Seicento

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Pascal (1623-1662)

- Blaise Pascal, giansenista, matematico, scienziato, filosofo - preferisce il Dio delle scritture a cui si può parlare, pregare piuttosto che Dio aristotelico come motore immobile e mera origine del mondo - filosofia esistenzialista (precursore): problematiche esistenza dell'uomo; tutti sono nella stessa condizione di infelicità e sofferenza ma solo chi soffre davvero non si lascia distrarre dal divertissement (da devertere latino: allontanare) - uomo teme la solitudine: angoscia è paura del nulla - via d'uscita di tipo religioso: Dio - limiti del sapere scientificamente argomentato: non gli interessa dimostrare l'esistenza di Dio, ma se vale la pena credere o no - introduzione della possibilità (e calcolo probabilistico, gioco d'azzardo) - scommessa su Dio: rapporto tra la possibilità che esista o no è rapporto finito; rapporto tra Dio e il mondo è infinito - posso puntare su Dio (rinuncio al mondo) o sul mondo (rinuncio a Dio) - se punto su Dio ottengo il mondo finito e la realtà infinita (Abramo) - posta in gioco talmente grande che vale la pena giocare indipendentemente dalle possibilità di vincere - non credente deve agire come un credente per abituare corpo e anima - condizione misera dell'uomo - uomo piccolo: debole, limitato - uomo grande: ha coscienza dei suoi limiti - esprit de géométrie: conoscenza scientifica e analitica, ragionamento cartesiano; necessità - esprit de finesse: cogliere sfumature, realtà non chiare e distinte, conoscenza esistenziale dell'uomo; possibilità - cuore: centro dell'interiorità umana, strumento dell'esprit de finesse (le coeur a des raisons que la raison ne connait point) L'uomo non è che una canna, la più debole della natura, ma è una canna che pensa. Non serve che l'universo intero si armi per schiacciarlo; un vapore, una goccia d'acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma se l'universo lo schiacciasse, l'uomo sarebbe comunque più nobile di ciò che l'uccide perché sa di morire e conosce il potere che l'universo ha su di lui, mentre l'universo non ne sa nulla. Tutta la nostra dignità consiste dunque nel pensiero. È da qui che bisogna partire, non dallo spazio e dalla durata, che noi non sapremmo riempire. Impegniamoci quindi a pensare bene: ecco il principio della morale.

Molière (1622-1673)

- Jean Baptiste Poquelin, studia dai gesuiti, poi diritto, poi teatro - 1643: L'illustre théatre con Madeleine Béjart (ambulante) - 1655 successo a Lione, poi a Rouen (1658) grazie a Monsieur - Docteur amoureux davanti al re: petit bourbon con gli italiani - impulso commedie: teatro spagnolo, Lope de Vega, e commedia dell'arte - 1650: commedia si impone come genere nobile quanto gli altri - 1662: matrimonio con Armande Béjart (figlia o sorella di Madeleine) più giovane di vent'anni Opere - Les précieuses ridicules (1659): farsa in prosa, preziosismo; Cathos e Magdelon (preziose), Mascarille e Jodelet (servi); > successo: satira di una moda e di personaggi reali di attualità; > le donne si atteggiano nella capitale ma sono delle provinciali, due signori le abbordano e loro li snobbano così decidono di inviare dei servi travestiti e loro ci cascano e fanno una figuraccia - L'école des maris (1661): 3 atti in versi; Sganarelle e Ariste (fratelli e tutori), Isabelle e Léonor (sorelle), Valère (amante Isabelle); > Ariste lascia libera Léonor di fare le proprie scelte, ma Sganarelle è geloso della relazione di Isabelle, che si finge sua sorella per andare a sposare Valère, Léonor ricompensa Ariste della sua apertura mentale sposandolo - L'école des femmes (1662): commedia in 5 atti e in versi; Arnolphe - M de la Souche, Agnès (pupilla), Horace (amante); > saggezza popolare, pittura crudele, tragici fantocci; > Arnolphe, tradito dalla moglie, cresce la bambina adottata Agnès innocente per poi sposarla, Chrysalde cerca di farlo ragionare e Horace, figlio di Oronte, si invaghisce di Agnès e la vuole sposare. Agnès ammette che le piace Horace, così Arnolphe decide di sposarla subito e le regala un libro che spiega come essere una buona moglie. Horace viene trovato in casa, si finge svenuto e rapisce Agnès ma poi la restituisce non sapendo che è Arnolphe a volerla sposare. Horace scopre che il padre vuole dargli in moglie la figlia di Enrico, ma poi Agnès scopre essere sua figlia e si sposano. > Arnolphe è doppiamente presuntuoso, cambia il nome per elevarsi al di sopra della sua condizione e pretende di dominare completamente sua moglie; > allusioni sessuali (école de filles dialogo erotico proibito ma che circolava) > maniaco dell'asservimento ossessionato dalla paura di essere ingannato, tragici fantocci di Molière - Tartuffe ou l'hypocrite (1664): sospesa fino al 1669 dopo il cambiamento della situazione politica per gesuiti e giansenisti; - inizialmente era una farsa all'italiana che finiva dopo tre atti con la vittoria di Tartuffe, ma cambia per intervento di Luigi XIV - Mme Pernelle (madre), Orgon, Elmire (moglie Orgon), Mariane e Damis (figli Orgon), Dorine (serva), Cléante (fratello Elmire), Valère (amato Mariane), Tartuffe (devoto); > Tartuffe è ambiguo; > sgradevole Tartuffe seducente, denuncia ipocrisia religiosa: unica differenza sono i sentimenti del cuore (ma non si vedono), critica anche ai veri cristiani?; > messa in scena nel periodo di scontro fra gesuiti e giansenisti; - Pernelle e Orgon sono in balìa di Tartuffe, che se ne approfitta, Dorine e il cognato Cléante si lamentano che lui abbia più privilegi di loro e Cléante deve farsi carico di tutte le responsabilità. Orgon dice che ha incontrato Tartuffe come prete povero che divideva ogni regalo e quindi mosso da compassione lo ha ospitato a casa. Cléante ricorda a Orgon del matrimonio tra Mariane e Valère, ma improvvisamente Orgon sembra aver cambiato idea (sotto consiglio di Tartuffe che vuole Mariane per sè), e promette Mariane a Tartuffe. Orgon litiga pesantemente con Dorine che gli fa perdere le staffe e che convince Valère, furioso, a fare pace con Mariane. Dorine informa Damide della decisione del matrimonio, e Elmire incontra Tartuffe, che si dichiara. Elmire dice che non dirà niente al marito a patto che Tartuffe rinunci a Mariane, ma Damide li sente e minaccia di dire tutto a Orgon. Orgon sente un resoconto di Damide ma non ci crede, cascando nelle bugie di Tartuffe che si finge vittima, Damide litiga con lui e Orgon si infuria e lo disereda, e lo caccia. Orgon per farsi perdonare, propone a Tartuffe di sposare subito Mariane diventando unico erede. Cléante cerca di convincere Tartuffe a far tornare Damide, e chiede di andarsene così da farlo tornare, ma Tartuffe inventa degli impegni. Mariane, Dorine, Cléante e Elmire si riuniscono e chiedono l'annullamento del matrimonio. Orgon si oppone, e Elmire propone di mostrargli una prova della falsità di Tartuffe. Orgon si nasconde sotto il tavolo e ascolta Tartuffe cedere alla dichiarazione d'amore di Elmire, li interrompe e caccia Tartuffe che però lo minaccia che ormai la casa è legalmente sua e se ne va con un misterioso cofanetto che si scopre contiene le prove di un criminale di stato. Arriva un messo giudiziario incaricato di sgomberare la casa che ormai appartiene a Tartuffe. Valère offre del denaro ad Orgon perché scappi, ma sul cammino incontra Tartuffe, divenuto messo del principe, che lo ferma per farlo arrestare. Il gendarme arresta però Tartuffe dicendo che era tutta una messa in scena per vedere fin dove si spingeva la sua ipocrisia. Alla fine Mariane sposa Valère. - Dom Juan (1665): prosa; Dom Juan, Sganarelle (servo), Done Elvire (amata), Commendatore (ucciso); > tema barocco: celebrata incostanza, unità non rispettate, mescolanza generi, elementi fantastici, toni diversi accostati (dialetto contadino - lingua aristocratica), verosimile trascurato; - Sganarelle parla con Gusmano di Dom Juan dicendo che dopo il primo rapporto deve abbandonare la donna perché non ha più fascino. Dom Juan ordina a Sganarelle di rapire la sua prossima preda. Sua moglie Elvira lo incontra per strada e lui dice ipocritamente che si sente in colpa di averla sottratta al convento perché il cielo non è d'accordo, lei non ci crede e lui minaccia di vendicarsi. La barca di Don Giovanni e Sganarelle va alla deriva e vengono salvati dai contadini promessi sposi Pierotto e Carlotta, che Don Giovanni vuole ottenere. Maturina, una ex fiamma di Don Giovanni, sopraggiunge ricordandogli la promessa di matrimonio che aveva fatto a lei, e lui promette di sposare entrambe. Quando Don Giovanni sente che lo stanno cercando, segue l'idea di Sganarelle di vestirsi lui da servo e l'altro da medico che, approfittando del camice, prescrive cose a caso ai malati. Incontrano un mendicante sulla via, e Don Giovanni promette di fare l'elemosina solo in cambio di una bestemmia, alla fine mosso da compassione per la sua fede gli dà comunque il denaro. Poi va in soccorso ad un uomo attaccato da tre banditi, che si rivela essere Don Carlos, fratello di Elvira, che, non conoscendolo, gli rivela che deve saldare i conti con Don Giovanni. Finge di presentarglielo ma è un servo travestito, ma l'altro fratello di Elvira lo riconosce e vuole ucciderlo, ma Don Carlos lo ferma perché gli aveva salvato la vita. Don Giovanni e Sganarelle entrano nel mausoleo del commendatore ucciso per una bravata, e Don Giovanni chiede al servo di invitare la statua di pietra a cena; la statua risponde. Si presenta a cena un commendatore, chiedendo i soldi che gli spettano. Sganarelle lo butta fuori, e arriva il padre Don Luigi che lo rimprovera per il suo comportamento, litigano e Don Giovanni gli augura di morire. Bussa alla porta una donna velata che si rivela essere Elvira a dirgli che lo abbandona. Arriva la statua che lo invita ad andare alla sua di cena, se ha il coraggio. Don Giovanni finge una totale redenzione col padre e con Elvira, ma confessa subito a Sganarelle e fa un elogio all'ipocrisia religiosa. Cerca di vendere la redenzione ai fratelli di Elvira dicendo che si ritirerà in convento, loro rinnovano il duello. Don Giovanni e Sganarelle incontrano uno spettro che esorta Don Giovanni a pentirsi e redimersi ma rifiuta. Incontrano la statua che prende Don Giovanni per mano e improvvisamente lui si sente ardere da un fuoco invisibile e la terra lo inghiotte. Sganarelle si lamenta solo per la paga che non riceverà più. - Le misantrope (1666): versi; Alceste, Philinte (amico), Célimène (amata), Oronte (amante), Acaste e Clitandre (amanti), Arsinoé (amante A); > vita mondana del regno di Luigi XIV; > cortesia, giochi di società, conversazione; tutto è corrotto e tutti mentono; > ridicolizza le convenzioni e l'ipocrisia degli aristocratici > diverso dalle altre opere perché si concentra di più sull'evoluzione e le sfumature dei personaggi piuttosto che sulla trama > Alceste è l'ideale romantico. - Disputa tra Alceste e Filinte, Alceste è contro le convenzioni sociali che mettono tutti sullo stesso piano (stimare tutti uguale stimare nessuno) e ci fanno mentire a noi e agli altri; Filinte dice che è per l'armonia della società, educazione, è più conveniente essere ipocriti. Alceste ama Célimène, che spera di poter redimere, ma Filinte gli consiglia di più Arsinoé e Eliante, e Alceste dice che non è la ragione che comanda l'amore. Oronte vuole diventare amico di Alceste, e gli fa leggere un sonetto ma Alceste dice onestamente che è terribile, ma Oronte si difende dicendo che ad altri è piaciuto, e Alceste dice che probabilmente hanno mentito. Filinte mitiga l'incontro e alla fine se ne vanno entrambi dando falsi saluti cordiali. Alceste rimprovera a Celimene di incentivare i suoi corteggiatori, ma lei dice che lui è troppo geloso e litigioso e che i sorrisi sono per educazione e consuetudine. Lui è geloso soprattutto di Clitandro, ma lei lo rassicura. Alceste si dimostra davvero essere super geloso e litigioso. Clitandro e Acaste decidono che uno di loro si deve arrendere se l'altro ha una prova dell'amore di Celimene, senza pensare ad Alceste. Arsinoé, che ha un occhio su Alceste, fa visita a Celimene e le dice che parlano molto male di lei, Celimene dice che parlano molto male anche di lei, litigano e si dicono la verità l'una sull'altra. Arsinoé resta sola con Alceste e gli dice che Celimene lo tradisce ma lei è pronta ad amarlo. Filinte si dichiara a Eliante, arriva Alceste e si lamenta che Celimene lo tradisce, e chiede a Eliante di concedersi a lui per vendetta ma lei lo dissuade. Alceste mostra una lettera di Celimene che secondo lui è indirizzata ad Oronte, lei arriva e conferma che l'ha scritta lei. Un servo arriva e dice a Alceste che due uomini, uno dei quali lui conosce, hanno lasciato dei biglietti, dicendo uno che ha perso il processo contro Oronte e l'altro in cui Oronte ha scritto un libro sconcio e ha fatto finta che fosse di Alceste. Alceste vuole ritirarsi a vita privata, ma prima lui e Oronte chiedono a Celimene le sue intenzioni amorose. Arrivano Arsinoé e Acaste e Clitandro che chiedono spiegazioni per la lettera in cui lei si beffa di tutti i suoi corteggiatori e se ne vanno sdegnati, così come Oronte. Arsinoé prova a difendere Alceste con altre intenzioni, ma lui la liquida e se ne va indignata. Alceste propone a Celimene di sposarsi e andare lontano dalla società, ma lei ha paura e dice no. Lui cerca di ripiegare su Eliante ma lei dice subito che è impegnata con Filinte, e lui dalla disperazione vuole ritirarsi. Lui troppo ambizioso alla fine non ha avuto nulla. - L'avare (1668): prosa, senza grande successo; Harpagon (padre), Cléante e Elise (figli), Valère (amato Elise), Mariane (amata Cléante), Anselme (promesso Elise) - Harpagon, un ricco borghese è l'avaro. Egli è padre di Cléante e Elise. Lei è segretamente innamorata di Valère che per poterle stare vicino fa in incognita l'intendente di Harpagon, anche se è in realtà ricco. Cléante invece ama Mariane, una ragazza povera, che però suo padre vuole sposare. Per Elise invece Harpagon progetta un matrimonio combinato con Anselme, un vecchio gentiluomo che l'accetta anche senza dote. Cléante ha bisogno di soldi e chiede aiuto a Freccia, il suo servo, che è solito chiedere prestiti. Scopre che gli è riservato un tasso di interesse altissimo da un usuraio sconosciuto. Viene a sapere che tale usuraio è proprio suo padre. Arriva Frosine che assicura che Mariane ama le persone attempate ed è economa, lui finge di non sentirla. Ad una cena poco costosa organizzata dal padre per accogliere Mariane, quest'ultima con un linguaggio di doppi sensi cerca di far capire il suo amore a Cléante. Harpagon finge di lasciare Mariane a suo figlio per smascherarlo. Quest'ultimo confessa e Harpagon lo caccia. Si accorge però che gli hanno rubato un cofanetto di denaro e cade nella disperazione. Un servo accusa Valère del furto e così Harpagon lo manda a chiamare. Valère crede che egli abbia scoperto la sua storia con Elise e confessa tutto, non immaginava del cofanetto. Harpagon è furente. La rabbia viene interrotta solo per un attimo dall'arrivo di Anselme, un uomo che dice di aver perso in un naufragio i suoi figli e che questi suoi figli sarebbero Valère e Mariane. Il tutto si risolve col matrimonio dei quattro, e col ritrovo del cofanetto. - Les femmes savantes (1672): versi > critica al pedantismo e femminismo culturale, l'ossessione di sapere nelle donne compromette l'armonia della vita familiare; - le sorelle Armande e Henriette hanno visioni diverse sull'amore, una solo spirituale, l'altra vuole un marito e una famiglia. Henriette si innamora di Clitandro che si innamora a sua volta di lei. Ariste, fratello di Chrysale ottiene una approvazione del matrimonio tra i due. Chrysale è succube della moglie Philaminte, la quale, infatuata della letteratura, dell'arte e di tutte le manifestazioni dello spirito, rimprovera al marito la rozzezza e la cura del patrimonio familiare. Gli impone di cacciare Martine, la domestica, perché si è espressa con vocaboli poco consoni allo spessore culturale della casa, e il coniuge, pur non approvando, cede. Inoltre, Philaminte ha progetti diametralmente opposti per la figlia minore, che vuole dare in sposa al pedante e ottuso poeta Trissotin. Lettura di poesie di Trissotin, sottolineato dai sospiri e dal giubilo delle dame, orgogliose di appartenere ad una ristretta élite di persone colte. La sola Henriette sembra non apprezzare. Trissotin introduce nella casa un suo amico poeta, imbevuto di cultura classica, la cui pedanteria lo eguaglia. Vadius, questo il suo nome, si produce con Trissotin in un ipocrita scambio di iperbolici complimenti, finché un malinteso non fa degenerare la scena e i due si coprono di insulti. Dopo la sceneggiata, Philaminte rivela il suo piano matrimoniale, mentre Chrysale, informato, viene convinto da Ariste a prendere coraggio e affrontare la situazione con autorità, dimostrando chi comanda in casa. Clitandre si presenta da Philaminte e Armande (alla quale ricorda i suoi rifiuti, ora che ipocritamente si direbbe disposta, malgrado tutto, a sposarlo), esprimendo i propri sentimenti e la propria lontananza dallo sterile autocompiacimento delle "donne sapienti" e di Trissotin, lamentando inoltre la loro inutilità sociale e spiegando che le cose dello spirito devono unirsi a quelle concrete. Tutti i suoi argomenti vengono tuttavia respinti: Philaminte è determinata a concludere il matrimonio entro sera e manda a chiamare il notaio. Henriette e Clitandre, allora, si giurano eterno amore in un tête à tête, mentre Chrysale si appresta a scendere in campo. Henriette decide di parlare personalmente a Trissotin, manifestandogli la propria stima, ma chiarendo che il suo cuore appartiene a un altro uomo. Il poeta, però, replica di essere perdutamente innamorato di lei, e dichiara di non poter rinunciare alla dolce idea del matrimonio. A questo punto sopraggiungono il notaio, Chrysale e Philaminte. L'uomo fa inizialmente valere con coraggio le proprie posizioni, ma si mostra in seguito titubante, e la situazione gli sfugge gradualmente di mano fino al provvidenziale intervento di Ariste. Questi inventa una bancarotta in cui sarebbe incorsa la famiglia, accolto dall'indifferenza di Philaminte (che dimostra così una certa sincerità nel suo distacco dai beni materiali). Trissotin, allora, svela il proprio animo meschino e la natura mercenaria dei suoi piani, affermando di non poter sposare Henriette contro la volontà della giovane. Philaminte apre gli occhi e capisce i veri intenti del poeta: indignata, acconsente al matrimonio tra Henriette e Clitandre, mentre Ariste rivela di aver mentito per assicurare il lieto fine: non c'è stata alcuna bancarotta. - Le malade imaginaire (1673): 3 atti, imaginaire voleva dire pazzo - Argante è ipocondriaco e si lascia imbrogliare dal Dottor Olezzo e dal Dottor Purgone, al nipote del quale promette la figlia Angelica, innamorata di Cleante. Tonietta interviene a favore di Angelica, ma lui dice che ha una malattia al fegato e sarebbe meglio avere un dottore in famiglia. La moglie Belinda arriva, e lo calma, convincendolo a lasciargli tutta l'eredità. Ma il Signor Buonafede gli dice che non è possibile lasciare tutto alla moglie, quindi lui le dà comunque i suoi beni. Tonietta manda il suo fidanzato usuraio Pulcinella a dare la notizia del matrimonio a Cleante. Cleante arriva e si spaccia per il maestro di musica di Angelica, ma Argante vuole assistere alle prove. Arriva il dottor Diaforetico con suo figlio e Argante li presenta a Cleante. Diaforetico dice di non lavorare a corte perché i nobili vogliono essere guariti subito (abitudine dei medici di estorcere denaro con lunghe cure finte e costose). Arriva Belinda e anche lei spinge per il matrimonio di Angelica, che la accusa di aver sposato Argante solo per i soldi. Il dottore visita Argante e gli diagnostica mali e cure diverse dal dottor Purgone. Argante picchia Luigina (sorella di Angelica) per farsi dire chi c'è in camera e lei si finge morta scatenando rimorsi del padre, ma poi confessa. Arriva Beraldo, il fratello di Argante a cui non piace Belinda e che sostiene che Angelica debba scegliere marito da sola e gli rinfaccia la sua ipocondria e l'ipocrisia dei dottori. Il Signor Fiorente sostituisce il dottor Purgone, ma viene attaccato dalle critiche di Beraldo, così rifiuta di somministrare la cura e se ne va. Il dottor Purgone lo viene a sapere e si proclama ferito, rompe il matrimonio di Angelica con il nipote e ogni tipo di relazione. Tonietta inscena una farsa con l'aiuto di Beraldo, si finge un medico e dice che per guarire deve mangiare tanti arrosti e bere tanto vino, e poi dovrebbe amputarsi un braccio e cavarsi un occhio, ma lui ovviamente rifiuta. Beraldo gli parla ancora di Angelica, e lui dice che la farà suora come dice sua moglie. Tonietta gli consiglia di fingersi morto per vedere la vera reazione di Belinda, che alla notizia comincia a insultare Argante e propone di razziare tutti i suoi beni. Argante fa la stessa cosa con Angelica che invece si dispera, allora accetta il matrimonio con Cleante a patto che lui diventi medico. Beraldo e Tonietta gli propongono di diventare lui stesso medico, visto che basta portare il camice. Temi - casta mondana, libertinage, nobiltà in rovina, rappresenta la borghesia (mercanti, uomini di legge, medici) - protagonisti incarnano caratteri eterni che rimandano a uomini reali di tutte le società (vizio principale) - morale del pubblico: condanna le affettazioni (preziosismo, pedantismo), le manie, aliena gli estremismi; non mette in discussione l'ordine sociale ma lo consacra - donne: le ragazze non devono essere lasciate nell'ignoranza ma un sapere eccessivo le distoglie dal loro ruolo di padrone di casa, mogli e madri - verosimiglianza non importa, l'effetto comico è più importante delle regole - necessità interna del lieto fine anche a scapito della verosimiglianza - l'amore è un sentimento spontaneo che deve trionfare sui calcoli o sulle smanie dei genitori (vs matrimoni combinati), con sposi in rapporto di età, sentimento e condizione sociale (consacra ognuno nella sua classe sociale) - cristianesimo mediocre in opposizione al fanatismo (tartuffe) Comicità - elementi comici della farsa: mascheramenti, schiaffi, bastonature, inseguimenti, ripetizioni - caricatura e parodia - incoscienza e rigidezza dei personaggi; tagliati fuori dalla realtà, vivono nelle loro ossessioni - maniaci mossi da un'idea fissa che reagiscono meccanicamente - non parla l'autore ma i personaggi, secondo cultura, provincia, classe sociale - personaggio ricorrente del medico descritto come arrivista interessato solo al denaro, sfruttare la malattia per un compenso

Grand siècle (1598-1661)

- secolo di Luigi XIII, risanamento economico, regime ministeriale - rinnovamento cattolico con nuovi ordini e spirito di crociata (protestanti appena tollerati con l'editto di Nantes 1598 di Enrico IV convertito, ma revocato da Luigi XIV editto di Fontainebleau 1685) - lotta contro la Spagna e minacce di invasione (politica si laicizza) - Richelieu: politica si laicizza e modernizza con uso sistematico di spionaggio e propaganda (libellisti stipendiati) - Fronda contro Mazarino (1648-1653), morte di Mazarino (1661) - secolo agostiniano: debolezza dell'uomo decaduto, in preda all'ignoranza, passioni e morte: solo la grazia divina può salvare, condanna a tutti i divertimenti e alla follia delle passioni - ossessione dell'incostanza e inconsistenza (Don Giovanni), moda dell'ostentazione (eroe corneliano), metamorfosi, specchi, movimento, inatteso - neostoicismo come Seneca: autocontrollo, sovranità nei confronti del mondo esterno, primato di valori morali della générosité, superiorità dell'uomo nobile; tentativo di conciliazione dello stoicismo con la fede cristiana; - influenze italiane (Maria de' Medici e Mazarino): Machiavelli, Tasso, Marino, Boiardo, Ariosto, Cervantes (Don Chisciotte) - libertinage: epicurei scettici che scherniscono il cristianesimo ufficiale e conducono una vita dissoluta - l'universo è un gioco di forze cieche e la saggezza consiste nel godere di noi - ideale dell'honnete homme: il cortigiano - honnete homme: tenore di vita decoroso, sa ballare, conversare, essere elegante, spiritoso, cortese, senso della misura e del rispetto (soprattutto del potere); disinvoltura, naturalezza, facilità; intendersi di tutto ma non interessarsi a niente (eccetto l'onore) - classicismo: insistenza sulla supremazia della ragione, eterna e invariabile come la bellezza e le regole > prima metà del secolo: letteratura barocca > seconda metà del secolo: classicismo barocco - eccesso, complessità e irregolarità nelle arti figurative - coscienza del divenire, della mutevolezza delle cose, visione basata sulla metamorfosi (bisogna togliersi la maschera - illusion comique di Corneille) - romanzo con récits en boite: storia all'interno della storia, ci sono diversi piani narrativi (per esempio la storia di ogni personaggio) - complessità della vita - movimento (es. nuovo mondo, illusion comique) Religione - giansenismo (Port Royal): predestinazione, fede elitaria, desiderio di sottrarsi al mondo e tagliare i ponti con la società corrotta

Racine (1639-1699)

Vita - Jean Racine, povero, orfano, educato dalle suore e dai Solitari di Port Royal - tradizione cristiana, opere greche e latine e retorica francese; rifiuta man mano la severa formazione giansenista - 1658 Parigi, società libera, amico di La Fontaine, si dedica al teatro - dopo il successo dell'Alexandre (recitato da Molière), Racine affida l'opera agli attori dell'Hotel de Bourgogne e un mese dopo, per arrivismo (compiacere il vescovo di Parigi) si scaglia contro i suoi benefattori di Port Royal - 1668 muore la sua amante avvelenata, attrice Thérèse du Parc (lui è sospettato a causa della sua gelosia) - 1673 diventa membro dell'Académie française - 1677 è storiografo di corte e 1679 forse per uno scandalo si ritira a vita privata e ritrova la fede Opere - La Thébaide ou les Frères ennemis (1664): tragedia in 5 atti; figli di Edipo, Eteocle e Polinice (senza prologo); - Polinice guida un esercito contro suo fratello Eteocle, sostenuto dallo zio Creonte (figlio di Giocasta) che vuole inasprire l'odio tra i fratelli per usurpare il trono. Fanno tregua e Emone (figlio di Creonte) confessa il suo amore a Antigone (sorella di Eteocle e Polinice), e passa dalla parte di Polinice. Olimpia, la confidente di Giocasta, ricorda il vaticinio dell'oracolo secondo cui ci sarà pace solo dopo aver estinto la stirpe reale. Polinice, infuriato dalla giustizia divina vuole riprendere le ostilità, e arriva messaggio che Eteocle e Creonte hanno rotto la tregua. Menaceo, figlio di Creonte, si è sacrificato credendo di realizzare la profezia, e Eteocle vuole vendicarlo ma Creonte accetta la pace con Polinice. Creonte ammette di aver solo cambiato strategia, sperando che i fratelli si distruggano. Giocasta è fiduciosa in un'intesa, ma i due fratelli, Eteocle amato dal popolo e Polinice con pretese divine e giuridiche, ormai si odiano e si vogliono scontrare in duello, spingendo Giocasta ad uccidersi. Antigone resta sola, i due fratelli si sono vicendevolmente uccisi nel duello e hanno messo in mezzo anche Emone, che è morto. Creonte, destinato al trono, vuole sposare Antigone ma anche lei si suicida. Creonte è sconvolto e pone fine alla sua vita > inizialmente non ha molto successo - Alexandre (1665), prima opera di successo che ha come soggetto la magnanimità del sovrano (flatte il potere del re) - Andromaque (1667): tragedia in 5 atti; Andromaca, Astianatte, Pirro (figlio di Achille), Ermione (fidanzata di Pirro), Oreste (ambasciatore dei greci). > Ermione è promessa a Pirro che la trascura per l'amore per Andromaca, sua schiava. Offre di sposarla in cambio della vita di suo figlio Astianatte. I greci inviano Oreste per richiedere il bambino, Oreste spera di sedurre Ermione, trascurata dal marito. Andromaca seppur straziata resiste. Ermione dice a Oreste di amare Pirro, e fa scegliere a Pirro tra lei e la vita di Astianatte. Pirro la sposa per salvare Astianatte. Oreste è disperato, e Ermione odia Andromaca che ora la supplica di riavere suo figlio. Ma improvvisamente Pirro le offre di sposarla e salvare anche Astianatte, Andromaca accetta con il piano di mettere in salvo il figlio e poi suicidarsi. Ermione chiede a Oreste di vendicare il suo sdegno uccidendo Pirro, e lui lo fa, ma Ermione è disgustata da questa estrema obbedienza e si toglie la vita. Oreste impazzisce e viene salvato dall'amico Pilade. > Andromaca dalla purezza virgiliana > Hermione è la prima delle amanti frenetiche raciniane, veemenete e appassionata - Britannicus (1669): tragedia romana e politica in 5 atti concepita in seno alla rivalità con Corneille; > Agrippina (imperatrice), Britannico, Nerone (figlio), Junia (amata Britannico), Burro (istitutore); > non si interessa di arte politica, massime: nel coro ci sono esitazioni di Nerone, sollecitazioni della sua coscienza, cattive inclinazioni, tendenze sadiche; > personaggi principeschi che offrono la rivelazione della follia umana - Agrippina, moglie di Claudio, riesce a far nominare futuro imperatore il figlio illegittimo Nerone al posto del legittimo Britannico. Nerone è ingrato, allontana la madre e fa rapire l'amata di Britannico, Giunia, ma l'unione tra Giunia e Britannico è favorita politicamente (dalla madre), che sentendosi quindi minacciata cerca una soluzione. L'istitutore di Nerone, Burro, cerca di calmarla dicendo che i suoi sospetti non sono fondati ed è paranoica verso Nerone. Britannico si fida del liberto Narciso che si propone di salvare Giunia. Nerone si innamora davvero di Giunia e ripudia Ottavia, la sorella di Britannico. Nerone minaccia Giunia di far uccidere Britannico se non lo sposa, ed è costretta a rifiutare Britannico. Burro chiede ad Agrippina di non inasprire il rapporto con il figlio (con una congiura), e Giunia incontra segretamente Britannico ma vengono scoperti da Nerone che li arresta, così come sua madre. Nerone affronta Agrippina e dopo una discussione finge di accettare le sue condizioni, riconciliandosi con Britannico e lasciando libera Giunia, ma in realtà vuole uccidere Britannico, cosa che sconvolge Burro. Britannico si reca da Nerone senza sospetti per bere dalla tazza del giuramento, ma viene ucciso. Giunia sconvolta si rifugia tra le vestali e Nerone impazzisce di sconforto e disperazione. - Bérénice (1670): strazio degli eroi che devono rinunciare alla loro felicità privata in nome dell'interesse dello Stato: vs Corneille, non esalta l'io ma li lascia distrutti per sempre (que le jour recommence et que le jour finisse sans que jamais Titus puisse voir Bérénice); > semplicità del tema, azione semplice sorretta dalla violenza delle passioni, dalla tortura psicologica dei personaggi > non si versa una goccia di sangue ma aleggiano sentimenti intensi > probabilmente ispirata dalla storia tra Maria Mancini e Luigi XIV. - Antioco, re di Comagene si innamora di Berenice e, con il sostegno di suo fratello (di lei) Agrippa tenta di dichiararsi ma arrivano Tito (figlio dell'imperatore) e Vespasiano. Anche Tito si innamora di Berenice e Antioco, scoraggiato si arruola e spera di morire, invece aiuta a sedare la rivolta in Giudea, guadagnando la simpatia di Tito, che però riporta a Roma Berenice, che ricambia il suo amore. Antioco resta tre anni ospite da Tito e diventa amico di Berenice che non sospetta il suo amore ed è anzi promessa a Tito, che la vuole sposare appena diventa imperatore. Antioco non resiste e rivela il suo amore alla regina, che però lo rifiuta. Una volta diventato imperatore, il senato dice a Tito che il popolo non accetterà mai una regina straniera e, per dare esempio di virtù, cerca di allontanare Berenice da Roma senza dirle la verità, affidandola a Antioco. Berenice pensa così che il turbamento di Tito derivi dalla competizione con Antioco e lo affronta. Antioco rivela a Berenice il vero motivo del viaggio, ma lei non gli crede e lui si dispera. Berenice, divorata dal dubbio, manda la sua confidente Fenicia a scoprire la verità. Tito confessa di non poterla più sposare, e Berenice minaccia il suicidio appena rientrata in patria. Tito minaccia a sua volta il suicidio, e Antioco, cercando mediare, minaccia il suicidio per proteggere l'onore di entrambi. Alla fine Berenice si allontana e non si suicida. - Bajazet (1672): storia turca del principe Bayezis e fratello Mourad IV; - Amurat (sultano), Acomat (visir), Roxane (amante), Bajazet (amato Roxane), Atalide (cognata Bajazet), Orcan (servo); > Racine elimina tutto ciò che non poteva essere assimilato dalla corte > usa la Turchia come popolo idealmente crudele e invasato, secondo l'idea dei francesi dei turchi, come chiave per la rappresentazione dei suoi personaggi tragici - In partenza da Bisanzio per combattere i Persiani, il sultano Amurat ha dato tutti i suoi poteri alla sua favorita Roxane, raccomandandole di tenere d'occhio Bajazet, suo fratello, di cui sospetta progetti ambiziosi. Dal campo di battaglia, manda a Roxane l'ordine di condannarlo a morte proprio quando lei, innamorata di Bajazet, gli ha proposto il trono se accetta di sposarla. Ma Bajazet ama Atalide, parente che è cresciuta con lui nell'harem e sulla quale il gran visir, Acomat, ha già gettato un occhio (Acomat vuole mettere sul trono Bajazet perché vuole Atalide per sè). Bajazet non accetta quindi la proposta di Roxane che minaccia di vendicarsi. Atalide supplica Bajazet di dare qualche speranza alla rivale, ma Roxane capisce il piano e vuole lavare la sua vergogna nel sangue di Bajazet. Ma un messaggero di Amurat arriva e la condanna a morte per essere stata infedele. Roxane viene uccisa, ma ormai è troppo tardi per salvare Bajazet, che viene strozzato su ordine di Roxane e Atalide si uccide dalla disperazione. - Mithridate (1673): opera corneliana (ossessionato dal suo rivale); > Mithridate (re), Xipharès e Pharnace (figli), Monime (amata re); > mare: portatore di fatalità (ritorno re, sbarco romani); > poesia tragica: inutilità della lotta contro il destino. > ricorda Polyeucte, Nicomède e Attila - Xipharès, uno dei figli di Mitridate, scopre la morte del padre e il rischio di una vittoria di Roma. Teme un tradimento del fratello Pharnace che ha sempre sostenuto i Romani. Xipharès incontra Monime, promessa a Mitridate e le dichiara il suo amore, a cui lei non si oppone, ma anche Pharnace vuole ereditare il regno del padre e la moglie. Si scopre che Mitridate in realtà è vivo e sta per arrivare. I due fratelli si riconoscono entrambi colpevoli. Monime non ha la forza di accogliere Mitridate come si deve e il re riceve notizia della perfidia di suo figlio Pharnace, che vuole far giustiziare. Monime si costringe a sposare Mitridate ma lui sospetta che lei ami Pharnace. Monime dichiara il suo amore a Xipharès ma dichiara di voler seguire la volontà di Mitridate. Mitridate annuncia che invaderà l'Italia, Xipharès approva e vuole partecipare. Pharnace ha l'ordine di sposare la figlia del re dei Parti ma rifiuta e, temendo una ritorsione del fratello, rivela che questo ama Monime. Mitridate finge di voler dare in sposa Monime a Xipharès, e lei confessa il suo amore. Xipharès, sapendosi scoperto, vuole fuggire ma Monime gli dice che è stata lei ad aver rivelato il loro amore, così lui accetta di sposarla in cambio del suo perdono, ma lei rifiuta. Mitridate non sa più chi deve punire e Pharnace tradisce il padre rivelando l'attacco ai Romani. I romani attaccano il palazzo, Monime vuole avvelenarsi dopo aver sentito una voce sulla morte di Xipharès. Mitridate, vedendosi vinto, si avvelena e si pugnala perdonando Monime. Xipharès invece è vivo e riesce a contrastare i romani. Mitridate, fiero della vittoria, prima di morire fa sposare Monime e Xipharès e gli consiglia di andarsene. - Iphigénie et Aulide (1674): Agamennone, Ifigenia (figlia), Achille, Erifile (prigioniera), Clitennestra (madre Erifile), Calcante (indovino dei); > Omero, rivivere la Grecia, tragedia dominata da volontà degli dei > i critici lamentavano che il teatro moderno fosse inferiore alle tragedie greche, risposta di Racine - La flotta greca è pronta a partire per Troia ma gli dei chiedono in sacrificio la figlia di Agamennone Ifigenia per dare vento. Agamennone è diviso tra l'ambizione di re e le responsabilità di fronte all'esercito che vuole partire per cercare gloria sui lidi di Troia contro l'amore paterno per la figlia, promessa sposa di Achille il quale giurerà di difenderla a costo della vita contro il volere degli Dei. Ulisse esorta l'uomo al sacrificio, ricordandogli doveri e possibilità delle conseguenze dell'atto. Agamennone decide di ingannare l'oracolo per evitare il sacrificio, permettendo la fuga di Ifigenia e della propria moglie Clitennestra ma Erifile, portata in Aulide come schiava dopo la vittoria di Achille a Lesbo, la quale non conosce le sue origini e il suo nome, seppure senta dentro di sé di appartenere a una stirpe reale, innamorata segretamente dell'eroe, denuncerà l'inganno progettato da Agamennone a Calcante. Il sacrificio sembra imminente, quando Calcante chiarisce l'oracolo: c'è un'altra Ifigenia che deve essere resa in dono agli Dei. Si tratta della schiava Erifile, nata dalla relazione clandestina tra Elena e Teseo e chiamata segretamente Ifigenia. Erifile venendo a sapere della sua vera origine, si pugnala sull'altare > Racine grazie alla sua straordinaria conoscenza dei miti classici attinge questo finale da un'altra versione classica anche se molto meno nota, quella di Stesicoro. Il motivo di questa scelta si può ricondurre alla consuetudine, per gli autori di opere teatrali del periodo, di attenersi a delle regole: la bienséance (decoro, decenza), secondo la quale sarebbe stato ignobile far comparire sulle scene il sacrificio di una fanciulla esente da colpe, e la vraisemblance (verosimiglianza), per cui la trasformazione di una donna in cervo non sarebbe stata verosimile. - Phèdre (1677): insuccesso iniziale; > Teseo, Fedra, Ippolito, Enone, Aricia > risveglio amore è inizio agonia, amore abbatte e degrada corpo e anima, annulla la volontà. > novità: l'eroina si giudica e si detesta > al pessimismo degli scrittori greci sovrappone la cupa visione agostiniana del mondo - Ippolito vuole partire alla ricerca del padre Teseo di cui non si hanno notizie, ma anche sfuggire alla cugina Aricia di cui è innamorato. Fedra confessa alla nutrice Enone di essersi innamorata di suo figlio Ippolito, che però la odia. Si scopre che Teseo è morto, quindi la nutrice la spinge a resistere e pensare al futuro dei suoi figli. Aricia spera che Ippolito le restituisca la libertà e forse il trono, e lui le confessa il suo amore. Ippolito parla con Fedra che teme che lui si vendichi una volta al potere, ma lui smentisce. Fedra finisce col svelargli la sua passione, un sentimento obbrobrioso instillato in lei da qualche dio vendicativo, un amore colpevole che la rende miserabile agli occhi del mondo: è lei la prima a detestarsi. Invoca il giovane di ucciderla ma Ippolito fugge e poi scopre che Teseo è ancora vivo. Fedra supplica Enone di far tornare Ippolito e sollecita l'intervento della dea venere per il rifiuto subito. Si scopre che Teseo è vivo, Fedra è disperata e ormai disonorata ma Enone propone di dire che è stato Ippolito a stuprarla e usare come prova la spada che ha lasciato. Fedra parla al marito al suo ritorno, ma Ippolito, sicuro della sua innocenza, non fugge e affronta il genitore. Enone racconta i dettagli a Teseo che vuole esiliare Ippolito, che si difende dicendo che ama Aricia ma non è creduto. Teseo invoca la vendetta di Nettuno. Quando Teseo dice la scusa a Fedra, lei si ingelosisce e trama di nuovo con Enone ai danni di Aricia ma poi si pente e dà alla nutrice tutta la colpa. Ippolito vuole scappare con Aricia, e Aricia affronta Teseo difendendo l'amato e dicendo che l'unico mostro che ha lasciato in vita è Fedra. Teseo si insospettisce ma, quando vuole parlare con Enone, scopre che è gettata in mare. A causa della vendetta di Nettuno, Ippolito muore e Teseo è disperato, ma quando incontra Fedra scopre che si è avvelenata e lei confessa tutto. Teseo è amareggiato e promette di mettere sul trono Aricia in onore di Ippolito. - Athalie (1691): Athalie, Baal, Joad, Joas, Josabeth > Dio muove la volontà. > argomento biblico: tema caro a Port Royal - Atalia (Athalie) è la madre del re d'Israele Ocozia (Ochosias) e vorrebbe regnare al posto del figlio: la sua smania di potere la spinge a far sterminare la discendenza e ad istituire un nuovo culto per il dio Baal. Iosabetta (Josabeth) è riuscita a salvare uno dei figli del re, Ioas (Joas), e l'ha nascosto nel tempio, dove il marito e sommo sacerdote di Yahweh, Ioad (Joad), lo ha cresciuto in conformità alle leggi divine, allevandolo con il nome segreto di Eliacino (Eliacin). Il fanciullo è il legittimo re di Giuda, successore di Davide, deputato a liberare il suo popolo dall'idolatria. La sua identità è però nota ai soli Ioad e Iosabetta. Al termine dell'atto il coro canta la grandezza di Dio. Durante le prime ore della mattina la regina irrompe nel tempio, venendo aspramente rimproverata da Ioad per il gesto sacrilego; vede al suo fianco Eliacino e resta turbata. Durante la notte ha infatti avuto un sogno premonitore in cui le è apparso un fanciullo che con una spada la traffigeva: il fanciullo aveva proprio il volto di Eliacino. Il suo consigliere Matano (Mathan), ministro di Baal, le intima di ucciderlo ma lei vuole prima interrogare il ragazzo che risponde in modo illuminato, aumentando così i turbamenti di Atalia. Il sacerdote intanto ascolta in segreto il colloquio. Il coro celebra la grandezza misteriosa del fanciullo. Matano si reca al tempio per rendere noti gli ordini della regina; con Nabal si lamenta dei rimorsi e delle incertezze che l'hanno colta negli ultimi giorni, ma ora si rallegra che voglia farsi consegnare il bambino in cambio della pace. Matano espone a Josabetta il volere di Atalia, e dopo una breve resistenza sopraggiunge Ioad a scacciarlo dal luogo sacro. La donna, molto intimorita, confida al marito quanto le è stato detto e vorrebbe portare Ioas al sicuro presso Iehu, ma il sommo sacerdote si oppone, fermo nel proposito di rivelare la vera identità di Eliacino. Il fanciullo con voce profetica annuncia la grandezza della chiesa futura. Il coro canta la speranza per l'avvenire. Ioad comunica al fanciullo ogni cosa sulla sua reale identità e sul piano divino di cui è stato investito; pieno di fervore religioso, Ioas accoglie con stupore e fermezza la rivelazione. Il sommo sacerdote fa introdurre poi Azaria, Ismaele e tre leviti, cui svela la verità. Li incita, in nome del loro Dio, a prendere le armi contro Atalia e a restaurare con la forza i legittimi diritti dei figli di Davide, rovesciando l'usurpatore. La regina intanto fa circondare il tempio dai soldati. Il coro canta lo spavento dei fedeli a Yahweh. Abnero, già messo in carcere, è stato liberato dalla regina per proporre a Ioad un patto: egli, la sua gente e il tempio saranno risparmiati se verranno consegnati il bambino e il tesoro di Davide. Abnero, all'oscuro della reale identità di Ioas, consiglia di accettare, ma Joad sente ormai che Dio è dalla sua parte. Così, il sommo sacerdote finge di accettare, e fa introdurre Atalia nel tempio. Nel frattempo ha disposto leviti e sacerdoti attorno alla struttura e posto in trono il fanciullo, coperto da un velo. Atalia entra e si vede d'improvviso circondata. Le viene mostrato Ioas e apprende chi sia; ammette di aver provato pietà per il bambino, ma adesso, ormai senza scampo - fuori dal tempio i suoi soldati sono stati messi in fuga e il legittimo re rivelato al popolo -, gli augura di profanare le leggi divine. Atalia viene portata fuori e uccisa; Ioad avverte il re di non dimenticare « che là su nel Cielo / un Giudice i Monarchi, gl'Innocenti / hanno un Vendicator, gli Orfani un Padre » Tragedia Raciniana 1) purezza della tragicità: uomo schiacciato dalla fatalità 2) sfondo leggendario: eroi 3) successione di stati d'animo: nessun evento esterno, non c'è via di uscita, lunghezza dipende dall'esitare tra amore e odio 4) elegia: protagonisti sono soli e intrisi di sofferenza, ognuno esalta il proprio dolore 5) effetti di sordina: poesia sfuma i colori della realtà, evita di esplicitare Temi - tragicità: ridicola lotta contro forze onnipotenti (fatalità esterne), suscita pietà e terrore - fatalità interiore: sentimenti (passione), amore, ambizione - rappresenta la follia dell'uomo: ossessiva e solitaria ricerca della felicità, dittatura del desiderio - passioni sottomettono la volontà e la annientano - a inizio tragedia muro: scelta portatrice di catastrofe ma personaggi sono lucidi - crudeltà personaggi: frenesia delle passioni (soprattutto le donne) - campo chiuso: protagonisti chiusi in se stessi, incapaci di comunicare, si straziano in un campo chiuso - cerimonia tragica: scenografia e ambiente realisti ignorati per un'atmosfera più evocatoria, lingua rarefatta e priva di enfasi, particolarità nella musicalità, melodia del linguaggio - i personaggi sono antieroi in balìa delle primitive passioni dell'animo, incapaci di volontà, travolti dai propri insanabili conflitti interiori - la passione è un'ineluttabile fatalità che piega i destini degli uomini e l'amore, sentimento devastante, è spesso esasperato dalla gelosia - la debolezza d'animo dei personaggi ed il pessimismo dell'autore riflettono una visione giansenista dell'esistenza - poeta della coscienza del male, dell'impossibilità, per i suoi personaggi, di scegliere il bene e di sottrarsi al destino senza l'aiuto della Grazia di Dio

La Fontaine (1621-1695)

Vita - Jean de La Fontaine, borghese, studia teologia e poi diritto a Parigi - 1647 lo convincono a sposarsi ma il matrimonio è infelice e si separa - legge romanzi medievali, racconti italiani (Boccaccio, Ariosto), romani preziosi, culto per alcuni antichi (Metamorfosi di Ovidio, e Asino d'oro) - mecenati: sovrintendente Fouquet (1654-1661), Palais de Luxembourg (1664-1672), Mme de La Sablière (1672-1693) - 1683: viene eletto membro dell'Académie française - morta la sua protettrice, fa pubblica sconfessione dei racconti e si dedica a ferventi pratiche religiose Opere - Contes et nouvelles en vers (1664): ispirati a Boccaccio e Ariosto; fragile virtù delle donne, ingenuità ragazze, disavventure monache; si attiene all'uniformità del verso, regolarità che stufa > alcuni sono sequestrati perché troppo spinti - Fables choisies mises en vers (1668): 124 favole (la maggior parte di tradizione esopica) ma arte dialogo, varietà di toni e ritmi - Les amours de Psyché et de Cupidon (1669): racconto mitologico - Fables II (1678-1679): 5 nuovi libri di cui sono 1/3 della tradizione esopica, saggio indiano Pilpay e conversazioni nel salotto di Mme de la Sablière; più varietà, riflessioni personali, confidenze (amicizia, piacere del riposo, vecchiaia), meno animali, dal pittoresco al simbolismo morali, problemi filosofici - Fables III (1693): solitudine come unico mezzo per conoscersi; favola-meditazione, "le juge arbitre, l'hospitalier et le solitaire" > dopo la morte di Mme de la Sablière sconfessa i contes liberini e ritorna a una vita cristiana Temi - caratteristiche - le Fables perpetuano una tradizione medievale francese di storie comiche e satiriche sui costumi sociali, dove gli attori sono personificazioni di animali - prima favola breve, aneddoto solo come pretesto per la morale - universo di fantasia ma vicino alla realtà (mestieri, personaggi stilizzati, mondo campagnolo) - natura rustica con tocco poetico ma non descrittiva - simpatizza con animali e pianti: caricaturista, simbolismo popolare - non satira sulla società, ma lezione generale su forti e deboli ma evoca le classi sociali del suo tempo - morale spesso implicita dalla saggezza popolare (no provvidenza ma destino) e massime contraddittorie - interviene nei racconti: lirismo discreto rivelando sentimenti (solitudine, amicizia, tristezza, vecchiaia e minaccia morte) - morte, diritto del più forte, ma anche senso di solidarietà e pietà per gli infelici Stile - autonomia ed elasticità formale - qualità drammatica (dialoghi, ogni personaggio parla secondo il suo carattere) - virtuosismo ritmico: giustapposizione di metri diversi, rimani, contro-rimandi - accoppia parole strane insieme - esplora termini e toni gustosi nello scoprire suoni evocativi

Madame de Lafayette (1634-1693)

Vita - Marie-Madeleine de La Vergne, famiglia della piccola nobiltà, 1655 sposa il conte de Lafayette - 1658 frequenta società parigina, circondata da letterati, comincia da Madeleine de Scudéry e poi rimane molto legata allo scrittore La Rochefoucauld - non firma mai le sue opere, la società non considera idoneo che una donna scriva Opere - La Princesse de Montpensier (1662): novella > sobrietà dello stile, verità dei sentimenti, esattezza dell'evocazione storica degli ultimi Valois, Carlo IX; > adulterio, passione, gelosia, amore; > il pretesto della storia serve per scrivere di alcune "giustificazioni" romanzate che saranno causa delle reali scelte politiche (la storia garantisce la verosimiglianza), la guerra civile è riflessa dalla guerra tra l'individuo e la passione; > la narrazione è oggettiva, non c'è alcun commento dell'autrice. > ogni dettaglio è funzionale all'azione, al destino contro cui non si può lottare, rinforzato dalla cronologia del racconto; > ingannevole premessa di felicità. > La passione è rappresentata come un impulso egoistico che cancella ogni considerazione per altri. > dipinge in modo magistrale la condizione femminile, i matrimoni in cui l'uomo è innamorato ma si trova davanti a un muro di cortesia e gentilezza ma sempre gelido. - L'unica ereditiera degli Angiò era promessa al duca di Maine, fratello minore del duca di Guisa, che se ne innamora, ed è ricambiato. Cambiano i piani, e la principessa, senza alcun potere decisionale, deve sposare il Principe di Montpensier (che odia i Guisa e viceversa). Il conte di Chabannes è un amico caro del principe, e Caterina de medici sospetta sia un ugonotto e lo fa arrestare, ma il principe lo salva. Il principe parte per la guerra e la principessa resta con il conte, a cui confida l'amore per il duca di Guisa. Il conte poco dopo si dichiara a lei, che gli dice freddamente che per una serie di ragioni il loro amore è impossibile, lui si vergogna ma lei lo consola. Torna il principe, e il conte insegna ad entrambi come amare e farsi amare dall'altro, ma il principe deve presto ripartire, scoprendo la competizione con il duca di Guisa la cui fama sta aumentando. Il duca di Guisa si propone di accompagnare il duca d'Angiò a visitare una città, ma si perde e incontra delle dame sul fiume, tra cui la principessa. I due si riconoscono subito e riscoppia la passione. Camminano tutti insieme fino a Champigny, dove incontrano il principe che si ingelosisce a vedere la moglie. Restano ospiti due giorni, ed entrambi sono invaghiti. Il principe tratta male la principessa perché geloso degli sguardi che dà al duca di Guisa, e il conte la interroga sul loro incontro. Lei dice che lo ama ancora ma è fedele al principe. Ricomincia la guerra e la principessa viene trasferita a Parigi. Il duca d'Angiò si ammala e torna a Parigi, dove si ritrovano tutti alla fine della guerra. Il duca d'Angiò cerca di sedurre in modo subtly la principessa per non incappare nella gelosia del principe, mentre il duca di Guisa si dichiara. Il principe li vede insieme e geloso si adira e le proibisce di parlargli. Nel frattempo il duca di Guisa cade nell'interesse della gelosa Margherita di Navarra. Il duca d'Angiò, fratello di Margherita, capisce che il duca di Guisa avrebbe sposato sua sorella e anche lottato per le attenzioni della principessa e lo minaccia, ma vengono chiamati dal re. Il duca d'Angiò parla male del duca di Guisa, che il re già non adora tanto, e il re decide di andarsene. Il duca di guisa sceglie di sposare Margherita di Navarra e la principessa, a causa dei sospetti del principe, viene rimandata a Champigny. Ritrova il conte e gli dà un dolore enorme ribadendo i suoi sentimenti per il duca e chiedendogli di fare da tramite per le lettere. Il conte si sente usato e si allontana, scrivendo una lettera piena di rabbia in cui spiega i suoi sentimenti alla principessa, che si pente, ma il conte nel riappacificarsi viene ancora una volta sottomesso. Ritorna il principe, e il duca di Guisa si presenta ad un appuntamento con il conte, dicendo che vuole vedere la principessa. Cercano di farlo sgattaiolare nel castello di notte, ma il principe è sveglio ed entra nell'appartamento della principessa, vedendo il conte (che era entrato per proteggerla) insieme alla principessa ormai priva di sensi. Il conte si finge colpevole, la principessa non si riprende e il duca di Guisa scappa. Si scopre che la principessa è gravemente malata e il principe non ha il coraggio di vederla. Il conte di Chabannes si lancia nella lotta tra cristiani e ugonotti sapendo che l'avrebbero massacrato sospettandolo ugonotto, e quando il principe lo scopre morto è triste per la sua amicizia ma anche lieto a causa del dolore per l'affaire con la principessa. Il duca di Guisa nel frattempo si innamora di un'altra donna, dimenticando la principessa e non chiedendo nulla su di lei. Alla fine la principessa, credendo di riuscire a riprendersi grazie anche all'assenza del marito, scopre della relazione del duca e della morte del conte, e muore. "Morì pochi giorni dopo nel fiore dell'età la più bella delle principesse, che sarebbe stata anche la più felice se la virtù e la prudenza avessero condotto tutte le sue azioni": - Zaide (1669-1671): romanzo barocco sulla scia del romanzo eroico: Consalve, Alphonse (disperati), Zaide (amata), lieto fine; pessimismo psicologico e evocazioni cupe dell'amore - L'intrigo principale è quello del castigliano Consalve che per una delusione si è ritirato in solitudine e incontra un altro disperato, Alphonse. Un naufragio getta su quella costa una straniera bellissima, Zaïde, si cui Consalve si innamora. Lei scompare e lui decide di partire per una guerra lontana, non senza la speranza di ritrovarla. Alla fine, sposa la ragazza, che era cristiana, e il cui padre musulmano si converte. - La Princesse de Clèves (1678): primo romanzo della letteratura francese; Enrico II, Mademoiselle de Chartres, Principe di Clèves, duca di Nemours; > documentazione accurata sull'epoca e i personaggi (1558-1559); > trama storica non solo sfondo: determina l'evoluzione dei sentimenti (etichetta che le proibisce di assentarsi da corte per troppo tempo) - La protagonista, Mademoiselle de Chartres, è una delle dame più affascinanti e corteggiate della corte di Enrico II di Francia e Caterina de' Medici; sposa il principe di Clèves sotto le pressioni della madre, uomo che lei stima ma non ama. La novella sposa conosce l'amore dopo il matrimonio nella persona del duca di Nemours, corteggiatore di Elisabetta I d'Inghilterra: l'amore è corrisposto. Quando la madre muore, le confessa di aver notato la sua passione e le dice: « Songez ce que vous devez à votre mari ; songez ce que vous vous devez à vous-même, et pensez que vous allez perdre cette réputation que vous vous êtes acquise et que je vous ai tant souhaitée ». L'amico del principe, Sancerre è innamorato e ricambiato di Madame De Tournon ma scopre alla sua morte che lei aveva un'altra relazione con Monsieur d'Estouteville. Il principe dà questo consiglio, che dice anche alla moglie: « La sincérité me touche d'une telle sorte que je crois que si ma maîtresse et même ma femme, m'avouait que quelqu'un lui plût, j'en serais affligé sans en être aigri. Je quitterai le personnage d'amant ou de mari, pour la conseiller et pour la plaindre.» Il duca di Nemours rinuncia a Elisabetta perché innamorato di lei, ma seguire le sue intenzioni di allontanarsi da lui non è facile perché il principe insiste che lei resti a Parigi. Il duca rimane ferito e la principessa non pensa altro che a lui, ma riceve una lettera datale dalla regina che un'amante del duca avrebbe lasciato alla sua porta, e si ingelosisce. In realtà la lettera è dell'amante platonico della regina, le Vidame de Chartres, scritta alla sua altra amante Madame de Thémines, che confessa e chiede aiuto al duca per nasconderla e tenere all'oscuro la regina, chiedendogli di dire che è sua, ma il duca non vuole per paura che la principessa di Clèves ci creda. Allora le Vidame de Chartres dà un'altra lettera al duca, che prova che la lettera appartiene davvero a lui, da mostrare alla principessa. La regina rivuole la lettera ma la principessa dice che non l'ha più, ed è incaricata di riscriverla insieme al duca di Nemours. Resasi conto del suo amore, chiede al marito di tornare in campagna, dove lui la segue, confessandogli di essere innamorata di un altro uomo, senza fare nomi, ma il duca li sorprende e capisce che parla di lui. Il duca lo dice subito al Vidame de Chartres e poco dopo tutta la corte lo viene a sapere, e la principessa e il principe si accusano reciprocamente di questa indiscrezione. Il principe indovina che è il duca di Nemours l'innamorato. Il re muore ed è succeduto da Francesco II, ma la principessa chiede al marito di non andare all'incoronazione. All'evento, il duca sente per caso dove si trova la principessa e con una scusa si allontana, ma il principe indovina i suoi progetti e lo fa seguire. Prova diverse volte a vederla ma lei lo evita e si nasconde. Il servo dice al principe che il duca è rimasto per due notti e lui si convince del tradimento e si ammala. Prima di morire, la principessa rassicura il marito con queste parole « la vertu la plus austère ne peut inspirer d'autre conduite que celle que j'ai eue ; et je n'ai jamais fait d'action dont je n'eusse souhaité que vous eussiez été témoin », lui la perdona e muore. La principessa si ritira in solitudine e abbandona la vita di corte, ma quando un giorno vede il duca per caso, la passione si risveglia. Il giorno dopo lo sorprende mentre la osserva fuori da casa sua, ma lei scappa. Con l'aiuto del Vidame de Chartres, il duca incontra la principessa per proporre un matrimonio ora che lei è vedova. Ma lei, sentendosi in colpa per la morte del marito dice « aveu n'aura point de suite » et qu'elle suivra « les règles austères que son devoir lui impose ». Lei si ritira in un convento e rinuncia per sempre a vedere il duca che è disperato. Ma la fedeltà matrimoniale impedisce alla principessa di Clèves di tradire lo sposo, anche dopo la morte di quest'ultimo, cagionata in parte dalla confessione della moglie di essersi innamorata del duca. Nonostante le pressioni del duca di Nemours, la protagonista si ritira in un monastero nei pressi dei Pirenei per intraprendere una vita umile e di carità, morendo ammirata da tutti per la sua virtù ferrea. Temi - stile - preziosismo: lunghe descrizione della corte e inserimento di 4 episodi nella vicenda principale - struttura complessa del preziosismo e della sua lingua (superlativi, aggettivi in -able) - romanzesco: idealizzazione personaggi (anche storici), vita di corte, coincidenze - concezione preziosa dell'amore: Nemours, velata confessione d'amore, segreto - problemi sull'amore e matrimonio, e le forme in cui si manifesta l'amore - l'amore prezioso è spesso tragico, senza seguito né lieto fine - tragicità: condizione del principe innamorato e non ricambiato - amore: colpo di fulmine, la cosa più seducente ma genera sofferenze quindi bisogna rinunciare (Corneille) - scetticismo agostiniano: abbandonare le passioni e i vincoli del mondo - approccio alla passione anche con la ragione, non ci sono elementi che indicano religione o divino - influenze gianseniste: incapacità di agire della principessa, invece che combattere il suo amore lo nasconde semplicemente agli altri; l'uomo è guidato dalle passioni sulle quali costruisce i suoi vizi

Corneille (1606-1684)

Vita - Pierre Corneille nato a Rouen da famiglia di magistrati, studia in collegio gesuita (Seneca) - studia diritto ma si dedica poi al teatro e alla letteratura, perché non parla abbastanza correttamente francese e non ha una pronuncia pulita, no capacità oratorie - comincia con tragicommedie pastorali scritte per Montdory a Marais - negli anni 30 sono popolari i farceurs, ma Corneille ripulisce il genere della commedia con Mélite, eliminando le cose più volgari e trasformandola in comédie de moeurs - si passa dallo spettacolo, spettacolare all'interiorizzazione del dramma - le prime sono commedie "eroiche", dopo il 1634-35 con la Sophonisbe di Jean Mairet si riafferma il genere tragico - inizia con commedie, dopo l'intervento di Richelieu par la querelle du Cid smette di scrivere 3 anni e poi rispetta tutte le regole - nella querelle du Cid, Georges de Scudéry lo accusa di plagio e di inverosomiglianza, mentre Mairet lo accusa di non aver rispettato le unità - nel 1647 è ammesso all'Académie française - Tite et Bérénice (1670) oscurato da Bérénice di Racine, ma declino già dagli anni della Fronda nonostante il supporto di Luigi XIV e i finanziamenti del ministro delle finanze Nicolas Fouquet Opere - Mélite (1929), Clitandre (1631), La veuve (1632), La galerie du palays (1633), La suivante (1634), La place royale (per compagnia Montdory) - Mélite (1929): commedia; Eraste (innamorato), Mélite, Tircis (amico), Cloris (sorella), Philandre (fidanzato sorella), Lisis, Cliton > comédie de moeurs: denuncia gruppo o classe sociale > "peinture de la conversation des honnetes gens" > ridicule: tutti credono a tutto > matrimonio finale segue il gusto dell'epoca secondo cui bisogna "marier tout ce que l'on introduisait sur scène" ma è inutile - Clitandre (1630): tragicommedia; Rosidor (favorito), Clitandre, Caliste (amata), Dorise (amata Caliste), Pymante (amante Dorise), Géronte, Lycaste, Lysarque - Médée (1635): Médée (maga), Jason (amato), Créon (re), Créuse (amante), figli > tra barocco e classicismo: soprannaturale, sorpresa, violenza, macabro - L'illusion comique (1636): Pridamant (padre), Clindor (figlio), Alcandre (mago), Matamore (capitano), Isabelle (amata), Adraste (spasimante), Geronte (padre Isabelle), Florilame (principe), Rosine (principessa); Alcandre (drammaturgo), Pridamant (spettatore), Clindor (attore) > mise en abyme: teatro nel teatro, narrazione su più piani tipica dei romanzi barocchi > teatro nel teatro: - opera completa - Pridamant e Alcandre - Clindor e le avventure - opera recitata da Clindor - Le Cid (1636): Chimène, Rodrigue, don Gomès (Chimène), don Diègue, don Sanche (onore): orgoglio del nome, del sangue, delle imprese di guerra, libertà, volontà, lucidità - Horace (1640): Alba, Roma, Cunazi, Orazi, Sabina, Orazio, Camilla: brutale intransigenza dei protagonisti > prima tragedia romana - Cinna (1642): (da Seneca) Emilia (figlia), Augusto (imperatore), Cinna, Massimo (congiurato), Livia (moglie Augusto) > tragedia romana > meditazione morale e politica, interesse si sposta da congiurati a imperatore, la cui crisi di scienza si conclude in un'apoteosi > riflessione contemporanea sul governo di Richelieu, la soluzione alla violenza è l'instaurazione di un potere forte ma magnanimo > gloria con la generosità - Polyeucte (1643): Poliuto, Paolina (moglie), Severo (ex), Felice (padre) > accordo tra amore per Paolina e amore per Dio; severo: eroe stoico quittez cette chimère, et m'aimez je vous aime. Beaucoup moins que mon dieu mais bien plus que moi-meme > gloria attraverso la santità > tragedia sacra ispirata al martirio di Poliuto di Melitene > eroismo mistico del cristianesimo delle origini > gli eventi esterni non condizionano l'agire dei personaggi - Rodogune (1644): Cleopatra, Rodogune, Seleuco (figlio), Antioco (figlio): esplora gli abissi del male, libertà da fonti storiche - Nicomède (1651): Prusia (re), Arsinoe (moglie re), Nicomede (I figlio), Attalo (II figlio), Laodice (regina d'Armenia), Flaminio (ambasciatore) > affresco storico, politico > mescolanza dei generi > inflessibilità eroica (amore diamante Laodice e Nicomede) > sobrietà rispetto alle tragedie precedenti > gloria attraverso l'indipendenza politica - Sertorius (1662): Sertorio (generale), Silla, Viriate (amata), Pompeo, Perpenna (luogotenente) > la tenerezza occupa un posto sempre più grande, l'eroismo si colora di amarezza e distacco - Suréna (1674): Orode (re), Surena, Euridice (amata Surena), Pacorus (figlio Orode), Palmide (sorella Surena), Mandana (figlia Orode) > tragedia della rinuncia al mondo > misticismo dell'amore > preferenza del sogno interiore ai compromessi della vita (amore di Suréna e Euridice) TEMI - influenza nobiltà feudale, corrente neostoica, Gesuiti - leggende mitologiche e storia: eroi impegnati in affari di Stato, aperti sul vasto mondo (vs Racine) - meditazioni e massime politiche: capi stoici (Augusto, Nicomede) a vili machiavellici (Prusia, Orode) - gloria: personaggi fuori dall'ordine comune per rango e regalità morale: unico principio di azione - gloria: realizzazione appassionata di ciò che l'io ha scelto - eroi non hanno il tragico: mai sconfitti dalla sorte - uomo come sogna di essere nei momenti di esaltazione - eroine: distrarre durevolmente gli eroi dalla gloria, arricchiscono con sfumature dell'amore - suscitano ammirazione - onore (Cid), patriottismo (Orazio), generosità (Cinna), santità (Poliuto) - esalta la libertà dell'uomo, il libero arbitrio (Gesuiti vs Giansenisti) - esalta la volontà incarnata dall'eroe che non arretra di fronte al sacrificio di sé come valore massimo (tragedie post Cid) - eloquenza pomposa, messinscena macchinosa, amara considerazione della vita con eroi attempati e angosciati di fronte al destino avverso (ultime tragedie)

Descartes (1596-1650)

- René Descartes, dal 1629 si ritira in Olanda per opere scientifiche e filosofiche - Discours de la méthode pour bien conduire sa raison et chercher la vérité dans les sciences (1637) - razionalismo (onnipotenza della ragione - acritica) vs Illuminismo (approccio alla ragione più critico e ponderato, individuare anche i limiti) - metodo per indagare la verità basato su introspezione e evidenza (conoscenza chiara e lineare; conoscenza rigorosa e fondata) - la ragione è uguale in tutto gli uomini, la differenza è il metodo - conciliare la filosofia (metodo non rigoroso- mondo reale) con la matematica (rigoroso-non reale) 1) non accettare nulla per vero se non è evidente (morale provvisoria, buon senso: moderazione e non stravolgimento delle tradizioni, regole non razionali ma ragionevoli) 2) dividere ogni problema in tante parte (ognuna evidente) 3) ricostruire pensieri dalle cose più semplici alle più complesse 4) rivedere per non commettere errori (volontà di evidenza) - intuizione, dimostrazione (catena di intuizioni), sensazione - cogito ergo sum: res cogitans, res divina, res extensa - metafisica meccanicistica: materia vs spirito (res extensa vs res cogitans) - esistenza dell'io pensante e delle idee - dimostrazioni esistenza di Dio: 1) dubbio, dubito perché sono imperfetto, ma giudico l'imperfezione sull'idea perfezione che deve derivare da qualcosa di perfetto che è fuori di me perché sono imperfetto: Dio (l'idea dell'infinito è finita) 2) creazione o da sè (imperfetti): Dio 3) esiste per definizione, dio è perfetto quindi buono: genio maligno (che ci inganna, 2+2 non fa 4) non esiste, validità del metodo - dimostrazione esistenza mondo eterno (come quantità, non qualità) - animali: automi, non provano sensazioni (riflesso incondizionato senza coscienza) - uomo: parla, esprime ciò che pensa, se pensa ha un'anima (quindi gli altri esistono, non sono "macchine") - rapporto anima e corpo: tra gli spiriti animali (nei nervi, trasmettono gli impulsi dell'anima), e la ghiandola pineale - conoscenze evidenti sono quantitativamente inferiore ma qualitativamente uguali a quelle di Dio (2+2=4) Stile: chiarezza e linearità (influenza l'illuminismo)

Teatro del Seicento

- Teatro del Seicento: evento mondano, pubblico colto, nobili con palchi di proprietà che proteggono gli attori scomunicati dalla Chiesa - Hotel de Bourgogne a Parigi ospita compagnie di passaggio, unico palco permanente, Comédiens du Roi dal 1629 - rappresentazioni lunghe, primo pomeriggio: tragedia, intervallo, commedia e farsa (si mangia e si beve) - Il Marais (1629) Parigi: Montdory (attore) fonda il suo proprio teatro in concorrenza con l'Hotel de Bourgogne - La Troupe de Molière: Petit Bourbon (1658-1660), Palais-Royal (1661-1673) - si fondono le troupes in 1680 nella Comédie Française su ordine di Luigi XIV - Comédiens Italiens (1680) Hotel de Bourgogne, Commedia dell'Arte - Académie de l'Opéra (1669), creata da Pierre Perrin (« représentation des opéras en musique et en vers français »), dal 1672 passa a Lully - gallerie e palchi per nobili, platea per popolare (uomini) - scenografie simultanee sostituite da scenografia unica (unità di luogo) - teatro à machines (1640-1670): effetti luminosi, cambi di scena - lusso delle scene e dei costumi - tipi di opere: tragedia, commedia, tragicommedia (dramma romanzesco movimentato a lieto fine - barocco), pastorale (idillio, mito a lieto fine - barocco) - regole (Classicismo) - rispetto delle tre unità aristoteliche (tempo, luogo, azione), regola proposta nel 1630 da Jean Mairet - separazione dei generi - rispetto della verosimiglianza (no soprannaturale) - rispetto delle convenienze (bienséances): no violenze o indecenze sulla scena - drammaturghi e attori mal visti spesso scomunicati e attaccati dalla Chiesa, necessità di protezione di patroni aristocratici (re, regine, ministri) - i gesuiti intensificano le rappresentazioni nei collegi

Preziosismo (1640-1660)

- manifestazione letteraria del barocco - Francia conosciuta per la facilità del rapporto tra i sessi, favorisce la galanteria (forma moderna della cavalleria e amor cortese), la vita mondana e il fascino del sentimento amoroso - movimento femminile di donne dell'alta società aristocratica - importanza dei salotti, preziosismo francese è un fatto sociale (Salotto di Madame de Rambouillet fino al 1648, Madeleine de Scudéry, Madame de Lafayette) - importanza dei contatti mondani: no erudizione, critica estetica dei salotti spontanea, deriva dal gusto, predilezione per la modernità - teoria dell'amore: facilità di rapporti tra i sessi tipica della Francia - le preziose liberano l'amore dall'assillo del piacere fisico Temi - frontiere tra amicizia e amore tra uomo e donna - amore passione irresistibile (fatalismo di Racine e Mme de Lafayette) - passione irresistibile fa soffrire ma amare significa vivere Aspirazione di emancipazioni della donna: - matrimonio spesso connesso a ambizione, denaro, non felicità -ostilità della sessualità: maternità ravvicinate e dolorose Lingua - eleganza della conversazione: purezza del vocabolario, estirpazione delle cattive parole cioè linguaggio popolare, parole di suono o senso sgradevole, parzialmente compensati da invenzioni di termini nuovi - costruire lingua che si riferisca a un mondo più puro di quello reale « les miroirs de l'âme » pour « les yeux » « donner dans l'amour permis » pour « se marier » « le visage de l'âme » pour « le discours » « le conseiller des grâces » qui désigne un miroir Salotti - salotto della marchesa di Rambouillet, unica regola è non annoiarsi - la marchesa esige un linguaggio semplice ma elegante e una semplicità nelle maniere - al declino del salotto della marchesa di Rambouillet con la Fronda si afferma il salotto di Mme de Salbé e quello di Mlle de Montpensier e quello più importante, quello di Mlle de Scudéry (meno aristocratico e più letterario)

Classicismo

Politica: - Luigi XIV (1661): abolisce regime ministeriale, ascesa della borghesia (poveri sempre poveri, nobiltà sfugge alla povertà tramite matrimoni con ricchi borghesi o favore regale, corte di Versailles) - inizio positivo: ripresa economica, vittorie militari; dagli anni '80 invece declino (intolleranza religiosa, crisi economica e sociale vs intellettuale) - la centralizzazione del potere si riflette nel rigore e dogmatismo delle regole estetiche nei campi artistici, dettate principalmente da dotti e aristocratici (académie française e regole sulla lingua, regole del teatro dalla Poetica di Aristotele, nuovi canoni letterari) Estetica classica - classicus: nell'accezione originale si riferisce a qualcuno di superiorità sociale, morale e intellettuale - non è presente un coro classico omogeneo - gusto per gli Antichi e modelli italiani/spagnoli - estetica fondata sulla ricerca della perfezione (tramite la ragione), della misura, dell'equilibrio (honnete homme) basato sulla natura e l'armonia - utilità morale delle opere - tendenza alla semplicità, chiarezza, ritegno, ordine - ragione: non in senso cartesiano, senso estetico, buon gusto corroborato dalla riflessione - acuto senso della forza delle passioni, del mistero dei sentimenti, ma volontà di lucidità; le passioni sono rese intellegibili tramite l'analisi della ragione - sfiducia nella ragione filosofica e morale perché debole - fiducia, supremazia della ragione: diffidenza per fantasia e foga - buon gusto solo alte classi sociali: arte classica è aristocratica - natura: trasposizione artistica del reale (escludere il brutto, bizzarro); idealismo artistico - natura: naturalezza (stile scorrevole, facile in cui ciascuno trovi l'espressione del suo pensiero) - verosimiglianza: ciò che un dato pubblico crede che sia potuto accadere (no reale, no possibile; la querelle du Cid deriva dal fatto che la storia non è verosimile) - verosimiglianza necessaria all'utilità morale (identificarsi nell'eroe e permettere la catarsi) - bienséances (convenienze): precetti morali, precetti tecnici ed estetici, non bisogna scioccare il pubblico (no violenza o intimità) - opera organica, armonia: tutti i dettagli devono convergere verso un unico scopo (tre unità) - contro ostentazione dell'io (ostilità religiosa, universalizzare esperienza personale) - ideale di pudore e perfezione - verità e bene convertibili (imitazione antichi: scoprono le regole del bello) - imitazione e rinnovamento delle opere antiche

Le Cid

Querelle du Cid: - l'opera non piace a Richelieu (Corneille aveva anche abbandonato la società dei 5 attori per indisciplina) - critica contemporanea sull'irregolarità del Cid ma anche sul futuro del teatro e della tragedia, non apprezzata dall'Académie - Corneille comincia a rivederla per dimostrare la sua regolarità - 1637: tragicomédie - 1648 tragedie - tragicommedia: genesi di natura diversa, testo recente Las Mocedades del Cid di Guillém de Castro, opera romanzesca non a tema storico - modifiche: allontanamento dalla violenza fisica e attenuazione degli eccessi della tragicommedia Temi - matrimonio finale > risoluzione del conflitto > trionfo del mondo giovane che crede nell'amore (neoplatonismo) sul mondo dei padri: > l'amour n'est qu'un plaisir et l'honneur un devoir > tu t'es en m'offensant montré digne de moi: necessità di rispondere all'onore per essere degno d'amore > struttura tragicomica in cui l'amore è il motore drammatico - attualità, sono eroi spagnoli ma il dramma che vivono si avvicina molto di più alle condizioni sociali e politiche della Francia monarchica contemporanea - l'amore, considerato prima nella dimensione familiare, si scontra con la dimensione politica (duello) -il conte disobbedisce al re e Don Diègue si fa giustizia da solo, entrambi rappresentano un sistema feudale in cui i nomini condividono il potere con il re (vs potere centralizzato) - dopo che Rodrigue viene nominato Cid dal re per avere preso iniziativa contro i Mori, il re propone a Chimène di sposarlo in quanto Cid, ruolo di Rodrigue (personale) - lo sviluppo della vicenda trasfigura i loro problemi personali e il dovere di riparazione e vendetta appartiene alla difesa dei valori del loro gruppo sociale > Rodrigue: Cid > individuo: eroe > dramma personale: tragedia politica - gli interessi di stato e di difesa dell'onore di casta, esigenza di virtù personale sono integrati a passioni, sofferenze (umanità) - onore femminile passivo, la donna non ha alcuna risorsa per farsi valere e in quanto donna, Chimène non riesce a uscire dalla contraddizione (oltraggi: Rodrigue turba il lutto recandosi da lei due volte vs bienséances, e il re la mette in ridicolo facendole credere che Rodrigue è morto) Trama - Rodrigue, Chimène, Don Diègue (padre Rodrigue), Don Gomès (padre Chimène), Elvira, Don Sanche > tragicommedia: non era un genere teorizzato, rappresentava le avventure di personaggi illustri che venivano minacciati da un evento nefasto ma terminavano con un lieto fine - le Cid appassiona i francesi per i valori della società aristocratica che dipinge, amore, coraggio e orgoglio - lezione morale: apoteosi della volontà, la volontà può tutto (vs Racine) - i personaggi diventano eroi quando sono vittime coscienti che prendono in mano la volontà (dilemma ragione vs sentimento)

Académie française (1634)

Vaugelas e la condizione della lingua - Claude Favre de Vaugelas (1585-1650) - Remarques sur la langue française (1647) - raccolta di particolarità linguistiche secondo l'uso dell'élite - definisce la pronuncia (h mute o aspirate, imperfetti che si scrivono -oi ma si pronunciano -ai, finali in -er che i Normanni pronunciano -r - stabilisce ortografia, regole per la francesizzazione dei nomi propri latini e greci - uso: evitare parole popolari, sconvenienti, dialettali, arcaiche, neologismi (con eccezioni) - distingue senso di parole simili - ideale di chiarezza, esattezza - contribuisce alla stesura del Dizionario dell'Académie, ma le interminabili discussioni alle quali dava luogo ogni termine, gli scrupoli di Vaugelas e il suo estremo purismo, come le sue fissazioni, non erano di natura tale da accelerare il lavoro Académie française - Chapelain, Godeau, Gambaula, Malleville: Richelieu impone suo patronato e organizzazione e fonda l'Académie française (1634) su modello dell'Accademia della Crusca (1582) a Firenze - "dare regole sicure alla nostra lingua, renderla pura, eloquente e capace di trattare le scienze e le arti" - sviluppo accademico legato al potere


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