Latino unimarconi

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Modelli teatro latino

* Italico: Atellane Fescennini *greco Soggetto Ambientazione Nomi dei personaggi Termini tecnici della drammaturgia *etrusco Termine hystrio, attore Secondo T Livio gli spettacoli romani hanno origine etrusca

Distribuzione dei carmina di catullo

1-60 componimenti brevi 61-68 carmina docta, polimetri 69-116 epigrammi

Battaglia di munda

45 ac Vittoria definitiva sui pompeiani

Battaglia di farsalo

48 ac Cesare sconfigge pompeo

Battaglia di pistoia

62 Muore catilina

Vita di cesare dopo la gallia. Guerre civili

Dopo la conquista della Gallia, Cesare ha acquisito a Roma un immenso potere personale. In particolare può contare: sull'esercito e sull'appoggio della plebe. Ciò lo porta ad entrare in contrasto con l'oligarchia senatoriale, che trova un proprio paladino in Pompeo (nel frattempo l'altro triumviro, Crasso, era morto). Si apre un periodo di conflitto fra gli optimates di Pompeo e i populares di Cesare. Nel 49 a. C. il Senato dichiara apertamente guerra a Cesare: è la Guerra Civile (49-45 a.C.) Le Principali tappe della Guerra Civile, scritte nel Dello Civili di Cesare, sono: • 48 a. C.: battaglia di Farsalo (in Tessaglia), dove Cesare sconfigge l'esercito di Pompeo. • 48 a. C.: dopo la sconfitta di Farsalo, Pompeo si rifugia in Egitto, dove viene ucciso dal faraone come atto di compiacenza verso il vincitore Cesare. • 46 a. C.: battaglia di Tapso (nell'attuale Tunisia). • Dopo la scomparsa di Pompeo, Cesare muove contro i pompeiani che si erano riorganizzati in Africa sotto la guida di Catone il Giovane (pronipote di Catone il Censore) e li sconfigge. Dopo la sconfitta di Tapso, Catone il Giovane (di filosofia stoica) si suicida nella città di Utica. Da allora sarà detto Catone 'l'Uticense'. Il suicidio di Catone il Govane dimostra quanto fosse difficile la vita per gli stoici in questa fase storica. Gli stoici aspiravano alla libertà intellettuale, alla virtù, al rispetto dello stato e delle sue istituzioni, grandissimi romani erano di filosofia stoica, un esempio è Seneca, possiamo dire che i principali rappresentanti dello stato e della letteratura latina sono molto più vicini allo stoicismo che all'epicurismo. Casi come Lucrezio, epicureo, sono del tutto marginali. Ecco che gli stoici, come avviene per Catone il Giovane, nel momento in cui si accorgono che le istituzioni non valgono più, che sono ormai sottoposte ad un grandissimo potere personale, il principato prima e l'Impero poi, preferiscono spontaneamente togliersi la vita. (Tratto tipico dello stoicismo) • 45 a. C.: battaglia di Munda. • Cesare affronta le ultime resistenze pompeiane, che si erano raccolte in Spagna, e le sconfigge definitivamente a Munda, nell'attuale regione dell'Andalusia. Miunda è la vittoria definitiva sui pompeiani, sul senato e anche sulla repubblica I Sostenitori di Cesare nella sua lotta contro Pompeo sono: 1. Marco Antonio, tribuno della plebe, fu luogotenente di Cesare a Farsalo; 2. Ottavio, pronipote di Cesare (poi divenuto primo imperatore con il nome di Augusto), combatté a Munda. La vittoria contro Pompeo non aveva posto fine all'odio dei senati e dei nobili contro Cesare, anzi man manno che aumentava il potere di Cesare e il suo appoggio da parte della plebe, cresceva sempre più il timore di un potere personale, quindi i senatori capendo che non c'era più nessuna possibilità di percorrere le vie legali per opporsi a Cesare, decisero di ucciderlo. Cesare viene ucciso nelle Idi di Marzo (=15 marzo) del 44 a. C. da una congiura capeggiata da senatori Bruto e Cassio.

Quale parte della gallia è provincia romana al tempo di cesare?

Gallia nerbonense (meridionale) Il resto abitato da barbari: Belgi nord Aquitani ovest Celti centro

Ludi megalenses

Magna mater Aprile

Il servo in plauto

Motore della trama: compie imprese impossibili agli altri personaggi Nei suoi monologhi si compiace di creare situazioni e mandare avanti la trama, come un poeta (vd pseudolus)

Camene

Muse di roma Egeria Antevorta Postvorta Camenta

Vita di plauto

Nasce intorno al 250ac a sarsina, nell'Umbria dell'epoca. Ora Emilia romagna Rappresenta prima opera durante II guerra punica Non è agiato e probabilmente non hancittadinanza romana. I tria nomina sono probabilmente inventati Maccius è un personaggio dell'atellana, plauto usa il nome ironicamente al posto del genetlicium 200 ac stichus commedia più corta 191 ac pseudulus commedia più lunga 184 ac muore

Date di lucrezio

Nasce intorno al 90 in campania a Ercolano o Pompei, muore verso 50ac Famiglia aristocratica

Formae

Recitano solo gli uomini Con maschere lo stesso attore recita in più ruoli e gli spettatori riconoscono immediatamente il personaggio Opere scritte in versi di diverso tipo (polimetria) Stile e linguaggio cambiano a seconda di genere e autore. Più alto nella tragedia.

Nevio

Si colloca nel III secolo a.c. Fu insieme a Livio Andronico il più antico poeta latino. Nasce in Campania tra il 275-270 a.C. a Capua. Nevio viene da famiglia plebea, ma è libero e possiede la cittadinanza romana, caratteristica che lo contraddistingue da Livio Andronico suo predecessore. La cittadinanza romana è dovuta al fatto che, dopo le guerre sannitiche (343-295 a.C.), Capua era un civitas romana sine suffragio ( città con cittadinanza romana ma senza diritto di voto). Questo le permise di combattere nella prima guerra punica (264- 241 a.C.). Dopo l'esperienza militare Nevio vive a Roma come autore di opere drammatiche, ma a differenza di Livio Andronico o Ennio, non sembra avesse protettori nobili. La poesia di Nevio è percorsa da polemiche anti-nobiliari, specialmente contro i metelli, una delle famiglie più potenti di Roma. Quando un membro dei Metelli arrivò al consolato, Nevio scrisse il verso: "Fato Metelli Romae fiunt consules", questo verso può essere tradotto in due modi: 1. "Per la rovina di Roma i Metelli sono stati fatti consoli"; 2. "Per volere del destino (e dunque senza alcun merito personale) i Metelli sono stati fatti consoli a Roma". Ovviamente i Metelli si vendicano e Nevio viene incarcerato. Muore in esilio ad Utica (nell'odierna Tunisia) nel 201 a.C. La polemica anti-nobiliare non ha giovato a Nevio per la conservazione delle sue opere, di cui ci restano soltanto frammenti di: opere teatrali (commedie e tragedie) , e il Bellum Poenicum, suo capolavoro, in versi saturni. Nevio compone commedie di ambientazione romana (togate) fra cui la Tarentilla, storia di una bella ragazza dai facili costumi. Oltre alle tradizionali tragedie di ambientazione greca (cothurnatae), Nevio compone anche tragedie di ambientazione romana (praetextae), quali: Romulus e Clastidium. (Romolo e Casteggio). Il titolo di Romulus può essere anche Lupus (la lupa), la trama è quella della fondazione di Roma. La tragedia Clatidium prende il nome da una cittadina di Pavia (Casteggio), la trama è quella della vittoria dell'esercito romano, guidato dal console Marco Claudio Marcello, contro i Galli Insubri, guidati da Viridomaro, nel 222 a.C. Lo scontro con i Galli insubri rappresenta uno dei primi scontri dei romani contro tribù di origine celtica, la più grande manifestazione contro queste tribù avverrà nell'epoca repubblicana con le campagne di Cesare (58-51 a.C.). Con il Romulus ed il Clastidium, Nevio mette in scena i vecchi e nuovi successi militari di Roma, cosa inconsueta per delle opere teatrali, tradizionalmente infatti, le tragedie rappresentavano storie mitologiche e non battaglie piuttosto attuali. Quella del Clastidium sarà una novità seguita da altri autori. Il successo di Marco Claudio Marcello a Clastidium fu tale che nel suo trionfo gli fu concesso il raro onore indossare le spolia opima ('bottino abbondante') strappate al nemico Viridomaro. Questo rappresenta un fatto storico perché, prima di Marco Claudio Marcello, chi ricevette le spolia opima furono personaggi tra mito e storia, esempio Romolo.

Ideali stilistici di catullo

lepos = 'grazia' - venustas = 'bellezza' - urbanitas = 'lingua cittadina'

Vita di cesare fino alla gallia

nasce a Roma nel 100 a.C. da una potente famiglia patrizia, la gens Iulia, che si considerava derivata da Iulo o Ascanio, figlio di Enea. Con le sue putative origini di Iulo, la gens Iulia vantava: - un collegamento con la stirpe dei re di Troia e con l'epoca degli eroi omerici; - un'origine divina, visto che Enea era a sua volta figlio della dea Venere. Sappiamo dal mito, raccontato poi da Virgilio nell'Eneide, che Enea, nel momento della distruzione della città di Troia, affronto un lungo viaggio insieme al padre Anchise e al figlio Iulio o Ascanio che lo portò nella penisola italica e alla fondazione della città di Roma. Nonostante le sue origini aristocratiche, nel I secolo a.C. la gens Iulia non godeva di potere né di particolari ricchezze. Innanzitutto la famiglia di Cesare viveva nel quartiere popolare e malfamato della Suburra, e poi Cesare fu costretto a contrarre dei debiti per ottenere le prime cariche pubbliche. Forse per queste origini patrizie ma non ricche Cesare fu vicino alla parte popolare. Anzi fu Capo carismatico della parte popolare. Cesare parteggia per Mario contro Silla (sposa Cornelia, figlia del capo mariano Cinna). Nel 77 a.C. cita in giudizio il sillano Dolabella accusandolo di concussione; quest'ultimo fu assolto, e Cesare lascia Roma per evitare ritorsioni. Dopo la morte di Silla rientra a Roma, dove comincia una brillante carriera politica rivestendo varie cariche pubbliche. • Tribuno militare nel 73 a.C.: contatto con l'esercito. • Tribuno della plebe nel 70 a.C.: contatto con la plebe. • Questore nella Spagna Ulteriore nel 68 a.C.: contatto con la realtà delle province. • Edile nel 65 a.C.: offre spettacoli per guadagnarsi il favore popolare. • Pontefice massimo nel 63 a.C.: ottiene la carica contro rappresentanti della nobiltà. Già dal cursus honorum di Cesare possiamo vedere che intrattiene rapporti con l'esercito, poi con la plebe, infine con la realtà delle provincie. Spesso Cesare si schiera contro l'oligarchia, come dimostra il contrasto con Silla, e contro il Senato. Il contatto di Cesare con l'esercito e con il popolo si vede nella sua attività politica precedente la conquista della Gallia. Nel 63 a. C. Cesare parla in Senato a favore di Catilina, la cui congiura anti-oligarchica viene denunciata da Cicerone e repressa brutalmente. Questa difesa di Catilina da parte di Cesare è molto forte perché Catilina aveva cercato prima di ottenere il potere per vie legali, poi sconfitto alle elezioni di console cerca di prendere il potere cospirando contro il Senato. Appoggiando catilina, Cesare si schiera contro Cicerone e il Senato, contro la nobiltà, l'oligarchia in generale. Cesare fin dagli inizi della sua carriera politica sceglie collaboratori da strati sociali diversi, anche umili. Arruola le sue legioni non solo a Roma, ma anche in alcune province (Gallia Cisalpina e parte dell'Illirico). Primo triumvirato stipulato fra Cesare, Pompeo e Crasso (60 a. C.): - Cesare aveva l'appoggio della plebe - Pompeo aveva l'appoggio dell'esercito - Crasso aveva le risorse economiche In questo modo i tre ponevano le basi per un'alleanza contro il Senato. C'è poi Il periodo del consolato. Grazie all'appoggio dei triumviri, Cesare viene eletto console nel 59 a. C.: In questo periodo fa approvare una serie di leggi a favore della plebe e dei veterani, che erano sostenuti da Pompeo, anche contro il volere del Senato. Inoltre si impegna per l'assegnazione di lotti dell'ager publicus alla plebe e ai veterani senza espropri di piccoli proprietari. Prima dello scadere del consolato, Cesare si fa assegnare per cinque anni la provincia della Gallia (prima solo Cisalpina, poi anche Narbonense) e dell'Illirico. Era molto comune in questo periodo che i Consoli (carica più alta) allo cadere del consolato dovessero allontanarsi da Roma per cinque anni ed essere governatori di una provincia. Questa misura era stata introdotta tradizionalmente per impedire che un personaggio potesse concentrare su di sé un forte potere personale dentro la città di Roma.

Carmen saliare

uno dei più antichi canti della poesia religiosa. Era recitato dai Sali,un collegio religioso istituito dal Re Numa Pompilio. I Sali erano sacerdoti del Dio Marte e istituivano delle processioni, soprattutto nel mese di marzo e di ottobre, per celebrare l'apertura e la chiusura della stagione della guerra, durante la quale essi portavano armature molto antiche e saltavano (per questo Sali: dal verbo latino salio= saltare) . Questi sacerdoti discendevano da famiglie patrizie.

Modello letterario dei neoteroi

Callimaco

65 ac

Cesare edile. Offre spettacoli così guadagna favore popolare

68 ac

Cesare questore spagna ulteriore. Contatto con province

70 ac

Cesare tribuno della plebe. Contatto col la plebe

73 ac

Cesare tribuno militare a contatto con esercito

Tetrafarmaco

Come superare 4 mali dell'umanità: Paura degli dei Paura della morte Assenza di piacere Dolore fisico

Tragedia romana

Coturniata in grecia Praetexta a Roma

Opere di terenzio

ci sono pervenute integre e provviste di dettagliate note filologiche. Le sue commedie sono sei: 1. Andria 2. Hècyra 3. Heautontimorùmenos 4. Eunuchus 5. Phormio 6. Adelphoe

Carmen

dal latino cano (cantare), indica un tipo di letteratura dai tratti fortemente orali caratterizzata da allitterazione, costruzioni parallele, come appunto una sorta di canto. Nel periodo preletterario la poesia si limitava alla sfera del pratico e dell'occasionale, quindi cantava i sentimenti spirituali e civili in componimenti detti carmina usavando il verso saturnio. Nel periodo antico, i carmina non indica solo ciò che è cantato, ma tutto ciò che è solenne, tutto ciò che sta fuori dal parlato quotidiano, quindi anche la prosa. I Carmina hanno contenuti ingenui e mostrano una certa rozzezza stilistica, oltre a allitterazioni, assonanze ecc... è presente una cadenza a cantilena monotona che aiutava l'apprendimento a memoria. I carmina più famosi sono: 1) Carmina Saliare; 2) Carmina Arvale

Asianesimo

si rifaceva alla scuola di Pergamo, aveva un programma molto diverso, utilizzava un lessico originale con parole difficili, frasi lunghe e periodi complessi.

Caratteristiche dei carmen

tipologie stilistiche orali un canto religioso con anafore, allitterazioni, omoteleuto (figura retorica in cui le parole hanno la stessa terminazione) tutta una molteplicità di figure retoriche. Questo linguaggio molto arcaico impediva la comprensione di tutte le parole già al tempo di Cicerone

Carmen arvale

un canto propiziatorio (rito) affinché gli dei invocati diano fertilità ai campi (arva= campi). Il canto, in versi saturni, ognuno ripeturo tre volte mentre l'ultimo ripetuto cinque volte, costituiva il momento culminante della processione della festa Ambarvalia eseguita nel mese di maggio da un collegio sacerdotale: i frates Arvales, sacerdoti tutti patrizi dediti alle divinità agricola Dia.

Nuclei narrativi bellum poenicum

1. l'origine mitica di Roma a partire dal viaggio di Enea nel Lazio. 2. Argomento attuale: Prima Guerra Punica (264-241 a.C.), in cui Nevio stesso combatté.

Ludi apollinares

Apollo Luglio

Atellane

Atella: città campana di lingua OSCA Osci: conquistati dai romani insieme ai sanniti, tra i primi popoli italici ad avere cittadinanza romana Canovaccio rudimentale Personaggi tipizzati come nella commedia dell'arte

Cesare è un seguace di quale dei due stili?

Atticismo

Differenze tra teatro greco e romano

Diff: formali Teatro romano non ha il coro Diff di contenuto: no allusioni a politica contemporanea nella commedia, che ricorda più il teatro di menandro, la commedia nuova di epoca ellenistica

Cosa rimprovera catullo ai neoteroi?

Disimpegno civile e politico Stile artificioso lontano da concetti di ingeniun e natura ciceroniani

De bello gallico

De Bello Gallico comincia con una descrizione della conformazione della Gallia. Della Gallia solo la parte meridionale (Gallia Narbonense) era provincia romana, il resto era abitato da 'barbari', appartenenti a tre gruppi etnici principali: - Belgi a Nord - Aquitani a Ovest - Celti (Galli stricto sensu) al centro. La parte orientale era abitata da tribù germaniche. "Gallia est omnis divisa in partes tres, quarum unam incolunt Belgae, aliam Aquitani, tertiam qui ipsorum lingua Celtae, nostra Galli appellantur". "La Gallia è, nel suo complesso, divisa in tre parti: la prima la abitano i Belgi, l'altra gli Aquitani, la terza quelli che nella loro lingua prendono il nome di Celti, nella nostra, di Galli". (De Bello Gallico 1.1) L'opera comincia quindi con una descrizione geografica della Gallia, altre a raccontare le vicende belliche, Cesare fa attenzione alla descrizione dei luoghi, usi e costumi dei Galli incontrati dai romani. Il De Bello Gallico è la principale fonte che ci informa degli usi e costumi dei popoli celtici e in particolare dei celti della Gallia. Essendo stata successivamente conquistata per intero, le testimonianze sulla Gallia erano poche perché erano state sostituite dalla lingua latina, per questo motivo, l'opera di Cesare, è molto importante. Nel De Bello Gallico Cesare descrive le varie tappe della sua conquista della Gallia: La prima fase vede Cesare contro gli Elvezi. Nel 58 a.C.: gli Edui, alleati di Roma, chiedono l'aiuto di Cesare contro lo sconfinamento degli Elvezi nei loro territori. La guerra contro gli Elvezi permise a Cesare di acquisire sotto il suo 'protettorato' gran parte della Gallia centrale. Parte dei Galli chiese l'aiuto di Cesare contro i Germani, capeggiati da Ariovisto, che sconfinavano spesso al di là del Reno. Cesare lo sconfisse e gli impose di non oltrepassare più il Reno. Il Reno separava la Gallia dalla Germania La seconda fase vede Cesare contro i Belgi. Di fronte all'avanzare del potere di Cesare nella Gallia più interna, i Galli che lottavano per la propria indipendenza si raccolgono attorno ai Belgi, a Nord. Cesare sconfigge i Belgi, infliggendo loro dure perdite, e conquista tutto il territorio della Mosa e della Schelda. A Roma, quando giunge la notizia della vittoria romana contro i Belgi, si indicono quindici giorni di preghiere pubbliche (supplicationes) agli dei, un onore che non era mai stato offerto ad un generale romano in epoca storica . Intermezzo: il secondo quinquennio proconsolare • Nel 56 a. C., prima dello scadere del quinquennio proconsolare, Cesare si riunisce a Lucca con Pompeo e Crasso e ottiene di prolungare di altri cinque anni il suo soggiorno in Gallia al fine di conquistare l'intera penisola: conquista dell'Aquitania e della Normandia • 54 a. C.: Cesare sbarca in Britannia, oltrepassa il Tamigi, impone ostaggi e tributi, impresa che nessuno mai aveva osato nemmeno pensare, ma poi torna in Gallia per sedare altre rivolte. Alla fine Cesare riesce a conquistare tutta la Gallia con la presa di Alesia • 52 a. C. Vercingetorige, re degli Arverni, si ribella a Cesare, e attorno a lui si raccolgono altre sacche di resistenza anti-romana. Cesare assedia Gergovia, capitale degli Arverni, che però resiste. Tutti i Galli si sollevano contro i romani. Vercingetorige attacca le legioni romane, ma è costretto a chiudersi nella piazzaforte di Alesia. Assediato dai Romani, Vercingetorige si arrende. 51 a. C.: la Gallia diventa provincia romana. La Gallia era una terra grande e ricche di risorse naturali, ma anche di uomini che potevano integrare l'esercito romano, quindi si trattava di una conquista importantissima che aumenta notevolmente il potere politico di Cesare. Con la presa di Alesia si chiude il De Bello Gallico. Dopo la conquista della Gallia, importantissimo dato storico è l'attraversamento da parte di Cesare del Rbbicone. Terminata con successo la campagna di Gallia, il potere di Cesare diventa fonte di timore per il Senato Romano, con cui nascono aspri dissensi. Quindi da una parte c'era la gioia per le ricchezze che la conquista della Gallia avrebbe portato, dall'altra parte c'è il timore che Cesare possa acquisire un enorme potere personale. Secondo la legge nessun generale doveva penetrare il confine della penisola italica (pomerium sillano)armato, ma Cesare non obbedisce a tale legge e varca il Rubicone. Nell'attraversare il Rubicone (in Emilia Romagna), Cesare pronuncia la celebre Frase Alea iacta est "Il dado è tratto" e si schiera contro il senato.

Ludi plebei

Giove ottimo massimo Novembre

Ludi romani

Giove ottimo massimo Settembre

Opere di plauto

Ha avuto un grande successo in vita, si è conservata buona parte dell'opera. Ma è talmente famoso che molti autori successivi hanno spacciato le proprie opere per sue. Amphitruo Asinaria Aulularia Bacchides Captivi Casina Cistellaria Curculio Epidicus Maenecmi Mercator Miles gloriosus Mostellaria Persa poenulus Pseudulus Rudens Stichus Trinummus Truculentus Vidularia

Tabula dealbata

Il Pontefice Massimo registrava i nomi delle principali cariche pubbliche e i principali avvenimenti dell'anno. Importante è, che la registrazione veniva redatta dalle più alte cariche e fissata anno per anno e non per argomento. Lo stesso tipo di storiografia viene fissata negli Annales. Nel II sec a. C. vengono riuniti in 80 volumi per ordine del Pontefice Publio Muzio Scevola e presero il nome di Annales Maximi, di cui però, ci rimangono pochi frammenti a causa di un incendio che ha distrutto gran parte delle annate anteriori al 390 a.C.

La figura di catilina nel bellum catilinae di Sallustio

Il Bellum Cattinae è una monografia storica scritta da Sallustio dal 43-40 a.C. L'opera narra la congiura ordita nel 63 a. C. ad opera di Catilina, aristocratico decaduto passato alla fazione dei populares. Dopo essere stato sconfitto più volte alle elezioni consolari, raccoglie un gruppo di rivoltosi, che per povertà o per sfuggire a condanne giudiziarie auspicano un cambiamento radicale di regime. Catilina organizza anche una serie di attentati ai danni di Cicerone, allora console, che ottiene dal Senato i pieni poteri per sedare la rivolta. Questo evento colpisce l'immaginario collettivo dei personaggi del tempo, basti ricordare Cicerone che dedica a questo evento le orazioni Catilinarie, e poi perché rappresentava una forma estrema del movimento popolare contro i patrizi, il senato. Catilinae fu sconfitto militarmente e politicamente: l'esercito romano si scontra con la massa di rivoltosi, capeggiati da Catilina e dal suo seguace Manlio, nella battaglia di Fiesole, presso Firenze (63 a.C.) I congiurati vengono imprigionati e il Senato delibera sulla loro sorte. Due sono le proposte: - quella di Catone il Giovane (poi detto Catone l'Uticense) per la condanna a morte; - quella di Cesare per una pena più mite. La proposta di Catone il Giovane prevale e i condannati vengono giustiziati. Lo stesso Catilina, che era riuscito a fuggire, subisce una nuova sconfitta militare nella battaglia di Pistoia (62 a.C.), dove muore da valoroso. In quest'opera le descrizioni dei personaggi sono importanti per capire il pensiero di Sallustio. 1. Catilina: viene rappresentato come un uomo corrotto, portato alla congiura da motivazioni personali (miseria, debiti, etc.) e non da valori per la plebe, ma anche come uomo dotato di grande intelligenza e forza d'animo. Abbiamo detto che Sallustio sta dalla parte del popolo, dalla parte di Cesare contro gli optimates, i patrizi, lo strapotere del senato. Catilina infatti era un popolare, ma nonostante stanno dalla stessa parte, Sallustio prende posizione contro Catilina perché la sua ideologia popolare deve stare sempre dentro le istituzioni, mentre la congiura di Catilina va oltre le istituzioni. Quindi Sallustio non solo lo condanna, ma dice anche che egli è stato mosso non da motivazioni riconducibili al popolo, ma solo ed esclusivamente da interessi personali. 2. Cicerone Strenuo avversario di Catilina e principale responsabile della sua sconfitta, viene tuttavia 'ridimensionato' nella sua importanza da Sallustio. Cicerone è rappresentato come un uomo che fa sì il suo dovere, ma che è privo di quelle passioni e quegli ideali di un Catone o di un Cesare. 3. Catone il Giovane Discendente di Catone il Censore, si batte per la condanna esemplare dei congiurati. Viene rappresentato come un uomo dalla moralità incorruttibile e all'attaccamento ai valori del passato, al pari del suo celebre antenato. 4. Giulio Cesare Si batte in Senato contro la condanna a morte dei congiurati, a favore di un provvedimento di clemenza. Per sostenere le sue argomentazioni, Cesare fa appello a considerazioni di legalità. Questo rispecchia la propaganda degli ultimi anni di Cesare, quando egli si sforzava di far apparire il suo potere personale come qualcosa di non incompatibile con le leggi della res publica. Queste descrizioni Sallustio evidenziano gli ideali di denuncia della società romana responsabile di intraprendere uno stile di vita che contribuisce alla decadenza delle istituzioni. Infatti Cesare e Catone, pur nella contrapposizione delle loro opinioni, sono rappresentati come gli unici grandi personaggi di quel tempo, capaci di avere genuini ideali e senso dello stato. Sallustio attribuisce parte della responsabilità della congiura al clima della tarda repubblica e ai costumi corrotti dell'Urbe. Terminate le guerre contro Cartagine, dopo che è venuto meno il metus hostilis, la gioventù romana si è rammollita nel lusso e nei

De bello civile

Il De Bello Civili narra in particolare i primi eventi della Guerra Civile, quelli cioè dal 49 a.C. (nel I e nel II libro) al 48 a.C. (nel III libro). Da ciò si è pensato che l'opera fosse incompiuta. Quali dono gli ideali dell'opera? Innanzitutto una Pars destruens (parte che distrugge) Il Debello Civili sono contro la classe dirigente senatoriale, che viene rappresentata come corrotta e avida di privilegi. - Ad es. prima della battaglia di Farsalo sono raffigurati i pompeiani mentre sono intenti a stabilire pene e proscrizioni(confisca dei beni e impedimento di ogni movimento politico e sociale) e a contendersi i beni degli avversari. Poi ha una Pars Construens (costruttiva) Cesare è a favore dei populares moderati: - Cesare non vuole apparire un rivoluzionario, e si contrappone a populares radicali come Celio Rufo. - Cesare vuole rassicurare il ceto medio con un programma di ordine e di maggiore giustizia sociale. Altro ideale importante nel De Bello Civili è la clementia (clemenza) caratteristiche principale di Cesare che si sforza di rappresentare anche nelle sue opere. Cesare si presenta come un vincitore ma non un vendicatore, che vuole ristabilire la pax civilis. Evita le proscrizioni ed è disposto a provvedimenti di clemenza verso i vinti. Questo avviene anche nel De Bello Gallico, quando una tribù si arrendeva, spesso veniva perdonata da Cesare, poteva mantenere le proprie ricchezze a parte le armi. Difficilmente Cesare rade al suolo i territori conquistati, solo in occasioni particolari come quando non si rispetta la figura dell'ambasciatore. Ma passaimo ad analizzare lo stile dell'opera. Nei suoi due Commentarii, De Bello Gallico e De Bello Civili, Cesare parla di sé in terza persona. La scelta è dovuta al fatto che Cesare vuole narrare gli eventi nella maniera meno personale possibile. Questo è coerente con lo stile semplice, chiaro, con ricerca dell'ordo naturalis (ordine naturale, ossia disporre gli eventi nella maniere in cui sono accaduti così che lì intreccio tende a coincidere con la trama). • Il lessico tende alla ricerca dei verba usitata (verbi usuali) e al rifiuto di parole oscure o di costruzioni troppo ricercate. Cesare non ricorre mai al prestito, a parte il termine marinaresco Malacia, cerca sempre di mettere la parola latina che meglio si sposa con il concetto di oggettività perseguito, ciò che scrive deve essere chiaro a tutti. Infatti Lo stile di Cesare è una manifestazione programmatica delle sue idee in materia di linguaggio. Questo perché Cesare è un seguace dell'analogia o atticismo, contro la corrente dell'anomalia o asianesimo. Analogia e Anomalia erano due correnti che hanno attraversato la storia di tutta la repubblica romana, gli uomini di stato gli scrittori, i pensatori si ponevano sempre dall'una o dall'altra parte. L'Analogia o Atticismo era quella scuola che a i grandi autori attici, es. Lisia, che scrivevano con uno stile semplice, chiaro, con un linguaggio senza troppe oscurità, con frasi brevi, con un periodo non troppo complesso. Mentre invece l'asianesimo che si rifaceva alla scuola di Pergamo, aveva un programma molto diverso, utilizzava un lessico originale con parole difficili, frasi lunghe e periodi complessi. Cicerone invece, cercherà di combinare i due nel cosiddetto stile rodiese. Per la biografia prima della guerra civile guardare la risposta alla domanda sopra "Biografia di Cesare e i Commentarii de Bello Gallico o De bello Gallico"

Forme e contenuti del liber catullianus

Il liber è una raccolta di 116 carmina. Sulla base del metro e del contenuto è diviso in tre parti: È suddivisa in tre parti in base al metro e al contenuto e non in base ala cronologia. Nella prima parte, 1-60, troviamo componimenti brevi (nugae: inezie, bagatelle)) Nella seconda parte, 61-68, sono stati sistemati i componimenti polimetri (carmina docta: componimenti in vari metri dove Catullo sperimentava la sua abilità) Infine, nella terza parte, 69-116, ci sono gli epigrammi (epigrammata: brevi liriche in distici elegiaci di argomento prevalentemente eroico) Il liber è dedicato all'amico Cornelio Nepote. I contenuti dei carmina sono incentrati sul tema dell'amore per Lesbia, con tutte le possibili sfumature dalla passione alla sofferenza e all'odio. Quello con Lesbia è un foedus ('patto') violato dai continui tradimenti della donna. Bisogna ricordare che Lesbia è una donna aristocratica, ricca e di facili costumi, ma è anche la moglie di Quinto Metello Celere, non è la moglie di Catullo. Catullo però, vede il rapporto con Lesbia come un patto di matrimonio basato sulla fiducia che la donna trasgredisce continuamente. L'amore viene rappresentato come il principale valore della vita, più importante di qualsiasi ideale civile o politico. Questa è una novità grandissima perché per gli antichi l'amore l'amore era considerato un argomento puerile, gli argomenti importanti da trattare erano le origini di Roma, le guerre di conquista, insomma, nella letteratura antica il principale tema della poesia è la guerra. Quindi mai prima di Catullo, l'amore si era posto come tema principale nella produzione letteraria di un intellettuale. Famosa è la poesia: Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior "Odio e amo. Forse ti domandi perché io lo faccia. Non so, ma sento che accade, e mi tormento" Catullo esprime la propria indifferenza per le vicende politiche di quegli anni, e dice che non gli importa di Cesare o di Pompeo. Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere nec scire utrum sis albus an ater homo "Non mi interessa affatto piacerti, Cesare, nè sapere se tu sia bianco o nero." Questo rappresenta una rivoluzione nella poesia, Cesare e Pompeo era i personaggi più popolari all'epoca, i romani era divisi o con l'uno o con l'altro, era inimmaginabile che qualcuno potesse esprimere la sua più totale indifferenza per Cesare o Pompeo. Lo stile di Catullo è estremamente elaborato, sul modello di Callimaco e degli altri poeti ellenistici. I metri sono vari: esametri, pentametri, gliconei, ferecratei, galliambi etc. I vocaboli sono scelti con cura, in modo da creare figure retoriche e da evocare rimandi a precedenti modelli letterari. Gli ideali stilistici ricercati da Catullo sono: - lepos = 'grazia' - venustas = 'bellezza' - urbanitas = 'lingua cittadina', con compresenza di termini aulici e volgari

Linguaggio e metrica nelle opere di plauto

Il teatro di Plauto è caratterizzato da un linguaggio sperimentale che rappresenta varietà lessicale, giochi di parole, neologismi. Sono presenti figure retoriche di suono come allitterazioni e iterazioni¹. • Figure retoriche di contenuto: similitudini, metafore tratte da vari campi semantici (mondo quotidiano, istituzioni militari, mito, etc.). Quindi a seconda dell'argomento trattato nella commedia egli utilizza il linguaggio opportuno, esempio: tratta un soldato, usa un linguaggio militare; tratta un pescatore, usa un linguaggio marinaresco ecc... Questo riguarda anche il metro. Le commedie di Plauto sono opere poetiche, venivano recitate, ma talvolta venivano anche cantate. Queste opere sono scritte in metri estremamente vari. Questo è un altro tratto importantissimo che distingue Plauto da Terenzio, perché Terenzio ha una riduzione della varietà dei metri.

240ac

Prima rappresentazione teatrale ai ludi romani a opera di livio andronico

Scopi della filosofia per epicuro

Liberarsi da false credenze e paure Raggiungere il piacere (atarassia, assenza di dolore)

Lingua in terenzio

Linguaggio urbanus, cioé tipico delle classi educate, privo di volgarità o battute salaci. • Stile uniforme. • Riduzione della varietà dei metri

Fescennini

Nome deriva O da città di Fescenna, in etruria, dove avvengono alcuni esperienze teatrali pre letterarie O da fascinum (malocchio, membro) Battute salaci a carattere sessuale (in occasioni di nozze) o espressioni di diffamazione e maledizione. Erano espressione della cultura apotropaica alle feste rurali

Bellum Poenicum

Nevio capolavoro e modello principale dell'Eneide di Virgilio. L'opera ha due nuclei narrativi: 1. l'origine mitica di Roma a partire dal viaggio di Enea nel Lazio. 2. Argomento attuale: Prima Guerra Punica (264-241 a.C.), in cui Nevio stesso combatté. Il Bellum Poenicum ha due modelli principali: 1. I Poemi omerici: • si vedono nella storia dei viaggi, (Enea da Troia in Lazio, così come il viaggio di Ulisse nell'Odissea); • si vedono nella storia di guerra ( la prima guerra punica riprende molte tematiche delle guerre rappresentate nell'Iliade) 2. La tradizione annalistica della storiografia romana Questi due modelli implicano due modi diversi di raccontare la storia perché la tradizione annalistica della storiografia romana è anno per anno ed ha un intento cronachistico, registrare gli eventi, non ha un fine artistico letterario. I poemi omerici, invece, rappresentano la storia combinata col mito dando un taglio personale ed originale alla vicenda, esempio: L'Iliade non racconta tutta la guerra di Troia, da un taglio originale alla guerra perché l'Iliade comincia al decimo anno, l'ultimo dei combattimenti, comincia con l'ira di Achille contro Agamennone e finisce prima della distruzione di Troia: con la rappresentazione dei funerali di Ettore. Quindi Omero non racconta i fatti anno per anno, ma li racconta dando un taglio che rappresenta un piano narrativo. Ovviamente, Nevio prendendo questi due modelli, si avvicina più all'intreccio, all'intento narrativo dei poemi omerici che non a quello della tradizione annalistica della storiografia romana perché, anche se si riprendono eventi della storia di Roma, non si da uguale importanza a tutti come in una cronaca, ma se ne mettono in luce solo alcuni, quelli più recenti della I guerra punica. L'opera è caratterizzata da uno stile fortemente sperimentale con combinazioni di arcaismi e di neologismi. Inoltre è caratterizzato da figure di suono quali allitterazioni e assonanze. Le figure di suono sono importanti non solo in se stesse in quanto rappresentano l'intento artistico di curare l'aspetto formale dell'opera letteraria, sono soprattutto importanti perché testimoniano l'importanza che l'oralità aveva nella cultura classica. Molti generi letterari, ad esempio l'oratoria, sono legati ad un momento orale, ed anche la storiografia in greca (Erodoto) implicava la lettura della storia ad un pubblico di ascoltatori. Si riteneva che la parola parlata trasmessa all'ascoltatore fosse investita di un prestigio superiore alla parola scritta, tanto che Socrate non ha scritto nulla volutamente perché si riteneva che la manifestazione principale dell'insegnamento si dovesse attuare parlando, dialogando. Il Bellum Poenicum è scritto in metro saturnio. Questo metro è prettamente romano, non ha modelli greci da imitare. In Grecia, per scrivere poemi epici, si usava l'esametro. Usando il metro saturnio, Nevio, come Livio Andronico, dimostra una volontà di creare una tradizione epica propria di Roma.

Personaggi plauto

Stereotipati come nell'atellana Servus Adulescens Senex Miles Leno Meretrix

Atticismo

Stile che si rifà ai grandi autori attici, es. Lisia, che scrivevano con uno stile semplice, chiaro, con un linguaggio senza troppe oscurità, con frasi brevi, con un periodo non troppo complesso

Andria

Terenzio Il vecchio Simone ha combinato il matrimonio fra suo figlio, Panfilo, e la figlia del vicino di casa, Filumena. Panfilo, però, ha una relazione con un'altra fanciulla, che è stata trovata e allevata da una cortigiana. Il vecchio si oppone a questa relazione, ma alla fine, al funerale della cortigiana, si scopre che la fanciulla che viveva con lei come una sorella era in realtà anch'essa figlia del vicino di casa, ed era stata persa durante un naufragio avvenuto anni prima verso l'i l so a di A dn ro. La f i ll anciulla è qui di n sorella di Filumena, è di ri i ti conosciuti natali, e può sposare il giovane. Un amico di costui sposa Filumena.

Trama in plauto

Trama prevedibile, esposta fin dal prologo, fine didattico e morale Giovane squattrinato si innamora di meretrice o schiava e vuole liberarla dal perfido lenone col denaro del proprio padre avaro. Riuscirà nell'intento grazie a servo astuto. Spesso agnizione ridà dignità a meretrice o schiava.

Aspetto storico in sallustio con riferimento alle opere monografiche

Un tratto originale nella produzione artistica di Sallustio è la scelta del genere della monografia storica, applicata nel Bellum Catilinae e nel Bellum Iugurthinum. Inoltre sono originali i motivi di contenuto perché mette a fuoco un singolo problema o un singolo personaggio, sullo sfondo di una visione organica della storia di Roma; sono originale anche motivi di Stile: compone opere brevi, stilisticamente raffinate, anche grazie all'esperienza neoterica (cf. Catullo), che aveva sottolineato l'importanza della brevitas e del labor limae. Ma qual è la concezione della storia di Sallustio? Per Sallustio la storia è concepita come lucida e concisa esposizione degli eventi, e come indagine del loro concatenarsi in cause-effetti. Tale rigore scientifico è applicabile solo alla storia recente o contemporanea, della quale comunque si cercano le cause nel passato. Sallustio decide di trattare avvenimenti recenti perché possiede più informazione rispetto al passato, questo gli consente di esporre al meglio le cause e gli effetti prodotti dalla storia. Le cause degli eventi, però, non vengono sempre colte nitidamente: esse vengono cercate più negli animi dei grandi personaggi che nelle dinamiche economiche e sociali per Sallustio sono i grandi personaggi a fare la storia. Questa concezione della storia è tipica del periodo classico e si trascinerà fino alla epoca moderna. Nella letteratura italiana il primo personaggio che capisce che la storia è fatta dal popolo e non dal singolo individuo è Manzoni con i Promessi Sposi. L'interesse per i grandi personaggi determina la ricerca psicologica e l'attenzione al comportamento umano. Quindi, come vede la storia Sallustio? Bhe, l'atteggiamento di fondo è quello di un grande pessimismo: Sallustio vede il malcostume del presente con gli occhi del moralista che loda il passato (laudator temporis acti = lodatore del tempo passato). Lo stile con cui Sallustio scrive le sue opere richiede una frase densa, asimmetrica, ricca di figure retoriche con le seguenti caratteristiche: 1. brevitas, concisione espressiva, raggiunta mediante asindeto(mancanza di congiunzione es: veni, vidi, vici di Cesare) , ellissi ( qualcosa che non viene espresso esplicitamente, ma si capisce dal contesto), construtio ad sensum (non rispetta le regole grammaticali, ma che si capisce dal contesto); 2. inconcinnitas (disarmonia), è il contrario della ricerca cesariana della semplicità o di quella ciceroniana della simmetria e dell'armonia. Viene ottenuta mediante un uso di antitesi e asimmetrie, variazione sintattica (per cui due funzioni sintattiche uguali sono espresse con strutture differenti), artifici retorici; 3. gravitas, stile solenne, nasce dall'incontro fra il dinamismo prodotto da asimmetrie o variationes e il controllo vigoroso della concisione: brevità concettosa. Per quanto riguarda il lessico, Sallustio preferisce utilizzare parole desuete, arcaiche, che riflettono nella forma l'ammirazione per i valori dell'età arcaica evidenziata anche nel contenuto delle opere di Sallustio.

Inconcinnitas

Vd sallustio (disarmonia), è il contrario della ricerca cesariana della semplicità o di quella ciceroniana della simmetria e dell'armonia. Viene ottenuta mediante un uso di antitesi e asimmetrie, variazione sintattica (per cui due funzioni sintattiche uguali sono espresse con strutture differenti), artifici retorici;

Brevitas

Vd sallustio concisione espressiva, raggiunta mediante asindeto(mancanza di congiunzione es: veni, vidi, vici di Cesare) , ellissi ( qualcosa che non viene espresso esplicitamente, ma si capisce dal contesto), construtio ad sensum (non rispetta le regole grammaticali, ma che si capisce dal contesto);

Gravitas

Vd sallustio stile solenne, nasce dall'incontro fra il dinamismo prodotto da asimmetrie o variationes e il controllo vigoroso della concisione: brevità concettosa.

Odusia

primo tentativo di fondare una traduzione di opere greche e al tempo stesso una tradizione epica a Roma. L'odusia rappresenta bene ciò che significa imitatio nei confronti greci e il vertere dal greco al latino. Nel mondo classico imitare un modello significava dimostrare di conoscerlo bene, aderire all'originale, soltanto in questo modo si poteva dimostrare di poter lavorare con questo modello, quindi la conoscenza del modello era imprescindibile. Ovviamente i modelli greci vanno visti nella prospettiva romana, tradurre significava farlo in un'altra ideoloogia, un altro mondo. Il contenuto è quello dell'Odissea di Omero, ossia il tormentato viaggio di Ulisse in seguito alla guerra di Troia verso la propria patria: Itaca. I personaggi e gli eventi dell'Odusia sono quelli dell'Odissea di Omero e in generale sono quelli della mitologia greca. L'Odusia di Livio Andronico rappresenta l'abbandono della mitologia romana, semplice e agreste, e l'accoglienza del più articolato pantheon greco. Le divinità romane rappresentavano un pantheon legato ai campi, all'allevamento, alla realtà naturalistica, mentre la mitologia greca era più ricca e trattata in molte opere letterarie, quindi tradurre l'Odusia in latino significava riprendere questa tradizione mitologica e letteraria e riportarla a Roma. La lingua dell'Odusia è sperimentale perché Livio Andronico no aveva alle proprie spalle modelli epici in lingua latina, quindi si sforza di fondare questo modello per gli autori epici successivi. In questa lingua abbiamo calchi¹ (es. Odusia da Odissea) dal greco, parole arcaiche latine (riprendono gli Annales pontificum, frasi brevi e allitterazioni), neologismi, quindi è una lingua sperimentale con varietà di registri (formale, medio, informale) e di tipologia di discorso. Il metro è il saturnio tipico della tradizione latina (in Grecia si usava l'asametro). Nell'incipit dell'Odusia, uguale a quello dell'Odissea, la Musa diventa Camena (da cano = canto), ninfe delle sorgenti con poteri profetici e ispiratori. Usare una divinità italica al posto delle muse di tradizione molto più elevata della poesia greca, significa vestire le divinità di Roma di una dignità letteraria molto più alta. Le camene era quattro: Egeria, Antevorta, Postvorta, Camenta. Rappresentano il primo tentativo di Livio Andronico di fondare un nuovo pantheon romano che si assume anche le varie funzione delle divinità greche.

207 ac

viene fondata al confraternita di autori e attori (collegium scribarum histrionumque) legata a Livio Andronico, importante non solo per la traduzione dell'Odusia, che rappresenta il primo tentativo di portare la poesia epica a Roma, ma è anche per il teatro perché tenterà di portare a Roma figure, motivi, storie del teatro greco e cercherà anche di stabilire un teatro romano. Questa confraternita di autori e attori è stata importante perché si da un riconoscimento a attori e autori, prima si componeva occasionalmente su richiesta del committente e la loro figura era ai margini della realtà, Ora invece, gli viene riconosciuto uno statuto ufficiale che consente al teatro di avviarsi su una produzione stabile e autonoma rispetto al modello greco.

Punitore di se stesso Heautantimorumenos

vecchio Menedemo confida al vicino Cremete di voler punire sé stesso con il duro lavoro dei campi per aver avuto un comportamento troppo severo nei confronti del figlio. Quest'ultimo, infatti, si era innamorato di una ragazza povera ma, poiché il padre non acconsentiva alle nozze, se ne è andato di casa vivendo come mercenario. Al ritorno del ragazzo, Menedemo lo accoglie con grande affetto. Poiché nel frattempo si scopre che la sua innamorata è in realtà figlia di Cremete, il vicino di casa, il ragazzo può anche sposarla. Vediamo come il lato della comprensione prevale sul lato comico della rappresentazione. In Plauto il contrasto tra padre e figlio era portante. Il senex, che in Plauto era solitamente un vecchio libertino in competizione con il figlio per ottenere le grazie di una donna, è invece in Terenzio un padre severo e al tempo stesso capace di manifestare sentimenti di pentimento e di affetto per il figlio. Abbiamo anche in questa commedia l'agnizione. Il riconoscimento nelle commedie antiche era importante non solo perché permetteva di portare avanti la storia, ma anche perché permetteva di cedere al personaggio più giovane, più esuberante, senza intaccare i valori conservatori della società romana. La ragazza si sposa solo perché si scopre che non è povera, solo perché si scopre che possiede la cittadinanza romana. Quindi il riconoscimento permette di scoprire un personaggio che sembrava umile, ma in realtà non lo è, e quindi si può avere il matrimonio, come in questo caso. Possiamo dire che Terenzio è innovatore fino ad un certo punto, è vero che racconta rinunciando ad un stile comico e predilige la comprensione, ma tutto questo è integrato nella tradizione sociale, non si verifica mai un matrimonio tra un povero e un ricco ed esempio. Questa opera è importante per due fatti: Il primo è, come abbiamo detto, che il senex è un uomo severo e al tempo stesso capace di pentimento e di manifestazione per il figlio; il secondo fatto è che dal I atto dell'Heautontimorùmenos è tratta la celebre frase: Homo sum, humani nihil a me alienum puto - "Sono un uomo, non ritengo a me estraneo nulla che sia umano", che ben sintetizza il concetto di humanitas latina, importantissima soprattutto nel circolo degli Scipioni che, essendo filoellennici e quindi aperti alla cultura straniera, erano interessati all'humanitas intesa come elementi comuni a tutti gli uomini e non quindi solo gli elementi della tradizione romana e latina.

Battaglia di fiesole

63ac Sconfitta di catilina Congiurati imprigionati

55ac

Edificazione primo teatro stabile in pietra , teatro di Pompeo

Chi organizzava i ludi?

Edili

Annales.

Ennio L'intento celebrativo dei successi di Roma si manifesta non solo nella tragedia Ambracia, ma anche negli Annales, poema epico cui Nevio dedicò gli ultimi anni della sua vita. La struttura è in 18 libri e in versi esametri. La trama è quella della storia di Roma dalla fondazione alla seconda guerra punica ed altre campagne militari del II secolo a.C. Quindi, Ennio spaziava dalle origini mitologiche di Roma fino ad avvenimenti contemporanei. I 18 libri degli Annales sono così intrecciati: I-III: proemio, arrivo di Enea in Italia, fondazione di Roma, storia di Romolo e Remo e dei primi re di Roma. • IV-VI: guerre contro i popoli italici e contro Pirro. • VII-X: guerre puniche (soprattutto la seconda, la prima fu narrata da Nevio). • X-XII: campagne militari in Grecia. • XIII-XVI: campagne militari in Siria. • XVI-XVIII: campagne militari recenti, fino alla morte di Ennio (169 a.C.). Come modelli letteraria Ennio aveva la tradizione annalistica della storiografica romana, gli Annales Maximi a cui allude il titolo, i poemi omerici e il repertorio mitologico greco, infine i poemi epici latini: l'Odusia di Livio Andronico e il Bellum Poenicum di Nevio che avevano percorso prima di Ennio la difficile strada della sperimentazione del poema epico a Roma. Nonostante questi modelli gli Annales di Ennio sono un opera molto originale tanto nella forma quanto nel contenuto. Nella forma abbiamo l'abbandono del verso saturnio, utilizzato da Livio andronico e Nevio, a favore dell'esametro, utilizzato da Omero. L'utilizzo dell'esametro indica la volontà di conferire maggior prestigio all'epica romana, in quanto il saturnio, verso indigeno di Roma, non aveva alle spalle tutta la tradizione letteraria dell'esametro, forma d'eccellenza per la produzione di opere epiche. Per quanto riguarda il contenuto, l'originalità degli Annales sta nello sbilanciamento dell'intreccio. Infatti la materia storica contemporanea è trattata molto più in dettaglio che la storia mitologica limitata ai libri I-III. Negli annales il racconto storico è interrotto da due proemi al libro I e al libro VII in cui Ennio enuncia la sua poetica, la sua visione dell'arte. Nel primo proemio Omero appare in sogno ad Ennio e gli rivela di essersi reincarnato in lui. In questa visione Ennio non solo dimostra di voler aderire in maniera stretta alla poesia greca di Omero, ma soprattutto dimostra di conoscere e adottare certe teorie filosofiche della reincarnazione, della metempsicosi¹ che dovevano essere diffuse nell'Italia meridionale da cui egli deriva. Il secondo proemio, al libro VII, raffigura le Muse dei poeti greci e non più le camene di Livio Andronico ad esempio, le Muse di questo secondo proemio prendono la cittadinanza a Roma. Per quanto riguarda lo stile possiamo dire che gli Annales hanno un linguaggio sperimentale come l'Odusia e il Bellum Poenicum perché non sono presenti modelli epici romani. Questo linguaggio sperimentale comprende arcaismi e neologismi, comprende figure di suono quale allitterazione e assonanza, esempio: O Tite, tute, Tati, tibi tanta, tyranne, tulisti: O Tito Tazio, tiranno, tu ti attirasti (disgrazie) tanto grandi'. Grande importanza data al suono che riflette la tradizione orale che sta alla base di questi racconti mitologici. Il metro è l'esametro, scelta decisiva per staccarsi dal saturnio a dalle poesie rozze dei suoi predecessori. Per questo gli Annales di Ennio saranno uno dei primi modelli della poesia epica di Virgilio.

Elementi narrativi plauto

Equivoci Scambio di persona Agnizione Beffa organizzata da servo

Modelli del de rerum natura

Esiodo: le opere e i giorni è un poema didascalico sull'agricoltura Empedocle "sulla natura" in cui ipotizza natura basata sui 4 elementi: acqua aria terra fuoco

Modello di plauto

Forme teatrali pre letterarie (vd atellana, maccius) Menandro e commedia nuova

Personaggi in terenzio

I personaggi sono quelli della tipici della tradizione, ma sono rappresentati con approfondimento psicologico approfondimento psicologico. • L'attenzione alla psicologia rivela una visione del teatro colto, secondo i gusti raffinati degli Scipioni piuttosto che delle masse popolari

Livio andronico

è il primo poeta latino di cui ci è giunto il nome. E' importante anche perché è considerato dalla tradizione romana il padre della letteratura latina. La figura di Livio Andronico si colloca nel III secolo a.C. tra Taranto e Roma. Siamo sullo sfondo della guerra tra Roma e Taranto nelle campagne di conquista della penisola italica da parte di Roma. Fra queste campagne possiamo ricordare la guerra latina (340-348 a.C.), le guerre Sannitiche (343-295 a.C.) e la guerra contro Taranto ( 280-272 a.C.). Con il Bellum Tarantino (la guerra di Taranto) si chiude con la capitolazione di tutto il sud della penisola italica. La battaglia di Taranto segno la vita di Livio Andronico. Il vero nome di è probabilmente Andronicus, il prenome Livius gli è stato dato dal suo patrono, Livio Salinatore, con cui giunse a Roma a seguito della guerra di Taranto. Livio Anronico nasce a Taranto intorno al 280/260 a.C , è di madrelingua greca (Taranto era una colonia greca) e giunge a Roma dopo la sconfitta di Taranto nel 272 a.C. come schiavo di Livio Salinatore. A Roma fu grammaticus (insegnante di lettere) attore e autore di teatro. Una data importante per la vita di Livio Andronico è il 240 a.C. quando, in occasione dei Ludi romani, mette in scena una tragedia di argomento greco (coturnata) scritta in latino. É questa la prima rappresentazione drammatica latina ufficialmente riconosciuta in una occasione importante. I ludi romani del 240 a.C. furono stabiliti per festeggiare la vittoria dei romani conto i cartaginesi nella prima guerra punica. Un'altra data importante è il 207 a.c., quando scrive un partenio (canto di fanciulle dedicato a Giunone). Siamo nella seconda guerra punica. Asdrubale sta marciando verso il sud Italia in aiuto del fratello Annibale, contro questo pericolo, il senato romano incarica Livio Andronico di scrivere un canto propiziatorio alla divinità di Giunone. I romani ottennero la vittoria sui cartaginesi, di conseguenza Livio Andronico e Livio Salinatore (generale della battaglia contro i cartaginesi) ricevettero grandissime onorificenze e festeggiamenti a Roma. Tra queste onorificenze, Livio Andronico ottiene il riconoscimento della sua associazione collegium scribarum histrionumque (collegio degli autori e attori), è la prima volta che, ad un gruppo di artisti, viene riconosciuto un ruolo ufficiale legato alla vita politica e civile di Roma. Muore intorno al 200 a.C.

Modelli bellum poenicum

1. I Poemi omerici: • si vedono nella storia dei viaggi, (Enea da Troia in Lazio, così come il viaggio di Ulisse nell'Odissea); • si vedono nella storia di guerra ( la prima guerra punica riprende molte tematiche delle guerre rappresentate nell'Iliade) 2. La tradizione annalistica della storiografia romana Questi due modelli implicano due modi diversi di raccontare la storia perché la tradizione annalistica della storiografia romana è anno per anno ed ha un intento cronachistico, registrare gli eventi, non ha un fine artistico letterario. I poemi omerici, invece, rappresentano la storia combinata col mito dando un taglio personale ed originale alla vicenda, esempio: L'Iliade non racconta tutta la guerra di Troia, da un taglio originale alla guerra perché l'Iliade comincia al decimo anno, l'ultimo dei combattimenti, comincia con l'ira di Achille contro Agamennone e finisce prima della distruzione di Troia: con la rappresentazione dei funerali di Ettore. Quindi Omero non racconta i fatti anno per anno, ma li racconta dando un taglio che rappresenta un piano narrativo. Ovviamente, Nevio prendendo questi due modelli, si avvicina più all'intreccio, all'intento narrativo dei poemi omerici che non a quello della tradizione annalistica della storiografia romana perché, anche se si riprendono eventi della storia di Roma, non si da uguale importanza a tutti come in una cronaca, ma se ne mettono in luce solo alcuni, quelli più recenti della I guerra punica.

Battaglia di tapso

46 ac Dopo la morte di pompeo (si era rifugiato in egitto, lo uccide il faraone in omaggio a cesare) cesare sconfigge i pompeiani che si erano radunati in africa sotto la guida di Catone Uticense, filosofo stoico, che si suicida a utica

Guerre civili

49 45 ac Conflitto tra optimates di pompeo populares di cesare

Cesare console

59 ac Grazie ad appoggio dei triumviri Fa approvare leggi pro plebe e pro veterani (sostenuti da pompeo) anche contro volere del senato Fa assegnare lotti dell'aeger publicus a plebe e veterani senza espropri di piccoli proprietari Prima dello scadere del consolato si fa assegnare la provincia della GALLIA

Struttura del de rerum natura

6 libri divisi in 3 diadi in base al contenuto 1-2 esposizione teoria atomismo 3-4 esposizione dottrina dell'anima 5-6 esposizione dottrina del mondo Libri dispari sia prono con lode a Epicuro Libri pari si chiudono con immagini di catastrofi

Primo triumvirato

60 ac Cesare (plebe) , pompeo (esercito) , crasso (€) Base per un'alleanza contro il senato

Differenze tra Plauto e Terenzio

Nonostante Plauto e Terenzio si rifacciano al modello della commedia Nuova di Manandro, nei due autori possiamo riscontrare importanti differenze Rispetto a Plauto, in Terenzio sono ridotti i contatti con le forme pre-letterarie come le Atellana, quindi è meno presente il concetto del comico, dell'equivoco, delle battute salaci. Con Terenzio poi, si ha una commedia stataria anziché una commedia motoria. In Terenzio abbiamo una commedia stataria o statica perché non ha il colpo di scena nella sequenza degli eventi, mentre la commedia di Plauto è motoria perché aveva un intreccio movimentato con la figura del servo che ricopriva il ruolo di motore della trama. I personaggi di Terenzio sono quelli tipici della tradizione (senex, adulescens, leno, feretri) ma sono rappresentati con approfondimento psicologico, l'attenzione alla psicologia rivela una visione del teatro colto, secondo i gusti raffinati degli Scipioni piuttosto che delle masse popolari. Mentre in Plauto non c'è nessuna ricerca psicologica nei personaggi. Il proposito di Terenzio, e anche la sua originalità, è quella di esporre in forma tradizionalmente popolare, quale il teatro, il valore edificante dell'Humanitas, propria dell'élite grecizzante. C'è in Terenzo la volontà di propagare questo valore dell'humanitas nel popolo. Le commedie di Plauto invece, non hanno nessun fine didattico o morale. Il Linguaggio di Terenzio è urbanus, cioé tipico delle classi educate, privo di volgarità o battute salaci. Vi è in tutta la letteratura latina il contrasto tra urbanitas e rusticitas. Urbanitas è quella forma di espressione che è legata alla città, alle classi alte, all'essere raffinati e più propensi ad accogliere nuove forme di cultura come quella graca. La rusticitas invece, significava rappresentare le cose in maniera più rozza, più popolare, rustica, della campagna appunto. L'urbanitas è presente in Terenzio, mentre la rusticitas in Plauto. In Terenzio lo Stile è molto più uniforme che in Plauto. Allo stesso modo in Terenzio abbiamo una riduzione della varietà dei metri rispetto a Plauto. In Plauto avevamo i numeri innumeri, cioè una varietà di metro anche nello stesso verso, mentre in Terenzio abbiamo uno stile più omogeneo, più raffinato, uno stile che non doveva essere né volgare ne troppo popolare.

Xii tavole

Oltre che su oggetti quotidiani, la scrittura aveva il compito di registrare patti o leggi. Tra le leggi le più famose sono quelle delle dodici tavole scritte su tavole di Bronzo esposte nel foro Romano risalenti al 450 a.C, presentano allitterazioni, assonanze, ellissi, frasi brevi. Sono importanti non solo per lo studio della lingua latina, rappresentano il documento in prosa organizzato delle origini, ma anche per lo studio del diritto romano e le consuetudini dei romani. Le leggi delle XII tavole stabilivano leggi molto severe con punizioni esemplari, rappresentano uno dei primi tentativi di mettere le leggi per iscritto, un primo passo verso uno stadio più democratico, adesso il popolo aveva qualcosa di scritto su cui appellarsi, questo rappresenta una grande conquista della plebe.

Commedia romana

Palliata ambientata in grecia Togata a roma

Come si pone cesare verso la congiura di Catilina? (63 ac)

Parla in senato a favore di Catilina Sceglie collaboratori da strati sociali diversi, anche umili Arruola le sue legioni anche nelle province

Aulularia

Plauto Euclione, un vecchio avaro, vive in assoluta povertà povertà ed è ossessionato ossessionato dall idea ' che qualcuno qualcuno possa rubargli la sua pentola piena d'oro. Per questo cambia alla pentola continuamente posto. I suoi movimenti, però, sono osservati dal servo astuto del vicino, il quale ruba la pentola e la dà al giovane padrone. Il giovane è innamorato della figlia di Euclione Euclione, ma questi vorrebbe vorrebbe maritarla ad un vecchio e ricco suo amico. Dopo aver restituito la pentola ad Euclione, il giovane riesce ad ottenere la mano della figlia di costui.

Amphitruo

Plauto Giove si in amora di Alcmena, moglie di Anfitrione re di tebe e in assenza del re si introduce nel letto di lei, ignara. Sulla porta Mercurio nei panni del servo Sosia fa il palo. All'arrivo dei veri Anfitrione e Sosia sorgono vari equivoci. Alla fine giove appare come deus ex machina, spiega il fatto e annuncia che nascerà Eracle. Anfitrione si placa e gioisce di avere un dio come rivale - unica commedia a sogg mitologico - la parola sosia deriva dal nome proprio del servo Sosia, doppio di Mercurio - ripresa da Moliere

63 ac cesare

Pontefice massimo, rappresentante nobiltà

Critiche all'epicureismo a roma

Predicando il piacere come sommo bene, spinge a ritirarsi nell'otium e agli interessi personali anzichè alle cariche politiche Dicendosi contro la religione tradizionale, minava tutte le istituzioni politiche della res publica e le conquiste militari, che venivano presentate come volute dagli dei Il senato romano applica una politica repressiva verso l'epicureismo già dal II secolo espellendo filosofi Questa filosofia resta però diffusa in forma sotterranea tra le classi alte, specie in Campania a Napoli ed Ercolano

Hecyra

Terenzio Panfilo è sposato con Filumena, ma non la ama e ha una relazione con la cortigiana Bacchide. Filumena mesi addietro era stata violentata e messa incinta durante una festa notturna proprio da Panfilo (che in quell'occasione gli aveva strappato un anello), sebbene nessuno dei due sapesse dell'identità dell'altro. Nato il bambino, sorge una serie di incomprensioni perché Panfilo, sicuro di non aver mai toccato la moglie, vuole ripudiarla. La madre di Panfilo, Sòstrata, suocera di Filumena, che dà il titolo all'opera, si adopera per appianare le divergenze fra i due sposi,ealla fine la sit i uaz one viene ri lt so a con l'aiuto della cortigiana Bacchide, a cui Panfilo nel frattempo aveva regalato l'anello. Proprio l'anello consente di ricostruire l'antefatto, e Panfilo, una volta capito di essere stato lui a violentare la moglie, accetta lei e il figlio. L'Hécyra non aveva molta vis comica ed ebbe uno scarso successo: - la prima volta, nel 165 a.C., ebbe un totale insuccesso insuccesso e il pubblico pubblico le preferì uno spettacolo di funamboli. - La seconda volta, nel 160 a.C., il pubblico se ne andò alla notizia che vi era altrove uno spettacolo di gladiatori. - Solo al terzo tentativo, ancora nel 160 a.C., si riuscì ad arrivare alla fine della rappresentazione. • L'Hècyra rappresenta la suocera in modo del tutto anticonvenzionale, come una donna comprensiva che cerca di riconciliare il figlio alla nuora

Vita di terenzioo

Terenzio nasce intorno al 185 a.C. a Cartagine, da cui il suo cognomen Afer. Giunge a Roma poco dopo la II guerra punica come schiavo del senatore romano Terenzio Lucano, da cui il suo gentilicium Terentius. Il suo nome originario era probabilmente solo Publius. Come per Plauto, l'acquisizione dei tria nomina è un fatto secondario, che vuole sigillare la sua acquisita integrazione nella società romana. Il fenomeno di intellettuali che giungevano a Roma al seguito di generali conquistatori è molto comune nel III-II se. A.C., anzi i primi letterati romani non sono di gruppo etnico romano latino. A Roma entra nel Circolo degli Scipioni e ha stretti rapporti specialmente con Scipione Emiliano e Lelio, che saranno sempre suoi protettori. Fa quindi parte della corrente culturale del filo-ellenismo. Nella Roma arcaica, III-II sec a.C. vi erano due correnti contrapposte, quella fili-elleni capeggiate dagli Scipioni, alle famiglie degli strati alti della società che erano affascinati dai modelli culturali greci e cercavano di integrare tutte le influenza greche nella cultura romana, e poi c'erano quelli xenofobi capeggiati da Catone il Censore, romani attaccati alle radici culturali latine agricole di Roma per cui gli uomini dovevano avere un'educazione contadina e militare, quindi sono avversi alla cultura greca. A un certo punto Terenzio Intraprende un viaggio in Grecia per fini culturali (un'esperienza culturale obbligatoria per l'alta società romana, secondoun'abitudine diffusa anche nella tarda repubblica). Nel corso di tale viaggio, nel 159 a.C., muore, sembra per annegamento: un'esperienza culturale obbligatoria per l'alta società romana Terenzio si colloca dunque in un periodo ricco e pacifico per Roma, che da una parte stipula una tregua con i Cartaginesi (Terenzio vive a cavallo fra la II guerra punica, terminata nel 201 a.C., e la III guerra punica, iniziata nel 149 a.C.), e dall'altra completa la conquista della Grecia: - nel 168 a.C. con la battaglia di Pidna si assesta un colpo decisivo alla Macedonia. - In seguito a tale battaglia arrivano a Roma dalla Grecia ricchezze, opere d'arte e intellettuali come schiavi.

Lapis niger

Un' esempio di iscrizione bustrofedica è il Lapis Niger che rappresenta la prima iscrizione latina rimasta (575-550 a.C). L'iscrizione è incisa su un cippo sotto un lastricato di marmo nero ritrovato nel foro romano alla fine del 1800 che la tradizione indica come la tomba di Romolo. Il testo vieta l'accesso ad un luogo sacro ed è scritto in caratteri greci e in scrittura bustrofedica irregolare: le righe 1,3,5,7,9,11,12,14,16 vanno lette da destra a sinistra; le 2,4,6,8,,10,13,15 vanno lette da sinistra a destra; le 8,9,16 sono invertite in verticale. Il Lapis Niger è importante per lo studio dell'evoluzione della lingua latina tanto che gli studiosi l'hanno inserito nel CIL (corpus iscritionum latina rum) al primo posto (CIL 1:1)

Modelli di terenzio

come Plauto si rifà alla Commedia Nuova di Menandro, ma la segue più fedelmente, con indicazioni precise delle fonti (da molta importanza al Prologo, che diventa uno spazio per esporre la propria poetica). Possiamo vedere come veniva inteso il concetto di imitatio (imitazione) nella cultura greco-romana. Il concetto di originalità per cui un'opera d'arte un autore è considerato di maggior valore se esprime qualcosa di nuovo, di originale appunto, rispetto ai modelli precedenti, è qualcosa di estraneo alla cultura greco-romana, questo concetto è qualcosa che viene pensato e messo in atto a partire dal romanticismo. Nella cultura greco-romana invece, un'opera d'arte era di maggior valore tanto più se seguiva fedelmente le proprie fonti, se dimostrava di conoscere perfettamente il modello seguito, nello stile, nel contenuto. Ovviamente il tutto era adattato ad un'altra realtà, però l'arte era intesa non come qualcosa di nuovo da creare, ma come qualcosa da porsi sulle orme dei modelli, dimostrare di conoscerli profondamente perché i modelli rappresentano il passato, e il passato è sempre ritenuto più alto.


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