signor Papillon, il caporeparto, discutono di ciò che è accaduto nella piazza il giorno precedente, e presto si aggiungerà alla discussione anche Berenger. Dudard, Daisy e Berenger affermano che i due rinoceronti siano passati per la piazza e quindi la loro esistenza, mentre Botard nega veementemente, dichiarando che sia solo una trovata dei giornali e dei mezzi di informazione. Improvvisamente la discussione viene interrotta dall'arrivo della Signora Bœuf, moglie del signor Bœuf, stranamente assente al lavoro, che è stata appena inseguita da un rinoceronte, ma in breve riconosce nell'animale il marito. Poiché il rinoceronte ha distrutto le scale in legno, i personaggi sono costretti a uscire dalla finestra con una scala dei pompieri, che stranamente sono impegnati in più casi del genere in tutta la zona, dove sono stati avvistati già molti rinoceronti. Nella seconda parte dell'atto Berenger si reca a visitare Jean per chiedergli scusa della discussione avuta il giorno prima, ed entrando nell'appartamento trova l'amico malato, in condizioni molto preoccupanti: è il segno della volontaria metamorfosi di Jean che avverrà tra breve sotto lo sguardo spaventato di Berenger; quest'ultimo scopre poco dopo che tutti si stanno gradualmente trasformando in rinoceronti. -Berenger è chiuso nel suo appartamento, terrorrizzato all'idea di prendere la "rinocerontite", e intanto i rinoceronti imperversano in massa per le strade, essendo diventati ormai la schiacciante maggioranza. Riceve la visita di Dudard, e con lui comincia a discutere del fenomeno: Berenger pensa che siano esseri con cui il dialogo è impossibile, e che devono essere assolutamente combattuti, mentre il suo collega ritiene che si debba accettare questa nuova situazione. In seguito arriva anche Daisy, ma Dudard lascia i due per unirsi ai rinoceronti, poiché sente che "il suo dovere è quello di seguire il suo leader ed i suoi compagni." Berenger e Daisy si promettono l'un altro eterno amore e che insieme vivranno nonostante tutto, ma ciò dura per pochissimo tempo, poiché anche la ragazza lo abbandona. Berenger sembra incerto, pensa addirittura di essere lui ad avere torto, e confrontandosi con i rinoceronti pensa di essere più brutto di loro, ma alla fine decide di rimanere l'unico umano rimasto e di non arrendersi (iniziando la Resistenza). -Le roi se meurt (1962):Bérenger, sovrano dell'Universo, ha una malattia incurabile ma non sa ancora che dovrà morire; le due regine, la dolce Marie e la saccente Marguerite, venute a conoscenza della sua malattia grazie al medico, chirurgo e batteriologo di corte discutono a lungo se sia il caso di rivelare la nefasta notizia al loro marito e sovrano. Alla fine la notizia viene rivelata a Bérenger che, incredulo, non vuole convincersi della sua imminente morte; il sovrano si crede ancora in possesso del potere sugli elementi della natura e sulle persone ma, inesorabilmente, scopre che la sua malattia non gli ha lasciato nessuna forza e, invano, ordina alla natura e agli uomini che nemmeno gli rispondono. Au lever du rideau, le garde annonce solennellement la cour, le roi Bérenger Ier entre dans la salle du trône suivi des deux reines, Marguerite et Marie, de Juliette et du Médecin. Le froid s'est installé, le chauffage ne fonctionne pas, et les murs du palais se lézardent. La reine Marie qui pleure devant cette dégradation se fait réprimander par la reine Marguerite pour sa frivolité. Il est convenu que le roi doit être informé de cet état et que la fin de son règne est proche, mais la reine Marie refuse de croire à l'irréversibilité des choses. La reine Marguerite insiste : le sol est mou, il n'y a pas d'armée dans le royaume, le roi est malade. C'est assuré par le médecin qui rapporte que les astres sont formels, c'est la fin. Bérenger Ier entre dans la salle du trône et se plaint de sa santé, de l'état de l'Univers, du royaume, ce que le médecin confirme et Marguerite l'informe de sa mort prochaine. Le roi refuse d'admettre la réalité, même s'il convient que tout n'est pas pour le mieux, d'ailleurs il n'a pas encore décidé de mourir. Toute la cour, à l'exception de la reine Marie, s'emploie à lui décrire sa décrépitude et celle du monde. Dès lors, son comportement va être une suite de revirements. Tout au long de cette pièce, le roi conteste ce que le médecin lui dit. Il laisse choir plusieurs fois son sceptre se laissant tomber à son tour et essaye à plusieurs reprises de se relever mais il n'y parvient pas. Il ne peut même plus donner d'ordre, le soleil ne se lève plus et ses gardes n'arrivent plus à obéir sous ses ordres... À la fin de la pièce, les éléments du décor disparaissent peu à peu, symbolisant la mort du roi qui approche, jusqu'à la disparition complète du décor qui marque la mort du roi. -le comportement et les manières de l'individu face à sa fin. -trois attitudes successives face à une vérité choquante : La dénégation, la révolte et la résignation. Dans un premier temps, Bérenger Ier refuse d'admettre qu'il est à l'agonie. Puis il se révolte, non seulement contre le caractère inéluctable de sa fin, mais aussi contre lui-même qui n'a pas su réfléchir à sa propre condition. Dernier stade, la résignation qui ne peut intervenir qu'après un cheminement intellectuel. Inclusivement, c'est aussi une réflexion sur l'écoulement du temps et la décrépitude, ainsi que sur la perception du réel. On peut aussi observer trois sentiments successifs qui sont la surprise (ou étonnement marqué par la colère, l'énervement du souverain, son entêtement), l'impuissance qui amène logiquement le troisième : la peur (crainte du personnage désemparé). Pour conclure, la mort est scandaleuse parce que l'on n'a pas pris le temps d'y penser. Le déroulement de la mort du roi dans un laps de temps aussi court fait à la fois ressortir l'absurde et donne toute sa force face à cette vérité ignorée et pourtant toujours présente, celle de la fin, jamais préparée, toujours repoussée alors qu'inéluctable.

Mauriac (1885-1970)

Vita - François Mauriac, Bordeaux, perdita del padre, madre cattolica rigida, lui terrorizzato dal peccato - 1906: trasferimento a Parigi, vince il concorso per diventare insegnante - 1909: Les Mains jointes: raccolta di poesie già di ispirazione religiosa - 1913: matrimonio con Jeanne Lafon - esonerato per motivi di salute durante la guerra - anni 20: attività di giornalista: manifesto rivolto ai cattolici per dissociarsi dal franchismo (guerra di Spagna) - Thérèse Desqueyroux (1927): padre M. Larroque pensa solo alla carriera politica, bigotta famiglia acquisita disposta a tutto per facciata rispettabile - ispirato all'affaire Canaby/des Chartron (1905): Henriette-Blanche Canaby viene accusata di aver avvelenato suo marito, Emile Canaby, ma lui testimonia a suo favore per salvare le apparenze della coppia, visto che avevano una relazione a tre con il ricco Pierre Rabot. Alla fine, nonostante l'evidenza della colpevolezza, l'accusa viene respinta. - Nel primo capitolo Thérèse esce di notte dal tribunale. È stato appena emesso un ordine di licenziamento. Thérèse non sarà quindi condannata, eppure tutti sanno che è colpevole: suo padre che è venuto a prenderla, il suo avvocato che la accompagna, suo marito che l'aspetta nella loro proprietà in Argelouse, e il lettore, che le si affeziona, tuttavia, perché sente che è una vittima. Durante il viaggio notturno che, da Bordeaux, la riporta ad Argelouse in mezzo alla brughiera, Thérèse pensa alla sua vita passata e immagina cosa dirà a Bernard, suo marito, quando lo rincontrerà; marito che voleva avvelenare. I capitoli da II a VIII costituiscono un lungo monologo interiore attraverso il quale il lettore entra nell'intimità del pensiero di Thérèse. È sia un ritorno al passato che una proiezione sul futuro. Thérèse prepara apposta per Bernard, suo marito, una lunga confessione, che non è in realtà una supplica, ma uno sforzo di onestà per cercare di capire cosa è successo, come ha potuto, così freddamente, somministrargli il veleno con l'intenzione di ucciderlo. Il significato della vita di Thérèse è inscritto in queste righe: « Matinées trop bleues : mauvais signe pour le temps de l'après-midi et du soir. Elles annoncent les parterres saccagés, les branches rompues et toute cette boue. Thérèse non nega il suo crimine ma cerca di spiegarlo. Non aveva pensato, non aveva pianificato nulla in nessun momento della sua vita. Nessun punto di svolta. Solo la sua infanzia è stata felice. Tutto il resto della sua vita è come segnato dal destino, non ne è mai stata padrona: sposata per convenzione, senza amore, sola all'interno della coppia, estranea al marito, Thérèse si sente intrappolata, il suo orizzonte è limitato e la sua vita non le appartiene. Ma questa confusione è vissuta senza rivolta, ed è quasi per caso, senza pensarci, che Teresa ha avuto l'idea del veleno. In ogni caso è stato senza passione, senza odio e quasi meccanicamente. Ed è questo che la rende mostruosa: la sua freddezza, la sua indifferenza. La lunga confessione che Thérèse immagina dovrebbe permettere a suo marito non di scusarla, o di perdonarla, ma semplicemente di avvicinarsi a lei e comprenderla. Questo lungo monologo, che copre più della metà del libro come un riassunto della sua vita fin dall'infanzia, è costruito tanto per Bernard quanto per Teresa stessa che spera di commuovere suo marito. Ma Thérèse arriva alla fine del viaggio che la riporta a casa e si ritrova, con incredibile brutalità, di fronte alla realtà. Bernard le impone una condotta e lei non avrà il diritto di dire una sola parola. È schiacciata, semplicemente negata come persona, come coscienza. La disillusione è violenta e il romanzo, senza transizione, passa dal monologo interiore alla narrazione fattuale, dall'intimità del personaggio all'esteriorità più fredda: Thérèse viene consegnata, reclusa, poi letteralmente sequestrata ... e questo in nome delle convenzioni, della famiglia e dell'onore. L'individuo è schiacciato. L'ultimo capitolo costituisce una sorta di epilogo: nel rispetto della bienséance, Bernard decide di restituire la libertà a Thérèse; la accompagna a Parigi dove la abbandona a se stessa, visto che la cosa più importante per lui è salvare le apparenze mentre Thérèse ha finalmente l'impressione di essere libera. Nel dehors di un caffè parigino, lontano dal soffocamento della famiglia e della provincia, gli sposi si sono quasi incontrati. Bernard ha quasi abbandonato le sue certezze, guardato sua moglie, interrogatola. Ma no. Perché ciò significherebbe rimettere in discussione se stesso. Alla fine del libro il lettore ha capito la confessione di Thérèse. Certamente ha commesso un atto criminale, ma richiede il perdono del suo ex marito, che non otterrà. - II guerra mondiale, si avvicina a De Gaulle e supporta la Resistenza, supporta anche la decolonizzazione in Algeria, rigetta il surrealismo e il dadaismo, vs esistenzialismo (escremenzialismo sartriano), estraneo allo strutturalismo e al Nouveau Roman - Le baiser du Lepreux (1922): romanzo, titolo riferimento a San Francesco d'Assisi - Jean Péloueyre è un giovane orribile di soli ventitré anni. Molto insicuro sul suo aspetto fisico, sfugge le donne. Durante la visita dei Cazenave, Jérôme Péloueyre, suo padre, gli annuncia che desidera, sotto suggerimento del parroco, che sposi Noémi d'Artiailh. Sorpreso e felice, è stupefatto di sapere che una donna è disposta ad accettare questa unione nonostante il suo aspetto fisico. Jean, innamorato di Noémi, vuole solo la felicità della sua nuova moglie e scoprire i piaceri del corpo. Si rende presto conto che la sua stessa presenza induce in lei una repulsione fisica incontrollabile e che la giovane donna si lascia deperire. Per infliggerle la minima sofferenza possibile, le risparmia la sua presenza e parte per cacciare la mattina presto per tornare a casa a tarda notte. Il parroco suggerisce a Jean di andare a Parigi per fare uno studio bibliografico. Vedendo in questa proposta una salvezza per entrambi, accetta. Di ritorno dopo alcuni mesi di vagabondaggio nella capitale, trova sua moglie trasfigurata e appagata dalla sua assenza, mentre lui stesso è ancora più fatiscente. Noémi inizia a perdere di nuovo la sua radiosità e Jean si dispera. Decide di prendersi cura di un amico di tubercolosi e a sua volta contrarrà la malattia, peggiorando le sue condizioni. Noémi si rende conto del sacrificio che sta facendo per lei e quindi cerca di convincersi di esserne innamorata. Jean muore e Noémi deve restare in lutto per tre anni. Corteggiata dal giovane dottore che si era preso cura di suo marito e a cui era particolarmente sensibile, sebbene in grado di contenere qualsiasi entusiasmo, si rivolge alla religione e adotta volontariamente il ruolo della pia vedova, rinunciando a ogni passione terrena. - Le désert de l'amour (1924): romanzo - Mentre entra in un club di Parigi, Raymond Courrèges vede una donna che aveva conosciuto diciassette anni prima durante la sua adolescenza a Bordeaux e di cui era follemente innamorato. Questa donna, Maria Cross, risveglia improvvisamente in lui i ricordi di questo periodo della sua vita e una certa forma di odio/amore che ha sviluppato nelle sue relazioni con le sue molteplici conquiste femminili. A 17 anni, allora uno scolaretto indisciplinato e burbero, si siede una sera sul tram da Bordeaux a Talence di fronte a una donna, dieci anni più grande di lui, di cui conosce la diabolica reputazione. Lei lo affascina e sembra interessarsi a lui. Il giorno dopo, è presente, seduta nello stesso posto e sempre a guardarlo. Lo sguardo di questa donna trasforma quindi Raymond e lo rende un uomo. Suo padre, il dottor Paul Courrèges, è un uomo sulla cinquantina, devoto alla sua professione, ma circondato dalla sua famiglia che gli procura poche soddisfazioni anche se conduce una vita borghese e agiata. Anche il dottore aveva incontrato Maria Cross qualche tempo prima per curare suo figlio malato François, che da allora è morto. Completamente sconvolto da questa giovane donna, sviluppa una passione violenta che non è tuttavia in grado di confessarle, rimanendo suo confidente e suo amico, di cui Maria sopporta cordialmente la presenza. Dalla morte di suo marito durante la prima guerra mondiale, Maria è mantenuta da Victor Larousselle, un ricco industriale della regione. Pronto a rinunciare a tutto per Maria, il dottor Courrèges decide di confessarle il suo amore, ma si mostra solo inopportuno e viene respinto senza riuscire a dichiarare la sua passione. Ancora più abbattuto e taciturno, torna a casa sua dove si rende conto che suo figlio Raymond ha cambiato molto chiaramente aspetto e cura di più il suo corpo nelle ultime settimane. Raymond ha deciso infatti di sedurre questa donna, la cui presenza ora quotidiana durante il loro viaggio congiunto eccita le sue fantasie. Vuole possederla. Maria Cross si innamora dell'immagine di questo giovane, nella piena forza della sua adolescenza, e cerca di convincere se stessa che sarebbe stata un'amica / amante platonica nei suoi confronti, sentendo confusamente il suo corpo ancora capace di provare attrazione fisica. Un giorno finiscono per cominciare una conversazione e tornano a casa insieme. Invita Raymond a venire a casa sua per chiacchierare più con calma. Felice, ma preoccupato di essere scoperto, accetta, determinato a raggiungere l'obiettivo. Tuttavia, nonostante avesse desiderato a lungo questo momento, Maria respinge il giovane e lo umilia prendendo in giro la sua rudezza mentre cerca di abbracciarla. Seccato a morte, lascia la casa deciso a non vederla più. Si vendicherà su tutte le sue future conquiste. È dopo questo brusco richiamo alla sua memoria del suo doloroso passato, che Raymond Courrèges, diventato adulto, dominatore di cose e persone, è costretto ad avvicinarsi in questo club al tavolo di Maria Cross e Victor Larousselle, divenuto suo marito. È determinato a umiliarla in cambio di quello che è successo 17 anni prima a Bordeaux. Contro ogni previsione, di fronte a Maria con cui inizia la conversazione, improvvisamente ritrova la sua paura passata e diventa di nuovo il giovane che era, incapace di dominare questa donna che lo tiene sempre a distanza e finge di avere in gran parte dimenticato la loro storia passata. Larousselle, ubriaco, si fa male a una mano e Raymond non ha altra scelta se non quella di aiutare Maria a portarlo a casa nel cuore della notte. Di fronte all'impossibilità di chiamare un medico in questo momento e grazie alla possibilità della presenza del suo vecchio padre a Parigi, Raymond si fa raggiungere da lui urgentemente nel suo hotel per prendersi cura dei feriti. Sopraffatto ancora una volta dall'idea di rivedere Maria, il dottor Courrèges arriva il più rapidamente possibile e prepara un discorso in cui decide di rivelarle la sua antica passione. Maria lo respinge di nuovo e fa aspettare Raymond nella camera da letto del figliastro, su cui non riesce a contenere molte parole brillanti. Il padre e il figlio Courrèges tornano insieme al mattino presto, possono davvero ricongiungersi per la prima volta nella loro vita, con il loro dolore e il loro amore comune e si abbracciano sul binario della stazione. - 1926: Grand prix du roman de l'Académie française - 1933: membro dell'Académie française - 1952: premio Nobel per la letteratura Temi - denunciatore spietato e giudice intransigente di sentimenti quali avarizia, orgoglio, odio, sensualità, avidità, materialismo e brama di dominare, che travolgono la borghesia di provincia, lontana da ogni possibilità di riscatto - famiglia e i rapporti famigliari, presi come riferimento emblematico per il degrado e il deterioramento dei valori e del senso della vita - violenza delle passioni, tensione amore terreno-amore per Dio, peccato, forza del male - personaggi feroci, passivi, travolti dal peccato, pigrizia, avarizia, odio lussuria, violenza - male regna ovunque (religiosità intransigente, vena di giansenismo, non ammette salvezza senza grazia) - personaggi annientati, destinati alla sconfitta in un mondo dominato dal loro demone interiore che rende impossibile la gioia, l'amore - spietato con i personaggi, ma sensibile nella descrizione della psicologia dell'umanità, fruga nell'animo umano - chi sfugge alle convenzioni sociali e opportunismo muore in modo crudele (ma partecipa alle loro sofferenze) - ambientati nelle campagne di Bordeaux e delle vigne delle Landes, ma racconta mondo universale - conflitto interiore e con Dio o religione, descrive gli aspetti angoscianti della religione (psicologia del credente, saggi) - tragica condizione dell'uomo convinto di poter fare a meno di Dio - vizi umani che hanno travolto la borghesia di provincia e i bigotti (avarizia e materialismo) contro rinuncia cristiana - critica della Chiesa ipocrita - pessimismo cronico necessario per evidenziare il carattere mostruoso dei personaggi, demoni interiori in ognuno di noi - la "carne" è emblema del peccato originale: la libertà sessuale, per Mauriac, coincide con il "male supremo" e la donna è una "straniera" che appartiene "a un'altra razza", in quanto "il sesso ci separa più di due pianeti" - descritto da Sartre così: «I romanzi li scrivono gli uomini per gli uomini. In un'ottica divina che trafigge le apparenze senza arrestarsi, non esiste romanzo, non esiste arte, perché l'arte vive di apparenze. Dio non è un artista; lui nemmeno.»

Bernanos (1888-1948)

Vita - Georges Bernanos, passa molte delle vacanze ad Artois (nord), educazione profondamente cattolica legata a convinzioni monarchiche - nella sua giovinezza è attivista fervente cattolico e nazionalista, collabora con diversi giornali - 1917: matrimonio con Jehanne Talbert d'Arc, da cui ha 6 figli e che per questo è sfibrata dai parti e ha sempre una fragile salute (cosa che contribuisce a rendere la condizione economica difficile e precaria) - inizia a scrivere solo a 40 anni - deluso dalla Francia e dall'Inghilterra, arrendevolezza verso la Germania di Hitler, si esilia in Brasile (1938-1945), si era già opposto al franchismo rompendo con Action française, scioccato che le repressioni franchiste abbiano la complicità del clero locale, « pauvres types simplement suspects de peu d'enthousiasme pour le mouvement. [...] Les autres camions amenaient le bétail. Les malheureux descendaient ayant à leur droite le mur expiatoire criblé de sang, et à leur gauche les cadavres flamboyants. L'ignoble évêque de Majorque laisse faire tout ça. » - nel periodo dell'esilio scrive di temi fortemente politici sulla situazione europea e collabora con giornali, si unisce alla Resistenza - ritorno in Francia con queste parole: « Le plus grand, le plus profond, le plus douloureux désir de mon cœur en ce qui me regarde c'est de vous revoir tous, de revoir votre pays, de reposer dans cette terre où j'ai tant souffert et tant espéré pour la France, d'y attendre la résurrection, comme j'y ai attendu la victoire. » - De Gaulle gli offre un posto in Parlamento o nell'Académie (1945), Bernanos ritorna ma declina « Quand je n'aurai plus qu'une paire de fesses pour penser, j'irai l'asseoir à l'Académie», De Gaulle dice di lui « Celui-là, je ne suis jamais parvenu à l'attacher à mon char. » Opere e temi - Sous le soleil de Satan (1926): abate Donisson, prete di campagna (travaglio interiore contro il diavolo), e Germaine Marothy (Mouchette), assassina l'amante e si suicida, abate esce vittorioso, capisci che Dio ha vinto e muore - «Eppure, vede, Dio ci assiste anche nei nostri errori. E quando l'uomo si leva a maledirlo, è pur sempre Lui a sostenere la sua mano impotente» - dice che è « livre né de la guerre », considera gli anni 20 l'epoca in cui « le visage du monde devenait hideux » - Il romanzo racconta il profondo travaglio interiore della vita dell'abate Donissan, un prete di campagna francese assillato dal problema del male. Una notte incontra nelle campagne il diavolo, nei panni di un mediatore di cavalli, e si scontra con lui; subito dopo entra in contatto con la giovane Germaine "Mouchette" Marothy, quando da poco tempo ella aveva assassinato un suo amante, il Marchese; egli cerca di riavvicinarla al bene, prima del tragico suicidio della ragazza. Egli "sente" il peso delle generazioni che hanno preceduto la vita di Mouchette, e che l'hanno anche in qualche modo condizionata, e le dice: «La tua vita rivela la storia di altre vite, tutte uguali, senza rilievo, giusto al livello della greppia dove il gregge bruca il suo strame. Sì. Ciascuno dei tuoi atti porta il segno che t'ha impresso uno di quelli da cui tu discendi [...] Li vedo. Dio mi concede di vederli. In verità io t'ho veduta in loro e loro in te» - Donissan nelle battute finali del racconto scopre infine che il "Principe di questo mondo" ha vinto sulla terra, e lo confessa al curato di Luzarnes in drammatiche circostanze (mentre cerca di risuscitare dalla morte la vita di un bambino figlio di contadini di quella parrocchia vicina, bambino che era morto pochi istanti prima), poco prima di morire egli stesso per un attacco cardiaco. - Journal d'un curé de campagne (1936): parroco a Ambricourt, diario segreto, conte, muore scoprendo che la grazie l'ha sempre guidato - « Tout est grâce » (frase di Thérèse de l'Enfant Jésus) - Un giovane prete appena ordinato viene inviato come parroco ad Ambricourt, piccolo villaggio francese. Il giovane prete vuole ispirare la sua azione pastorale allo spirito del Vangelo, e per questo entra continuamente in contrasto con i parrocchiani. Non gli resta che affidare pensieri e tormenti a un diario segreto, strumento di presa di coscienza della propria interiorità e di conseguente auto-liberazione. Per questioni di ministero deve occuparsi della situazione esistente nella famiglia di un conte. Questi ha una relazione con la governante della sua figlia adolescente, Chantal. La contessa è nemica di tutti: il marito la trascura, vive solo del ricordo di un figlio morto piccolo, ha un atteggiamento di ribellione anche verso Dio. Il giovane parroco le si avvicina, la aiuta a confessarsi, e la riporta alla fede; la notte seguente la contessa muore. Questo episodio rafforza l'ostilità della famiglia del conte e dei parrocchiani contro di lui. Dopo poco tempo si scopre malato di cancro. Morirà poco dopo in casa di un ex compagno di seminario, prete spretato, tubercolotico, che ha abbandonato il sacerdozio per una donna. A lui chiederà l'assoluzione finale dei suoi peccati. L'amico accondiscende, anche se non nasconde il suo turbamento per il fatto che il parroco di Ambricourt è venuto a morire proprio nella sua casa di peccato. "Che cosa importa? Tutto è grazia", replica il sacerdote morente che scopre, adesso, come l'itinerario della sua esistenza sia stato guidato dalla Grazia. - Nouvelle histore de Mouchette (1937): ragazzina violentata anche nella fiducia, nella speranza, rappresenta tutti coloro che subiscono l'accanimento della sorte senza mai comprendere il malessere della loro condizione - L'imposture (1927) e la joie (1929): abate Cénabre perde la fede ma continua a esercitare il suo ministero: condanna della vigliaccheria dei mediocri cristiani - La grande peur des bien-pensants (1931): agonia della cristianità, uccisa dagli stessi cristiani che si sono alleati a una società materialista, totalitaria e atea - odio per la borghesia, e un po' di antisemitismo: ebrei associati alla finanza, alle banche, al potere del denaro a scapito del popolo - Dialogues des Carmélites: script cinematografico ispirato alle sedici carmelitane di Compiègne ghigliottinate durante la rivoluzione francese - considerato come il testamento spirituale di Bernanos - convinzioni politiche: "antisemitismo: considero questa parola sempre più ripugnante. Hitler l'ha disonorata per sempre" - definito come colui che: "ha avuto il coraggio di opporsi al fascismo, di denunciare l'antisemitismo e di dire quello che ha detto e scritto sulla bellezza e sull'onore dell'essere ebrei" Temi - ambientazione nell'Artois, figura del prete molto presente - divino e soprannaturale - profonda caratterizzazione psicologica dei personaggi in perenne lotta interiore tra il bene e il male, l'ansia di capire fino in fondo e al di là di ogni apparenza esteriore le profondità dell'animo umano e non demonizzazione - contro i tradimenti dello stato e del clero che appoggiavano il franchismo - mantenere i valori della fierezza, eroismo - spirito di povertà: riflesso della povertà di Cristo - Gesù non ignora la disperazione, tentazione - suicidio di Mouchette è dolce ingresso nella morte - ossessioni: peccati dell'umanità, potenza del male e aiuto della grazia divina - passione per la moto che rievoca nelle sue opere

Michaux (1899-1984)

Vita - Henri Michaux, scrittore, poeta e pittore belga naturalizzato francese, agiata famiglia a Bruxelles - adolescente angosciato, legge Tolstoj e Dostoevskij ma studia presso i Gesuiti e si avvicina in un primo tempo alla medicina, poi entra nella marina militare che interrompe nel 1922 - la scrittura di Lautréamont lo spinge a scrivere - Cas de folie circulaire (1922) - collabora con la rivista di avanguardia "Le disque vert" dove pubblica Les reves et la jambe (1923) e Qui je fus (1927) - Les reves et la jambe (1923): tentativo di definire il sogno tramite la corporeità, ispirandosi ai lavori scientifici della psicologia, soprattutto a Sigmund Freud - usa la forma del "frammento" per fare un discorso sul sogno, utilizzando il metodo scientifico della dimostrazione empirica per definire il sogno - il frammento si mischia con aforisma, definizione, annotazioni di osservazione sperimentale - frasi corte e frasi nominali, costante a capo - il sottotitolo però è "essai philosophique et littéraire" - ricerca di "une langue immédiate, simple "mimique", transversale à tous les moyens d'expression" - Qui je fus (1927): appare con un raffigurazione dell'autore in copertina - ricerca di se stesso, di una via, "on n'est pas seul dans sa peau" - sorta di diario di viaggio interiore - diviso in capitoli che esplorano i limiti della scrittura - "Les influences singulières deviennent une modalité du double ; le double n'est lui-même que la forme matérialisée de la force de l'influence dans sa diversité proprement infinie. D'où une sorte de polyphonie, qui devient la variante même." (altri interlocutori oltre al "je" dello scrittore sembrano intervenire) - nel 1923 è redattore per uno speciale su Freud - si trasferisce a Parigi e rinnega il Belgio ma nel 1936 viaggia in Sud America - scrive anche diari di viaggio reali (Ecuador, 1929; Un barbare en Asie 1933), immaginari (Ailleurs 1948) e descrive esperienze con sostanze stupefacenti soprattutto la mescalina (Misérable miracle 1956) - Ecuador (1929): racconto del viaggio nelle Ande e in Amazzonia - scrittore malato durante il viaggio « Je suis né troué », il corpo è costantemente messo alla prova da una sensazione di mancanza e il mondo esterno è visto come un ostacolo minaccioso - la scoperta di un paese nuovo va di pari passo con l'esplorazione interiore - Un barbare en Asie (1933): diario di viaggio del suo viaggio in Asia nel 1931, in India, Indonesia, Cina e Giappone - descrive in un tono umoristico le differenze culturali tra le popolazioni che visita e quelle dell'Europa occidentale e quello che gli europei potrebbero imparare da loro - dal 1925 si interessa alla pittura e a tutte le arti grafiche, che pratica quasi più della scrittura, comincerà a mischiare scrittura e disegno soprattutto durante la sperimentazione delle droghe - nel 1948 sua moglie Marie-Louise Termet muore tragicamente in un incendio domestico - nel 1955 con Jean Paulhan e Edith Boissonnas prova la mescalina, riavvicinamento alla psichiatria, approprio scientifico (auto-osservazione) e relazione con la creazione artistica - nel 1963 realizza un film educativo per dimostrare gli effetti allucinogeni di mescalina e hashish Poetica e stile - nasconde, distrugge e rinnega le sue prime opere che chiama "masse informe", "misérable petit bouquin", "je ne reconnais pas cette horreur" - rifiuto radicale di mediatizzazione delle sue opere e della sua persona (no interviste, televisione, radio, premi letterari, conferenze, foto) - Nel 1943 un amico insiste per avere una sua foto da Jean Paulhan, e Michaux manda a Paulhan una radiografia dei suoi polmoni e del suo ombelico, « Soyez tranquille, c'est présentable, le cordon ne pend plus. On l'a coupé proprement en temps voulu. » - Henri Cartier-Bresson ha comunque lasciato delle splendide fotografie di Michaux - non fa parte del surrealismo di cui critica aspramente la scrittura automatica; PROCÉDÉ : Prenez une large superficie de papier, demeurez assis plutôt que debout, plutôt couché qu'assis, plutôt encore ensommeillé, indifférent à tout, à tout sujet, à tout but, sauf à mettre en mots immédiatement le contenu apparent de votre imagination; - insegue ricerca poetica da solo, senza appartenere a una corrente; desiderio di infinito e rifiuto di legarsi a qualsiasi cosa: « Un jour j'arracherai l'ancre qui tient mon navire loin des mers. » - ricerca la lingua immediata, semplice, mimica - successione di neologismo che assomigliano a onomatopee il cui carattere oralizzante ha una più grande capacità evocativa, suggerire, quasi mimare l'azione - forma libera, no classico, nessuna costrizione - mescolanza di generi, poesia, prosa, aforisma, racconto, scrittura scientifica - aforisma: unità sintattica e semantica breve e fortemente ritmata che facilità la memorizzazione (influenza cultura cinese, indiana) - scrittura scientifica: allusioni a medicina psichiatrica e Freud, presa di appunti, ritorno a capo, frasi corte, sintassi semplice, frase precisa e concisa - discorso è logica, ripetizione e utilizzo massiccio delle congiunzioni - mescola racconto, fantastico e immaginario - vs musica ("plénitude facile, commode, qui masque pour un temps le vide de [la vie des hommes]"), avversione perché è una volgarità che attira le folle ed è accessibile a tutti; linguaggio rappresentativo vs stile chiaro e conciso e dimostrativo del discorso scientifico - due realtà: 1) panorama autour de votre tete: condiviso da tutti 2) panorama dans votre tete: interiorità dove si mescola merveilleux, fantastico e racconto

Prévert (1900-1977)

Vita - Jacques Prévert nasce da famiglia borghese benestante e ha subito interesse per la lettura e lo spettacolo - nel 1920 inizia il servizio militare e si lega a Roro e al pittore dada Yves Tanguy - nel 1922 va a Montparnasse che diventa centro del movimento surrealista, si ritrovano a casa sua ed è lui a dare il nome "cadavre exquis" al gioco surrealista - nel 1925 sposa la violoncellista Simone Geneviève Dienne - nel 1930 pubblica su "Commerce" dove Ungaretti è redattore - tra 1932 e 1936 attività teatrale nella compagnia "Gruppo d'Ottobre" della Federazione teatro operaio che vuole promuovere un "teatro sociale" - contemporaneamente fa collaborazioni cinematografiche, scenari celebri - resta un anno nel 1938 a Hollywood negli Stati Uniti - nel 1945 torna a Parigi - riprende attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Picasso e pubblica raccolte "Histoires" e "Paroles" - scrive testi per bambini che verranno realizzati in televisione - le sue poesie vengono registrate da vari cantanti e da lui stesso su un disco - nel 1948 cade da una finestra e resta in coma diverse settimane - ripubblica Paroles e Spectacle, Le grand bal du printemps - nel 1955 pubblica raccolta La pluie et le beau temps e si dedica al collage - nel 1966 esce Fatras con 57 suoi collages - muore nel 1977 di tumore ai polmoni Poetica e temi - poesia scritta per essere letta, entrare a far parte della vita, "tranches de vie" - anarchico, si definisce artisan o reveur più che poète - amore come una salvezza del mondo, gioia che coincide con la nascita e con la vita, con la primavera e la figura del bambino, semplicità - ribellarsi alle istituzioni, uccello simbolo di voglia di estrema libertà - il male, per quanto possa aver preso il sopravvento in tutte le sue forme, non è mai totalizzante, "tout le monde ne peut pas tuer tout le monde" - uso scanzonato dell'ironia dello humour nero, semplicità di espressione ma ricca di ritmi interni, giochi di parole e situazioni psicologiche - sconfina nel regno della bestemmia e dell'ingiuria ma è voce del cittadino - Paroles (1946): letteratura engagée, accostamento brutale, polemico, blasfemo - spontaneità dell'oralità e influenze surrealiste di innovazione e provocazione - vocabolario semplice e concreto ma giochi sul ritmo e sonorità, allitterazione e espressività delle immagini - denuncia la guerra, la violenza, la borghesia: antimilitarista, anticlericale, lavoro come sfruttamento e umiliazione - vs colonialismo, imprigionamento, scuola - vita quotidiana, società, luoghi di Parigi, "parisien bohème" - arte e creazione, riferimenti a Van Gogh e Picasso - Grand Bal du Printemps: con fotografo ebreo lituano Israelis Bidermanas, "Iziz", rifatta da Gallimard nel 1976 insieme a "Charmes de Londres" senza foto: invito ad un viaggio verso la bellezza non artistica ma umana - Linguaggio e stile - vs stereotipi del linguaggio, giochi di parole su forme fisse vs automatismes - accontentarsi di utilizzare il linguaggio come ci è dato, con le stesse immutabili associazioni ma correre il rischio di pietrificare le cose

Genet (1910-1986)

Vita - Jean Genet, lasciato alle cure della pubblica assistenza, affidato a una famiglia adottiva - chierichetto, beneducato e riservato, compie un furto a 10 anni ed è fustigato per la cattiva azione - diventa atto fondante della sua mitologia, la trasforma in modo esistenzialista santificando il gesto ed erigendolo a simulacro del suo vizio e della sua profonda asocialità, primi turbamenti maschili - ruba sempre, passa molto tempo in prigione dove si cristallizzano le sue inclinazioni omosessuali, la liturgia delle dominazioni/sottomissioni, la gerarchia maschile e la virile e brutale feudalità che ne deriva - si arruola nella Legione straniera, va in Africa del Nord, Francia colonizzatrice e popoli oppressi + prigione: odio per il proprio paese lo conduce verso posizioni collaborazioniste e filonaziste, attratto dalla Gestapo e dalla Milizia, amante di un SS - primi testi censurati e pubblicati sottobando, scoperto e difeso da Jean Cocteau e Sartre - comincia la carriera da drammaturgo - trascura la scrittura per dedicarsi a lotte politiche, Pantere Nere negli Stati Uniti, palestinesi, vs la Francia colonizzatrice e la guerra d'Algeria - suicidio del compagno Abdallah e tossicodipendenza dai barbiturici - sistematicamente schierato dalla parte degli oppressi, dei deboli - Notre dame des Fleurs (1943): vista del travestito Divine (precedentemente Louis Culafroy), del magnate Mignon-les-Petits-pieds, coinquilino africano Seck, Notre dame des Fleurs è un bellissimo 16enne assassino che viene arrestato, la sua morte è estasi e godimento sessuale - inizia a scrivere per soddisfare le fantasie masturbatorie - stile narrativo lirico che segue il libero flusso onirico del narratore, resoconto in parte autobiografico - personaggi sono omosessuali emarginati che vivono di espedienti, prostituzione e piccola delinquenza . Il narratore, che si trova in carcere a scontare la giusta pena per le malefatte commesse, ci dice fin dall'inizio che lo stimolo a scrivere gli è venuto dalle sue fantasie masturbatorie. Le vicende, altamente erotiche con espliciti riferimenti sessuali nascono dalla sua mente esclusivamente per questo scopo, quello di passar il tempo dilettandosi da solo. Divine è un travestito che lavora come prostituta di strada e che frequenta sordidi locali notturni frequentati da ladri, assassini, sfruttatori di prostitute e spacciatori di droga. Vive in una soffitta che s'affaccia esattamente sul cimitero di Montmartre, e lo condivide via via con gli amanti più svariati, il più importante dei quali è un "magnaccia" arabo di nome Daintyfoot. Un giorno l'uomo gli porta a casa un giovane teppista e assassino soprannominato Notre Dame des Fleurs; un sedicenne dalla bellezza abbagliante. In seguito il ragazzo viene arrestato, processato e giustiziato. L'estasi e il godimento più apertamente sessuale accompagnano la sua morte, oltre che gli atti di tutti i protagonisti. Morto di tubercolosi ottiene il risultato di venir canonizzato. - manifesto della libertà propugnata dal primo esistenzialismo - rovesciamento di tutti i valori sociali acquisiti, apologia del delitto, del male e crimini: omicidio a sangue freddo per il puro gusto di commetterlo - tradimento come il più alto dei nuovi valori morali, assassinio è atto massimamente virtuoso, affascinante con fortissima eccitazione sessuale - assenza di donne nel romanzo, tranne la madre di Divine, Ernestine, che viene descritta come un mostro che ha perfino provato ad uccidere suo figlio (rancore per essere stato abbandonato dalla madre); Divine non considera sua madre una donna - Genet lega il concetto di genere femminile - donna - a quello di maternità e patriarcato, sottomissione all'uomo; la madre di Divine, senza alcuna cura materna e sola, non è quindi una donna - « Je vous parlerai de Divine, au gré de mon humeur mêlant le masculin au féminin »; ambiguità di genere che ha conseguenze nel linguaggio, gioco di pronomi - « Alors venait à son aide l'idée de solidité qu'elle associait à l'idée de virilité et c'est dans la grammaire qu'elle la trouvait à sa portée. Car, si pour définir un état qu'elle éprouvait, Divine osait employer le féminin, elle ne le pouvait pas pour définir une action qu'elle faisait ». - gioca con diversi modi di parlare, diversi pronomi e accordi aggettivali, associando spesso pronomi femminili a aggettivi maschili - uso innovativo di pronomi per indicare l'identità interiore e non quella apparente - Le miracle de la rose (1946): romanzo semi-autobiografico che narra delle sue esperienze in qualità di detenuto nella colonia penale di Mettray e nel carcere dell'ex abbazia di Fontevrault (in realtà mai frequentato da Genet). L'opera possiede una struttura non lineare, mescolando storie riguardanti l'adolescenza dell'autore con fatti avvenuti durante l'età adulta (a trent'anni) a Fontevrault. Mentre si trova rinchiuso a Mettray per scontare la sua pena, il protagonista descrive i desideri erotici omosessuali nei confronti dei suoi più giovani compagni di detenzione; vi è inoltre anche una dimensione più fantastica della narrazione, in particolare in quei passaggi riguardanti un prigioniero di Fontevraut chiamato Harcamone il quale è stato condannato alla pena capitale con l'accusa di omicidio. Genet, ovvero l'io narrante, idolatra Harcamone e descrive in forma poetica circa le rare occasioni in cui s'imbatte in questo personaggio, intravedendolo di sfuggita e solamente per pochi attimi. - « En quittant la Santé pour Fontevrault, je savais déjà qu'Harcamone y attendait son exécution. À mon arrivée, je fus donc saisi par le mystère d'un de mes anciens camarades de Mettray, qui avait su, notre aventure à nous tous, la pousser jusqu'à sa pointe la plus ténue : la mort sur l'échafaud qui est notre gloire. » - Querelle de Brest (1947): marinario Brest, tenente Seblon, innamorato di lui, Querelle in un bordello bara ai dadi per farsi sodomizzare da Nono (Propio), tenente uccide partner business Vic per compenso nel commercio di oppio, dà la colpa a innocente Gil, già ingiustamente accusato, solo amico omosessuale gli crede - La storia è ambientata nel porto della città di Brest, in Bretagna, a cui vengono associati i marinai, il mare e l'omicidio; personaggio centrale è uno di questi marinai. Si tratta dell'unica opera autenticamente romanzesca, cioè opera di fantasia senza implicazioni autobiografiche, composta dall'autore; tutta la struttura è composta seguendo una simbologia cristologica e fortemente masochistica - L'aitante, audace, forte e bello Georges (detto Jo) Querelle, giunge con la sua nave fino al porto di Brest e qui sbarca; il tenente Seblon suo comandante subito mostra d'essere segretamente innamorato di lui, attratto dalla sua virile presenza. Querelle si dirige con passo lento e sonnacchioso "Alla Feria", il bordello più famoso del porto gestito da Nono, la cui moglie è l'amante del fratello di Querelle. Questo locale s'è guadagnato una grande fama per la sfida che il proprietario impone a tutti i marinai che vi mettono piede: essi devono infatti accettare di giocar una partita a dadi con lui. Se vincono possono andare gratuitamente a fare l'amore con una delle ragazze e passar così una serata felice in compagnia, mentre se perdono si trovano costretti ad acconsentire ad un rapporto omosessuale con lo stesso Nono, famoso per essere molto ben dotato. Querelle si presenta, furbescamente bara ai dadi con l'intento di perdere e si fa così sodomizzare da Nono. Frequentatore assiduo del locale è anche un poliziotto corrotto di nome Mario il quale, sentendosi subito attratto dal bel marinaio, cerca in tutti i modi di sedurlo. Intanto si verifica un omicidio, viene accusato del crimine un giovane operaio che in realtà è del tutto estraneo alla faccenda, ed inoltre viene aggredito il tenente del vascello su cui lavora Querelle, il quale nel frattempo si preoccupa di smerciare un po' d'oppio fatto entrare di contrabbando ingannando la dogana. Per disaccordi sul compenso pattuito uccide Vic, suo complice nel traffico di droga, e successivamente cerca di gettar la colpa anche di questo delitto sul giovane operaio Gil: l'unico che continua fermamente a credere all'innocenza del ragazzo è il suo caro amico omosessuale, che continua in tutti i modi a proteggerlo anche se sa benissimo che questi è in realtà innamorato di sua sorella e non di lui. - Pompes funèbres (1948): Jean Decarnin ucciso dai nazisti, Hitler descritto come sodomita e castrato, autore affascinato dalla Milizia per il culto del corpo, virilità - La vicenda narra di una storia d'amore e di tradimento al di fuori e al di sopra di ogni divisione politica; il protagonista racconta in ricordo e per l'onore del suo amante omosessuale, Jean Decarnin, che venne fatto uccidere dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. - Les héros : Jean Decarnin, le résistant assassiné par la milice, Riton, petit gars de Paris, Erik le tankiste, Hitler lui-même décrit comme « sodomite et castré », ne sont pas des figures réalistes, mais des figures héraldiques, des êtres poétiques. Il y propose aussi une vision homo-érotisée d'Hitler, ainsi qu'un regard trouble sur les rapports qu'entretiennent la violence nazie et l'attirance sexuelle. Il adopte en partie le point de vue de la Milice et décrit la fascination de celle-ci pour le culte du corps et la mise en scène de la virilité développés par le nazisme - Pompes funèbres s'ouvre sur la mort et l'enterrement de Decarnin. Genet se réfugie ensuite dans un cinéma où des actualités montrent l'arrestation d'un jeune milicien sur les toits de Paris. Il ne peut alors ni faire le deuil de son ami, ni accepter la vindicte selon lui hypocrite des bourgeois contre les miliciens. Il décide donc d'écrire un livre du point de vue de ce « petit gars » qu'il imagine avoir tué son ami. Provocateur et scandaleux, il cherche à déclencher chez le lecteur, après la guerre, une prise de conscience extrême de l'extraordinaire séduction du mal. Genet magnifie les nazis, non parce qu'ils indiqueraient la voie du bien ou du vrai, mais au contraire parce qu'ils incarnent le crime, la terreur, la destruction, autrement dit le mal à l'état pur, qui se concrétise dans le meurtre gratuit d'un enfant par Erik le tankiste allemand. - Le journal du voleur (1949): 35enne racconta la sua vita di stenti e miserie in Spagna negli anni 30, pederasta straccione che vive di furto e rapine e che si compiace del delitto - La voce narrante è quella di un trentacinquenne che racconta la sua vita fatta di stenti e miseria in Spagna negli anni tra il 1932 e il 1940. Egli è un pederasta straccione che vive di furti e rapine e che si compiace del delitto; inizialmente risiede a Barcellona, dove condivide un appartamento con un gruppetto di parassiti ed anime perse come lui, tra cui Salvador, il suo amante, e Stilitano il quale a sua volta si ritrova ad essere innamorato di lui. In seguito, abbandonato da entrambi, vaga per le strade dell'Andalusia sopravvivendo di piccoli furti, truffe e prostituzione maschile (vende il suo corpo a vecchi facoltosi). Attraverserà poi la Francia fino a giungere a Marsiglia e recarsi da qui in Italia per dirigersi infine in Ungheria dove incontrerà Michaelis, un cantante che diverrà suo amante. Qui la sua grande ammirazione va a Java, un traditore senza legge né patria che s'è da poco arruolato nelle SS del Terzo Reich. Nel 1936 ad Anversa ritrova Stilitano, nel frattempo arricchitosi grazie al traffico d'oppio e allo sfruttamento di prostituti maschi. Altri personaggi con cui si trova a convivere sono Armand e Robert, quest'ultimo un ladro che deruba gli omosessuali dopo averli adescati per strada. Durante uno dei suoi tanti soggiorni nelle patrie galere ha incontrato Guy, da cui ha una profonda rivelazione riguardante l'"arte sublime" del furto con scasso. Tornato a Parigi vive assieme a Lucien, suo fedele ed obbediente amico; con lui conoscerà per la prima volta nella sua vita la tranquillità domestica e la tenerezza sentimentale. Solo l'amore puro e sincero di Lucien riesce a condurlo più vicino ad una concezione in qualche maniera "morale" dell'esistenza. La narrazione si conclude con l'elogio sperticato della colonia penale nella Guyana francese, dove i galeotti condannati all'ergastolo continuano a trascinare la loro miserevole vita nei lavori forzati. - rielaborando e reinventandosi i fatti, espone i principi delle sue basi poetiche ed etiche di sovversivo, inversione degli ideali, tradimento diventa ultima forma di devozione, piccola delinquenza è eroismo sfacciato vs mondo borghese, reclusione è forma massima di libertà - uso di linguaggio cristiano, Trinità alternativa: omosessualità-furto-tradimento, furto ha un rituale quasi religioso - « Abandonné par ma famille il me semblait déjà naturel d'aggraver cela par l'amour des garçons et cet amour par le vol, et le vol par le crime ou la complaisance du crime. Ainsi refusai-je décidément un monde qui m'avait refusé. [...] Ce livre, « Journal du Voleur » : poursuite de l'Impossible Nullité1. » - Sartre lo definisce mito cosmogonico sacro (cosmogonie sacrée) nella prefazione insieme alla Beauvoir, poeta che rivela la predilezione per narcisismo esasperato, tra gli stimoli estremi di santità e suicidio - vuole scatenare una presa di coscienza nell'autore del dopoguerra, straordinaria seduzione del male - sartre dice "cainisme", lotta fratricida, morale dell'imbroglio, dell'inversione, chi perde vince, tradimento - Les Nègres (1959): teatro, atto unico - Un gruppo di uomini di colore si maschera da bianchi e allestisce una macabra cerimonia, una sorta di parodistico processo contro uno di loro, accusato di aver stuprato e assassinato una giovane "pallida". I neri che si fingono bianchi si rivolgono direttamente alla platea, esplicitando la propria vera identità di attori e cercano di rassicurare circa l'irrealtà della situazione rappresentata, ma vengono immediatamente smentiti da ciò che avviene in scena in quanto la recita dovrebbe servire a nascondere qualcosa che sta avvenendo dietro le quinte: l'uccisione di un Negro traditore - Una sera un uomo di teatro mi chiese di scrivere una commedia per un gruppo di attori negri. Ma che cosa è poi un negro? E per prima cosa di che colore sono i negri? - Questa commedia scritta da un bianco, è destinata a un pubblico di bianchi. Nello sfortunato caso in cui venga rappresentata di fronte a un pubblico di neri, una persona bianca (maschio o femmina) dovrà ad ogni rappresentazione sedere in prima fila, vestito in maniera formale, in abito da cerimonia: gli attori reciteranno per questa persona. Un occhio di bue dovrà essere costantemente acceso su questo simbolico bianco. Se nessun bianco accetta di rivestire questo ruolo, all'ingresso saranno distribuite maschere da bianco a tutti gli spettatori neri. E se tutti i neri rifiutano di indossarla, si ricorrerà a un manichino. - denuncia degli abusi di potere, restrizioni e violenze imposte dalla società - alla fine, i Negri, rimasti soli, liberi davanti al loro destino, debbono rinunciare ai valori dei Bianchi sui quali fino a quel momento si è fondata la loro vita. Hanno dunque bisogno di una nuova lingua, che non sarà più imitazione dell'antica, ma invenzione, creazione. Il dramma del Nero attuale è per molti versi dovuto a questo dilemma: o accettare la lingua dei Bianchi, perpetuando in questo modo la propria inferiorità, o rifiutarla e trovarsi davanti a un vuoto linguistico che è il segno di un vuoto spirituale. Si tratta del problema del razzismo e, più in generale, di quello della differenza - realtà attraversata dalla metafisica, fa intravedere il mondo di Satana (Hitler incarna il male assoluto), gli ebrei sono immondi, di un altro mondo, rappresentano il bene - ispirato da Les Nourritures Terrestres di Gide - tratti del vagabondo asociale e mistico ispirano la Beat Generation e Bukowski - Mauriac lo definisce "excrémentatiel" - Éric Marty affirme qu'il y aurait chez Genet une angoisse du Bien, une angoisse à l'égard du Bien : « Si Genet est antisémite [...] c'est tout simplement parce qu'aux yeux de Genet le juif est le Bien, parce qu'il est le Bien absolu et que l'antisémitisme de Genet est une angoisse du Bien, une angoisse à l'égard du Bien. » - René de Ceccatty a également marqué les limites de l'analyse d'Éric Marty, reprenant les citations de Genet par Marty, et montrant comment la pensée de Jean Genet est, à ses yeux, caricaturée. Et de conclure : « Pourquoi traquer un prétendu antisémitisme et une prétendue sympathie pronazie dans des textes qui n'ont jamais été écrits pour accabler un peuple et l'exterminer, mais qui dénoncent au contraire la délation généralisée d'une nation sous l'occupation allemande et qui, en ce qui concerne Un captif amoureux, tentent de suivre le destin de deux peuples, l'un, celui des Noirs américains, à qui est refusée la dignité humaine, et l'autre, celui des Palestiniens, qui a été délogé, colonisé, humilié, destitué de toute identité politique ? » - Albert Dichy, dans la suite de l'interview du Monde, propose une autre approche. « Je crois qu'on ne comprend rien à Genet si on ne prend pas en compte la donne spécifique qui marque le départ de son œuvre : c'est qu'elle parle au nom des coupables... c'est aux coupables qu'il est profondément dédié, et parmi eux, plus particulièrement, à ceux qui font l'objet d'un rejet unanime, d'un vomissement social, d'une sortie de la communauté humaine : les grands assassins, les condamnés à mort, les bagnards, les traîtres, les bourreaux, les miliciens, Hitler lui-même. Genet ne les justifie pas, ne les absout pas »

Sartre (1905-1980)

Vita - Jean-Paul Sartre, nasce a Parigi, figlio unico da famiglia borghese - suo padre muore quando ha 14 mesi - "Poulou", coccolato da mamma e nonni, narcisista, leggero egocentrismo e asocialità (descrive Flaubert come autistico:Flaubert c'est moi), si sospetta sindrome di Asperger - 1917: sua madre si risposa, lo odia, si trasferiscono a La Rochelle dove studia e finisce il periodo felice, a causa del suo carattere, altezza e aspetto, è preso di mira da liceali violenti e crudeli - la madre lo traferisce a Parigi, dove studia con Paul Nizan, frequenta l'Ecole normale supérieure di Parigi - incontra la Beauvoir e vince borsa di studio a Berlino (fenomenologia di Husserl e ontologia di Heidegger) - rifiuta di arruolarsi nell'esercito dei collaborazionisti del governo Vichy e partecipa alla Resistenza nella formazione Combat (anche Camus) - 1945: fonda la rivista Les temps modernes: responsabilità dell'intellettuale nel suo tempo e di una letteratura impegnata, chiarisce la sua posizione politica (rivoluzione marxista) ma vuole procedere per una terza via: doppio rifiuto del capitalismo e dello stalinismo - durante la guerra fredda è contro l'imperialismo americano a favore del pacifismo neutralista (europa socialista neutrale) - fonda un nuovo partito politico: Rassemblement Démocratique Révolutionnaire che capitola nel 1949, facendo riavvicinare Sartre alle posizioni comuniste - 1956-1962: lotta contro la realtà colonialista in Algeria, sostiene la causa nazionalista anticolonialista algerina - negli anni 60 la sua salute peggiora (tabacco, caffè, alcol, droghe stimolanti e ansiolitici) e l'esistenzialismo viene messo in ombra dallo strutturalismo di Lévi-Strauss e Foucault: non c'è spazio per la libertà umana essendo ogni uomo imbrigliato nelle strutture che lo sovrastano e sulle quali non ha presa - 1945: rifiuta la Legion d'onore - 1964: rifiuta il premio Nobel: avrebbe alienato la sua libertà facendo dello scritto un'istituzione - 1968: manifesta al maggio francese, arrestato per disobbedienza civile, scarcerato, De Gaulle: "non si imprigiona Voltaire" (anche se è il suo principale avversario politico) - 1973: ictus e lungo declino fisico, non fu più in grado di leggere o scrivere nel modo in cui era abituato e fu costretto a dettare gli scritti o a registrarli. Oltre a questi seri problemi di vista, che alla fine degli anni '70 lo porteranno alla cecità quasi completa, soffre di perdita dell'udito dovuta all'invecchiamento e di disturbi respiratori; l'ictus gli lascia inoltre una parziale paralisi al volto e a un braccio, e difficoltà di camminata - Valery Giscard d'Estaing propone i funerali di stato e tumulazione al Pantheon ma la famiglia rifiuta per coerenza con le sue convinzioni - L'Enfance d'un chef (1939): nella raccolta Le mur: Lucien Fleurier scopre nella sua infanzia e adolescenza borghese la falsità di una vita convenzionale, ricerca di se stesso con surrealismo e psicanalisi (disordine dei sensi) ma non osa fino in fondo: si rifugia in atteggiamenti rassicuranti (antisemitismo) che lo impegnano e gli danno una posizione in mezzo al mondo, per gli altri ha una convinzione, ha conquistato un'esistenza stabile a spese della libertà, diventa un oggetto sociale - L'etre et le néant: essai d'onthologie phénoménologique (1943): esistenzialismo ateo con tema della libertà di ogni uomo di realizzarsi come uomo-dio e ineludibilità di essere dio fallito: fallimento evidenziato dall'angoscia che ha l'uomo nel vivere il suo esistere come una libertà fasulla basata sul nulla - la realtà non dà significato da sè ma è la coscienza dell'uomo a doverglielo dare, non esiste un essere necessario (dio) che possa dare significato dall'esterno a questa condizione esistenziale: visione pessimista e nichilista - "etre pour soi": uomo cosciente della sua esistenza e libertà - "etre en soi": oggetti (natura) non coscienti di sè - "etre pour autrui": uomo cosciente che si definisce in rapporto agli altri - La nausée (1938): inizialmente "melancholia": il protagonista vuole scrivere un libro per ricordarsi la sua vita senza ripugnanza - "Dopo aver viaggiato a lungo, Roquentin si è stabilito a Bouville, tra feroci persone dabbene. Abita vicino alla stazione, in un albergo per commessi viaggiatori e scrive una tesi di storia su un avventuriero del XVIII secolo, il signor de Rollebon. Il lavoro lo porta spesso alla Biblioteca municipale dove il suo amico Autodidatta, un umanista, s'istruisce leggendo i libri in ordine rigorosamente alfabetico. La sera Roquentin va a sedersi a un tavolino del "Ritrovo dei Ferrovieri" ad ascoltare un disco - sempre lo stesso: Some of These Days. E, a volte, sale in camera al primo piano con la padrona del bistrot. Da quattro anni Anny, la donna amata, è scomparsa. Pretendeva sempre di aver dei "momenti perfetti" e si sfiniva immancabilmente in sforzi minuziosi e vani per rimettere insieme il mondo intorno a lei. Si sono lasciati; attualmente Roquentin perde goccia a goccia il proprio passato, sprofondando sempre più in uno strano e oscuro presente. La sua stessa vita non ha più senso: credeva di avere avuto delle belle avventure, ma non ci sono più avventure, ha solo delle "storie". Si attacca al signor de Rollebon: il morto dovrebbe fornire una giustificazione al vivente.Allora comincia la sua vera avventura, una metamorfosi insinuante e dolcemente orribile di ogni sensazione; è la Nausea che vi prende a tradimento e vi fa galleggiare in una tiepida palude temporale: È stato Roquentin a cambiare? O è stato il mondo? Mura, giardini e caffè vengono bruscamente assaliti da nausea; altre volte Roquentin si sveglia in una giornata malefica: qualcosa è in putrefazione nell'aria, nella luce, nei gesti della gente. Il signor de Rollebon torna a morire; un morto non può mai giustificare un vivente. Roquentin si trascina a casaccio per le strade, corpulento e ingiustificabile. E poi, il primo giorno di primavera, capisce il senso della sua avventura: la Nausea è l'Esistenza che si svela - e non è bella a vedersi, l'Esistenza. Roquentin conserva ancora un briciolo di speranza: Anny gli ha scritto, la rivedrà. Ma Anny è diventata una cicciona greve e disperata; ha rinunciato ai suoi momenti perfetti, come Roquentin alle Avventure; anche lei, a suo modo, ha scoperto l'Esistenza: non hanno più nulla da dirsi. Roquentin torna alla solitudine, sprofondando nell'enorme Natura accasciata sulla città e di cui prevede i prossimi cataclismi. Che fare? chiamare in aiuto altri uomini? Ma gli altri uomini sono gente dabbene: si scambiano gran scappellate e ignorano d'esistere. Lui deve abbandonare un'ultima volta Some of these Days e, mentre il disco gira, intravede una possibilità, un'esile possibilità di accettarsi." - Antoine Roquentin scopre la nausea: io sconvolto, esistenza sembra vuota, inutile: che fare? chiamare in aiuto gli altri uomini? ignorano di esistere - Sartre vuole far vedere il fascino delle cose, per Roquentin si afferma un'unica realtà, presenza dell'assurdità della vita: rifiutando la psicologia del profondo Sartre fa del suo eroe una presenza in negativo, un vuoto, senza alcuna voglia, il personaggio invece di costituirsi si diluisce fino a dubitare dell'esistenza del suo io - la vita è vista come priva di un senso necessario e vi è anche l'estraneità della coscienza nei confronti della natura, vista come brutalità priva di coscienza (visione pessimista e nichilista) - « Maintenant, je savais : les choses sont toutes entières ce qu'elles paraissent — et derrière elles... Il n'y a rien. [...] M. de Rollebon venait de mourir pour la dernière fois. [...] À présent, il n'en restait plus rien. Pas plus que ne restait, sur ces traces d'encre sèche, le souvenir de leur frais éclat. C'était ma faute : les seules paroles qu'il ne fallait pas dire je les avais prononcées : j'avais dis que le passé n'existait pas. Et d'un seul coup, sans bruit, M. de Rollebon était retourné à son néant.» - tono satirico e parodistico, umoristico: Apocalisse che inizia come una tragedia diventa una gigantesca farsa - Huis clos (1944): dramma, rispetta le tre unità (Sartre: classico) - valletto, Garcin, Inès, Estelle: comprendono di essere all'inferno per torturarsi a vicenda, domande e commenti sulla loro vita precedente, delitti, desideri, passioni: connessione con la terra si fa più labile, li lascia soli con se stessi - Il dramma inizia con il Valletto che introduce in una stanza un uomo chiamato Garcin. La stanza non ha né finestre né specchi e si capisce presto che è un luogo dell'inferno. Garcin viene raggiunto da due donne, Inès ed Estelle. Tutti si aspettano di essere torturati, ma nessun altro entra nella stanza. Pian piano i personaggi comprendono di essere lì per torturarsi a vicenda, cosa che, nonostante ne siano consapevoli, fanno, gli uni tormentando gli altri con domande e commenti sulla loro vita precedente, sui delitti, miserie, desideri e passioni. I personaggi sono in grado di vedere ciò che accade sulla Terra, nella misura in cui ciò riguarda ancora loro, ma a mano a mano la connessione si fa più labile e le visioni scompaiono, lasciandoli da soli con loro stessi e gli altri due. Verso la fine del dramma Garcin scopre che la porta è sempre rimasta aperta ma né lui né Inès né Estelle sono ormai in grado di lasciare la stanza, imprigionati nella rete di rapporti che hanno creato. - i personaggi scoprono che la porta è sempre rimasta aperta, ma ormai non sono più in grado di lasciare la stanza, imprigionati nella rete di rapporti che hanno creato - Garcin è il primo personaggio ad essere presentato. È un brasiliano, che ha disertato durante la Seconda guerra mondiale e tradito ripetutamente la moglie, arrivando a portarsi le amanti a casa e a farsi cucinare da lei la colazione per entrambi. Dalla stanza vede la moglie suicidarsi dopo la sua morte. Inizialmente odia Inès perché ella smaschera la sua codardia e tenta di sedurre Estelle. Mano a mano che il dramma procede, comincia a cercare il perdono di Ines, come se solo la sua assoluzione potesse redimerlo. Inès è il secondo personaggio ad entrare nella stanza. È lesbica e ha sedotto una donna convincendola ad uccidere il marito, che era anche suo cugino. Durante tutto il dramma Inès manipola le opinioni che Estelle e Garcin hanno di sé stessi e degli altri, ed è l'unico personaggio che non nasconde il proprio crimine né permette agli altri di fare altrettanto. Estelle è una donna dell'alta società che ha sposato il marito per denaro e lo ha tradito con un uomo più giovane. La relazione con quest'ultimo porta alla nascita di un figlio, che Estelle uccide annegandolo; la morte del bambino causa il suicidio dell'amante. Nel corso del dramma, Estelle cerca di avvicinarsi a Garcin. Il valletto entra nella stanza con ognuno dei tre personaggi, ma l'unico vero dialogo è con Garcin. Non è chiaro se il valletto svolga la sua mansione per scelta, per nascita o per punizione. Apprendiamo che lo zio è il valletto capo. - "L'enfer c'est les autres": l'inferno non è il luogo di tortura fisica ma quello del giudizio altrui, ognuno è ossessionato dalla sua storia, ognuno è vittima sotto lo sguardo accusatore degli altri, ognuno è condannato per l'eternità a subirne il peso - « " L'enfer c'est les autres " a été toujours mal compris. On a cru que je voulais dire par là que nos rapports avec les autres étaient toujours empoisonnés, que c'était toujours des rapports infernaux. Or, c'est tout autre chose que je veux dire. Je veux dire que si les rapports avec autrui sont tordus, viciés, alors l'autre ne peut être que l'enfer. Pourquoi ? Parce que les autres sont, au fond, ce qu'il y a de plus important en nous-mêmes, pour notre propre connaissance de nous-mêmes. Quand nous pensons sur nous, quand nous essayons de nous connaître, au fond nous usons des connaissances que les autres ont déjà sur nous, nous nous jugeons avec les moyens que les autres ont, nous ont donné, de nous juger. Quoi que je dise sur moi, toujours le jugement d'autrui entre dedans. Quoi que je sente de moi, le jugement d'autrui entre dedans. Ce qui veut dire que, si mes rapports sont mauvais, je me mets dans la totale dépendance d'autrui et alors, en effet, je suis en enfer. Et il existe une quantité de gens dans le monde qui sont en enfer parce qu'ils dépendent trop du jugement d'autrui. Mais cela ne veut nullement dire qu'on ne puisse avoir d'autres rapports avec les autres, ça marque simplement l'importance capitale de tous les autres pour chacun de nous » - non c'è via di uscita (la porta è aperta): paradosso: sono diventati inseparabili e completamente interdipendenti gli uni dagli altri - "gli altri sono alla base di ciò che c'è di più importante in noi stessi per la conoscenza di noi stessi" - L'existentialisme est un humanisme (1945-1946): conferenza, poi pubblicata a sua insaputa ma filosoficamente rinnegata per troppa semplificazione - esistenza precede l'essenza, l'uomo è condannato a essere libero - «L'Uomo è condannato ad essere libero: condannato perché non si è creato da se stesso, e pur tuttavia libero, perché, una volta gettato nel mondo, è responsabile di tutto ciò che fa.» - esistenza: forma sensibile, risultato pratico dell'azione del pensiero - essenza: pensiero teorico, idea platonica - esistenza, fatto compiuto, attività dell'uomo è più importante della speculazione teorica astratta, azione nel presente - se l'esistenza precede l'essenza bisogna partire dalla soggettività - l'uomo è costretto ad inventare l'uomo e su di lui cade la responsabilità totale dell'esistenza, deve cercare uno scopo fuori di sé, solo così si realizzerà - dopo aver spodestato l'essere (essere in sè: nulla), l'uomo si ritrova al centro del tutto, come nell'umanesimo rinascimentale - etica: vs etica fondata su principi oggettivi come legge morale naturale cristiana o l'imperativo categorico kantiano: se Dio non esiste (se esistesse l'uomo non sarebbe libero) non possono esistere norme assolute - teoria dei vigliacchi e dei mascalzoni; vigliacchi: quelli che nasconderanno a se stessi seriamente, o con scuse deterministiche, la propria libertà; mascalzoni: quelli che cercheranno di dimostrare che la loro esistenza è necessaria mentre essa è la contingenza - uomo è pienamente responsabile di ogni sua scelta: essere umano trova la sua massima realizzazione nell'impegno sociale e politico al miglioramento della propria e dell'altrui condizione: dottrina ottimista che ora rifiuta pessimismo e nichilismo - «L'uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si pone in atto; non è, dunque, niente altro che la somma dei suoi atti, niente altro che la sua vita. Da questo possiamo comprendere perché la nostra dottrina faccia orrore a un certo numero di persone. Perché, spesso, esse hanno un solo modo di sopportare la loro miseria, ed è di pensare: le circostanze sono state contro di me, io volevo molto di più di quello che sono stato.» - dilemma morale del bene e delle scelte: se la scelta è bene intrinseco per il soggetto e l'umanità, come giustificare le scelte negative? - se l'uomo è responsabile delle scelte, per lui sono tutte giuste, ma così diventa non responsabile davanti agli altri - soggettivismo: ognuno di noi sceglie (creando l'uomo che vogliamo essere = uomo come dovrebbe essere) e scegliendo, sceglie per tutti gli uomini: non scegliamo mai il male e nulla può essere bene per noi senza esserlo per tutti - se l'esistenza precede l'essenza, e noi vogliamo esistere nello stesso modo in cui formiamo la nostra immagine, questa immagine è valida per tutti e tutta la nostra epoca - scegliendomi, scelgo l'uomo - «Soggettivismo vuol dire, da una parte, scelta del soggetto individuale per se stesso e, dall'altra, impossibilità per l'uomo di oltrepassare la soggettività umana. Questo secondo è il senso profondo dell'esistenzialismo. (...) Quando diciamo che l'uomo si sceglie, intendiamo che ciascuno di noi si sceglie, ma, come questo, vogliamo anche dire che ciascuno di noi, scegliendosi, sceglie per tutti gli uomini. Infatti, non c'è un solo dei nostri atti che, creando l'uomo che vogliamo essere, non crei nello stesso tempo una immagine dell'uomo quale noi giudichiamo debba essere. Scegliere d'essere questo piuttosto che quello è affermare, nello stesso tempo, il valore della nostra scelta, giacché non possiamo mai scegliere il male; ciò che scegliamo è sempre il bene e nulla può essere bene per noi senza esserlo per tutti. Se l'esistenza, d'altra parte, precede l'essenza e noi vogliamo esistere nello stesso tempo in cui formiamo la nostra immagine, questa immagine è valida per tutti e per tutta intera la nostra epoca. Così la nostra responsabilità è più grande di quello che vorremmo supporre perché coinvolge l'umanità intera. Così sono responsabile per me stesso e per tutti e creo una certa immagine dell'uomo che scelgo. Scegliendomi, io scelgo l'uomo.» - dottrina soggettivista, relativista, poi impegna la propria soggettività nella prospettiva marxista e nel materialismo storico dove è la necessità a giustificare utilitaristicamente la scelta - esistenzialismo marxista: forze socio-economiche determinano il corso dell'esistenza e riscatto economico può essere anche culturale

Céline (1894-1961)

Vita - Louis Ferdinand Destouches (Céline è uno pseudonimo in onore della nonna materna), esponente di modernismo e espressionismo - ricordo negativo dell'infanzia, ristrettezze economiche e morali (rispetto delle gerarchie) - non è vittima di violenza come sostiene in Mort à crédit ma al contrario di una morbosa protezione dei genitori - padre era un uomo pervaso da un forte senso di frustrazione e declassamento sociale, istintivamente antisemita ed antimassone, sempre incline ad attribuire agli uni e agli altri le sue delusioni professionali - nonna unica figura positiva: fedele alla sua origine e modo di esprimersi popolare, passage Choiseul (definito come luogo angusto, sorta di prigione, i passages erano vie parigine porticate tra due edifici, strette e poco luminose dove le famiglie vivevano in locali che svolgevano la doppia funzione di negozi/abitazione) - va all'estero a studiare le lingue in Germania e Inghilterra - 1912: va volontario in guerra - 1914: riconoscimenti - 1915: invalidità: realizza delicatezza e impotenza della vita umana, soffre di insonnia, fischi, angoscia per l'esistenza che conduce a cinismo, pessimismo e nichilismo e un'istintiva compassione per la sofferenza - la guerra, oltre a segni fisici (difficoltà a muovere il braccio destro, udito diminuito, vertigini, dolori in diverse parti del corpo, emicrania), gli lascerà anche segni mentali: disturbo post-traumatico, insonnia per il resto della sua vita, paranoia, e le sue orecchie non si libereranno mai di alcuni fischi (acufeni, ma a volte soffre di allucinazioni uditive) - esperienza in Camerun come direttore di una piantagione di cacao, malaria - ritorno in Francia e lavoro per una rivista di divulgazione scientifica - 1924: laurea in medicina, epidemiologia, problemi di igiene e questioni sociali - lavora per società delle nazioni fino al 1928 e viaggia per lavoro come medico e medico di borso - importanza del viaggio (fisico e mentale), realizza l'inaridimento dell'uomo moderno, "Il viaggio (sia fisico che mentale) è l'unica cosa che conta, tutto il resto è delusione e fatica"; «Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza. Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient'altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai.» - 1928: rientro in Francia: medico dei poveri, la povertà è una malattia incurabile - il mondo è una malattia cronica e solo la morte sembra coerente - Bagatelles pour un massacre (1937) - L'école des cadavres (1938) - Les beaux draps (1941) - pamphlet, antisemitismo: denuncia la rovina della Francia a causa di ebrei e capitalisti, invoca nuova alleanza con la Germania contro l'Inghilterra, gli Stati Uniti e il bolscevismo - vuole una rigenerazione razziale della Francia, depurarsi da influenze meticce e mediterranee agganciandosi al Nord Europa - non sostiene apertamente la Germania, posizione nichilista (no vinti o vincitori) - 1934: va negli Stati uniti in cerca dell'amata Elizabeth Craig a cui ha dedicato Voyage au bout de la nuit, e la trova sposata con un ricco ebreo, poi un dirigente ebreo sovietico respinge un suo testo e un medico ebreo gli viene preferito facendolo licenziare ('antiebraismo di Céline maturò a partire dal 1934 anche da vicende personali, sfociando poi in una sorta di delirio a sfondo politico e manie di persecuzione personali, convinto che gli ebrei volessero sabotarlo e riportare la Francia in guerra contro la Germania) - dopo il 1945 minimizza il suo ruolo ideologico: «Ci si accanisce a volermi considerare un massacratore di ebrei. Io sono un preservatore accanito di francesi e ariani, e contemporaneamente, del resto, di ebrei. Non ho voluto Auschwitz, Buchenwald. (...) Ho peccato credendo al pacifismo degli hitleriani, ma lì finisce il mio crimine.», dice di aver scritto "degli ebrei" e non "contro" gli ebrei - predice la decadenza degli Europei (bianchi) sopraffatti dall'aumento demografico degli Africani (negri) e ascesa dei cinesi (gialli), dice che la Francia è in guerra solo per i suoi interessi - dopo la Liberazione viene imprigionato a Copenaghen (per prudenza è andato in Danimarca dato che è accusato di antisemitismo e collaborazionismo), devasto fisico (segregazione in cella, l'obbligo di restar seduto tutto il giorno, lo scorbuto e la pellagra dovuti all'alimentazione insufficiente) - 1951: amnistia per i collaborazionisti e guarigione della moglie Lucette (Lucie Georgette Almansor) ritorno in Francia, Sartre nel saggio "Portrait de l'antisémite" lo definisce emblema del collaboazionista - Céline lo chiama "Tartre" e scrivo un articolo, "à agité du bocal", al tizio in stato di confusione mentale - casa a Meudon su collinetta, emarginazione sociale e culturale, accentua misantropismo - morte nel 1961 per aneurisma e emorragia cerebrale, morte nell'indifferenza, oscurata anche dal suicidio di Hemingway il giorno dopo - Voyage au bout de la nuit (1932): esplorazione cupa e nichilista della natura umana e miserie quotidiane, spunti autobiografici (Ferdinand), misantropia, cinismo, pessimista (vita, società, istituzioni, natura umana) - L'opera, a sfondo autobiografico come tutti i romanzi di Céline, segue le vicende di Ferdinand Bardamu. Giovane milite nella Prima guerra mondiale, si reca poi nell'Africa coloniale, dove si rende conto di persona del modus operandi dei colonizzatori francesi, e negli Stati Uniti del primo dopoguerra, dove testimonia i prodromi del fordismo e della società di massa. Nella seconda metà dell'opera ritorna in Francia, dove diventa medico e apre uno studio in un degradato sobborgo di Parigi (la fittizia La Garenne-Rancy), per poi finire a lavorare presso un istituto di igiene mentale. I disparati elementi del romanzo sono tra loro connessi dai ricorrenti incontri con Léon Robinson, un personaggio sventurato non meno che ambiguo, la cui esperienza è per certi versi parallela a quella di Bardamu. - «...mi credevo un idealista, è così che uno chiama i propri piccoli istinti vestiti di paroloni.» - «Viaggiare, è proprio utile, fa lavorare l'immaginazione. Tutto il resto è delusione e fatica. Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza.Va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato. È un romanzo, nient'altro che una storia fittizia. Lo dice Littré, lui non sbaglia mai.E poi in ogni caso tutti possono fare altrettanto. Basta chiudere gli occhi.È dall'altra parte della vita.» - «La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte.» - dissacrante e spiazzante humour nero - titolo da canzone dell'ufficiale svizzero Thomas Legler - antinazionalista: patriottismo falso valore (esperienza della prima guerra mondiale) - anticolonialista: viaggio a New York e Detroit, denuncia il fordismo e la società di massa - anarchista: assurdità del sistema gerarchico, obbedienza come rifiuto di vivere, assumersi i rischi, prima la scelta personale dell'autorità e morale - rifiuto dell'idealismo e sentimenti, ricerca della verità: fisiologica, biologica, tutti sono mortali e vanno verso la decomposizione, pourriture en suspens - città onnipresente: corruzione, putrefazione naturale (malattia) o provocata (guerra, omicidio) - esperienza medica fa uscire decomposizione individuo - malattia: essere vili, codardi, visione nichilista della società, protagonista passivo ma non codardo abbastanza da smettere menzogna o farla finita - stile: parlato nello scritto, argot, rifiuta il linguaggio classico accademico (lingua morta) - Entretiens avec le Professeur Y: intervista immaginaria - linguaggio diretto, come un grido, vocabolario ricco, termini popolari, argot, neologismi, parole abbreviate, espressioni straniere, negligenza è arte (frase nominale, giustapposizione, ellissi, ripetizioni, punteggiatura) - Mort à crédit (1936): antefatto, infanzia passage Choiseul fino alla prima guerra mondiale - ntefatto del romanzo Viaggio al termine della notte, racconta l'infanzia del personaggio Ferdinand Bardamu - alter ego dell'Autore - nel Passage Choiseul, le esperienze familiari, scolastiche, erotiche, di viaggio e di lavoro, terminando con il suo arruolamento nell'esercito per la prima guerra mondiale. Il romanzo è una presa di distanze dalla vita, diversa da quello che l'uomo crede che sia: alla fine la vita ci porta a conquistare quell'unico credito che siamo sicuri di poter riscuotere: la morte. (vivre, c'est acheter sa mort à crédit.) - presa di distanza alla vita: unico credito che siamo sicuri di riscuotere è la morte - descrive servizio militare in Casse-pipe (farsi ammazzare in guerra), drammatizza al massimo episodi della sua vita, spezza l'ordine cronologico - allucinazioni deliranti e ricordi (sintassi disarticolata, tanti puntini di sospensione) - lotta contro il mondo che vuole solo il potere e progresso: malattia cronica - gusto della descrizione delle allucinazioni, atto del vomito è ricorrente, la nausea appare all'inizio (causata dalla febbre) e alla fine (quando decide di cambiare vita per arruolarsi) - influenza la Beat generation ed è particolarmente apprezzato da Bukowski

Duras (1914-1996)

Vita - Merguerite Germaine Marie Donnadieu nasce nell'Indocina francese (Saigon), Vietnam - da giovane si innamora di un ricco cinese - nel 1929 sua madre si trasferisce in Cambogia ma la terra è sempre inondata e sterile - nel 1932 studia scienze politiche e diritto in Francia - nel 1939 sposa Robert Antelme - nel 1942 muoiono il suo primo figlio e suo fratello Paulo, « Cet amour insensé que je lui porte reste pour moi un insondable mystère. Je ne sais pas pourquoi je l'aimais à ce point là de vouloir mourir de sa mort. J'étais séparée de lui depuis dix ans quand c'est arrivé et je ne pensais que rarement à lui. Je l'aimais, semblait-il, pour toujours et rien de nouveau ne pouvait arriver à cet amour. J'avais oublié la mort. » - nel 1943 diventa amante di Dionys Mascolo, cambia cognome in Duras, città dov'era la casa del padre - partecipa alla Resistenza con suo marito che viene deportato a Dachau, lei ha una relazione ambigua con Charles Delval, agente della Gestapo, per salvare suo marito ma dopo la liberazione lo fa arrestare e condannare a morte - Dionys va a recuperare Robert in campo di concentramento e lo trova moribondo, Duras descrive il prendersi cura di lui in La douleur - viene spesso calunniata da membri del partito comunista che le rimproverano di avere un morale troppo libera, di frequentare discoteche e di avere degli ideali politici perversi - nel 1956 si separa da Dionys Mascolo e incontra Gérard Jarlot, che lascia nel 1961 - abusa spesso di alcol ed è costretta a seguire una cura di disintossicazione - nel 1971 firma insieme alla Beauvoir e altre Le Manifeste des 343 a favore dell'aborto ma nel 1977 si rifiuta di firmare la petizione per l'abolizione dell'età del consenso (vs Sartre, Beauvoir) - dagli anni 70 ha ricadute periodiche nell'alcolismo e incontra il suo ammiratore Yann Lemée con cui ha una relazione e che chiama Yann Andréa, vivono insieme anche se lui è omosessuale e ha 38 anni in meno - gli ultimi anni della sua vita resta chiusa in casa: È difficile morire, a un certo momento t'accorgi che le cose della vita finiscono. È tutto - muore per un tumore alla gola - Les impudants (1942): la giovane Maud Grand vive con la madre e il fratello Jacques con cui ha tensioni, Jacques è inseguito dalla banca Tavarès per debiti, partono per un'altra proprietà ma è inabitabile e sono ospitati da una ricca famiglia, i Precesse, che vogliono far posare loro figlio Jean a Maud, che è innamorata e poi incinta di Georges, vendono la proprietà di Precesse e si scopre che Jacques è vittima di una truffa della banca, Maud sposa Georges - La vie tranquille (1944): Francine Vevrenattes vede suo fratello Nicolas picchiare lo zio Jérome, lui more e gli si dà la colpa, accusato da Francini di adulterio con Clémence, la moglie di Nicolas. Clémence se ne va e poi torna, Nicolas muore improvvisamente, Francine va al mare dove ritrova fiducia in se stessa e capisce di amare Tiène, vede un uomo affogare e non chiama aiuto, torna a casa dove spera trovare "une vie tranquille" e di sposarsi con Tiène - Un barrage contre le pacifique (1950), fama - Duras ha appena divorziato e si è risposata con Dionys Mascolo, durante la guerra in Indocina - nel sud dell'Indocina francese vive una vedova con figli Joseph e Suzanne, poveri, piantagioni distrutte dal mar della Cina (che sembra oceano per lei), la madre impazzisce, muore il cavallo, M. Jo ha un anello con diamante, madre gli offre in sposa la figlia, lui rifiuta ma regala l'anello, poi si scopre che è falso ma la madre lo vuole spacciare per vero, Joseph si innamora di Lina che compra il diamante ma poi lo ridà, Joseph torna a seppellire la madre e regala armi ai vicini per ribellarsi e Suzanne perde la verginità ma non si sposa e se ne va - Nel Sud dell'Indocina francese, anno 1931, una vedova vive con i suoi due figli, Joseph di 20 e Suzanne di 17 anni; il loro bungalow si trova situato nella pianura paludosa del Delta del Mekong. Le loro condizioni di vita sono molto difficili, al limite della sopravvivenza, e spesso si trovano costretti a cacciare l'uccello trampoliere per poterselo mettere in padella. La loro auto è un vecchio modello di Citroën B12. La donna ha duramente lavorato per un intero decennio per poter avere la concessione del terreno in cui vivono, il quale alla fine si è rivelato ben poco adatto alle colture, venendo spazzato via annualmente dai monsoni provenienti dal Mar Cinese Meridionale. La donna, dopo aver visto la diga che aveva innalzato distrutta dall'avanzare inesorabile dell'acqua dell'Oceano Pacifico, e quindi tutte le proprie speranze riguardanti andare in frantumi, inizia poco alla volta ad impazzire. La storia si apre con la morte del vecchio cavallo acquistato pochissimo tempo prima; in città incontrano un giovane facoltoso che possiede una piantagione, di nome Mr. Jo. Porta al dito un grosso diamante e, appena vedutolo, la madre a questo punto, nonostante la bruttezza del suo viso, comincia ad esprimere la speranza che possa chiederle la mano della figlia. Jo, effettivamente affascinato da Suzanne, inizia a far visita al bungalow della famiglia di lei, pur rimanendo sempre sotto lo sguardo attento della donna. Comincia anche a portare alla ragazza dei regali, cosmetici e qualche vestito: per arrivare a vederla nuda, le promette un fonografo. Di fronte all'ultimatum della madre, che gli chiede o di sposarla o di lasciarla, egli offre in dono a Suzanne il proprio anello. In seguito però la donna scopre, con sua gran disperazione, che il diamante non è così prezioso come sembrava a prima vista, in quanto contiene impurità. Questa scoperta fa disperare la madre, che insiste nel voler vendere il diamante per il suo presunto valore e, così facendo, si taglia fuori dal mondo. I suoi figli ne approfittano per emanciparsi. Joseph si innamora di una donna sposata di nome Lina. Suo marito è un grande alcolizzato, cosa che gli impedisce di vedere la relazione segreta tra sua moglie e Joseph. Alla fine, Lina accetta di comprare il diamante per più di quello che vale, ma poi glielo restituisce perché vuole aiutare la famiglia di Joseph. Le condizioni della madre non migliorano. Sempre più debole, finisce per accettare di rivendere il diamante al suo valore reale. Joseph finisce per uscire di casa con questa giovane donna, e anche Suzanne sta per andarsene, quando la madre muore. Joseph ritorna un'ultima volta e, con i domestici, seppelliscono la madre nel loro pezzo di terra. Per vendetta dell'amministrazione, Joseph affida le sue armi agli abitanti in modo che, secondo il desiderio della madre, uccidano i dipendenti del catasto responsabili dei loro problemi. Suzanne, che nel frattempo ha perso la verginità tra le braccia del figlio di una piantatrice vicina - che tuttavia non intende sposare - se ne va. - denuncia società coloniale e disonestà in Indocina, vizio, alla deriva - Moderato cantabile (1958), stacca con lo stile degli altri romanzi, più convenzionale e romantico per inaugurare un periodo di sperimentazione su ispirazione del nouveau roman; moderato cantabile è sonatina di Anton Diabelli, lezione di pianoforte, crimine al bar, Anne Desbaresdes incontra Chauvin, operaio dei cantieri - Moderato cantabile si apre su una stanza al quinto piano di un edificio affacciato sul mare. Una lezione di pianoforte. Un bambino. La madre. Un'insegnante. Attraverso la finestra aperta entra un grido proveniente da un bar del porto. A lezione terminata, la madre è lì sulla strada, il bambino poco distante: nella penombra del locale, un uomo è riverso sul corpo senza vita di una donna, la bocca sbavata del sangue di un bacio, il sorriso quasi estatico sulle labbra di lei. Questa la scena primaria - si direbbe "del crimine" - a cui Anne Desbaresdes, la madre, assiste come rapita. Non vi sono molti altri elementi narrativi. Non sappiamo bene cosa sia successo alla donna del caffè, né quale relazione sia intercorsa con quell'uomo. Si tratta di un'altra storia di cui Marguerite Duras tace, non dice. Il caffè in cui si è compiuto il fatto diventa nei giorni seguenti la méta delle passeggiate di Anne col bambino, e il luogo dell'incontro con Chavin, un operaio dei cantieri della città portuale in cui si svolge il romanzo. Sullo sfondo di una vicenda soffocante per l'incapacità dei protagonisti di decidere del proprio destino, la sonatina del Diabelli nel suo movimento Moderato cantabile - che il figlio di Anne sta imparando a suonare - rappresenta la malinconica certezza che ogni cosa alla fine deve restare com'è, se non c'è il coraggio, la forza di seguire il proprio desiderio, per quanto scabroso esso sia. - soffocante incapacità dei protagonisti di decidere il proprio destino, sonatina indica che tutto resta com'è se non c'è il coraggio di cambiare - nouveau roman ma non c'è sguardo freddo e oggettivo, emotività e passione - stile paratattico: solo proposizioni principali - comunicazione umana come un modo di sopportare la realtà opprimente, silenzi carichi di significato, narrazione di gesti apparentemente irrilevante che trascendono il loro significato lasciando certezze e dubbi - alla fine le domande restano senza risposte e c'è libertà di interpretazione - ripetizione di scene banali che dipingono l'atmosfera, l'economia dei mezzi rappresenta il desiderio turbato - Hiroshima mon amour (1959): con Alain Resnais, nouvelle vague per uso innovativo dei flashback, architetto giapponese e attrice francese - con i flashback mostra dolore della guerra, attraverso gli occhi smarriti di una singola persona e il colore collettivo del bombardamento atomico - elaborazione del lutto del tedesco le fa venire voglia di vivere a Hiroshima per condividere dolore individuale e collettivo ma scopre che il dolore si affronta sempre da soli - ossessionante mescolanza tra ricordo e immaginazione, perdere una guerra, migliaia di vite non equivale a perdere la persona amata - Nevers e Hiroshima si sovrappongono ma senza risposta definitiva - antitesi nel titolo, città sfigurata e martirizzata e vocativo amoroso - contrasti: finzione, documento storico; Occidente, Oriente; amore, morte; silenzio, parola; - lunghezza focale corta per Hiroshima e lunga per Nevers, si mischiano i luoghi e il tempo, mano del giapponese e del tedesco: amore del convivio di Platone - le storie d'amore sono le stesse, ci innamoriamo sempre della stessa persona - rifiuto di rendere realistica e spontanea la conversazione, i dialoghi - non si rispondono, non c'è quasi coerenza, assenza della funzione fatica, ognuno fa un monologo interiore, non hanno idioletto proprio e si esprimono allo stesso modo, scambiandosi strutture sintattiche - metafora per parlare della bomba (corpi, sudore, cenere) - L'amant (1980): vicende quasi autobiografiche di una ragazza nell'Indocina francese, lei si innamora di un ricco possidente cinese che incontra su una barca, lei ha 15 anni e lui 27, amore proibito per razza e ceto sociale, diventano amanti e per non ammettere di amarlo lei si fa pagare, riconosce i suoi sentimenti molti anni dopo, il padre ferma la relazione - Siamo nel 1929, una ragazza di appena 15 anni (ed il cui nome non viene mai rivelato) è in viaggio sul traghetto che attraversa il delta del Mekong; è di ritorno da una vacanza trascorsa nell'abitazione di famiglia a Sa Đéc (Provincia di Dong Thap) e sta tornando nel collegio di Saigon dove studia. Mentre si trova sul ponte dell'imbarcazione attrae l'attenzione di un giovane ventisettenne di origini cinesi figlio ed erede di un importante uomo d'affari; egli inizia una conversazione con la ragazza e, appena sbarcati, le propone d'accompagnarla in automobile: lei accetta il passaggio nella sua limousine con autista e si fa portare fino in città, all'ingresso della scuola. La giovinetta è figlia di una vedova affetta da crisi maniaco depressive, ha un fratello più grande che detesta e uno più piccolo che adora; presto, aiutata anche dalle circostanze economiche difficoltose in cui si trova, finisce col diventar l'amante del giovane cinese: inizia una relazione che vuol far credere a se stessa sia solo puramente sessuale e d'interesse. Comincia anche a farsi pagare proprio come fosse una prostituta e porta i soldi a casa; la madre e il fratello maggiore cercano d'approfittarne, fino a quando il padre del giovane uomo non s'intromette con la sua forte disapprovazione, portando così all'interruzione brusca della relazione tra i due. Solo molto più tardi la ragazza riconoscerà i propri sentimenti, la profondità e la sincerità del suo amore verso quello straniero dagli occhi a mandorla. - film di Claude Berri finisce lo script da solo, adattamento di Jean-Jeacques Annaud riguarda solo le difficoltà economiche - Duras lo riscrive, L'amant de la Chine du Nord (1991), uso della terza persona le permette di ricordare con tenerezza e nostalgia il primo amore - La douleur (1985): romanzo autobiografico che narra l'attesa spasmodica e atroce del ritorno dei deportati francesi dai campi di concentramento nazisti, mescola dramma collettivo e sofferenza personale (marito torna da Dachau distrutto nel fisico e mutilato per sempre nell'anima)

Butor (1926-2016)

Vita - Michel Butor si trasferisce a Parigi, studi lettere e filosofia ed è professore di francese in Egitto (1950) - appartiene al movimento del Nouveau Roman, e pubblica nelle Editions de Minuit come Alain Robbe-Grillet, ma affermano carattere individuale - 1958: sposa Marie-Jo da cui ha quattro figlie - 1968: professore a Nizza, poi all'Università di Ginevra Poetica - riprendere romanzo del primo 900 ed esplorare e illustrare la società contemporanea - era poeta, romanzi "capace di raccogliere tutta l'eredità della vecchia poesia" - dettagliata narrazione, elencazione di fatti comuni e circostanze banali dell'esistenza che diventano flusso di coscienza, attenzione su coscienza e interiorità e meno sugli oggetti - poetica dell'oggetto (école du regard e nouveau roman): trova la sua più convincente estrinsecazione sull'approfondimento del monologo interiore - estrema concisione e rapidità narrativa - Mobile: collages di articoli, enciclopedie, descrizioni per rendere conto della realtà statunitense contemporanea - Passage de Milan (1945): racconta in 12 capitoli 12h di vita in un palazzo parigino, misterioso a causa di un omicidio - L'emploi du temps (1956): racconto della vita di Jacques Revel che scrive di ciò che gli è successo nell'anno dello stage in Inghilterra - scrive solo nei giorni da lunedì a venerdì e poi racconta dei flashback per far smarrire il lettore - si crede responsabile di un tentativo di omicidio - la città di Bleston è un personaggio principale - La modification (1957: viaggio fisico e interiore di Léon Delmont da Parigi con Henriette, a Roma con Cècile, tutto si confonde e decide di tornare solo - Il romanzo narra il viaggio fisico e interiore di un uomo da Parigi verso Roma. È suddiviso in tre parti. Parte prima. Léon Delmont narra il viaggio in treno che intraprende da Parigi, dove dirige la filiale parigina di una casa produttrice di macchine da scrivere romana, verso Roma. Questo non è un viaggio d'affari come quelli che compie regolarmente. È partito per raggiungere l'amante, Cécilie, perché ha infine deciso di rompere con la moglie Henriette, farà venire Cécilie a Parigi, le troverà un lavoro e andranno a abitare in un piccolo appartamento. Egli è fermamente deciso a lasciare la moglie ma non può fare a meno di pensare alla sua famiglia e al passo che ha intenzione di fare. Il treno arriva a Digione. Parte seconda. Nel corso del viaggio, via via che Roma si avvicina, si mescolano i quadri delle due città, Parigi che sente fredda e austera e Roma calda e assolata, la Parigi della moglie e Roma dell'amante. Pensa ai viaggi precedenti, pensa a Cécile, pensa a Henriette, pensa al passato che è a Parigi, pensa al futuro che si trova a Roma. Nella notte mentre il treno attraversa la frontiera tutto si confonde e si mescola. Parte terza. Mentre Roma si avvicina l'intenzione iniziale di Léon si fa sempre più impalpabile. Giunge alla conclusione che quello che ama di Cécile è l'immagine di Roma e che farla venire a Parigi non sarebbe più la stessa cosa. Decide di modificare il suo progetto iniziale. Arrivato a Roma non andrà da Cécile e tornerà a Parigi da solo. - narrazione alla seconda persona plurale (vous), che coinvolge il lettore implicandolo nelle sue idee, ma spiega anche a se stesso la crisi interiore - la coscienza si esprime attraverso il linguaggio, non ancora presente nel soggetto - monologo interiore, flusso di coscienza frammentato dagli avvenimenti del viaggio e dagli oggetti stessi - l'amore Cécile-Roma esiste perché dall'altra parte c'è Parigi-Henriette - diviso in tre parti, nel primo la lunghezza dei capitoli è crescente, nella seconda uguale e nella terza decrescente: architettura simmetrica con struttura interna predeterminata - importante il ruolo dello spazio geografico reale per lo sviluppo psicologico - lo spostamento nello spazio implica un cambiamento nella rappresentazione che Delmont ha di se stesso - più il treno procede, più il presente si gonfia di ricordi passati e le indicazioni geografiche esterne diventano sfocate - monologo interiore che non trascura la minuziosa descrizione di quella realtà momentanea che Léon vive. Quella del viaggio, le stazioni di cui legge i nomi sui pannelli, i suoi compagni di viaggio che salgono, scendono dal treno, si muovono nella carrozza, escono entrano dallo scompartimento, passeggeri che sono attori della sua narrazione personale

Beckett (1906-1989)

Vita - Samuel Beckett nato in Irlanda, famiglia protestante in un quartiere periferico di Dublino, i luoghi tornano spesso nelle sue opere - ottimo studio del francese e atleta nel cricket come battitore e lanciatore - studia inglese, italiano e francese al Trinity College - 1926: viaggia in Francia - 1927: viaggia in Italia - diventa lettore all'Ecole normale supérieure di Parigi - conosce James Joyce e lo assiste aiutandolo nella traduzione verso il francese di alcune pagine di Finnegans Wake - Dante...Bruno. Vico...Joyce (1929): saggio che fornisce informazioni sull'esegesi di Finnegans Wake - rapporto con Joyce si raffredda perché respinge sua figlia schizofrenica - nel 1930 diventa docente al Trinity college e esprime la sua avversione all'ambiente accademico con uno scherzo alla Modern Language society di Dublino -Nel 1930, Beckett torna al Trinity College come docente universitario, ma presto rimane deluso da questa scelta. Esprime la sua avversione facendo uno scherzo alla Modern Language Society of Dublin, leggendo un testo in francese di un autore di Tolosa chiamato Jean du Chas, fondatore di un movimento detto Concentrismo; Chas e il Concentrismo, comunque, erano pura finzione, essendo stati inventati da Beckett per beffarsi dell'eccessiva pedanteria dell'ambiente accademico. Beckett rassegna le dimissioni dal Trinity College alla fine del 1931, terminando la sua breve carriera di insegnante - Gnome (1934): commemora la sua scelta, si ispira a Goethe - Proust (1931): studio critico su Marcel Proust - contrasto con la madre, morte del padre e terapia da psicoanalista che consiglia una conferenza di Carl Gustav Jung, lo segna - Dream of Fair to Middling women (1993): romanzo scritto nel 1932 e abbandonato, poi pubblicato postumo nel 1992 - The novel is set in the town of Kassel, Germany, where 17-year-old Peggy Sinclair, a cousin of Beckett, lived with her parents. Beckett made several visits in Kassel 1928-32. The main character Belacqua, a writer and teacher, is very similar to Beckett himself, though a character named "Mr. Beckett" also makes an appearance in the book. Belacqua's name is taken from the character created by Dante - Two main themes can be found in the Dream: a rejection of realism in characters and the novel itself; and an anti-feminism, or perhaps an anti-sexuality, disavowing the possibility of sexual relations. The narrator explicitly criticises such realist figures as Balzac and Jane Austen, for their rigid characters and spurious novelistic coherence; but also challenges Proust's exploitation of involuntary memory, and his metaphoric method of approach. At the same time, the work is concerned with a sense of the body as a machine that is broken; and with male sexuality as oscillating between Apollo and Narcissus. "We give you one term of Apollo: chasing a bitch, the usual bitch. And one term of Narcissus: running away from one". Both themes come together in a rejection both of a realist world, and of a unified self to be found in sexual relations. - More pricks than kicks (1933): libro di racconti, recensito come mera imitazione di Joyces o prodotto sperimentale insicuro - da qualche dettaglio, si possono ambientare i racconti a Dublino (dove il libro verrà censurato, e costò a Beckett un processo, impedendone la pubblicazione fino al 1952). - i racconti seguono la vita di un personaggio alquanto libresco, chiamato Belacqua Shuah, una specie di antieroe, dal suo periodo di studente alla morte - il nome Belacqua è preso da Dante, dal IV canto del Purgatorio, dove simboleggia la pigrizia. Beckett aveva scoperto Dante nel 1926 e da allora era stata una delle sue letture preferite e più frequenti - Dante and the Lobster, racconta l'orrore davanti alla scoperta che un'aragosta debba essere bollita da viva. L'insegnante di italiano, Beatrice Ottolenghi, è probabilmente modellata su Bianca Esposito, una lettrice d'origine napoletana che insegnava al Trinity College - Fingal copre alcuni incontri giovanili di Belacqua con una certa Winnie e un certo Dr. Sholto - Ding-Dong, il cui titolo probabilmente deriva da La tempesta di Shakespeare, ha a che fare con le attività musicali e sportive che Belacqua non fa - A Wet Night. In questa storia un personaggio chiamato Polar Bear è modellato sull'insegnante di Beckett al Trinity College, Thomas Brown Rudmose-Brown. Qui appare anche il collega studente Chas e una certa Caleken Frica (modellata su Mary Manning Howe, un'amica di famiglia dei Beckett) - Love and Lethe, ha echi del suo amore per il Perugino con una comparazione tra il personaggio di Ruby Rough e la Maddalena di un sua Pietà - Walking Out, Belacqua è contento di vedere che la propria fidanzata Lucy ha un amante e lo può lasciare in pace -What a Misfortune, Belacqua è sposato con Lucy da poco, ma diventa vedovo e si sposa con Thelma bboggs, figlia minore di Mr. Otto Olaf bboggs, ricco industriale di produzione di toilet - The Smeraldina's Billet Doux, è una lettera d'amore scritta in uno strano inglese teutonico dal personaggio di Smeraldina Rima per Belacqua. Si ritiene che la ragazza, che parla tedesco, sia modellata sulla cugina Peggy Sinclair, per la quale Beckett aveva avuto una cotta, e che al momento dell'uscita del volume era morta da poco - Yellow vede Belacqua intrappolato dalla routine sociale, fino a quando durante un'operazione chirurgica di natura incerta, improvvisamente muore - Draff è il racconto dei funerali di Belacqua - Creatività spinta, qualche impertinenza e forte ironia spostano continuamente la vicenda in episodi diversi e non sempre compatibili da un punto di vista logico-narrativo, tuttavia di fascino certo, anche per il ricorso ogni tanto a cantilene, citazioni e modi particolari di far aderire la lingua ai personaggi. Come disse uno dei primi anonimi recensori, augurandosi che eventuali prossime edizioni abbiano note esplicative, "non sono racconti convenzionali": se gli "eventi sono ordinari" il loro modo di narrarli è "obliquo", mentre mescola "eroicomico" e "sorprese da bassa commedia" - Echo's Bones and other precipitates (1935): libro di poesie, interesse per cinema e Sergej Ejzenstejn, Mosca - viaggia in Germania (nazismo),torna in Irlanda - Murphy (1938) romanzo in inglese - La trama riguarda l'eponimo "solipsista depresso"[1]. Murphy che, incitato a trovare un impiego dalla sua amante Celia Kelly, inizia a lavorare come infermiere alla Magdalen Mental Mercyseat e scopre che la pazzia dei pazienti è un'attraente alternativa all'esistenza cosciente. - Murphy è un esempio del grande interesse di Beckett per le possibilità artistiche e metaforiche degli scacchi. Verso la fine del romanzo, Murphy fa una partita a scacchi con il signor Endon, un paziente che è "il più carino e docile rimbambito di tutto l'istituto"; Murphy, però, non riesce a riprodurre il gioco simmetrico e ciclico del suo avversario, esattamente come è incapace di lasciarsi andare a uno stato di gioia catatonica. Si licenzia "con lo scacco matto nel cuore" e muore poco tempo dopo. Beckett riferisce la partita con una precisa notazione descrittiva, completa di un commento comico e puntiglioso. Ambientato tra l'Irlanda e l'Inghilterra, il romanzo è causticamente satirico ai danni dello Stato Libero d'Irlanda che aveva censurato da poco l'opera di Beckett Più pene che pane: l'astrologo che Murphy consulta è famoso "in tutto il Mondo Civilizzato e nello Libero Stato d'Irlanda"; "per essere una ragazza irlandese" l'ammiratrice di Murphy, la signorina Counihan, era "eccezionalmente antropoide"; nel General Post Office, teatro della Sollevazione di Pasqua del 1916, Neary assalta le natiche della statua del mitico eroe irlandese Cúchulainn scolpita da Oliver Sheppard (la statua in realtà non ha natiche). Il romanzo presenta anche un ritratto pungente del poeta Austin Clarke attraverso il dipsomane Austin Ticklepenny, dedito a "manstuprazioni" non contraccambiate di Murphy sotto il tavolo; non seguendo il consiglio dello scrittore e politico Oliver St. John Gogarty, Clarke rifiutò di fare causa a Beckett. In realtà Murphy non può diventare pazzo per raggiungere la libertà. Si volge invece al nulla e le sue ceneri vengono giustamente sparse tra la sporcizia di un bar. Anche Celia scopre la bellezza del nulla quando perde il suo amato, Murphy, e con il peggiorare della salute di suo nonno. Come nella sua opera più tarda, Aspettando Godot, Beckett trasforma impercettibilmente la commedia nel terrore della non-esistenza. - Tra i pensatori che influenzano il dibattito mente-corpo di Murphy ci sono Spinoza, Cartesio e il poco conosciuto seguace dell'occasionalismo, il fiammingo Arnold Geulincx. - litiga con la madre e si trasferisce a Parigi dove esce con Joyce, Marcel Duchamp - nel 1938 viene accoltellato da Pruden, "je ne sais pas, Monsieur. Je m'excuse" - si unisce alla resistenza francese, fugge a Rousillon - Watt (romanzo finito nel 1945, pubblicato nel 1953) - Suddiviso in quattro parti, descrive il viaggio del protagonista, Watt, verso e nella casa del signor Knott, dove diventa il domestico solitario del padrone e sostituisce Arsene che pronuncia un lungo monologo d'addio alla fine della prima parte. Nella seconda, Watt si sforza di trovare senso alla vita nella casa del signor Knott, avendo provato una grande preoccupazione durante la visita degli accordatori di pianoforte Galls, padre e figlio, e tra altri episodi, per un contenitore misteriosamente resistente alle lingue. Nella terza parte (narrata da un certo Sam) Watt è in reclusione, la sua voce mascherata oltre il limite dell'identificazione, mentre il racconto parte per tangenti fantastiche come la storia del resoconto di Ernest Louit al comitato della vecchia università di Beckett, il Trinity College a Dublino, su un viaggio di ricerca nell'Irlanda occidentale. La quarta parte è la più breve e mostra Watt che arriva in una stazione ferroviaria da dove, nella distorta cronologia del romanzo, si mette in viaggio verso il ricovero che ha già raggiunto nella terza parte. Il romanzo finisce con una serie di addenda che hanno evitato l'inserimento nel testo di "soltanto stanchezza e disgusto" ma che, nonostante ciò, dovrebbero essere "studiati attentamente". Appaiono come concetti e frammenti apparentemente intesi per il romanzo ma poi non utilizzati - Il personaggio di Ernest Louit è solo una delle numerose frecciatine sarcastiche all'Irlanda contenute nel romanzo. Le altre includono la chiara ambientazione a sud di Dublino e i dignitosi cittadini dell'apertura del romanzo, Dum Spiro, editore della rivista cattolica Crux e un esperto dell'oscuro enigma teologico, e l'esasperazione di Beckett riguardo al divieto della contraccezione nello Stato Libero d'Irlanda (come precedentemente osservato nel suo saggio del 1935 Censura nello stato libero d'Irlanda). Watt è caratterizzato da un quasi ipnotico uso delle ripetizioni, da un umorismo filosofico veramente impassibile, da un inglese deliberatamente non idiomatico, come ad esempio la fermata del tram "facoltativa" di Watt, da esempi visivi come un coro di rane, un coro di note miste e da un grande uso di ellissi verso la fine del testo. Le ultime parole del romanzo sono: "simboli non ci sono dove non c'è intenzione". Beckett stesso ha affermato di aver scritto questo romanzo a Roussillon solo come "un esercizio" mentre aspettava la fine della guerra - nel 1945 a Dublino ha una rivelazione nella stanza della madre e vede il suo futuro letterario - L'ultimo nastro di Krapp (1945): un'opera teatrale in atto unico -Krapp, il protagonista dell'opera drammatica, utilizza come diario un vecchio registratore, in cui descrive le sue giornate, i pensieri e i desideri. L'atto unico ha inizio con il vecchio Krapp intento ad ascoltare una sua registrazione diaristica di trent'anni prima, dalla quale si evince l'entusiasmo che l'allora giovane clown aveva nei confronti della vita. Arrivato all'età anziana e sentendo prossima la morte, deride sé stesso per il futile tentativo di dare un senso alla propria esistenza, rivelatasi poi fallimentare. -The curtain rises on "[a] late evening in the future."[6] It is Krapp's 69th birthday and he hauls out his old tape recorder, reviews one of the earlier years - the recording he made when he was 39 - and makes a new recording commenting on the last 12 months. Krapp is sitting in his den, lit by the white light above his desk. Black-and-white imagery continues throughout.[7][8] On his desk are a tape-recorder and a number of tins containing reels of recorded tape. He consults a ledger. The tape he is looking to review is the fifth tape in Box 3. He reads aloud from the ledger but it is obvious that words alone are not jogging his memory. He takes childish pleasure in saying the word 'spool'. The tape dates from when he turned 39. His taped voice is strong and rather self-important. The voice mentions that he's just celebrated his birthday alone "at the wine house" jotting down notes in preparation for the recording session later. His bowel trouble is still a problem and one obviously exacerbated by eating too many bananas. "The new light above my table is a great improvement,"[9] reports the 39-year-old Krapp, before describing how much he enjoys leaving it, wandering off into the darkness, so that he can return to the zone of light which he identifies with his essential self. He notes how quiet the night is. The voice reports that he has just reviewed an old tape from when he was in his late twenties. It amuses him to comment on his impressions of what he was like in his twenties and even the 69-year-old Krapp joins in the derisory laughter. The young man he was back then is described as idealistic, even unrealistic in his expectations. The 39-year-old Krapp looks back on the 20-odd-year-old Krapp with the same level of contempt as the 20-odd-year-old Krapp appears to have displayed for the young man he saw himself for in his late teens. Each can see clearly the fool he was but only time will reveal what kind of fool he has become. The voice reviews his last year, when his mother died. He talks about sitting on a bench outside the nursing home waiting for the news that she had died, but Krapp at 69 is more interested in his younger self's use of the rather archaic word "viduity" (Beckett had originally used "widowhood" in early drafts) than in the reaction of the voice on the tape to their mother's passing. He stops listening to look up the word in a large dictionary. He returns to the tape; when the moment comes, his younger self is in the process of throwing a rubber ball to a dog. He ends up simply leaving the ball with the creature even though a part of him regrets not hanging onto it as some kind of memento, but states that he will forever remember its feel in his hand. The voice starts to describe the revelation he experienced at the end of a pier.[10] Krapp grows impatient and gets worked up when his younger self starts enthusing about this. He fast-forwards almost to the end of the tape to escape the onslaught of words. Suddenly the mood has changed and he finds himself in the middle of a description of a romantic liaison between himself and a woman in a punt. Krapp lets it play out and then rewinds the tape to hear the complete episode. Throughout it he remains transfixed and visibly relives the moment while it is retold. Afterwards, Krapp carefully removes this tape, locates a fresh one, loads it, checks the back of an envelope where he has made notes earlier, discards them and starts. He is scathing when it comes to his assessment of his thirty-nine-year-old self and is glad to see the back of him. He finds he has nothing he wants to record for posterity, save the fact he "Revelled in the word spool."[11] But he does mention a trip to the park and attending Vespers, where he dozed off and fell off the pew. He also mentions his recent literary disappointments: "seventeen copies sold", presumably of his last book, eleven of which have gone not to interested readers but to foreign libraries; "Getting known," he sarcastically summarises. His sex life has been reduced to periodic visits by an old prostitute recalling the jibes made in Eh Joe: "That slut that comes on Saturday, you pay her, don't you? ... Penny a hoist tuppence as long as you like."[12] Unlike his younger selves, Krapp has nothing good to say about the man he has become and even the idea of making one "last effort"[13] when it comes to his writing upsets him. He retreats into memories from his dim and distant past, gathering holly and walking the dog of a Sunday morning. He then remembers the girl on the punt, wrenches off the tape he has been recording, throws it away and replays the entire section again from the previous tape. It is a scene of masochism reminiscent of Croak in Words and Music, tormenting himself with an image of a woman's face. This time he allows the tape to play out. It ends with the thirty-nine-year-old Krapp determinedly not regretting the choices he has made, certain that what he would produce in the years to come would more than compensate him for any potential loss of happiness. Krapp makes no response to this but allows the tape to play on until the final curtain. "Krapp's spool (nastro, bobina) of life is almost wound, and the silent tape is both the time it has left to run and the silence into which he must pass."[14] Whereas the younger Krapp talks about the "fire in me"[13] the tired old man who sits listening is simply "burning to be gone."[11] The title of the play seems obvious, that what we have witnessed is the recording of Krapp's final tape, "yet there is an ambiguity: 'last' can mean 'most recent' as well as 'ultimate'. The speaker in Browning's My Last Duchess is already planning to marry his next duchess ... Still, one hopes for Krapp's sake that he will be gone before another year is over." -The name Krapp with its excremental connotations had been used before by Beckett however. In his first play, Eleutheria, dating back to 1947, the protagonist is Victor Krap, a young man who has decided to retreat from life and do nothing. He has been described as a world-weary anti-hero, a failed writer and seedy solipsist, a clear prototype for the later Krapp - Nel 1946 Sartre fa pubblicare su Les temps modernes, "suite", ma non la seconda parte - Mercier et Camier (1970) in francese, l'autore si diverte a giocare con i cliché e le stranezze della lingua, scoprendone vitalità nascoste e divertenti. - È la storia di Mercier, sorta di intellettuale, e del suo amico Camier, investigatore privato, e dei loro tentativi ripetuti di lasciare una città (una specie di Dublino appena riconoscibile) per poi abbandonare il viaggio e fare ritorno. Ci sono visite frequenti nel "posto di Helen", una specie di bordello - trilogia Molloy, Malone meurt, l'innomable in francese perché è più facile scrivere senza stile (minimalista) - Molloy (1951) : gesto di liberazione nei confronti del proprio maestro James Joyce, sulle cui orme Beckett aveva fino ad allora scritto, al punto di scegliere di scrivere in francese, limitare il lessico, non aumentare riferimenti e articolazione dello stile, ma ridurre ai minimi termini e alle radici - Nel romanzo si trova l'eco della sua infanzia: l'amore per la bicicletta, la collezione di francobolli, la sedia a dondolo, alcune figure e personaggi, compreso l'uso di codici segreti per le comunicazioni, e un certo tono da romanzi gialli che infatti ogni tanto leggeva per rilassarsi - Il primo capitolo è raccontato da Molloy, il secondo da Moran, e c'è chi ha voluto vedere nei due personaggi il sé irlandese e il sé francese dell'autore. Molloy è un ex vagabondo che ora vive in camera di sua madre. Egli descrive un viaggio che aveva intrapreso un po' di tempo prima, prima di venire a trovare la madre. Passa la maggior parte del tempo in bicicletta, vagando di paese in paese, incontrando una serie di personaggi bizzarri. L'agente segreto Moran viene contattato da un certo Gaber una domenica mattina. Entrambi lavorano per l'agenzia di Youdi che ha preparato per Moran un nuovo incarico: trovare Molloy. Ma l'investigatore, che si porta suo figlio Jacques, non riuscirà a trovarlo e ucciderà qualcuno che assomiglia a se stesso. Durante la caccia veniamo a sapere che Molloy sta cercando a sua volta sua madre. Moran si riduce a vivere come un barbone, abbandonato anche dal figlio, e quando torna a casa la trova distrutta: le galline morte, la governante fuggita, progetti e attese distrutti dal senso di illogicità del tutto. Comunque Moran scriverà il suo rapporto per Youdi. Intanto Molloy ha raggiunto la casa della madre, ma troppo tardi, in quanto lei è morta. Anche lui si siede e inizia a scrivere un lungo rapporto non si sa per chi, anche se ogni tanto un uomo si fa vivo e gli lascia del denaro in cambio dei suoi fogli. - On first appearance the book concerns two different characters, both of whom have interior monologues in the book. As the story moves along the two characters are distinguished by name only as their experiences and thoughts are similar. The novel is set in an indeterminate place, most often identified with the Ireland of Beckett's birth. The majority of the Part One is made up of Molloy's inner musings interspersed with the action of the plot. It is split into two paragraphs: the first is less than two pages long; the second paragraph lasts for over eighty pages. In the first we are given a vague idea of the setting Molloy is writing in. We are told that he now lives in his mother's room, though how he arrived there or whether his mother died before or during his stay is apparently forgotten. There is also a man who arrives every Sunday to pick up what Molloy has written and bring back what he had taken last week returning them "marked with signs" though Molloy never cares to read them. He describes that his purpose while writing is to "speak of the things that are left, say [his] goodbyes, finish dying." In the second paragraph he describes a journey he had taken some time earlier, before he came there, to find his mother. He spends much of it on his bicycle, gets arrested for resting on it in a way that is considered lewd, but is unceremoniously released. From town to anonymous town and across anonymous countryside, he encounters a succession of bizarre characters: an elderly man with a stick; a policeman; a charity worker; a woman whose dog he kills running over it with a bike (her name is never completely determined: "a Mrs Loy... or Lousse, I forget, Christian name something like Sophie"), and one whom he falls in love with ("Ruth" or maybe "Edith"); He abandons his bicycle (which he will not call "bike"), walks in no certain direction, meeting "a young old man"; a charcoal-burner living in the woods, whom he attacks and savagely beats. Part Two is narrated by a private detective by the name of Jacques Moran, who is given the task by his boss, the mysterious Youdi, of tracking down Molloy. He sets out, taking his recalcitrant son, also named Jacques, with him. They wander across the countryside, increasingly bogged down by the weather, decreasing supplies of food and Moran's suddenly failing body. He sends his son to purchase a bicycle and while his son is gone, Moran encounters two strange men, one of whom Moran murders (in manner comparable to Molloy's), and then hides his body in the forest. Eventually, the son disappears, and he struggles home. At this point in the work, Moran begins to pose several odd theological questions, which make him appear to be going mad. Having returned to his home, now in a state of shambles and disuse, Moran switches to discussing his present state. He has begun to use crutches, just as Molloy does at the beginning of the novel. Also a voice, which has appeared intermittently throughout his part of the text, has begun to significantly inform his actions. The novel ends with Moran explaining that the voice told him "to write the report." Then I went back into the house and wrote, It is midnight. The rain is beating on the windows. It was not midnight. It was not raining. Thus, Moran forsakes reality, beginning to descend into the command of this "voice" which may in fact mark the true creation of Molloy. Due to the succession of the book from the first part to the second, the reader is led to believe that time is passing in a similar fashion; however, the second part could be read as a prequel to the first. - Molloy is a vagrant, currently bedridden; it appears he is a seasoned veteran in vagrancy, reflecting that "To him who has nothing it is forbidden not to relish filth." He is surprisingly well-educated, having studied geography, among other things, and seems to know something of "old Geulincx". He has a number of bizarre habits, not least of which is the sucking of pebbles, described by Beckett in a long and detailed passage, and also having an odd and rather morbid attachment to his mother (who may or may not be dead). Moran is a private detective, with a housekeeper, Martha, and son, Jacques, both of whom he treats with scorn. He is pedantic and extremely ordered, pursuing the task set him logically, to the point of absurdity, expressing fear that his son will catch him masturbating and being an extreme disciplinarian. He also shows an insincere reverence for the church and deference to the local priest. As the novel progresses, his body begins to fail for no visible or specified reason, a fact that surprises him, and his mind begins to decline to the point of insanity. This similarity in bodily and mental decline leads readers to believe that Molloy and Moran are in fact two facets of the same personality, or that the section narrated by Molloy is actually written by Moran. Molloy's Mother Though never seen alive, Molloy's Mother is mentioned at various points in the chapter; her house being both the destination of the journey he describes as well as his residence while writing it. Molloy refers to her as Mag as "the letter g abolished the syllable Ma, and as it were spat on it, better than any other letter would have done." He communicates with her using a knocking method (as she is apparently both deaf and blind) where he hits her on the head with the knuckle of his index finger: "One knock meant yes, two no, three I don't know, four money, five goodbye." At times this seems more of an excuse to be violent towards her; when asking for money he would replace the knocks with "one or more (according to my needs) thumps of the fist, on her skull." He seems to hold extreme contempt for his mother both for her condition and for the fact she failed to kill him during her pregnancy. - Malone meurt (1951): Malone è un uomo anziano sdraiato nudo nel letto di una struttura che potrebbe essere un ospizio o un ospedale, o forse un manicomio. Le proprie cose gli sono state sottratte (tranne un cappello senza falde e un bastone macchiato di sangue a lato del letto), ma gli è stata data carta e matita. Dal suo letto riesce a vedere la finestra e fuori l'angolo di un palazzo. Quel che scrive, quasi ininterrottamente, ha a che fare con Saposcat, un giovane ospite presso una famiglia di contadini che a un certo punto diventa un uomo cambiando nome in Macmann, un vagabondo che finisce in una stanza di un istituto accudito da una vecchia, Moll, che ha un crocifisso intagliato in un dente. I due cominciano una confusa relazione sessuale, ma poi un giorno lei non torna più e lui viene a sapere che è morta. Intanto nella stanza di Malone qualcuno senza entrare ogni tanto porta via il vaso dei bisogni e vi infila qualcosa da mangiare. Adesso Macmann (che a volte assume la prima persona del racconto) è accudito da un infermiere di nome Lemuel. Malone ammette di aver ucciso sei uomini. Il romanzo termina con una gita di beneficenza organizzata da una dama di carità per i degenti dell'Istituto, ma uno degli inservienti commette un duplice omicidio apparentemente senza motivo. Malone mentre scrive prova noia e vorrebbe parlare piuttosto di finire, e a volte nomina personaggi d'altri scritti di Beckett, come Murphy, Mercier, Camier, Molloy e Moran. Malone is an old man who lies naked in bed in either asylum or hospital—he is not sure which. Most of his personal effects have been taken from him, though he has retained some: his exercise book, brimless hat, and pencil. He alternates between writing on his own situation and on that of a boy named Sapo. When he reaches the point in the story where Sapo becomes a man, he changes Sapo's name to Macmann, finding Sapo a ludicrous name. Soon after, Malone admits to having killed six men, but seems to think it's not a big deal, particularly the last: a total stranger whom he cut across the neck with a razor. Eventually, Macmann falls over in mud and is taken to an institution called St. John's of God. There he is provided with an attendant nurse: an elderly, thick-lipped woman named Moll, with crosses of bone on either ear representing the two thieves crucified with Jesus on Good Friday, and a crucifix carved on her tooth representing Jesus. The two eventually begin a stumbling sexual affair, but after a while she does not return, and he learns that she has died. The new nurse is a man named Lemuel, and there is an animosity between the two. Macmann (and sometimes Malone drifts into the first-person) has an issue with a stick that he uses to reach things, then Lemuel takes it away. At the end of the novel, Lemuel is assigned to take his group of five inmates on a trip to a nearby island on the charitable dime of a Lady Pedal. His five inmates are Macmann and four others. They are described by Malone thus: a young man, the Saxon ("though he was far from being any such thing"), a small and thin man with an umbrella, and a "misshapen giant, bearded." Lemuel requests "excursion soup" (the regularly served broth but with a piece of fat bacon to support the constitution) from the chef at the institution, though after receiving the soup he sucks each piece of bacon of its juice and fat before depositing it back into the soup. Lemuel takes his group onto the terrace where they are greeted by a waggonette driven by a coachman and Lady Pedal, along with two colossi in sailor suits named Ernest and Maurice. They leave the grounds of St. John's and take a boat to the island to picnic and see Druid remains. Lady Pedal tells Maurice to stay by the dinghy while she and Ernest disembark the boat to look for a picnicking site. The bearded giant refuses to leave the boat, leaving no room for the Saxon to get off in turn. When Lady Pedal and Ernest are out of sight, Lemuel kills Maurice from behind with a hatchet. Ernest comes back for them and Lemuel kills him, too, to the delight of the Saxon. When Lady Pedal sees this, she faints, falls, and breaks a bone in the process. Malone as narrator is not sure which bone, though he ventures Lady Pedal broke her hip. Lemuel makes the others get back in the boat. It is now night and the six float far out into the bay. The novel closes with an image of Lemuel holding his bloodied hatchet up. Malone writes that Lemuel will not hit anyone with it or anything else anymore, while the final sentence breaks into semantically open-ended fragments. The majority of the book's text, however, is observational and deals with the minutiae of Malone's existence in his cell, such as dropping his pencil or his dwindling amount of writing lead. Thoughts of riding down the stairs in his bed, philosophical observations, and conjectures constitute large blocks of text and are written as tangential to the story that Malone is set on telling. Several times he refers to a list of previous Beckett protagonists: Murphy, Mercier and Camier, Molloy, and Moran. - L'innomable (1953): L'« innommable » est un homme immobile, incapable de bouger, incapable de parler, incapable de ne pas parler. Assis dans un endroit gris, environné de gris, il ne voit presque rien, n'entend rien, ne sent rien... Un homme réduit à sa plus simple expression, à savoir une conscience. Conscience d'être / d'avoir une conscience, qui dit "je", qui se cherche, qui cherche ce qu'est la vie. Cependant, puisqu'il « a à parler », il parle, de ce qu'il sait ou plutôt, de ce qu'il ne sait pas, de ses doutes, de ce que lui disent ses voix intérieures (« eux »), des histoires des différents personnages qu'il convoque et que, d'une certaine manière, il essaie d'être : Mahood, homme tronc dans une jarre, que personne ou presque ne voit, mais qui lui, au moins, existe, ou Worm l'inadapté total, une conscience brute jadis alerte et qui depuis veille. Beckett va toujours plus loin dans le questionnement de la vie, de ce qu'elle est, des indices de sa présence ou de son absence. Le personnage principal de l'Innommable peut être vu comme la suite logique, finale, de l'évolution des personnages précédents (Molloy, Moran, Malone). - En attendant Godot (1953): la traduce lui in Inglese - tra 1962 e 1982 brevi testi nominati "dramaticules": rappresentare l'esiguità della parola e dell'azione con l'effetto di sdrammatizzare il dramma - nel 1964 autore multimediale, realizza il cortometraggio Film, regista Alan Schneider - continua ricerca di nuovi linguaggi espressivi - nel 1969 viene insignito del premio Nobel per la letteratura - Suzanne muore il 17 luglio 1989. Sofferente di enfisema e probabilmente anche di malattia di Parkinson, confinato in una casa di cura, Beckett muore il 22 dicembre dello stesso anno. Produzione letteraria - primo periodo (fino al 1945): lavori influenzati da Joyce, profondamente eruditi, unico interesse è accrescimento culturale - Murphy ha temi ricorrenti della pazzia e degli scacchi, toni pessimistici e umorismo macabro - intenzione di semplificare lo stile (francese) - secondo periodo (fino agli anni 60) - En attendant godot e trilogia - trilogia rappresenta i vertici della letteratura del XX secolo, antitetico rispetto a Joyce e Proust, parole obbligate al paradosso di voler comunicare che non c'è niente da comunicare, i protagonisti si raccontano per dare consistenza a sé e al mondo - ultimo periodo: difficoltà a narrare in prosa, opere brevi e dense, contrassegnate da straordinario rigore formale e economia espressiva - En Attendant Godot (1952) - Vladimir (Didi) e Estragon (Gogo) aspettano su una strada desolata il signor Godot, c'è solo un albero (foglie indicano il tempo), ragazzo che dice che Godot arriva domani - si lamentano ma sono dipendenti l'uno dall'altro, discorso sconnessi e superficiali, argomenti banali per fare emergere il nonsenso della vita umana - Pozzo (padrone) e Lucky (schiavo) legati da una corda, legame reciproco apparentemente indissolubile - secondo atto solo apparentemente diverso: Pozzo diventa cieco e Lucky muto ma la corda è più corta e indica simbiosi tra loro -il critico Vivian Mercier scrisse che Beckett "ha realizzato il teoricamente impossibile, un'opera in cui non succede nulla, ma che tiene incollati gli spettatori ai loro posti. In più, considerando che il secondo atto è una ripresa leggermente differente del primo, ha scritto un'opera in cui non succede nulla, due volte." Interpretazione - linguaggio non riproduce più la realizzazione della volontà individuale, non esiste più legame fra parola e azione - smentisce tutte le interpretazioni di Godot, viene da godillot, godasse, i piedi hanno un ruolo preponderante, o da ciclista Godeau che stava aspettando - riflessione metafisica sulla condizione umana - vuole che indossino una bombetta (Laurel and Hardy) - Vladimir quasi sempre in piedi, Estragon seduto, dorme, inerte e l'altro irrequieto - Vladimir pensa a cose filosofiche e religiose, Estragon a cosa mondane, fame, freddo - Estragon dimentica tutto, forse Alzheimer, e Vladimir gli ricorda - Vladimir attenzione al cappello (pensieri), Estragon agli stivali - Estragon si addormenta e fa un incubo, ma Vladimir non vuole sentirlo perché non si può agire o scappare nel sonno - Vladimir aspetta impaziente - tra Pozzo e Lucky, Lucky è dominante perché pensa, ha dato a Pozzo tutte le conoscenze che possiede, Lucky rimane sempre fedele anche quando potrebbe scappare - il ragazzo dice due volte di avere un fratello e di non averli mai visti prima - Vladimir e Estragon non sono inglesi, fanno battute sugli inglesi - interpretazione freudiana: metafora per l'inutilità dell'esistenza umana quando si aspetta la salvezza da un'entità esterna e ci si nega l'introspezione - vs rappresentazione al femminile "women don't have prostates"

Beauvoir (1908-1986)

Vita - Sione de Beauvoir, nasce a Parigi da famiglia alto-borghese ma bancarotta, anni di disagi e ristrettezze economiche - studia all'Istituto Désir, cattolico, incontra Elisabeth Lacoin (Zaza), si allontana dalla religione - 1926: tesi su Leibniz alla Sorbona, ottiene l'idoneità all'insegnamento di filosofia - legge Gide, Proust, si interessa a letteratura ribelle e anticonformista - morte di Zaza, l'amica Elisabeth Lacoin, detta Zaza, si era fidanzata con un collega di università di Simone: Maurice Merleau-Ponty. Quest'ultimo apparteneva però a una famiglia cattolica della buona borghesia, e dell'unione con Elisabeth nessuno era a conoscenza a La Rochelle, suo luogo di provenienza. Madame Lecoin minacciò di far scoppiare uno scandalo e Merleau-Ponty, impaurito, scappò, lasciando la ragazza sola e disperata. Era l'inverno; la giovane, fuori di sé per il dolore, trascorse una notte al gelo completamente nuda, morendo per la polmonite conseguente - 1929 incontra Sartre, Lévi-Strauss, Nizan - soprannominata il Castoro, perché lavoratrice infaticabile; la parola inglese per castoro, beaver, ha inoltre un'assonanza col cognome Beauvoir - 1930: esperienze di viaggio con Sartre, seguono eventi significativi (nazismo, guerra civile spagnola, seconda guerra mondiale) - 1943: licenziata, corruzione di minore - 1947: Stati Uniti, amore con Nelson Algren e viaggia - 1968: movimento femminista - anni 70: dissidenza sovietica, conflitto arabo-israeliano, aborto, Cile, donna (presidentessa dell'associazione Choisir e della Lega di diritti della donna) - Nel 1971 redige il "Manifesto delle 343 puttane" ("Manifeste des 343 salopes") firmato appunto da 343 fra intellettuali, attrici, e donne comuni che si autodenunciavano per avere fatto ricorso all'aborto ("Je me suis faite avorter") - Pensiero - opere con considerazioni filosofiche e esistenzialiste personali rivolta ad approfondire il tema del ruolo e della condizione della donna nella società moderna - ateismo ma non disimpegno dalla morale: fondazione di una nuova etica irreligiosa - L'invitée (1943): romanzo, inserimento nell'ambito della coppia (Pierre e Françoise) di un terzo personaggio (Xavière), che ne muta l'intero equilibrio, costringendo ognuno a svelarsi sotto lo sguardo dell'altro - esplora concetti dell'esistenzialismo come libertà, rabbia, l'altro - Le sang des autres (1945): responsabilità Resistenza nella Francia occupata - responsabilità duplici: lottare contro l'oppressione nazista e spingere gli altri a rischiare la vita: ognuno è sempre responsabile in prima persona delle proprie scelte e libertà - La vieillesse (1970): temi angosciosi di malattia, vecchiaia e morte - «Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza, un'eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; una comunista raccontava, nel '45, che a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti; ho praticato con assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale, ecc.Con i tacchi bassi, i capelli tirati, somiglio ad una patronessa, ad un'istitutrice (nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei boy-scout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...] Nulla impedisce di conciliare i due ritratti. [...] L'essenziale è presentarmi come un'anormale. [...]Il fatto è che sono una scrittrice: una donna scrittrice non è una donna di casa che scrive, ma qualcuno la cui intera esistenza è condizionata dallo scrivere. È una vita che ne vale un'altra: che ha i suoi motivi, il suo ordine, i suoi fini che si possono giudicare stravaganti solo se di essa non si capisce niente.» - Le deuxième sexe (1949): saggio sulla condizione femminile - donna attraverso dati della biologia, psicanalisi e materialismo storico - La donna viene vista dall'autrice attraverso i dati della biologia, il punto di vista psicanalitico e quello del materialismo storico. Dapprima ella è analizzata dall'esterno e in particolare dall'uomo e ne viene messa in rilievo la condizione subordinata che le è stata attribuita e in seguito viene studiata in ogni fase della sua vita, dall'infanzia all'iniziazione sessuale, dalla maturità alla vecchiaia. Ne vengono descritti i comportamenti e le varie situazioni, come sposa, madre, prostituta, lesbica, narcisista, innamorata, mistica. Simone de Beauvoir parla di tutte le circostanze che portano a credere all'inferiorità delle donne e degli effetti che questo ha sulla loro scelta di sposarsi e di abbandonare la propria carriera. Inoltre, spiega che, in un mondo in cui i due sessi fossero uguali, entrambi sarebbero più liberi: infatti se l'uomo desse alla donna la possibilità di avere una carriera significativa, lei si focalizzerebbe meno su di lui e potrebbe essere più indipendente. - donna analizzata dall'esterno, dall'uomo come subordinata, suoi comportamenti descritti nelle varie situazioni - circostanze che portano a credere all'inferiorità delle donne e effetti sulla loro vita - se fossero uguali, sarebbero più liberi (perché donna con carriera è più indipendente) - interroga studiosi, medici, scrittori e done - necessario che la donna venga integrata nella società con gli stessi diritti e doveri dell'uomo e con le conquiste che ne derivano - linguaggio e tecnica della filosofia esistenzialista

Malraux (1901-1976)

Vita - André Malraux, Parigi, infanzia con madre e nonna, studia all'Ecole des Langues Orientales, frequenta ambienti artistici parigini - 1921: matrimonio con Clara Goldschmidt ricca, perde fortuna a causa di investimenti sbagliati: vanno in Cambogia per recuperare reperti archeologici e rivenderli, lui arrestato, lei mobilita intellettuali parigini (Louis Aragon, André Breton, François Mauriac, André Gide e Max Jacob) per diminuire la pena, lui torna in Francia nel 1924 - Les conquérants (1928) - La vie royale (1930): avventura - 1925: torna in Indocina, giornalista per giornale di opposizione al governo coloniale francese - La condition humaine (1933) ispirato a storia vera, lui e Clara riportano un comunista in Europa - vs fascismo e nazismo, viaggi nell'URSS, pro governo repubblicano nella guerra civile spagnola (1936): Esquadrilla Espana, va missioni - 1939: rientra in Francia prima della caduta del governo repubblicano, si arruola volontariamente nella seconda guerra mondiale, diventa vicino a De Gaulle - ministro della Propaganda e dell'Informazione (1945) - ministro di Stato e ministro della Cultura (1959): incarico creato per lui: vuole far splendere la cultura francese nel mondo, tantissime opere sociali (ma dopoguerra francese è un deserto artistico che lo Stato francese ha tentato di dissimulare a colpi di eventi culturali) ma tentativo di democratizzare la cultura - 1964: discorso per traslazione delle ceneri di Jean Moulin al Pantheon: Aujourd'hui, jeunesse, puisses-tu penser à cet homme comme tu aurais approché tes mains de sa pauvre face informe du dernier jour, de ses lèvres qui n'avaient pas parlé ; ce jour-là, elle était le visage de la France" - negli anni 70 avanza la sindrome di Tourette, alcolismo e oppiacei, allontamento dalla politica ed espulsione dal partito - necessità di sorpassare se stesso, eroismo duro senza utopie consolatrici - arte unico elemento grandioso a portata dell'uomo - Les conquérants (1927): narratore (europeo) va in nave in Cina interessato nelle notizie di Canton e Hong Kong, manifestazioni ostili alla presenza europea, incontra il capo dello sciopero (Klein) e consultano documenti di Garine, amico della propaganda rivoluzionaria a Canton - esaltazione avventura, annullare la vanità dell'esistenza con la partecipazione a una qualsiasi grande azione, eroi si battono contro l'assurdità della vita - azione eroica occasione per affrontare ciò che minaccia la vita: debolezza, sofferenza e morte, per dominarla, sottometterla all'ordine del destino - La voie royale (1930): Vannac e Perken anticonformisti, vogliono rubare bassorilievo e ritrovare l'amico Grabot, persi nella giungla, patto con gli Stiengs che tengono Grabot in condizioni inumane, Perken ha un piano ma resta ferito e muore, crudele - La vicenda si svolge nel sud-est asiatico durante l'era coloniale. I personaggi partono per una spedizione nella giungla, lungo la vecchia strada reale. Uno cerca prima gli oggetti di valore, l'altro vuole ritrovare una vecchia conoscenza. I personaggi sono Claude Vannec, un giovane archeologo bretone e il vecchio Perken, un danese con più esperienza. Sono anticonformisti e vogliono cooperare per realizzare i loro sogni: rubare bassorilievi e trovare l'avventuriero Grabot, che è scomparso. Riescono a rubare i rilievi, ma la loro guida li abbandona. Si ritrovano smarriti nella giungla senza conoscerla. Quindi, poiché non vogliono incappare nel governo, camminano in un territorio non controllato, il territorio del Moïs, che è pericoloso. Ma è anche la regione che suppongono sia il luogo di soggiorno di Grabot. Gli avventurieri devono sopravvivere in un ambiente ostile (paludi, trappole, insetti giganti, ecc.). Fanno un patto con gli Stiengs, ma il patto diventa incerto quando gli avventurieri vedono che gli Stiengs detengono Grabot, che trattano in modo disumano. La possibilità di fuggire senza essere uccisi o imprigionati è bassa. Perken mette a punto un piano che permette loro di fuggire, usando molto coraggio e lucidità. Ma è ferito. L'artrite settica (prima della scoperta di antibiotici, in un luogo privo della minima possibilità di operare un'amputazione sterile) condanna il vecchio avventuriero a morire in una sofferenza atroce. - La sfida non è solo quella di sopravvivere nella giungla pericolosa. È anche una riflessione metafisica sull'uomo e sul suo destino che rende questo romanzo un'opera esistenzialista. - ferrovie simbolo del mondo civile che non piace agli avventurieri - narrazione in terza persona, cronologico e lineare - eroismo, morte, anticonformismo: mondo assurdo, non spiega la morte di Perken (nessuna ricompensa divina o futura) - La condition humaine (1933): vince premio Goncourt, rivoluzionari Cen, Kyo, Katov organizzano rivolta a Shanghai, in ciascuno traspare una filosofia di vita: morte attiva e non lasciarsi morire passivo, protagonista reale è la morte, l'unico ad essere ucciso è Katov che darà la propria parte di cianuro a due compagni stremati dalla paura di essere bruciati vivi. - racconta il viaggio di un gruppo di rivoluzionari comunisti che si preparano alla rivolta nella città di Shanghai. All'inizio della storia, il 21 marzo 1927, comunisti e nazionalisti stanno preparando un'insurrezione contro il governo. Per riuscire nell'insurrezione, il gruppo di Kyo e Katov è alla ricerca di armi. Per impossessarsi di un carico, Chen accoltella un trafficante d'armi. Le informazioni che recupera dal cadavere consentono a Kyo e Katov, supportati dal barone Clappique di recuperare le armi da un mercantile nel porto. Possono quindi distribuire il carico ai combattenti clandestini. L'insurrezione ha luogo il giorno successivo e ottengono facilmente la vittoria grazie a una popolazione alleata con loro contro la polizia. Dall'altra parte, il capitalista Ferral convince la comunità imprenditoriale a radunarsi al generale Chiang Kai-shek, in procinto di invadere la città. La vittoria è conquistata, e Chiang Kai-shek si rivolta contro i comunisti, in seguito all'accordo raggiunto con Ferral e chiede che i rossi si arrendano. In reazione, Kyo parte per consultare il Comintern (Internazionale Comunista) in Han Kéou, una città situata un po 'più a nord, ma Mosca dichiara che preferisce rimanere neutrale e proibisce qualsiasi nuova rivolta. Ritorna senza sapere cosa fare, mentre Chen, che il suo primo omicidio si è gradualmente trasformato in un sostenitore dell'azione diretta, considera l'assassinio di Chiang Kai-shek. Nel mezzo della repressione, Clappique scopre che lui e Kyo sono ricercati dalla polizia. Egli avvisa quest'ultimo e organizzano un incontro la sera, alle 11. Allo stesso tempo, Chen non riesce ad assassinare il generale Chiang Kai-shek, quindi comprende che è necessario prevedere un attacco suicida per avere maggiori possibilità di successo e affermare il suo desiderio di elevare l'attacco individuale come metodo privilegiato, adempimento, secondo lui, della vera natura dell'impegno. Purtroppo, si lancia sotto un'auto esca, intesa a proteggere il generale da persone come lui. Kyo e May cercano di trovare Clappique che, giocando per raccogliere i soldi necessari per la sua partenza, viene vinto dalla frenesia del gioco e non vuole più pensare ai suoi compagni. La coppia, non prestando più attenzione all'avvertimento del barone, è attacca in strada dalla polizia. Kyo viene arrestato e May viene lasciata a terra. Clappique, in preda al rimorso, cerca di intercedere con la polizia per liberare Kyo dopo una richiesta di Gisors che conosce i rapporti del barone con il capo della polizia di Chiang Kai-shek. Dall'altra parte, Hemmelrich, dopo aver scoperto il brutale omicidio della sua famiglia e aver scoperto che ora era libero di superare il suo status di uomo, si unisce a Katov per combattere contro il generale. Katov viene ferito e catturato, ma il belga riesce a scappare indossando un'uniforme dal campo avversario. Kyo e alcuni dei suoi compagni sono imprigionati. Kyo, come tutti gli altri leader della rivoluzione, ha una capsula di cianuro mimetizzata nella fibbia della cintura. Dopo essere stato informato delle torture che lo attendono, decide di usarlo e si suicida. Tuttavia, Katov decide di affrontare la tortura e offre la sua dose di cianuro ad altri prigionieri. Clappique, a cui il capo della polizia (König) aveva concesso "due giorni per filarsela" facendogli sapere che conosceva il suo ruolo nel commercio di armi, si imbarca per l'Europa sotto mentite spoglie. Ferral fallisce a Parigi con le banche e il governo nel suo desiderio di salvare il consorzio cinese di cui è direttore. May viene a trovare Gisors, che si è rifugiato con suo cognato, il pittore Kama, a Kobe (Giappone): viene a prenderlo perché è nominato professore a Mosca. Con una lettera per posta May scopre che Hemmerlich è diventato operaio. Il professore le dice che rimarrà in Giappone. Quindi parte per l'Unione Sovietica per "servire". Gisors le fa capire che potrebbe iniziare una nuova vita. May recupera la nave. - l'unicità del romanzo sta nel fatto che unisce la coscienza dell'assurdo con la certezza di poter trionfare sul proprio destino, grazie al suo impegno per la storia - discontinuità nella composizione del romanzo a livello di frase e stile, invito al lettore a ricomporre attivamente il senso dell'opera: lettura a più livelli (precursore dell'esistenzialismo) - coesistono la consapevolezza dell'assurdo e la certezza di poter trionfare sul proprio destino con la partecipazione attiva alla storia - rivoluzione è azione liberatrice: oppressione politica e minaccia economica sono prove dell'assurdo, privano l'uomo della dignità - L'espoir (1937): racconta guerra civile spagnola, Magnin dirige missione eroica che sancisce la vittoria dei Repubblicani a Guadalajara - racconta le vicissitudini di un gruppo di personaggi che combattono nelle file delle forze della Repubblica spagnola all'inizio della guerra di Spagna, quindi dalla metà del 1936 ai primi mesi del 1937. Tra di essi spicca il francese Magnin, autoritratto di Malraux, che comanda una squadriglia di aviatori di diversa provenienza nazionale. Tra i personaggi del romanzo, vi è anche l'intellettuale antifascista italiano Nicola Chiaromonte, rappresentato sotto il nome di Giovanni Scali - meditazione morale e politica sull'azione: uomini non lottano solo contro l'avversario ma contro loro stessi: per agire bisogna rinunciare a essere, indurirsi, modificarsi - ogni responsabile vive una tragedia spirituale all'interno di un dramma storico e politico, ma ognuno sa di crescere - Antimémoires (1967): autobiografia, incentrato su eventi politici ai quali ha partecipato: "quel interent il y a à se souvenir" - Le temps du mépris (1935): epoca avvilimento umano, resistenza contro tortura morale e fisica dei campi di internamento nazisti - Le musée imaginaire (1947) - La création artistique (1948) - La voix du silence (1951) - « L'humanisme, ce n'est pas dire : « Ce que j'ai fait, aucun animal ne l'aurait fait », c'est dire : « Nous avons refusé ce que voulait en nous la bête, et nous voulons retrouver l'homme partout où nous avons trouvé ce qui l'écrase ». - ha messo nell'arte, in particolare nell'idea di un "musée imaginaire" che strapperebbe le opere d'arte alle loro funzioni tradizionali per ripensarle nelle loro relazioni e metamorfosi - l'unica grandezza alla portata dell'uomo e unica possibilità di eternità. - agnostico, non si lega mai ad un dogma in particolare. « Je pense que la tâche du prochain siècle, en face de la plus terrible menace qu'ait connue l'humanité, va être d'y réintégrer les dieux. » - enucleare da creazioni differenti un significato comune: opere del passato acquisiscono significato attuale tramite metamorfosi - arte è antidestino: gesto creativo, assumendo l'eredità di tutti i gesti che l'hanno preceduto, assicura la persistenza dell'uomo, della sua parte più alta; uomo inscritto nella storia, la trascende - personaggi dei suoi romanzi incompleti: le assenze dell'opera accentuano il conflitto dell'intellettuale vs destino: passioni soffocate dalla passione della mente - grande mitomane, spesso scrive resoconti autobiografici (es. sulla guerra) inventando ferite o incidenti mai avvenuti; relativizza il valore della veridicità: « La mystification est éminemment créatrice », « Tout aventurier est né d'un mythomane », « Ce n'était ni vrai ni faux, c'était vécu », « Je fabule, mais le monde commence à ressembler à mes fables »


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